Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?,...

20
Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu- ra del Novecento di Emilia Di Rocco Le parabole della misericordia del Vangelo di Luca occupano un posto segreto nel cuore degli uomini perché sembrano rispondere a una voce interiore più profonda 1 . Tra queste la terza, quella del figliol prodigo 2 , «è la parola di Gesù che è arrivata più lontano [...]. È quella che ha avu- to la più alta fortuna / Temporale. [...] È la parola di Gesù che ha avu- to la più grande risonanza nel mondo» 3 , come testimoniano le innu- merevoli versioni nelle arti e nella letteratura. Le ragioni di questa straordinaria diffusione sono probabilmente da ricercare, come scrive Péguy, nel fatto che questa parabola «ha toccato nel cuore dell’uomo un punto unico, un punto segreto, un punto misterioso» 4 ; è quella che «accompagna l’uomo nei suoi più grandi / Eccessi» ed è «un mistero che segue, è una parola che segue / Nei più grandi / Allontanamenti» 5 . La spiegazione della vitalità del testo di Luca risiede, tuttavia, anche nel 1 C. Péguy, Il portico del mistero della seconda virtù, in Id., I Misteri, Milano 1997, pp. 155- 282, pp. 240-241. 2 Lc 15, 11-32. 3 C. Péguy, op. cit., pp. 240-241. 4 Ibid., p. 240. 5 Ibid., p. 243. Per il Nachleben della parabola, oltre alle indicazioni fornite da Bovon nel commento al Vangelo di Luca (F. Bovon, Luca, Brescia 2007, 3 voll., pp. 589-643), si vedano anche B. Jongy, Y. Chevrelk, V. Léonard- Roques, Le Fils Prodigue et les siens. XX e -XX e siècles, Paris 2009; M. Finck, Die biblische Geschichte vom verlorenen Sohn in der europäischen Litera- tur des 20. Jahrhunderts anhand ausgewählter Beispiele, Nordestedt 2006; W. Brettschneider, Die Parabel vom verlorenen Sohn, Berlin 1978; K. Kallensee, Die Liebe des Vaters. Das Gleich- nis vom verlorenen Sohn in der christlichen Dichtung und bildenden Kunst, Berlin 1960.

Transcript of Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?,...

Page 1: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

Heimkehr: wohin?, Auszug:wohin?: la parabola esistenzialedel figliol prodigo nella letteratu-ra del Novecentodi Emilia Di Rocco

Le parabole della misericordia del Vangelo di Luca occupano un postosegreto nel cuore degli uomini perché sembrano rispondere a una voceinteriore più profonda 1. Tra queste la terza, quella del figliol prodigo 2,«è la parola di Gesù che è arrivata più lontano [...]. È quella che ha avu-to la più alta fortuna / Temporale. [...] È la parola di Gesù che ha avu-to la più grande risonanza nel mondo» 3, come testimoniano le innu-merevoli versioni nelle arti e nella letteratura. Le ragioni di questastraordinaria diffusione sono probabilmente da ricercare, come scrivePéguy, nel fatto che questa parabola «ha toccato nel cuore dell’uomoun punto unico, un punto segreto, un punto misterioso» 4; è quella che«accompagna l’uomo nei suoi più grandi / Eccessi» ed è «un misteroche segue, è una parola che segue / Nei più grandi / Allontanamenti» 5.La spiegazione della vitalità del testo di Luca risiede, tuttavia, anche nel

1 C. Péguy, Il portico del mistero della seconda virtù, in Id., I Misteri, Milano 1997, pp. 155-282, pp. 240-241.

2 Lc 15, 11-32.3 C. Péguy, op. cit., pp. 240-241.4 Ibid., p. 240.5 Ibid., p. 243. Per il Nachleben della parabola, oltre alle indicazioni fornite da Bovon nel

commento al Vangelo di Luca (F. Bovon, Luca, Brescia 2007, 3 voll., pp. 589-643), si vedanoanche B. Jongy, Y. Chevrelk, V. Léonard- Roques, Le Fils Prodigue et les siens. XXe-XXe siècles,Paris 2009; M. Finck, Die biblische Geschichte vom verlorenen Sohn in der europäischen Litera-tur des 20. Jahrhunderts anhand ausgewählter Beispiele, Nordestedt 2006; W. Brettschneider,Die Parabel vom verlorenen Sohn, Berlin 1978; K. Kallensee, Die Liebe des Vaters. Das Gleich-nis vom verlorenen Sohn in der christlichen Dichtung und bildenden Kunst, Berlin 1960.

Page 2: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

carattere del personaggio che nel tempo emerge come protagonistaprincipale della storia 6. Nelle versioni moderne, infatti, il figlio prodi-go diventa incarnazione delle ansie, delle paure, delle ossessioni e dellesperanze dell’essere umano e, pertanto, si presenta come una figuraenigmatica, circondata da un alone mitico.

Nel vasto panorama della riscritture della parabola di Luca nellaletteratura del XX secolo 7 Le retour de l’enfant prodigue di André Gi-de, Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge, Der Auszug des verlo-renen Sohnes di Rainer Maria Rilke e Die Heimkehr di Franz Kafka 8

rappresentano i testi fondativi di una linea interpretativa esistenzialeche mette in discussione i due momenti centrali dell’avventura del fi-gliol prodigo, la partenza e il ritorno. A questo riguardo, gli scrittori delNovecento enfatizzano l’interpretazione della storia come paradigmaletterario per la descrizione di una conversione che assume la forma diun viaggio all’interno di se stessi. Grazie a questo percorso, in seguitoall’esperienza della separazione e dell’isolamento nonché dopo avertoccato il fondo della disperazione, è possibile per l’uomo avviarsi ver-so la rigenerazione. La speranza di salvezza riaffiora quando, seguendo“the prodigal way” 9, l’essere umano riconosce di aver perso la capacitàdi provvedere a se stesso, di essere “perso”. In questo contesto, le ope-re di Gide, Rilke e Kafka aprono la strada a una rilettura del testo evan-gelico strettamente legata alla vicenda biografica degli autori i quali,come emerge dai diari, dalla corrispondenza e dagli appunti, non esita-no a identificarsi con il protagonista della parabola.

Nel Retour de l’enfant prodigue André Gide introduce questo temafin dalla prima pagina, quando inserisce l’io narrante nel suo “trittico”,

200 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

6 In Luca i tre i personaggi, il padre, il fratello minore e il maggiore, sembrano avere lastessa importanza: l’incertezza sul titolo da dare alla parabola (La parabola del figliol prodigo, Idue figli, Il figlio perduto) come scrive Bovon (op. cit., pp. 616-617) riflette la molteplicità delleinterpretazioni possibili e dipende dal valore che si attribuisce ai contenuti. Le espressioni usa-te per riferirsi alla parabola di Luca – “figliol prodigo” in italiano, fils/enfant prodigue in fran-cese, verlorener Sohn in tedesco, prodigal son in inglese, hijo pródigo in spagnolo (per citare sol-tanto un campione esemplificativo delle lingue più diffuse) – richiamano l’attenzione su aspet-ti diversi della personalità del figlio, sulla prodigalità oppure sullo smarrimento (tedesco), o,ancora, sull’età (un figlio oppure un infante in francese).

7 La parabola sembra conoscere un periodo di relativo oblio nel XIX secolo; tuttavia trale versioni da ricordare c’è la poesia di Mallarmé, L’Enfant prodigue (1862 ma pubblicata sol-tanto nel 1926), oltre aiMasnadieri di Schiller e al romanzo di Alphonse Daudet, Sappho.

8 Fairman cita Journey to the Interior di Theodor Roethke, For the Time of Being di W. H.Auden, Poem XXXIX in The Black Riders di Stephen Crane e The Cocktail Party di T. S. Eliot(M. A. Fairman, Biblical Patterns in Modern Literature, Cleveland 1972).

9 Così il titolo del cap. 7 del volume di M. A. Fairman, Biblical Patterns in Modern Litera-ture, cit.

Page 3: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

«in ginocchio, di fronte al figliol prodigo, come lui sorridente, e il voltoinondato di lacrime» 10. È la stessa postura in cui ritroviamo il narratorenell’introduzione alla prima “scena”, dove l’identificazione è esplicita –«in lui mi riconosco» 11 – come pure la presa di distanza al momento del-l’arrivo a casa: «son quello stesso a cui batte il cuore quando, là dove lacresta si avalla, rivede i tetti azzurri della casa che ha lasciato. Che aspet-to dunque per slanciarmi verso la dimora, per entrare? Mi si attende. Ve-do già preparare il vitello grasso... Fermatevi! Non s’apparecchi troppopresto il banchetto! Figlio prodigo, io penso a te» 12. Lo stesso Gide nelDiario, alla data del 6 febbraio 1907, rivela questa immedesimazionecon il protagonista della sua opera definendo un atteggiamento che per-siste ben oltre il periodo della composizione del poema in prosa 13. Nel1923, infatti, sempre nel Diario, tra i fogli sparsi troviamo una pagina al-tamente significativa: «Ero simile al figliol prodigo, che va dilapidandograndi sostanze. Né misconoscevo il valore dell’imponderabile tesoroche la lenta virtù dei miei padri, di generazione in generazione, aveva ac-cumulato pazientemente sul mio capo; ma l’ignoto profitto che potevosperare rinunziandovi, mi appariva infinitamente più prezioso». In que-sta situazione, ricordando le parole di Cristo, «“Vendi tutto quello chehai e dallo ai poveri”», lo scrittore decide di metterle in pratica, di spo-gliarsi dell’eredità dei padri nel desiderio della totale povertà considera-ta la ricchezza più vera. Si abbandona così a un «disordine provvisorio,confidando in un ordine più sincero e naturale che s’organizzerebbespontaneamente», convinto che il disordine sia meno dannoso di un or-dine arbitrario e fittizio; si abbandona al «Raggio divino», al quale chie-de l’ispirazione. Presa in odio la virtù, perché rendendolo orgoglioso loallontana da Dio, l’autore intraprende una strada nuova: «Che dico, stra-da? Ogni passo che facevo in avanti m’avventurava nell’ignoto» 14. Que-ste pagine del Diario riprendono i temi del Retour, quali ad esempiol’avventura nell’ignoto, che nel dramma è il motore della fuga. Nel dialo-go con il fratello maggiore, infatti, il prodigo rivela: «immaginavo altrecolture, altre terre e strade per corrervi, strade non tracciate; immagina-

Il romanzo della misericordia 201

10 A. Gide, Il ritorno del figliuol prodigo, Torino 1945, p. 13. Sia per Gide sia per Rilke ilrapporto con l’iconografia del figliol prodigo e con la rappresentazione nelle arti figurative èmolto importante.

11 Ibid., p. 16.12 Ibid.13 «Elaboro un Enfant prodigue, dove mi studio di mettere in dialogo le reticenze e gli

slanci del mio spirito». A. Gide, Diario, Milano 1949, 2 voll., vol. 1, p. 227.14 Ibid., vol. 2, pp. 438-440.

Page 4: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

vo in me l’essere nuovo che sentivo slanciarvisi. Fuggii» 15. È questa an-sia che ha spinto il protagonista della storia a inseguire il suo desiderio eche sembra animare anche il fratello minore, determinato a seguirel’esempio del prodigo 16.

L’opera si fa carico di chiarire i problemi della vita o quanto meno diaiutare a leggere le proprie inquietudini e, soprattutto, gli enigmi mag-giori che l’uomo deve affrontare nel corso della sua esistenza: il rapportocon Dio e la morte, entrambi riconducibili al tema dell’“ignoto”. Evitaredi prendere la via che conduce al mistero e a Dio a causa delle propriedebolezze equivale al fallimento. È in questa ottica che, credo, vada lettaun’affermazione del padre nel Retour: «Io ti ho formato; so quel ch’è inte. So quel che ti spingeva sulle strade; e ti aspettavo al termine. Mi avre-sti chiamato... ero là» 17. A queste parole segue una significativa replicadel figlio – «Padre mio! avrei dunque potuto ritrovarvi senza tornare?» –che getta una luce diversa sulla fuga e sul ritorno. Scegliere di percorrerefino in fondo la via implica muoversi verso l’ignoto, assecondando il pro-prio desiderio, per trovare alla fine il Padre, la conoscenza, e vanificarecosì la necessità di tornare a casa 18.

L’uomo deve attraversare il deserto, come scrive Rilke: «Si devetuttavia andare oltre il deserto, più avanti, sempre in una direzione. So-lo colui che riesce a farlo saprà cosa si trova al di là della solitudine e aquale scopo si cerca il deserto. [...] Poiché il deserto è soltanto un por-tone, e quelli che ritornano da lì sono mendicanti che si voltano sullaporta della chiesa dopo aver ricevuto la loro elemosina» 19. Queste pa-role sembrano essere state pensate per il protagonista del Retour 20, ilquale, prima della risposta citata sopra, afferma: «Nell’aridità del de-

202 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

15 A. Gide, Il ritorno del figliuol prodigo, cit., p. 21.16 Ibid., p. 33.17 Ibid., p. 19.18 Nel dramma il padre è figura di Dio e la casa della Chiesa. A questo riguardo si veda H.

Schlienger-Stähli, Rainer Maria Rilke-André Gide. Der verlorene Sohn. Vergleichende Betrach-tung, Zürich 1979, pp. 5-43. Questo testo, come dice il titolo, è fondamentale per uno studiocomparato del rapporto che Rilke e Gide instaurano con la parabola di Luca.

19 «Man muß aber über die Wüste hinaus gehen, weiter, immer in einer Richtung. Erstderjenige, dem das gelingt, wird wissen, was jenseits der Einsamkeit liegt, und wozu man dieWüste sucht... Denn die Wüste ist nur ein Tor, und die von dort zurückkommen, sind Bettler,die an der Kirchentüre umkehren, nachdem sie ihr Almosen empfangen haben». Tagebücheraus der Frühzeit, Frankfuhrt a. M. 1973, p. 186, traduzione italiana mia.

20 I rapporti tra Rilke e Gide, come testimonia tra l’altro la corrispondenza, sono moltostretti. Rilke legge Le Retour de l’enfant prodigue nel 1907 (anno della pubblicazione) nella tra-duzione tedesca di K. Singer e lo traduce nel 1913, mentre Gide lavora alla traduzione in fran-cese di Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge.

Page 5: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

serto ho amato di più la mia sete. [...] Padre, ve l’ho detto, non vi homai amato più che nel deserto» 21. In questo luogo arido il figlio prodi-go scopre quel che c’è al di là della solitudine, l’amore di cui si riempieil suo cuore e, soprattutto, l’amore per Dio. Tuttavia il protagonista deldramma non percorre la strada fino in fondo, non arriva all’incontrocon Dio, ma si ferma prima e, a causa della sua debolezza, sceglie il ri-torno. Fuggito alla ricerca di se stesso, per inseguire l’essere nuovo chesentiva slanciarsi dentro di sé, questo figlio prodigo torna nella Casadel Padre, come confessa quando riconosce l’errore davanti al fratellomaggiore e, più tardi, nel colloquio con la madre 22.

Le immagini, il linguaggio e il tono delle conversazioni nel drammasono quelle che ritroviamo nella pagina del diario del 1923, nella qualel’autore, a distanza di anni, sembra replicare alla famiglia e, in partico-lare, ai fratelli. A differenza del figlio del Retour, il quale ha rinunciatoa “dormire all’aperto” 23 – l’unica condizione per iniziare la ricerca dise stessi, dopo essersi spogliati di tutto ciò che la Casa rappresenta –,Gide nei diari sembra intraprendere questa strada. Significativa apparea questo riguardo l’interpretazione che Rilke dà delle parole del padrenella traduzione del poema in prosa francese: «Meinst du, du kannstbei den Winden schlafen?» 24. Schlienger-Stahli ha giustamente rileva-to la distanza che separa il testo in tedesco da quello dello scrittorefrancese richiamando l’attenzione sul valore simbolico del vento nellapoesia di Rilke. Tuttavia, considerato il contesto in cui l’immagine ri-corre – una versione moderna di una parabola del Vangelo –, sarà benericordare che nella Bibbia il vento è anche simbolo della presenza e del-l’azione dello Spirito Santo. Leggere dunque la versione tedesca anchealla luce dell’esperienza del deserto, che nelle Scritture è il luogo dellarinascita spirituale e dell’incontro con Dio, potrebbe suggerire la stra-da sulla quale si avvia il Gide dei diari del 1923.

Sono noti gli stretti rapporti che intercorrono tra Rilke e lo scritto-re francese, così come sappiamo che negli anni intorno al 1906 il primopensava a un ciclo poetico dedicato al figliol prodigo, probabilmenteispirato dall’arazzo di Marburg 25, e scriveva Die Aufzeichnungen des

Il romanzo della misericordia 203

21 A. Gide, Il ritorno del figliol prodigo, cit., p. 18.22 Ibid., pp. 22, 26.23 Ibid., p. 17.24 Citato in H. Schlienger-Stahli, op. cit., p. 107, alla quale rimando per le osservazioni su

questo brano.25 Sulla visita al duomo di Marburg si veda ad esempio la lettera dell’11 settembre 1906 a

Karl von der Heydt, in R. Maria Rilke, Briefe an Karl und Elisabeth von der Heydt, Frankfurt a.M. 1986, pp. 90-92.

Page 6: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

Malte Laurids Brigge. Rilke, come già Gide, non manca di leggere la suastoria personale alla luce di quella del protagonista del testo lucano: aquesto riguardo ricordiamo che Der Auszug des verlorenen Sohnes(1906) è scritta poco dopo la morte del padre. Per il Rilke di questi an-ni, come nota Masson, il figlio prodigo è figura della rottura – conl’istruzione alla scuola militare, con l’ambiente praghese e con il mon-do materno –, a partire dalla quale egli riprende in mano il suo destinoper costruirsi una propria identità 26. È quanto risulta da alcune lettereindirizzate a Lou Andreas Salomé, nelle quali emergono i problemicentrali che si coagulano intorno all’interpretazione del personaggiodel figliol prodigo e affiora l’identificazione del poeta con lui 27. Nél’interesse si affievolisce negli anni successivi alla pubblicazione deiQuaderni di Malte Laurids Brigge: anche quando non è menzionato di-rettamente, è indubbio che in diverse poesie di Rilke riemerga la figuradel figliol prodigo 28.

La partenza del figliol prodigo

La rilettura di A. Gide, R. M. Rilke e F. Kafka 29, così come l’interpre-tazione del testo di Luca in chiave autobiografica evidenziano come la pa-rabola esistenziale del figliol prodigo nella modernità ruoti intorno a dueinterrogativi fondamentali: «Perché partire?» e, soprattutto, «Perché tor-nare?».

Sono queste le domande che ci poniamo quando leggiamo Der Aus-zug des verlorenen Sohnes e l’ultima sezione delleAufzeichnungen, tra lequali si inserisce Vom verlorenen Sohn. Skizze zu einem zweiten Stückdes Kreises 30. Nelle poesie Rilke si concentra sulla partenza del figliol

204 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

26 Si veda ad esempio il saggio di J.-Y. Masson, Comment inaugurer une Vita Nova? “Ledépart du fils prodigue” de Rilke (1907), entre tradition et rupture, in B. Jongy, Y. Chevrel, V.Lèonard-Roques (a cura di), Le fils prodigue, cit., pp. 127-152, p. 144.

27 In particolare, le lettere del 18 luglio, 10 agosto 1903 e 15 gennaio 1904. Più tardi, do-po la pubblicazione del Malte, è da ricordare la lettera del 28 dicembre 1911, importante perl’identificazione dell’autore con il protagonista della sua opera e per l’interpretazione della vi-cenda narrata.

28 Il motivo risuona ad esempio in alcuni versi della Spanische Trilogie, in Der Fremde,Wendung e «Heimkehr: wohin?».

29 Nodi tematici simili a quelli evidenziati in Gide e Rilke emergono nella parabola diKafka. Per ragioni di spazio l’analisi che segue si concentrerà soprattutto sull’opera di RainerMaria Rilke che riprende i temi affrontati da Gide e sembra anticipare Kafka.

30 Il sottotitolo di questa seconda poesia, rimasta inedita fino al 1953, confermal’intenzione di Rilke di comporre un ciclo dedicato alla figura del figliol prodigo. R. M. Rilke,

Page 7: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

prodigo e, da un lato sfruttando i “misteri” del testo di Luca, dall’altroinserendone di nuovi, amplifica un versetto del Vangelo (15, 13) percreare una propria “parabola” al centro della quale ci sono temi a luicari, come l’infanzia e la solitudine. Partire vuol dire abbandonare il«grumo torbido» che sfigura l’essere umano, le cose che si aggrappanoall’uomo «come spine» e prendere coscienza del proprio isolamento,della necessità di recidere ogni contatto con l’altro. In queste condizio-ni si può guardare alla vita quotidiana con occhi nuovi, «quasi fosse unprincipio» 31, «concilianti e dolci in viso», per scoprire che il dolore cheriempiva l’infanzia è «impersonale» e riguarda in realtà tutti, come sug-geriscono l’uso al plurale di pronomi e verbi nonché la forma imperso-nale delle domande. Questa consapevolezza schiude l’esperienza delsingolo a una dimensione universale, per cui la partenza riapre una pia-ga già guarita che riguarda tutta l’umanità di cui il figliolo diventa sim-bolo 32. Allora emergono interrogativi che mettono in discussionel’azione:

«andarsene; ma dove? Nell’incerto,a una calda, lontana, estranea plaga,come una quinta dietro ad ogni gestoindifferente: parete o giardino;e andarsene: perché? Per impulso o natura,per impazienza, per attesa oscura,per l’Incompreso e per l’Incomprensibile» 33.

Questi versi rappresentano un atto interpretativo che tenta di spiegarei punti chiave della parabola, sui quali già i primi commentatori aveva-no concentrato la loro attenzione: la destinazione è indifferente, quelche importa è la motivazione alla base della decisione di partire. Ab-bandonare la casa e muoversi verso l’ignoto per affrontare, impazienti,il tempo dell’attesa oscura dell’Incompreso e dell’Incomprensibile si-

Il romanzo della misericordia 205

Gedichte 1895 bis 1910, hrsg. von M. Engel und U. Fülleborn, in Id., Werke. KommentierteAusgabe in vier Bänden, hrsg. von M. Engel und U. Fülleborn, Horst Nalewski, Augustu Stahl,Frankfurt a. M.- Leipzig 1996, Band 1. Entrambe le poesie sono composte nel 1906, mentre lasezione finale del Malte risale 1909, cfr. A. Finck, op. cit., p. 39.

31 R. M. Rilke, Der Auszug des verlorenen Sohnes in R. M. Rilke, Poesie, edizione con te-sto a fronte a cura di G. Baioni, commento di A. Lavagetto, Torino 1994, 2 voll., vol. 1, p. 468.Salvo ove altrimenti indicato, tutte le citazioni dalle poesie di Rilke sono prese da questa edi-zione.

32 Da notare, tra l’altro, che se il titolo non fosse lì a ricordarcelo, difficilmente pense-remmo alla parabola di Luca.

33 R. M. Rilke, Der Auszug des verlorenen Sohnes, in Id., Poesie, cit., p. 471.

Page 8: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

gnifica prendere su di sé la responsabilità del tutto, del mistero che ènelle cose, nei patimenti della vita:

«Prendere tutto questo su di sé e forse invanolasciar cadere il nostro dalle ditaper morir soli e non saper perché» 34.

Riconoscere e accettare di essere responsabili per tutti implica liberar-si di ciò che pertiene al singolo ma, soprattutto, ha come conseguenzala morte in solitudine, l’isolamento nel momento estremo senza esserearrivati al perché delle cose, senza aver compreso il mistero 35. Da que-sto deriva la domanda finale che spalanca di fronte al figliol prodigo e,più in generale, all’umanità l’abisso dell’ignoto:

«Questo è l’ingresso in una nuova vita?»

Più che additare una via verso un’esistenza diversa, il poeta sembramettere in discussione la partenza stessa e la possibilità che questa se-gni l’inizio di un percorso che conduca l’uomo verso una vita nuova:non l’inutilità del viaggio, dunque, bensì il dubbio 36. Tutto sembra ri-manere in sospeso, persino la decisione della partenza: perché se il ver-so di apertura potrebbe confermare l’intenzione di partire – «Ora an-dar via da questo grumo torbido» –, tuttavia il resto della poesia, e so-prattutto le domande al suo interno e quella finale, rimettono in di-scussione il proposito di partire, tanto che siamo indotti a chiederci: il“figlio prodigo” intraprenderà la strada verso la nuova vita?

Poiché sappiamo ben poco dell’intenzione di Rilke circa l’idea diun ciclo dedicato a questo paradigma, né mi pare si possa stabilire consicurezza l’ordine di composizione delle uniche due poesie rimasteesplicitamente collegate al testo del Vangelo, entrambe scritte nel giu-gno del 1906, è difficile dare una risposta. Possiamo però avanzare del-le ipotesi provando a leggere di seguito i due componimenti poeticiespressamente dedicati al personaggio della parabola, il brano delleAufzeichnungen, Der Fremde (1908) e «Heimkehr: wohin? Da alle Ar-me schmerzen» 37 per scoprire come in realtà sia possibile ricostruire un

206 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

34 Ibid., p. 471.35 P. Boitani, Il Vangelo secondo Shakespeare, Bologna 2009, p. 57.36 Per una diversa interpretazione cfr. M. Sievers, Die biblischen Motive in der Dichtung

Rainer Maria Rilkes, Berlin 1938.37 Questo è un campione molto limitato di componimenti poetici nei quali a partire dal

1906 Rilke riprende motivi del paradigma del figliol prodigo.

Page 9: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

ipotetico ciclo nel quale Rilke riprende temi, motivi e situazioni narra-tive del paradigma del figliol prodigo per tracciare un percorso esisten-ziale. I due punti nevralgici di questo ipotetico itinerario sono indub-biamente costituiti dal Malte e da Wendung. Quest’ultima apparente-mente sembra avere poco a che fare con l’argomento, sennonché pro-prio il nucleo tematico centrale prepara la “svolta” in direzione di«Heimkehr: wohin?».Wendung, infatti, riprende il concetto del “vede-re” e quello dell’amore elaborato nelle Aufzeichnungen, sui quali tor-neremo a breve. Queste due idee sono legate al problema della vera co-noscenza che viene dall’amore e porta alla conquista di «un nuovo re-gno [...] di cui non si riconoscono ancora i confini» 38, a prezzo del sa-crificio, come suggerisce l’epigrafe della poesia 39. È il passaggio dall’o-pera della vista all’opera del cuore che compie ciò che nei Quaderni diMalte Laurids Brigge è adombrato proprio nella sezione finale:l’apertura a una nuova concezione dell’amore che è rivolta alla Crea-zione e porta il figliol prodigo a scoprire che «le lontananze» sono nelcuore 40.

La lunga strada che conduce a questa consapevolezza inizia conl’interrogativo posto al termine di Der Auszug des verlorenen Sohn econ Vom verlorenen Sohn. In quest’ultima la partenza è una legge inte-riore per la quale il figliolo non riesce a dare una spiegazione né a defi-nire una meta concreta se non, come emerge nei versi finali, un indefi-nito labirinto che, come comprendiamo dal resto della poesia, è quellodella vita. Prima di arrivare a questo traguardo, tuttavia, due domandesono ancora una volta fondamentali: «Du fragst an wen?» al v. 8 e «Duwillst den Grund?» 41 al v. 29. Le risposte a questi interrogativi dise-gnano uno spostamento dal particolare all’universale: semplice, direttae essenziale la prima, «– An alles. An mein Leben. –» (v. 365) 42; più ar-ticolata e indiretta la seconda, che mira a richiamare l’attenzione del recui si rivolge l’io lirico sull’esistenza di «Leben unter unserm Leben» 43,

Il romanzo della misericordia 207

38 Lettera di Lou a Rilke del 27 giugno 1914, in R. M. Rilke, L. A. Salomé, Epistolario, acura di E. Pfeiffer, Milano 1984, p. 223.

39 «La via dalla interiorità alla grandezza passa attraverso il sacrificio», ripresa da, Die Sät-ze der Yoghi di Rudolf Kassner; cfr. il commento di A. Lavagetto, in R. M. Rilke, Poesie, cit., vol.2, pp. 786-787.

40 Richiama un verso di «Heimkehr: wohin?».41 «Chiedi a chi?» e «Vuoi sapere il motivo?». La poesia non è tradotta in italiano. Per il

testo originale si veda R. M. Rilke, Gedichte 1895 bis 1910, cit., pp. 365-367. Le traduzioni so-no mie.

42 «–a tutto. Alla mia vita».43 «Vite al di sotto della nostra vita».

Page 10: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

sulle innumerevoli vite del mondo della natura, dei mari che si intrec-ciano nell’incommensurabile. Per scoprire tutto questo il figliolo deveessere solo, non deve essere disturbato. Nella solitudine, con migliaiadi vite scaricate su di lui, il giovane deve resistere in questo labirinto alquale lo legano il profumo e le difficoltà (della vita) fino a quando sva-nisce l’odore che gli impedisce di trovare una via. Ancora una volta lapoesia si chiude con il tempo dell’attesa e di nuovo siamo spinti a chie-derci: «il figliol prodigo troverà una sua strada?».

Dall’opera della vista all’opera del cuore

Per trovare il filo di una possibile risposta alle domande poste fi-nora bisogna tornare alla parabola di Luca e isolare due momenti disvolta nella narrazione: quello in cui il figlio torna in sé e l’accoglienzadel padre. Il primo evento è diretta conseguenza di un viaggio interio-re che sfocia nella decisione di tornare a casa; il secondo ha come pro-tagonista il padre che accoglie il figlio a braccia aperte sulla strada delritorno 44. I due episodi mettono l’una di fronte all’altra la disperazionedel giovane ridotto in miseria e la compassione del genitore, nonchédue progetti: quello del primo, il quale è determinato a servire il padrepur di essere riammesso in famiglia; quello del secondo che prevedel’accoglienza incondizionata del figlio. Nella parabola questi fatti se-gnano la fine di un percorso nell’oscurità e l’inizio di un viaggio versola luce che il figlio percorre con andatura sicura 45. È in questa chiaveche gli scrittori del Ventesimo secolo leggono la storia, sostituendo allacontinuità e alla sicurezza del personaggio di Luca i passi incerti con iquali le reincarnazioni moderne del figliol prodigo si incamminano ver-so la luce. È una via sconosciuta che per questa ragione esige la fede«che nasce dalla disperazione. / Non si può descrivere la destinazione,/ lei ne saprà ben poco fino a che non vi sarà arrivata, / sarà un viaggiocieco. / Ma la via sbocca nel possesso / di quanto lei ha cercato nel luo-go sbagliato» 46.

La strada che lo psicologo di The Cocktail Party – Sir Henry Har-

208 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

44 Lc 15, 15-20. A. Bovon, op. cit., p. 618.45 Questo, tra l’altro, sembra suggerire la velocità della narrazione dove alla decisione di

tornare segue immediatamente l’arrivo.46 T. S. Eliot, The Cocktail Party, in Id., Opere 1939-1962, a cura di R. Sanesi, Milano

2003, p. 817.

Page 11: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

court Reilly – addita a Celia è quella che gli scrittori del Novecento fan-no seguire ai propri personaggi quando riscrivono la parabola del Van-gelo. I versi di Eliot sembrano suggerire l’itinerario che i protagonistidelle due poesie di Rilke dovrebbero intraprendere e ricordano la “leg-genda” narrata da Malte Laurids Brigge. Lo stesso autore pare avvalo-rare questa lettura quando, in una lettera a Lou Andreas Salomé, ri-pensa al periodo necessario per la composizione del romanzo: «il lun-go tempo del Malte Laurids mi sembrò non tanto una caduta quanto,piuttosto, un’ascensione stranamente oscura in una lontana e trascura-ta regione celeste» 47. È chiaro, da queste considerazioni, il modo in cuiRilke concepisce la riscrittura della parabola di Luca 48: non un viaggioverso una regione lontana, una discesa nel vizio, bensì un’ascesa, un«Himmelfahrt» 49. In questo modo la leggenda di Malte ribalta di fattoil testo evangelico 50 poiché disegna un itinerario verso Dio come «unadirezione dell’amore» 51. In questa ottica, il figliol prodigo compie unpercorso interiore che lo porta a scoprire l’anima e si trasforma nelviaggio di questa a Dio 52.

Se leggiamo l’ultima sezione delle Aufzeichnungen in questa pro-spettiva, non possiamo non richiamare l’interpretazione della parabolalucana come paradigma di tutte le storie di conversione, almeno a par-tire dalle Confessioni di Agostino 53. Alla luce dell’interesse di Rilke per

Il romanzo della misericordia 209

47 Lettera del 28 dicembre 1911, in R. M. Rilke, L. A. Salomé, Epistolario, cit., pp. 159-162, p. 160.

48 L’«abgelegene Stelle des Himmels» dell’originale, se da un lato richiama l’isolamentocui il poeta aspira, dall’altro allude anche al paese lontano in cui si reca il figliol prodigo di Lu-ca, della cui vicenda è possibile rinvenire eco in tutto il brano della lettera in cui l’autore riper-corre l’esperienza delMalte.

49 Così nell’originale tedesco della lettera in R. M. Rilke, Briefe, hrsg. vom Rilke-Archiv inWeimar in Verbindung mit R. Sielber-Rilke, Frankfurt a. M. 1987, 3 voll., vol. I, p. 301.

50 U. Fülleborn, Rilkes Gebrauch der Bibel, in M. Engel und D. Lamping (hrsg.), Rilkeund die Weltliteratur, Düsseldorf-Zürich 1999, pp. 19-38, in particolare p. 31.

51 R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, introduzione, traduzione e note di F. Je-si, p. 203. Per il testo in lingua originale si veda l’edizione con commento curata da M. Engel,Stuttgart 1997.

52 A questo riguardo si vedano: N. Fuerst, Three German Novels of Education III: R. M.Rilke’s ‘Malte Laurids Brigge’, inMonatshefte, 38 (1964), pp. 463-478 e C. Golz, Religiosität inR. M. Rilkes “Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge”, Freiburg i. Br. 2003 (Kindle Edi-tion). Forse è proprio perché si tratta di un cammino interiore che i personaggi della paraboladel Vangelo scompaiono, come se nelMalte Laurids Brigge, a differenza di quanto accade nel-le poesia, la riscrittura prendesse le mosse dal momento in cui il figlio decide di tornare a casa,eliminando la prima parte della storia.

53 Importante e ricco di spunti soprattutto per una possibile relazione tra Agostino, Pe-trarca e Rilke il libro di J. Robbins, Prodigal Son/Elder Brother. Interpretation and Alterity inAugustine, Petrarch, Kafka, Levinas, Chicago-London 1991. Per il rapporto tra Rilke e Agosti-

Page 12: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

il Santo di Ippona non è azzardato, ad esempio, ricordare il passo del-le Confessioni nel Libro I 54 nel quale l’autore interpreta la fuga del fi-glio come allontanamento da Dio in termini spirituali, fondendo il pa-radigma del figliol prodigo con il tema neoplatonico del viaggio dell’a-nima: «non s’involò con penna visibile o a forza di gambe compì il cam-mino per dissipare prodigalmente in terra lontana quello che alla suapartenza tu gli avevi dato [...]: era lo stato della sua anima a essere libi-dinoso, cioè tenebroso e lontano dal tuo volto» 55. È in questa atmosfe-ra che si sviluppa la riflessione del figliol prodigo delleAufzeichnungen:l’oscillazione di un’anima tra partenza e ritorno che è allontanamento eritorno dal Padre. Come un verme che scava cunicoli tortuosi con untacito lavoro che sembra non avere fine, il prodigo con dura fatica si av-vicina a Dio, dopo aver compreso l’estrema lontananza da Lui. Stacca-tosi dai casi del destino, avendo capito che «anche i piaceri e i dolorinecessari» avevano perso «il sapore speziato» ed erano diventati per lui«puri e nutrienti», allora «dalle radici del suo essere si sviluppò la pian-ta salda, sempreverde, di una gioia feconda. Si consacrò tutto a com-piere ciò che stabiliva la sua vita interiore, non voleva passar sopra anulla, poiché non dubitava che il suo amore fosse e crescesse in tuttociò». Da questa consapevolezza nuova scaturisce la scelta del ritorno:

«La padronanza interna si spinse così avanti che egli decise di recuperare ilpiù importante di ciò che, prima, non aveva potuto eseguire, di ciò chesemplicemente era passato mentre egli lo attendeva. Pensò prima di tuttoall’infanzia [...]. Riprendere su di sé tutto ciò ancora una volta, e questa vol-ta realmente, fu la ragione per cui il divenuto straniero tornò a casa» 56.

La decisione di ritornare è motivata dalla ricerca del tempo perdutoche diventa possibile soltanto dopo che si è imparato a “vedere” e im-plica il riconoscimento dell’altro.

Questo è uno dei modi in cui la riscrittura della parabola si lega alresto del romanzo: infatti il percorso di Malte nelle Aufzeichnungen ini-zia con il problema dell’imparare a vedere: «Io imparo a vedere. Non

210 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

no si veda A. Stahl, “Salus tua ego sum”. Rilke (1875-1926) liest die “Confessiones” des heiligenAugustinus, in N. Fischer (hrsg.), Augustinus. Spuren und Spiegelungen seines Denkens, Ham-burg 2009, 2 voll., vol. 2, pp. 229-252.

54 Sant’Agostino, Confessioni, I, XVIII. Le citazioni sono tratte da Sant’Agostino, Con-fessioni, a cura di G. Madec, L. E. Pizzolato, M. Simonetti, trad. di G. Chiarini, 5 voll., Milano1994.

55 Ibid., vol. I, p. 45.56 R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, cit., pp. 209-210.

Page 13: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

so perché tutto penetra in me più profondo e non rimane là dove, pri-ma, sempre aveva fine e svaniva. Ho un luogo interno che non cono-scevo. Ora tutto va a finire lì. Non so che cosa vi accada. [...] Io impa-ro a vedere. Sì, incomincio. Va ancora male. Ma voglio mettere a pro-fitto il mio tempo. C’è un’infinità di uomini, ma i volti sono ancor piùnumerosi» 57. Imparare a vedere significa conoscere se stessi, scoprirezone dell’io che non si conoscevano attraverso un atto di percezione nelquale il dentro si specchia nel fuori e si materializza nell’evento, con-ducendo così l’io nella vita e facendo sbocciare la sua identità.

Questo percorso, che è quello seguito da Malte Laurids Brigge,culmina con la “leggenda” del figliol prodigo 58: quel che Rilke mette inscena è la storia del passaggio da una cecità a una capacità spirituale divedere il mondo che è anche ripiegamento su se stessi. Imparare a ve-dere vuol dire rivolgere l’occhio interiore dentro di sé: tutto l’itinerariodel protagonista del romanzo può essere letto come transizione da unatto del vedere rivolto alle cose materiali al giusto modo di osservare ilmondo che emerge nella sezione finale dell’opera. È la leggenda del fi-gliol prodigo che, insegnando a Malte come si guarda la vita, gli per-mette di raccontare la sua storia e diventare consapevole della prece-dente cecità. Imparare a vedere e guardare dentro di sé implica cono-scere se stessi ed è il lavoro di una vita che si intreccia con l’amore perDio e chiama in causa il riconoscimento, «una delle due leggi fonda-mentali dell’universo: del mito, del tempo, e del rapporto fra umano edivino» 59. In questo contesto assume particolare importanza il mo-mento in cui il figliol prodigo della leggenda, tornato a casa e ricono-sciuto dai cani, vede dei volti alle finestre, mutati rispetto al passatoperché sono diventati adulti e pur tuttavia conservano una «somiglian-za commovente». Uno di questi, vecchissimo, «si sbianca improvvisonel riconoscimento» e allora il giovane riflette ponendosi delle doman-de radicali sull’agnizione e sul perdono, le stesse che forse il testo diLuca solleva in noi all’atto della lettura:

Il romanzo della misericordia 211

57 Ibid., pp. 2-3. Su questo si veda anche il commento di Engel nell’ed. in lingua origina-le (op. cit.), pp. 330-331.

58 Per il passaggio dalla parabola alla leggenda si veda D. Oelmann, Die Genreänderungder “Parabel” vom verlorenen Sohn zur “Legende” vom verlorenen Sohn in Rilkes “Aufzeichnun-gen des Malte Laurids Brigge”, Nordestedt 2008.

59 P. Boitani, Ri-Scritture, Bologna 1997, p. 67. Su conoscenza di sé e amore per Dio cfr.anche K. Hamburger, Die Geschichte des Verlorenen Sohnes bei Rilke, in Fides et communica-tio. Festschrift für Martin Doerne zum 70. Geburtstag, hrsg. von D. Röessler, G. Voigt und F.Wintzer, Göttingen 1970, pp. 126-143.

Page 14: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

«E d’improvviso in un vecchio trapela pallido il riconoscere. Riconoscere?Realmente solo riconoscere? – Perdonare. Perdonare di che? – L’amore.Mio Dio: l’amore» 60.

È significativo che queste parole siano pronunciate poco prima dellaconclusione della parabola spirituale del figliol prodigo: in esse ricono-scimento, perdono, amore e Dio sono legate in modo indissolubile e to-glierne soltanto una significherebbe far crollare tutto il romanzo e, inparticolare, demolire la “leggenda”. Il brano citato racchiude tutto ununiverso e rievoca il patto che Dio stringe con l’uomo nella Genesi, permetterlo subito dopo in discussione nella conclusione. Peripezia e rico-noscimento – per dirla in termini aristotelici – coincidono: dopo aversperperato i propri beni – la sua persona –, la scoperta dell’amore, checontiene quella del perdono e del Signore, produce un ribaltamentodella vicenda prima dell’agnizione finale.

È qui che si compie la ricerca d’identità del figliol prodigo di Rilke,iniziata nelle due poesie, e quella di Malte, espressamente dichiarata inapertura del romanzo; ed è soprattutto qui che sembra risolversi il con-flitto al centro dell’opera, il rapporto disturbato tra l’io e il mondo.L’impulso verso l’ignoto, la spinta a cercare terre nuove e inesplorateapproda alla scoperta dell’amore di Dio: è questa la risposta all’interro-gativo con cui si chiude La partenza del figliol prodigo, la portad’ingresso per una nuova vita?

La scoperta dell’amore

Tutta la parabola esistenziale del figliol prodigo nelle Aufzeichnungen èincorniciata da una riflessione sull’amore: inizia con la negazione dellavolontà di essere amato e termina con l’attesa dell’amore di Dio. Que-sti due poli sono espressione di un contrasto tra il timore di essere con-sumati dall’amore e la tensione verso di esso 61. Il protagonista della leg-genda, il quale come Malte 62 sente la vita che si ritira nell’“Inneres”, ro-vista nel suo animo per trovare le testimonianze visibili dell’evento che

212 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

60 R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, cit., p. 210. Sul tema del riconoscimen-to in letteratura si veda P. Boitani, Riconoscere è un dio. Scene e temi del riconoscimento nellaletteratura, di prossima pubblicazione presso Einaudi.

61 F. Calvo, Api dell’invisibile. Interpretazione delle “Elegie duinesi”, in Id., L’esperienzadella poesia, a cura di P. Boitani, Bologna 2004, pp. 207-257, p. 226.

62 F. Jesi, Esoterismo e linguaggio mitologico. Studi su Rainer Maria Rilke, Macerata 2002,pp. 68-69.

Page 15: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

è divenuto invisibile in lui, ma anziché cercare e conservare tempora-neamente le scorie della vita – apparizioni e immagini –, scopre attra-verso queste una dimensione nuova nella quale il terrestre e il divinopotrebbero incontrarsi. Per giungere a questa meta diventa essenzialela vita da pastore, in quanto è in questo periodo che l’uomo acquisisceuna nuova capacità di guardare il mondo 63.

Partito con il fermo proposito di «non amare mai, per non porrenessuno nella situazione terribile di essere amato» 64, il giovane trascor-re la sua esistenza da prodigo nel terrore di essere ricambiato. Questotimore non lo abbandona neppure nei momenti di maggiore indigenza,fino a quando, negli anni vissuti da pastore, il molteplice passato siquieta. Allora il figliolo torna in sé:

«Chi descrive ciò che gli accadde allora? Quale scrittore è convinto diconciliare la lunghezza di quei suoi giorni con la brevità della vita?» 65

Mentre al versetto di Luca – «allora tornò in sé» – corrisponde ilnuovo progetto di vita del giovane, cui segue immediatamente il ritor-no, nelle Aufzeichnungen abbiamo la descrizione della metamorfosi delprotagonista della leggenda. Il periodo in cui il giovane si dedica allapastorizia corrisponde al «tempo in cui egli cominciò a sentirsi univer-sale e anonimo, come un esitante convalescente. Non amava, soltantoamava essere». In questa disposizione d’animo il figliolo si avvia, nel-l’anonimato, «silenzioso per i pascoli del mondo» alla ricerca dell’iden-tità. Comincia qui il percorso verso il riconoscimento che coincide conl’inizio del «lungo amore verso Dio, il lavoro silenzioso, senza meta» 66

e con la scoperta dell’amore:

«Poiché su di lui, che per sempre si era voluto trattenere, giunse ancora unavolta il crescente non poter essere altro del suo cuore. E questa volta speròd’essere esaudito. La sua intera essenza, divenuta presaga e imperturbabilenella lunga solitudine, gli promise che quello a cui ora pensava sarebbecondisceso ad amare con amore penetrante, raggiante».

Il romanzo della misericordia 213

63 È significativo il cambiamento rispetto alla parabola di Luca: al guardiano di porci, dinorma associato alla degradazione e espressione della massima distanza da Dio nella Bibbia,Rilke sostituisce la figura del pastore, l’unica condizione che è espressione della vicinanza aDio, immagine dell’eletto e della guida spirituale di Cristo. Per l’immagine di Gesù come buonpastore cfr. Gv 10, 1-29.

64 R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, cit., p. 206.65 Ibid., pp. 207-208.66 Ibid., p. 208.

Page 16: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

Tuttavia,

«mentre mirava ad essere infine amato in modo così magistrale, il suo sen-timento abituato alle distanze comprese l’estrema lontananza di Dio» 67.

Questi sono gli anni dei grandi cambiamenti, quelli in cui il giovane im-para a vedere, in cui «si accorgeva di quanto trascurato e meschino fos-se stato fino a quel momento ogni amore che aveva presunto di fabbri-care. E capiva che da nessuno di essi era mai potuto nascere qualcosa,poiché egli non aveva cominciato a lavorarvi e ad attuarlo» 68. In questasituazione, quando si giunge ad una svolta, «la consapevolezza che unarealtà nuova sta nascendo si accompagna con un aggrapparsi ai valoriantichi, precedentemente determinati» 69. È da questa nuova coscienza,quando ciò che d’indispensabile rimane di piacere e di dolore diventapuro e nutriente, che «dalle radici del suo essere si svilipp[a] l’alberosaldo, sempreverde, di una gioia feconda» 70 che riguarda l’aspetto piùintimo della vita religiosa, la comunione con Dio. Ora il figlio è prontoa guardare dentro di sé: «Si consacrò tutto a compiere ciò che stabilivala sua vita interiore, non voleva passar sopra a nulla, poiché non dubi-tava che il suo amore fosse e crescesse in tutto ciò». Divenuto padronedi se stesso, il giovane può decidere di recuperare il suo passato, «ciòche semplicemente era passato mentre egli lo attendeva» 71: l’infanzia.È in queste condizioni che matura la decisione del ritorno: «Riprende-re su di sé tutto ciò ancora una volta, e questa volta realmente, fu la ra-gione per cui il divenuto straniero tornò a casa. Non sappiamo se rima-se; sappiamo soltanto che tornò» 72. A questo porta «la dura faticad’avvicinarsi a Dio» che implica il senso di abbandono e l’oblio speri-mentati dal giovane nella terra di miseria, simbolo dell’indigenza del-l’anima. Nella «regione della dissimiglianza» 73, in cui il figliol prodigoriconosce la differenza essenziale tra la sfera del divino e quella dell’u-mano, inizia l’ascesa verso Dio 74. In questo itinerario, non soltanto ilprotagonista subisce un cambiamento, bensì anche il problema di fon-

214 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

67 Ibid., pp. 208-209.68 Ibid., p. 209.69 A. Nygren, Eros e Agape. La nozione cristiana dell’amore e le sue trasformazioni, Bolo-

gna 1990, p. 47.70 R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, cit., p. 210.71 Ibid.72 Ibid.73 Sant’Agostino, Confessioni, cit., vol. III, vii, 16 e cfr. commento a p. 206.74 Ibid., vol. I, p. 196.

Page 17: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

do della sua vicenda muta di significato. Le riflessioni sull’amore chepunteggiano l’avventura esistenziale del giovane evidenziano un aspet-to vitale di uno dei grandi problemi dell’essere umano. Il tema dell’a-more assume una nuova accezione: dal sentimento terreno si passa in-fatti, nel finale, all’amore per Dio e all’attesa di questo; da una visioneegocentrica dell’amore a una concezione di tipo teocentrico che ha co-me meta ultima l’idea di Dio come amore 75.

Approdo finale della “leggenda” è la ricerca della comunione conDio, che tuttavia il protagonista non raggiunge perché Dio non arriva.Le ragioni di questo vanno probabilmente rinvenute nell’atteggiamen-to del giovane nei confronti dell’amore: infatti, benché la ricerca appaiaorientata verso la collettività, in quanto il problema è posto dal puntodi vista delle relazioni con gli altri, nel finale il figliol prodigo sembraapprodare a un’etica individualistica che cerca in Dio la soddisfazionedelle proprie esigenze e dei propri desideri 76.

In questo senso va interpretata l’attesa dell’amore di Dio:

«Doveva quasi sorridere mentre loro si affaticavano, ed era chiaro quantopoco potessero davvero pensare a lui.Cosa sapevano di chi egli era? Era allora terribilmente difficile da amare, esentiva che solo uno ne sarebbe stato capace.Ma quegli ancora non voleva» 77.

Così terminano Die Aufzeichnungen des Malte Laurids Brigge: scoprirel’amore equivale a scoprire Dio, così come conoscere la difficoltà dell’a-more coincide con la consapevolezza della difficoltà di arrivare alla co-munione con il Padre 78. L’amore di Dio è spontaneo e immotivato, comeinsegna la parabola del figliol prodigo in Luca che pone l’accento sulcomportamento del Padre. Soltanto seQuesti ci viene incontro possiamoaccedere a Lui. In questa ottica si spiega l’assenza degli altri personaggidella parabola del Vangelo. La figura del figlio maggiore diventa super-flua perché la comunione con Dio esclude qualsiasi principio legalistico;così come perde di senso l’azione del padre che corre incontro al figlio,poiché quest’ultimo rimane invece in attesa, sulla soglia.

Il romanzo della misericordia 215

75 A. Nygren, Eros e Agape, cit., pp. 22-29.76 Nell’attesa dell’amore viene riproposta «la frattura fondamentale tra religione egocen-

trica e religione teocentrica» creata dal cristianesimo e che con la Riforma si risolve a favoredella seconda, poiché «Lutero afferma in opposizione ad ogni religione di orientamento egocen-trico un rapporto teocentrico con Dio». Cfr. A. Nygren, Eros e Agape, cit., p. 27 e p. 697, corsi-vo nel testo.

77 R. M. Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge, cit., p. 211.78 Nel senso di agape. Per i riferimenti alle Scritture si veda 1 Gv 4, 8.

Page 18: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

Ciò appare significativo se leggiamo le conclusioni cui giunge ilprotagonista del Malte guardando al Retour di Gide e a Heimkehr diKafka. La decisione di Rilke di eliminare i personaggi della parabolasuggerisce la distanza dal dramma francese dove Gide, attraverso ilconfronto tra il figlio prodigo e gli altri membri della famiglia (aggiun-gendo la figura della madre e quella di un fratello minore pronto a se-guire l’esempio del fratello), inscrive la vicenda in una cornice legalisti-ca rappresentata dal figlio maggiore e dalla presenza della Casa 79.

Anni più tardi 80 Kafka scrive la propria versione del capitolo 15 diLuca: Heimkehr è la storia del ritorno a casa che tuttavia si concludesulla soglia e, dunque, con il fallimento e il tempo dell’attesa. Agli in-terrogativi che il protagonista si pone all’arrivo – «Chi mi riceverà? Chiaspetta dietro la porta della cucina? [...] Ti senti a tuo agio, senti di es-sere a casa tua?» 81 – la risposta è una, l’incertezza: «Non lo so, sonomolto incerto». Il giovane riconosce la casa nella quale scopre la fred-dezza degli oggetti e dei sentimenti così come la propria estraneità:«che cosa sono per loro?». L’unica soluzione possibile è rimanere fuo-ri, nascosti alla vista degli altri: «E non oso bussare alla porta della cu-cina, ascolto soltanto da lontano, da lontano sto in ascolto, in piedi, manon in modo che mi si possa sorprendere a origliare». Tutto ciò che ilgiovane percepisce della vita familiare è «un leggero ticchettiod’orologio che pare mi giunga dai giorni dell’infanzia». Come per leAufzeichnungen, il ritorno è legato al recupero del passato e a una faseparticolare della vita, l’infanzia. Il presente è «un segreto di coloro chevi stanno [in cucina] e che me lo nascondono». Tra sé e il mondo c’èuna barriera e «quanto più si indugia fuori dalla porta, tanto più si di-venta estranei». Dal ritorno scaturisce una nuova consapevolezza, quel-la dell’estraneità: «E se ora qualcuno aprisse quella porta e mi rivolges-se una domanda? Non sarei io stesso come uno che voglia custodire ilsuo segreto?». Con questo interrogativo termina la parabola di Kafka:il figlio prodigo rimane sulla soglia, a origliare, tagliato fuori dalla vita,forse aspettando che il padre apra quella porta.

È un tempo dell’attesa diverso da quello con il quale si chiude il ro-manzo di Rilke e va letto nel contesto delle altre “parabole” e di tutta lanarrativa kafkiana. Il Malte si chiude con il desiderio di Dio e di essere

216 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento

79 L’unico accenno a una dimensione diversa è nel dialogo con la madre e nella legge delcuore che la donna rappresenta che apre la Casa a una dimensione di concordia e intimità. Tut-tavia il figlio è pronto a sottomettersi all’ordine che il fratello maggiore incarna.

80 La composizione della parabola risale agli anni intorno al 1920.81 F. Kafka, Racconti, a cura di E. Pocar, Milano 1970, p. 453.

Page 19: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

amato, di quell’amore che ama spontaneamente e gratuitamente, che siabbassa per aiutare e donare82: il figlio prodigo ha capito, vede il Padre dauna grande distanza e si sente attratto da lui, ma è al tempo stesso consa-pevole dell’abisso incommensurabile che lo separa da Lui, perché egli hatrovato la meta del suo amore, ma non la via. Lontano da Dio, il giovaneprotagonista della leggenda attua il proprio ritorno a Dio nel mondo: è si-gnificativo a questo riguardo che, una volta presa la decisione di tornare acasa, questo personaggio prenda a errare nel mondo, perché è dalla vitache inizia l’Himmelfahrt. L’iniziativa è lasciata a Dio e la risposta all’inter-rogativo di fondo della vicenda – cosa aspetto a correre e ad entrare a ca-sa? – rimane in sospeso nelle versioni di Rilke e Kafka. Alla base di questadomanda c’è il significato della partenza e del ritorno e sia le Aufzeich-nungen siaHeimkehr tentano di dare una risposta riflettendo sull’amore esul tema dell’identità per cercare di definire il posto dell’uomo nel mon-do. Né il tentativo si limita a queste due opere. Gide, come ha dimostratoSchlienger-Stahli e come emerge dai diari, continua a riflettere a lungo sulparadigma creato da Luca; per Kafka il motivo figliol prodigo, oltre a ri-suonare in tutta la sua opera, diventa modello di vita nel quale lo scrittorerintraccia importanti e significativi risvolti autobiografici. Infine Rilke,pur avendo abbandonato l’idea di un ciclo dedicato alla parabola, nel1914 pensa di apporre alla traduzione del Retour de l’enfant prodigue unapoesia altamente significativa, che se da un lato sembra rappresentare ilpunto di arrivo della riflessione sulla figura del figliol prodigo, dall’altrorimette in discussione la partenza e il ritorno:

«Ritorno: dove? Se tutte le braccia fan male,fraintendono tutti gli sguardi. Evadere: dove?Sono nel cuore le lontananze,e come ivi non t’accadono,fallisci ogni cammino. Che mai t’avanza?Null’altro ch’essere. Dire alla pietra che calchi:Ora sei me tu. Io sono la pietra.Salute a me.Può l’angoscia da me suscitare fontane.E da me griderà l’indicibile,che gli uomini non reggono quando li incalzi» 83.

Emilia Di Rocco

Il romanzo della misericordia 217

82 Cfr. A. Nygren, Eros e Agape, cit., p. 476.83 R. Rilke, Poesie sparse e ultime (1906-1926), scelta, traduzione e introduzione di L. Tra-

verso, Firenze 1958, p. 153. Per un breve commento cfr. R. M. Rilke, Gedichte. 1910 bis 1926,hrsg. von M. Engel und U. Füllerborn, Frankfurt a. M.-Leipzig 1996, p. 518.

Page 20: Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale ... Rocco, Il... · Heimkehr: wohin?, Auszug: wohin?: la parabola esistenziale del figliol prodigo nella letteratu - ra

RIASSUNTO

Il ritorno del figliol prodigo di André Gide, I quaderni di Malte Laurids Brigge insiemealla Partenza del figliol prodigo e Sul figliol prodigo di Rainer Maria Rilke, così come Ilritorno di Franz Kafka testimoniano la risonanza della parabola del Vangelo di Lucanella letteratura moderna. Come scrive Charles Péguy, tra le parabole della miseri-cordia, quella del figliol prodigo ha avuto grande fama nel mondo perché ha toccatoun punto unico e misterioso del cuore dei credenti e dei non credenti. All’inizio delNovecento il figliol prodigo, incarnazione delle ansie, delle paure e delle speranzedell’uomo, diventa oggetto di un’interpretazione esistenziale che privilegia i due mo-menti chiave del racconto: la partenza e il ritorno. Secondo questa lettura la storia di-venta un paradigma letterario per la descrizione di una conversione che assume la for-ma di un viaggio interiore che conduce alla scoperta dell’amore di Dio.

SUMMARY

The Return of the Prodigal Son by André Gide, The Departure of the Prodigal Son andOn the Prodigal Son as well as the concluding section of The Notebooks of Malte Lau-rids Brigge by Rainer Maria Rilke, and Kafka’s Homecoming all testify to the fame ofthe parable of the prodigal son in modern literature. As Charles Péguy writes, the textfrom the Gospel of Luke is the word of Jesus that has had the greatest resonance inthe world, that has struck both the heart of the believer and the unbeliever, and hasaccompanied human beings into their greatest follies. At the beginning of the twenti-eth century the prodigal son embodies the anxiety and fears as well as the hopes ofman. He becomes the object of an existentialist interpretation focussed on the twoturning points of his story – departure and homecoming. According to this reading,there emerges in the story a literary paradigm centred on conversion and on a spiri-tual journey at the end of which man experiences spiritual regeneration. To follow in-to the footsteps of the prodigal means to start a journey into the desert in order to dis-cover the love for God.

218 Emilia Di Rocco - La parabola nella letteratura del Novecento