Bertrand Chamayou pianoforte · 2019. 3. 22. · pianoforte, phantasiestücke per clarinetto e...

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107 a Stagione Concertistica 16/17 Sol Gabetta VIOLONCELLO SABATO 11 FEBBRAIO, ORE 20:45 Bertrand Chamayou PIANOFORTE

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107a Stagione Concertistica 16/17

Sol Gabetta violoncello

sabato 11 febbraio, ore 20:45

Bertrand Chamayou pianoforte

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ROBERT SCHUMANN (1810 - 1856)FünF Stücke im VolkSton op. 102 mit humor “Vanitas vanitatum” langsam nicht schnell, mit viel ton zu spielen nicht zu rasch Stark und markirt

LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770 - 1827)Sonata per Violoncello e pianoForte in Fa magg. op. 5 n. 1 adagio sostenuto. allegro rondò: allegro vivace

intervallo

FRYDERYK CHOPIN (1810 - 1849)Sonata per Violoncello e pianoForte in Sol min. op. 65 allegro moderato Scherzo: allegro con brio largo Finale: allegro

programma

nata in argentina, Sol gabetta – 36 anni in aprile – ha raggiunto la fama internazionale nei primi anni 2000 vincendo il “crédit Suisse Young artist award” a coronamento di una serie di premi e di en-comi raccolti nelle tante competizioni alle quali ha partecipato fin da quando aveva 10 anni. negli ultimi tre scintillanti lustri di attività, Sol si è guadagnata tanti altri allori: per citarne solo alcuni, una no-mination ai grammy awards, il premio “gramophone Young artist of the Year” (2010), il “Würt-preis Jeunesses musicales (2012), stru-mentista dell’anno agli echo klassik awards (2013) e premio echo klassik (nel 2007, 2009 e 2011).Dal suo debutto, nel 2004, con i Wiener philharmoniker diretti da Valery gergiev, la violoncellista argentina (con ascendenze france-si, italiane e russe) ha suonato come solista con alcune fra le più importanti formazioni sinfoniche del mondo: i Berliner philharmo-niker, la los angeles philharmonic, l’orchestra della tonhalle di Zu-rigo, la Filarmonica di Dresda, la london philharmonic, la Sympho-nieorchester des Bayerischen rundfunks e la royal concertgebouw sono solo alcune di queste.“artist in residence” presso prestigiose istituzioni, Sol gabetta è re-golarmente invitata ad esibirsi nei più importanti festival musicali del mondo.in ambito cameristico collabora spesso con patricia kopatchinskaja, Bertrand chamayou e Hélène grimaud. in quello discografico ha al suo attivo diverse registrazioni per Sony.grazie al rahn kulturfonds, la signora gabetta suona un g. B. gua-dagnini del 1759; più recentemente suona anche un violoncello mat-teo gofriller del 1725.

nato a tolosa, Bertrand chamayou è uno dei più interessanti pianisti francesi della sua generazione. allievo di Jean-François Heisser al conservatorio di parigi e perfezionatosi con i maestri perahia, Flei-sher, ciccolini e curcio, chamayou è l’unico artista transalpino ad aver vinto tre edizioni del premio “Victoires de la musique”.in 15 anni di fortunata carriera, ha già calcato importanti palcoscenici (fra i quali la Wigmore Hall di londra e il lincoln center di new York) e si è esibito a fianco di importanti formazioni sinfoniche come l’orche-stre national de France, la london philharmonic, la Deutsche kam-mer philharmonie, la gewandhaus di lipsia e i Wiener Symphoniker.molto attivo anche in ambito cameristico (ha suonato con renaud e gautier capuçon e con il Quartetto ebène), in quello discografico è stato premiato con l’editor’s choice di gramophone.

i protagoniSti

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note al programma

nel decennio che va dal 1842 al 1853 robert Schumann compone molta musica da camera. in particolare l’inverno 1848/49 è contrassegnato dalla nascita di un’incredibile serie di piccoli pezzi composti quasi compulsivamente: fra questi, Bilder aus osten (improvvisazioni per pianoforte a quattro mani), le Waldszenen per pianoforte, phantasiestücke per clarinetto e pianoforte, l’adagio e allegro per corno e pianoforte, konzertstück per quattro corni e orchestra, il ciclo vocale Spanisches liederspiel... a conclusione di questo felicissimo e quasi inarrestabile flusso creativo arrivano, fra il 13 e il 15 aprile del 1849, i Fünf Stücke im Volkston (cinque pezzi in stile popolare) per violoncello e pianoforte.Destinati all’intimità della “Hausmusik”, queste cinque miniature di ispirazione popolare pensate per l’intrattenimento musicale domestico disegnano nel migliore dei modi lo Schumann più autentico capace di far convivere un lirismo dai tratti nostalgici (fondato principalmente sulla cantabilità del violoncello protagonista) con gli slanci appassionati e a tratti irrefrenabili dei ritmi popolari.nonostante la “cordialità” del contenuto, dai Fünf Stücke sgorga dunque lampante tutto il temperamento romantico di Schumann intriso di intimismo e di fresca inventiva.in questo senso va anche letta la citazione biblica “vanitas vanitatum” che l’autore appone all’inizio del primo pezzo, forse per ricordare che ogni sentimento, anche il più gaio, è destinato a svanire.

Fra le tante composizioni con pianoforte che uscirono dalla penna di ludwig van Beethoven, la prima Sonata per violoncello e pianoforte assume un valore storico, oltre che musicale. Venne concepita verosimilmente nell’inverno del 1795, anno cruciale per la carriera di un Beethoven che era lanciatissimo come pianista, ma che stava conquistando notorietà anche come autore grazie alla pubblicazione dei trii per pianoforte op. 1 e delle prime tre Sonate per pianoforte.nella previsione di recarsi a Berlino per sfruttare quest’ondata di notorietà, il nostro iniziò a pensare di dedicare al re di prussia Federico guglielmo ii – discreto violoncellista dilettante – un paio di Sonate per violoncello e pianoforte che vennero poi messe “nero su bianco” durante il soggiorno berlinese e soprattutto grazie allo stretto contatto con Jean-pierre Duport, uno dei più celebrati violoncellisti dell’epoca, nonché insegnante personale del re.l’evento era storico, perché alla fine del Settecento la Sonata per pianoforte e violoncello non si era ancora affermata come genere

specifico e questo fatto offrì a Beethoven l’opportunità di muoversi in tutta libertà sperimentando soluzioni assai ardite, come per esempio quella di estendere i due movimenti ad una lunghezza inusitata. poi c’era il problema – di non facile soluzione – di come far convivere le sonorità dei due strumenti che Beethoven affronta magistralmente tendendo ad un’ideale parità dei ruoli; una perfezione che sarà raggiunta solo con i lavori per questa formazione che vedranno la luce nel 1807/08 (op. 69) e nel 1815 con l’op. 102.

anche la Sonata in sol minore per violoncello e pianoforte di chopin deve la sua genesi ad uno strettissimo rapporto di collaborazione fra l’autore e un sommo violoncellista. in questo caso si tratta di auguste-Joseph Franchomme (1808-1884), che chopin iniziò a frequentare nei primi anni trenta a parigi. Questo spartito – ancora poco eseguito nelle sale da concerto – nacque a cavallo fra il 1845 e il 1846 con mille tentennamenti e ripensamenti da parte di chopin, che si sentiva votato esclusivamente ai lavori per pianoforte solo, nonostante le tante pressioni esterne che lo spingevano invece ad esplorare, ad esempio, sinfonie e opere: ma io – scriveva fin dagli anni giovanili – ho solamente la tastiera nella mia povera testa, io sono solo un pianista che conosce i suoi limiti.ecco spiegato perché fra i 74 lavori numerati (più una dozzina senza numero d’opus) della sua breve vita, la musica da camera occupa solo 5 numeri. Fra questi spicca la Sonata in Sol minore che lo stesso chopin eseguì al pianoforte (alla Salle pleyel, nel 1848) con l’amico Franchomme al violoncello in occasione della sua rentrée sui palcoscenici parigini dopo sei anni di assenza: sarà anche il suo ultimo concerto pubblico.il culmine di questo lavoro drammatico, denso e a tratti imprevedibile è – secondo il critico arrigo Quattrocchi – il largo, che nello spazio di appena 27 battute si profila come un dialogo interlocutorio ed enigmatico fra i due strumenti.

il proSSimo concertomercoleDì 22 FeBBraio ore 20:45, teatro comunale di VicenzamattHiaS goerne baritonoaleXanDer ScHmalcZ pianoforteSchubert: Die schöne müllerin D 795 op. 25biglietti: intero euro 20 / ridotto over65 euro 15 / ridotto under30 euro 11

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