I Care Numero II anno 2012

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WILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND WILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND WILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND WILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI! DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI! DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI! DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI! ...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE! ...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE! ...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE! ...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE! Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, non riesci più a smettere! Sembra come se Charles Baudelaire avesse trovato un volo last minute direttamente dall'oltretomba e fosse corso da noi per gridarci: “E’ ora di ubriacarsi! Ebbri! Per non essere gli schiavi seviziati del Tempo: ubriachi senza tregua! Di vino, di poesia o di virtù, come preferite”. E noi, muniti di trolleys che sembravano contenere tutto il guardaroba estivo ed invernale e di panini che ci avrebbero potuto sfamare per intere settimane, abbiamo colto il suggerimento del poeta francese e ci siamo preparati a vivere l'ultima avventura da liceali in trasferta all'estero. Eravamo pronti a portare allegria e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la giovane Berlino, (segue pag.2) SOMMARIO Wiilkommen in deutschland pag.1-2 La razza umana pag.2-3 Diritto alla vita pag. 4-5 Concedere la vita o negarla? pag. 6 Donne nel mirino: pag. 7 L’Italia per Jacob pag. 7-8 Marijuana, droga: pag.8-9 Riflessioni di un condannato a morte pag.10 Gli italiani e l’italianità pag.11 Un ritrovamento inaspettato pag. 11-12 Un decalogo per sedicenni e… oltre pag.13 La ricreazione … è finita? pag.14 Recensione di Bad teacher e The artist pag.15 Vincitori di Biblioinrete (foto) pag .16 Anno X Numero II Maggio 2012 Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il giorno della vergogna. Ma i giovani cancelleranno le ferite del muro”. (Helmuth Kohl)

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WILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLANDWILLKOMMEN IN DEUTSCHLAND

DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!DOVE I TEDESCHI SONO TEDESCHI!

...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE!...A BUON INTENDITOR POCHE PAROLE! Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, non riesci più a smettere! Sembra come se Charles Baudelaire avesse trovato un volo last minute direttamente dall'oltretomba e fosse corso da noi per gridarci: “E’ ora di ubriacarsi! Ebbri! Per non essere gli schiavi seviziati del Tempo: ubriachi senza tregua! Di vino, di poesia o di virtù, come preferite”. E noi, muniti di trolleys che sembravano contenere tutto il guardaroba estivo ed invernale e di panini che ci avrebbero potuto sfamare per intere settimane, abbiamo colto il suggerimento del poeta francese e ci siamo preparati a vivere l'ultima avventura da liceali in trasferta all'estero. Eravamo pronti a portare allegria e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la giovane Berlino, (segue pag.2)

SOMMARIO

Wiilkommen in deutschland

pag.1-2

La razza umana

pag.2-3

Diritto alla vita

pag. 4-5

Concedere la vita o negarla?

pag. 6

Donne nel mirino:

pag. 7

L’Italia per Jacob

pag. 7-8

Marijuana, droga:

pag.8-9

Riflessioni di un condannato a

morte

pag.10

Gli italiani e l’italianità

pag.11

Un ritrovamento inaspettato

pag. 11-12

Un decalogo per sedicenni e…

oltre

pag.13

La ricreazione … è finita?

pag.14

Recensione di Bad teacher e The

artist

pag.15

Vincitori di Biblioinrete (foto)

pag .16

Anno X Numero II Maggio 2012

“Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il giorno della vergogna. Ma i giovani cancelleranno le ferite del muro”. (Helmuth Kohl)

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PAGINA 2 Anno X Numero II

(segue da pag.1)

Eravamo pronti a portare allegria e baccano in una città dalla calma apparente di un lago, ma anche ad ‘ubriacarci’ di sto-storia, di cultura e di modernità. Tra le tante proposte abbiamo optato per la giovane Berlino, la città che pur nella sua modernità, ci ha permesso di fare un tuffo nel passato e nel presente allo stesso tempo. La capitale tedesca ci ha accolto con un’atmosfera grigia e triste: ci è sembrata simile ad un essere umano, le cui ferite con il passare del tempo possono rimarginarsi, ma che comunque restano lì come cicatrici indelebili. Sin dal primo momento abbiamo notato che per quan-to i tedeschi abbiano cercato di ricostruire la città e di renderla quanto più moderna e all'avanguardia possibile, grazie anche all'apporto dei migliori architetti del momento, non è stato semplice e mai lo sarà cancellare un passato che fa an-cora male. La Porta di Brandeburgo, il Monumento alle vittime dell’Olocausto, il Checkpoint Charlie, il Muro di Berlino, ci sono sembrati testimoni silenziosi di pagine di storia piene di orrore e sofferenza. Più suggestiva è stata l’esperienza di visitare musei come il Pergamon, famoso per l’immensa porta d’ingresso a Babilonia e per l’altare di Pergamo, Col passa-re dei giorni però, la città ci ha anche rivelato il suo aspetto giovane e moderno: l’efficienza dei mezzi di trasporto, la cura per gli spazi verdi, i negozi all’ultima moda, i pub affollati di giovani di ogni nazionalità. Berlino ha rappresentato per noi non solo un momento di crescita culturale, ma anche la perfetta conclusione di un ciclo di studi. Per la prima volta la quasi totalità della classe ha partecipato al viaggio d’istruzione, e questo ci ha dato la possi-bilità di costruire insieme un ricordo gioioso e indimenticabile dei giorni trascorsi assieme. Il prossimo viaggio sarà quello ‘post-maturità’. Ci stiamo già lavorando!

Federica De Iure Ilaria Zeverino

Eleonora De Santis 5BL

La Redazione A.s. 2011/2012

Docenti: Adriana Cassone, Ma-riella Nardulli, Leonardo Sportelli Studenti: Daniela Ironico, Pame-la Palmirotta, Alessia Gurabardhi, Greta Ciccarone, Carmela Ribec-co, Giovanna Franco, Gianluca Ferrulli, Angela Teodosio, Marika Nettis, Paola Nerilli, Alessandro Ieva, ,Hanna Ammari, Laila Mak-boul , Annalisa Falcone, Annalisa Manobianca, Maria Gabriella Petruzzi, Federica De Iure, Ilaria Zeverino, Selene Alberto, Eleo-nora Desantis Inoltre hanno collaborato i docenti : Rosa Carnevale, Maria Rosaria Surico, Rita Carmosino, Angela Iacobellis

La razza umana “unica vera razza”

L'immigrazione in Italia è un fenomeno relativamente recente, che ha assunto dimen-sioni significative nei primi anni settanta, per poi diventare un fenomeno caratterizzan-te della demografia italiana nei primi anni del XXI secolo. Nel 2010 l'Italia era il quarto Paese europeo per numero assoluto di stranieri residenti. 'Immigrati' sono coloro che abbandonano il proprio paese per raggiungerne un altro in condizioni migliori del pro-prio, quindi ciò che spinge queste persone ad intraprendere un viaggio che non sempre si svolge nei migliori dei modi, è per l'appunto il desiderare una vita dignitosa e condizioni sociali, economiche e politiche migliori. Politiche proprio perchè, a causa di pesanti e terribili dittature, o a causa di governi instabili e uomini speculatori che pren-dono il potere, uno Stato può essere territorio di guerre e di povertà. Povertà perchè molti di questi dittatori sfruttano quelle risorse economiche, spettanti ai cittadini, per comprare armi nucleari o per investirli per il proprio futuro e quindi per i propri inte-ressi. Ci sono diversi tipi di migrazione: interna e internazionale. La prima riguarda lo spostamento che rimane nei confini del proprio Paese, la seconda parla appunto della migrazione verso un'altra Nazione. Le migrazioni interne provocano mutamenti anche nel luogo d'origine: per esempio, la perdita del patrimonio culturale. Ma torniamo all'I-talia. La storia delle migrazioni in Italia coincide con la sua storia economica. Tra il 1876 e il 1950 furono gli Italiani a migrare. Le mete più ambite furono gli Stati Uniti e l'Argentina. Negli anni settanta, si verificarono migrazioni interne, ovvero molti italiani abbandonarono la campagna e la montagna per trasferirsi in città e molti abbandonaro-no il Sud per andare al Nord. Recentemente invece, si è registrato il fenomeno dell'im-migrazione da paesi extracomunitari; le comunità più numerose provengono dal Ma-rocco, Albania e Filippine. Molte sono le iscrizioni di bambini stranieri a scuole italiane. Anche nella nostra scuola sono presenti alunne e alunni stranieri che frequentano vo-lentieri la nostra scuola e che sono ben integrati nella comunità scolastica. (segue a pag.3)

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PAGINA 3 Anno X Numero II

bassissima e lavori estenuanti. E così si scatenano giudizi ne-gativi da entrambe le parti. 'Italiani solo sfruttatori.'

'Immigrati, ladri!'. Ma si può percorrere una stessa strada senza dover incrociare

sguardi male-voli?

Ogni rumeno, fi-

lippino, albanese ha la

sua dignità, così come

ogni italiano. Non è solo

un

concetto di for-tuna: lui è nato lì e

lì deve stare. E' più un concetto di rispetto. 'Lì' ci poteva stare ognuno di noi, e invece siamo tutti 'qui' e dobbiamo

vivere insieme in uno stesso sta-to de-

mocratico dove i dirit-

ti sono uguali per tutti.

Certo, ci sono regole da rispet-

tare, come ad esempio il per-messo di soggiorno da ottene-re per rimanere. Molti immi-grati non lo ottengono o così sono costretti a tornare indie-tro, ma non si pensa mai al viaggio affrontato da queste

(segue da pag.2) Ritengo proficua e positiva l’esperienza di integrazione che si vive nelle nostre classi: le ra-gazze straniere mi hanno inse-gnato a vedere il nostro paese con umiltà e soprattutto a rin-graziare per la vita che con-duciamo: abbiamo una casa, abbiamo dei genito-ri,abbiamo la pa-ce. Tutto co-se, voi direte,

sconta-te, ma

che per al-

cuni possono di-ventare il sale di ogni giorno. Non tutti gli Italiani sono però favorevoli a queste migra-zioni. Molti sono scettici o diffidenti verso queste persone a cau-sa del ' curri- culum' che molti han-no cucito su di es-si. Intanto,

molti Ita-

liani sfruttano al-banesi per un assurdo nu-mero di ore di lavoro nei cam-pi, con un modesto salario, op-pure molti assumono filippine o rumene nelle loro case per le faccende domestiche con paga

persone; molte non arrivano a destinazione perchè il mare è sempre un grande pericolo. Quelli che arrivano poi, sono trattati come animali. Non gli viene spiegato niente, spedito da una città all'altra, in centri d'accoglienza e do-po un mese di nuovo via.. Non si e- sclude il fatto

che, comunque, non tutti siano santi, cer- to.

Ci sono molti

immigrati

che davvero, invece di cer-care un

lavoro, sostano

in sta-zioni

per deru-bare o che ma-gari commet-

tono violenze o omici-di.

Ma di tutto questo potrebbe macchiarsi anche un italiano. Quindi se dobbiamo giudicare, dobbiamo usare una bilancia uguale per tutti. Non esistono razze, ma un'unica vera razza: quella umana

Annalisa Falcone

1AL

La tolleranza reciproca è

una necessità per ogni

tempo e per ogni razza

Mahatma GandhiMahatma GandhiMahatma GandhiMahatma Gandhi

Io non domando a

che razza appar-

tiene un uomo,

basta che sia un

essere umano:

nessuno può es-

sere qualcosa di

peggio.

Mark Twain

L'unica razza che cono-

sco è quella UMANA!

Albert Einstein, Albert Einstein, Albert Einstein, Albert Einstein,

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PAGINA 4 Anno X Numero II

Il grande interesse che continua a suscitare la sfida per il diritto alla vita ha reso di nuovo attuale il dibattito sia sulla decisione di una madre di interrompere una gravidanza inaspettata o indesiderata che sulla richiesta di un paziente ,colpito da grave patologia che ne pregiudica le funzioni vitali, di interrompere le cure mediche che lo tengono in vita. Si sente sempre più frequentemente parlare di aborto ed eutanasia e della loro legalizzazione. Ci si sofferma quin-di, sulla possibilità di ogni essere umano di essere padrone assoluto della propria vita e di quella degli altri. Tutti gli uomini possono avere oltre al diritto alla vita anche il diritto alla morte?

Con questa domanda si apre il dibattito fra le alunne

Laterza Mariapia L’esperienza ci induce ad affermare che la vita è inviolabile,tuttavia essa non è poi così sacrosanta come si suol ripetere. Con l’eutanasia come anche per l’aborto è negato il diritto inalienabile alla vita. Lastilla Rita Esso non dovreb- be essere negato a nessun essere umano sia che si trovi nella pancia di una donna o in un letto d’ospedale. Così come deve essere tutelata la vita di un essere che sta per nascere così deve essere difesa la vita di chi non può svolgere a pieno tut- te le sue funzioni vitali. Pasquale Annamaria Il senso di libertà individuale fa parte della costruzione della dignità di ogni donna, ma non solo, anche di quella dei malati, com- presi quelli terminali. Il dirit-to alla morte quindi non entra in collisione con quello alla vita, perché è contenuto nella libertà personale di ogni uomo E allora perché non lasciare la libertà ad ognuno di decidere sul proprio diritto alla vita o alla morte? Buiti Soukaina Sopprimere qualcuno in nome della libertà di gestire la propria vita privata, vuol dire distrugge-re la stessa ragion d’essere di ogni vita ,il cui primo diritto è proprio quello della vita. Giannelli Camilla Ciò vale anche per il diritto ad una vita dignitosa? Losacco Federica Se non si può garantire ad un bambino il benessere, non è giusto farlo nascere e condannar-lo ad una vita infelice. La donna non è puro contenitore di vita destinata solo alla procreazione, al manteni-mento e a all’educazione dei figli. L’aborto costituisce una possibilità di riscatto della donna . Martucci Clara Negare ad una donna di abortire rappresenterebbe,infatti, un’altra maniera della società ma-schilista di negare alle donne la propria autonomia . Lassandro AnnaTeresa E’irresponsabile considerare l’aborto come un mezzo per soddisfare senza limitazioni la propria autorealizzazione ed il proprio piacere, anche a danno di un’altra vita umana. Non è uccidendo per-sone né tanto meno bambini che si acquista una maggiore autonomia. Una donna deve riscattarsi facendo va-lere le sue qualità e competenze. Giorgio Alessia L’aborto può sembrare un atto giustificabile,un diritto che spetta a tutte le donne, ma in re-altà è semplicemente un atto contro natura,forse è anche un po’ suicidio,perchè si uccide una parte di sé. Petrera Annalisa L’adozione può essere un’alternativa logica e razionale ad una gravidanza indesiderata. Ninivaggi Camilla A tal proposito si può leggere tale testimonianza di una ragazza di diciannove anni : L’idea di abortire mi spaventava molto, il pensare dei gelidi strumenti infilarsi dentro di me e fare a pezzi un corpicino, no, non avrei potuto reggerlo. Dentro di me c’era una vita concepita per sbaglio,certamente non voluta, ma non avrei risolto il problema in quel modo, non avrei rimediato all’errore con un altro più grande e irreparabile. E chi sostiene che lasciare il proprio figlio in adozione sia un atto peggiore dell’abortire stesso, dovrebbe mettersi una mano sulla coscien-za. Perché è un atto d’amore,dolore e sacrificio. Potrai convivere con te stessa ,sapendo che quel figlio vive perché tu hai scelto di non ucciderlo,sapendo che una famiglia si prenderà cura di lui con amore. Perchè una possibilità di vivere tu l’hai avuta ed è giusto che ce l’abbia anche lui. Perché una possibilità ce la meritiamo tutti.

DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?DIRITTO ALLA VITA O SULLA VITA?

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PAGINA 5 Anno X Numero II

Marinelli Patrizia Se non si desidera un figlio, si può benissimo non concepire sin dal principio. Sono molto diffuse varie contraccezioni anche tra i giovani che non sono ancora pronti per un figlio. Raimondi Stefania Dal punto di vista morale, l’aborto è un caso chiuso: si tratta di un vero e proprio omicidio Giove Rosita Non possiamo essere schiavi di una moralità che obbliga a considerare l’aborto come un peccato. Il frutto del concepimento, nelle prime settimane di gravidanza, non avendo ancora sviluppato sufficientemente il siste-ma nervoso centrale, non può essere considerato un individuo autocosciente . Cascarano Rosa Pertanto l’aborto non può considerarsi un omicidio e la legge nel nostro Paese consente l’interruzione della gravidanza solo nei primi mesi della gestazione, proprio perché l’embrione entro tale tempo non può essere considerato un essere umano Cristallo Vanessa Studi scientifici hanno dimostrato ,invece,che il feto stesso può essere considerato un essere umano a tutti gli effetti ,in quanto dotato di un proprio patrimonio genetico,diverso da quello dei genitori, e di un sistema nervoso centrale, ritenuto sede della coscienza. E’ una persona sin dal concepimento, dotato degli stessi di-ritti della donna che lo porta dentro di sé. Cannito Veronica La donna è un soggetto libero che crea una relazione densa di significato con una nuova vita, il suo non è solo un obbligo biologico. Se questa relazione non avviene , la donna deve essere libera di poter inter-rompere la sua gravidanza ed una scelta del genere non può che essere presa dopo un periodo di lunga e attenta riflessione e giustificata da motivi più che validi. Finelli Elena La donna ha diritto di interrompere una gravidanza quando questa è scaturita da una violenza o quan-do la nascita di un nuovo membro può provocare pesanti disagi economici alla famiglia,ma soprattutto problemi fisici e psicologici alla madre o al nascituro. Perniola Margherita Tale è una posizione di comodo tipica di chi non vuole assumersi alcuna responsabilità nei confronti di una piccola creatura , solo per egoistiche scelte individuali. Maiullari Marina La vita è un dono che deve essere accolto, è una possibilità unica che va difesa e non negata Tateo Miriam Anche il diritto alla morte va difeso ed un uomo deve avere la possibilità di scegliere il meglio per la propria vita ,così può decidere di morire ,quando la stessa privazione della vita diventa una vera e propria liberazio-ne . Luisi Fabiana Ed allora,perché un uomo ,affetto da una grave malattia in stato terminale, non dovrebbe poter sceglie-re di mettere un punto alle sue sofferenze e ad una agonia fatta solo di strazio? Cupertino Mariantonietta Anche in caso di patologie gravi, vi è sempre una piccola percentuale di sopravvivenza per il malato. È accaduto che dal coma si siano risvegliati dei malati, inoltre la medicina fa passi da gigante e potrebbe trovare ,con l’utilizzo di cellule staminali, un miglioramento o una guarigione. Carella Miriam Perché non sfruttare questa speranza fino all’ultimo secondo di vita? Sebastiano Nicole Non si può pretendere che una persona decida di soffrire nella speranza che abbia una sal-vezza di cui non ha alcuna certezza. Se la vita è senza speranza e può essere prolungata solo con dei macchinari che artificialmente consentono la circolazione del sangue e del battito cardiaco, l’uomo diventa un essere che vegeta. Il paziente non può volere tutto ciò De Stradis Fabiana Non è una tortura lasciar soffrire il malato che implora sollievo da un dolore senza fine? Stasolla Margherita Così scriveva Pietro Welby,affetto da una grave forma di distrofia muscolare in stadio terminale, in una lettera al Presidente della Repubblica italiana:Vita è una donna che ti lascia,una giornata di pioggia,l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso -morire mi fa orrore,purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita- è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti,ai ricordi,alle amicizie,alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente bio-logica io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coe-renza del pensiero laico. Cecca Antonisa Chi siamo allora noi per non concedergli una morte da lui voluta? Maselli Fabiana Probabilmente l’ideologia contemporanea definisce umano soltanto chi è giovane,sano e produttivo. In realtà la malattia e la morte appartengono alla sfera dell’umano e sono anch’esse esperienze degne di significato. Ranieri Rebecca Nella sofferenza si impara ad apprezzare ogni minimo gesto, un sorriso , una carezza: è qualcosa di commovente che va ogni oltre dolore.. per questo vale la pena di vivere. E’ questo il vero significato della vita: far tesoro di ciò che viene offerto e cogliere la malattia come una sfida per riuscire a vincerla Classe 2° A P

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Concedere la vita o negarla? riflessioni sul tema dell'aborto.

PAGINA 6 Anno X Numero II

Leggendo il libro “Lettera ad un bambino mai nato” di Oriana Fallaci, mi sono posta, per la prima volta, il dilemma sull’aborto: concedere la vita o negarla? Il romanzo di Oriana Fallaci è molto significativo: è un’idea piut-tosto innovativa raccontare una vicenda attraverso un vero e proprio dialogo con un feto. Il monologo interiore implica il fatto che la neo-mamma ritenga suo figlio già un essere cosciente, capace di intendere le sue parole, nonostante esso cresca nel suo grembo. “Lettera ad un bambino mai nato” è un libro forte e “crudele", ma nello stesso tempo intriso di poesia, capace di colpire già dalla lettura delle prime pagine, da cui ci si aspetta di assistere allo sfogo femminista di chi vuole far valere e imporre la sua posizione. In realtà non è così.Il libro tratta il tema dell’aborto, lasciandolo, pe-rò, sullo sfondo, facendo emergere quello della maternità che si snoda attraverso il dialogo di una madre con la cre-atura che porta in grembo. Nel libro di Oriana Fallaci, è evidente come la società condizioni la futura madre che sceglie di intraprendere il viag-gio di lavoro, a discapito della sua gravidanza, non perché non voglia la sua creatura, ma perché il mondo che la cir-

conda sembra rifiutare la maternità in nome del progressismo femminile. Ma se provassimo ad invertire la storia raccontata da Oriana Fallaci, attra-verso un dialogo del bambino con sua madre? Cosa le direbbe?Forse po-trebbe rivolgerle queste parole: “Cara mamma, ho vissuto per diversi mesi nel tuo grembo; mi sentivo protetto ed ogni volta che tu poggiavi la mano sul pancione, io premevo sotto la tua pelle per avere un contatto con te. Percepivo i tuoi momenti di gioia o di tristezza, assaporavo i cibi che tu stessa mangiavi. Mi sentivo felice. Poi, un giorno, ti sei recata in ospedale ed ad un tratto il mio cuoricino si è fermato per sempre. Perché lo hai fatto? Avrei portato gioia e letizia, ora invece tu piangi, costretta dalla vita a rinunciare a me”. Queste ed altre sono le considerazioni che la lettura del libro “Lettera ad un bambino mai nato” potrebbe suscitare.

Per questo lo consiglierei a tutte le donne che si sono ritrovate ad affrontare una gravidanza inaspettata, alle neo-mamme e, soprattutto, al genere maschile, così da far capire agli uomini le ansie e le paure di una donna rimasta incinta. Penso che li farebbe crescere e maturare.

Antonisa Pistilli 1BL

Page 7: I Care Numero II  anno 2012

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L’ITALIA PER JACOB

PAGINA 7

Anno X Numero II

Donne nel mirino: quando l'amore uccide

Basta guardare i numeri: ogni anno in Italia 130 donne vengono uccise per mano del proprio uomo. Una donna ogni tre giorni”. Questa, la celebre frase con la quale Camila Raznovich suole dare inizio ad “Amore Criminale”, una trasmissione che si occupa di un problema davvero serio, ma purtroppo sottovalutato quale la violenza sulle donne, troppo spesso vittime del loro partner. Omicidi dettati dalla gelosia, dal desiderio di possesso che evolve in ossessione e porta a compiere talvolta gesti estre-mi. L'inferno ha inizio proprio nel luogo in cui la donna dovrebbe sentirsi più sicura e protetta, all'interno della propria casa. Stiamo parlando della cosiddetta violenza domestica, una serie di atteggiamenti persecutori esercitati nell'ambito famigliare. Ma come può un "uomo" (se così possiamo definirlo) uccidere la sua compagna e, nella maggior parte dei casi, la madre dei proprio figli? E' una domanda che mi sono sempre posta ma, ahimè, non sono mai riuscita a trovare una risposta adeguata. Probabilmente ciò che rende il tutto più agghiacciante è il silenzio di queste donne, la paura di farsi avanti e denunciare l'avvenuto. "Ho sbattuto contro la porta", la scusa più come per spiegare il perchè di quei livi-di, che cela il più oscuro dei segreti. Un segreto che la donna ha paura di svelare. In questi casi la parola d'ordine è ab-battere il muro del silenzio, perchè non bisogna temere di cambiare la proprio vita. Ritengo che la festa dell'8 marzo andrebbe abolita: la donna è una creatura così fragile e delicata che in veste di dono della natura merita, anzi, ha tutto il diritto di essere festeggiata e riverita 365 giorni all'anno. Ironico Daniela 1AL Oggi l’Italia sta attraversando una fase pre-caria definita comunemente “crisi”. Ma se guardiamo altri Paesi del mondo, così vicini sulla carta geografica, ma lontani migliaia di chilometri, potremmo continuare a chiama-re “crisi” la nostra condizione attuale? Jacob Addo un ragazzo ganese di vent’anni, da poco in Italia, ha accettato di raccontare qualcosa del suo Paese natale e fare qualche riflessione sulla nostra Italia. P- Jacob, da quanto tempo sei in Italia? J- Da tre anni. P- Come si chiama il tuo villaggio di origine e da quante persone è composto? J- Si chiama Annokrom e siamo circa 500-600 persone. P- Com’ era la tua giornata quando eri ad Annokrom? J- Mi svegliavo verso le sei ed andavo a pie-di a prendere l’acqua per la mia famiglia, portando un grande contenitore. La strada era impervia e lunga circa 4 chilometri. Poi andavo a scuola che distava dal mio villaggio 30 minuti. Al termine delle lezioni mi recavo in campagna per aiutare i miei genitori e solo qualche volta riuscivo a giocare a pallone con i miei amici. Non avevamo un orario fisso per mangiare, perchè il nostro unico pasto era consumato al termine del lavoro. Al tramonto, andavamo a dormire perchè non avevamo elettricità e non potevo fare i compiti. P- Come hai raggiunto l’Italia? - Ho fatto un lungo viaggio. Sono partito dal Ghana, poi dal Niger siamo saliti in centinaia su un camion per attraversare il deserto... (segue a pag. 8)

Page 8: I Care Numero II  anno 2012

PAGINA 8

(segue da pag.8) Ho comprato un po’ d’acqua e ho messo del sale nella bottiglia per non finirla subito e non farla bere agli altri. Dopo quattordici giorni nel deserto, siamo arrivati in Libia, dove ho lavorato come muratore. Vivevo in una piccola casa con tantissime persone, mangiavo un pugno di riso al giorno e non c’era spazio per stendersi sul pavimento per riposare. Dopo sei mesi sono salito su un barcone e sono approdato a Lampedusa. Di qui con un aereo sono arrivato a Bari, dove ho vissuto in un centro di accoglienza e ho potuto studiare fino a 18 anni. In seguito sono arrivato ad Acquaviva. P- Dove vivi adesso e cosa fai? J- Vivo in un container presso un centro di addestramento per cani e mi occupo della manutenzione del centro e della cura degli animali. P- Sei felice della tua condizione attuale? J- Si, ora sono felice perchè ho incontrato una famiglia che mi aiuta e mi tratta come un figlio. Inoltre mi sto preparando per ricevere il Battesimo. P- Cosa ne pensi dell’Italia? J- E’ un Paese molto bello. La gente è simpatica e generosa. Sono pronti ad aiutare le persone in difficoltà e i rifugiati. P-Oggi quasi tutti gli italiani lamentano la “crisi”. Tu che ne pensi? J- Secondo me c’è crisi perchè la gente non si accontenta e vuole sempre di più di ciò che ha. Inoltre la crisi è solo per i lavoratori, perchè la persone ricche non vogliono aiutarli e non li pagano bene. P- Un aggettivo per definire l’Italia. J- L’Italia è: “Un Paese bellissimo e ospitale per tutti”. Palmirotta Pamela, IV BL

Anno X Numero II

Marijuana,droga passatempo o via di fuga?

La nuova pianta, insieme al tabacco fece furore. Succes-sivamente si è scoperto che la canapa poteva essere fumata come il tabacco ma che, a differenza di esso, dava sensazioni di leggerezza e provocava allucinazioni; negli ultimi anni l’uso di questa sostanza e di quelle da essa derivate è degenerato tanto che, i ragazzi dai 12 ai 18 anni ne abusano. Ho rivolto qualche domanda sull’uso delle sostanze a due dei rappresentanti del no-stro istituto, Giuseppe Paparella e Francesco Dammic-co 1)Buon giorno ragazzi, sareste disposti a ri-spondere a qualche domanda sull’argomento “canapa”? F. “Certamente.” G. “Perché no?” 2)Perfetto. Che ne pensate di questa sostanza che ha scatenato tante polemiche? F. “Secondo me ha suscitato molte polemiche perché è un argomento delicato che tocca nel profondo le co-scienze altrui.” G. “Penso si tratti solo di disinformazione, in quanto, sono innumerevoli le teorie a riguardo.” 3)La marijuana, secondo voi, può essere vista come droga, passatempo o una via di fuga? F. “Sicuramente come droga ma anche come una via di fuga per quelli che cercano di scappare da una noiosa quotidianità.” G. “La vera droga, se così la si può definire, sta nella moralità di chi ne fa uso e ABUSO. E' chiaro che gli ec-cessi in qualsivoglia contesto possano portare a risvolti negativi.” (segue a pag.9)

“ Alla mia età è molto facile finire nel giro.” sostiene un ra-gazzino di 12 anni “Molti fra i miei compagni di classe hanno già provato cosa vuol dire <<fare un tiro>> e han-no già preso il vizio di fumare sigarette.” Così ci troviamo di fronte alla triste realtà in cui è coinvolta la maggior parte degli adolescenti fra i 12 e 18 anni. Non in Italia, non in America, non in Francia o Inghilterra, ma in tutto il mondo questo fenomeno colpisce i ragazzi che,magari indeboliti da problemi di vario genere, si dimostrano vul-nerabili. Ma siamo sicuri che gli adolescenti fumino solo sigarette? Studi approfonditi sull’argomento dimostrano che almeno un adolescente su cinque fa uso anche di ca-napa, pretesto,questo,degli adulti per accusare qualsiasi ragazzo di essere un drogato. Quindi la canapa è una droga? La storia di questa sostanza è iniziata parecchio tempo fa,con la scoperta dell’ America da parte dei con-quistadores spagnoli, quando Cristoforo Colombo appro-dò sulla sponda della nuova terra e dopo aver “fatto co-noscenza” con i nativi americani, andò in cerca di qualco-sa di utile per il viaggio di ritorno in Spagna, fu così che s’imbatté in una piantagione selvatica di una pianta mai vista che emanava un odore molto pungente. “Cos’è?” chiese con alcuni gesti a quello che, fra gli indigeni pre-senti, sembrava il più saggio. “Canapa!” rispose l’interlocutore. Gli indigeni tagliarono qualche foglia e mostrarono a Colombo come si utilizzava :prepararono degli infusi di canapa mista a camomilla, schiacciandone i semini ottennero delle polveri utili a disinfettare le ferite, ma soprattutto, da questa pianta era possibile ricavare delle fibre tessili e del legno. Esterrefatto, Colombo deci-se di portare la canapa in Spagna per verificare se, effetti-vamente, rappresentasse un’ottima merce di scambio.

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4)Siete pro o contro l’uso di questa sostanza come medicina naturale? Perché? F. “Se utilizzata come medicina naturale per curare varie patologie, credo sia un metodo da considerare buono.” G. “La canapa non a caso fu importata in Occidente, proprio per migliorare determinate metodologie di cura come quelle per l’emicrania e i dolori mestruali. Ma determinate forme di assunzione risultano deleteree se l’uso di questa sostanza è irresponsabile e per lungo tempo.” 5)E’ giusto dire che i più coinvolti dall’uso di queste sostanze sono gli adolescenti? F. “Gli adolescenti sono i capri espiatori, ma sicuramente anche una buona parte di adulti ne fa uso.” G. “I consumatori di cannabis sativa si possono rilevare in qualsiasi fascia d’età. A mio parere, però, i maggiori usufruitori di sostanze psicotrope sono proprio i ragazzi.” 6)Possono essere definiti <<drogati>>? Perché gli adulti li definiscono tali? F. “Possono essere considerati così se affetti da dipendenza e quindi gli adulti li credono tali.” G. “Sì, potrebbero definirsi <<drogati>> in quanto la cannabis crea dipendenza.” 7) Questo articolo potrà servire a far riflettere su uno dei problemi che affliggono la nostra società? F. “Spero che serva a sensibilizzare molti giovani come noi su un argomento molto attuale.” G."Certo, riflettere penso sia il punto di partenza per affrontare simili problematiche. A mio parere la droga è sempre un surrogato.” 8)Se ne aveste la possibilità,come risolvereste questo problema? F. “Se fosse nelle mie facoltà, cercherei delle alternative per far sì che i giovani si divertano ugualmente.” G. “Secondo il mio punto di vista, per risolvere questo problema, le droghe leggere andrebbero legalizzate in quanto credo che fare uso di qualcosa di legale non sarebbe più trasgressivo.” 9) Dite qualcosa riguardante l'argomento ai nostri lettori. G."Il mio è un invito a prender posizione a riguardo, nel formarsi un proprio punto di vista frutto di una propria ricerca informativa. La droga viene a riempire un vuoto causato dal desiderio di morte e che è dunque un vuoto di cultura.” Successivamente è stata svolta un’indagine fra gli studenti che alle domande “Credi che la marijuana possa considerarsi una droga che uccide?” e “Cosa pensi dei tuoi coetanei che ne fanno uso?” hanno risposto: E. “Non considero la marijuana una sostanza che possa uccidere, ma penso che le droghe più pesanti possano farlo. Credo che la maggior parte dei ragazzi della mia età, o poco più grandi, facciano uso di queste sostanze solo per auto-convincersi di essere persone più mature, ma non sanno che così facendo non lo saranno mai; è il carattere che fa capire alla gente se si è maturi o meno. Ci sono ragazzi che lo fanno per divertirsi o anche per vantarsene ma, ovviamente, non si rendono conto del rischio che corrono perché se poi la cosa si trasforma in ossessione non va più bene. Ognuno deve avere un proprio auto-controllo specialmente per questo aspetto.” A. V. “Non nego che sia una droga ma sicuramente non è capace di uccidere, anzi, ha delle ottime proprietà farmaceuti-che e ritengo che possa diventare una buona risorsa economica in tutti i campi. Sono d’accordo sull’uso di queste sostanze perché aprono la mente e aiutano la creatività ma soprattutto credo che siano meno dannose rispetto ad altre sostanze come l’alcol.” B. “Non è che sia poi così d’accordo sul fatto che si faccia uso di marijuana, però, sicuramente quando diventa un vizio non è semplice smettere. E’ anche una questione psicologica e penso che ognuno debba gestire la sua vita anche sbagliando e che questa sia l’età nella quale si fanno più esperienze perciò tanto vale provare.” K. “Per quanto ne so la marijuana non uccide, anzi, può essere usata a scopo medico, però, sono dell’idea che farne uso non faccia poi tanto bene; per quanto ho visto è più facile distruggere con la marijuana che con qualsiasi altra cosa: non è il massimo stritolare i neuroni, dimenticare le cose ecc… Sarà anche che ho avuto una pessima esperienza, ma penso che chi faccia uso di tale sostanza non abbia proprio nulla da fare nella vita.” Dalle risposte si può riflettere sul fatto che un po’ tutti sono d’accordo sulle proprietà curative della marijuana; anche alcu-ni cantanti e altri personaggi importanti la pensano così E pensare “che la cannabis attiva. Potrebbe risanare questo Mondo alla deriva. Potrebbe soppiantare petrolio e i derivati La plastica ed i farmaci a cui siamo abituati[…]”(Punkreas\Canapa\ Falso) “Sia vite che tabacco all'uomo male fa, Ford ha fatto una macchina solo con canapa, ci fai vestiti e carta così che l'Amazzonia si sal-verà, senza contare che ci puoi curare pure l'asma.” (Babaman) “Sulla base delle mie ricerche, ho scoperto che la cannabis è una sostanza notevolmente sicura. Sebbene non innocua, è sicuramente meno tossica della maggior parte delle medicine convenzionali, che potrebbe sostituire se fosse disponibile legalmente. Nonostante sia stata usata da milioni di persone per migliaia di anni, la cannabis non ha mai causato una morte per overdose. La preoccupazio-ne più seria è il danno respiratorio se la si fuma, ma questo può essere facilmente risolto aumentando la potenza della cannabis e ricorrendo alla tecnologia per separare le particelle di materia presenti nel fumo di marijuana dai suoi principi attivi.”(Lestern Grin-spoon, insegnante di psichiatria ad Hardvard). Selene Elfo Ska Alberto 4DL

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Sono Khaled Khalifa,mi trovo nella cella di isolamento di un diparti-mento di Riyadh e sono accusato di omicidio. Tutto è avvenuto nel mio negozio di tappeti, durante una ra-pina. I rapinatori erano armati e tentavano di uccidermi, così mi so-no difeso e ho sparato ad uno dei rapinatori. Sento il peso dei secondi che scor-rono sulla mia pelle, si avvicina sem-pre più il momento in cui sarò de-capitato. È questa giustizia? Può la legittima difesa essere condannata come il peggiore dei crimini? Mi chiedono quale sia il mio ultimo desiderio. Sono ormai rassegnato al mio destino, tuttavia vorrei proprio parlare con chi dice di saperne più di me sulla pena di morte. Vedo entrare nella mia cella Cesare Bec-caria e Tommaso d’Aquino. S.Tommaso d’Aquino:<<Khaled sei consapevole di esserti arrogato un diritto che non ti appartiene, ma spet-ta alle autorità pubbliche? Così facen-do hai recesso la tua dignità di uo

mo, hai calpestato la principale carat-teristica umana che è la ragione e ti sei reso alla pari delle bestie!>>. Condannato:<<Ma ho soltanto tenta-to di difendermi! Dovevo lasciare che mi uccidessero?>>. S.Tommaso d’Aquino:<<Avresti do-vuto aspettare l’arrivo delle autorità, solo loro hanno il compito di giudicare e di difenderti>>. Condannato:<<In gioco c’era la mia vita e quella della mia famiglia. Neanch’io avrei voluto fare quel gesto ma è stato necessario. È dunque giu-sto che io debba morire?>> S.Tommaso d’Aquino:<<Uccidendo hai utilizzato la violenza, caratteristica delle bestie e come un animale meriti la morte…>> C.Beccaria:<<Questa è la tua teori-a,Tommaso, ora invece, vorrei esporre la mia perché io sono contrario alla sua esecuzione>>. Condannato:<<Quindi lei mi sta di-fendendo?>> C.Beccaria:<<Io non dico che lei non debba essere punito ma ci sono puni-

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RIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTERIFLESSIONI DI UN CONDANNATO A MORTE

zioni migliori di una sofferenza estrema e immediata.>> Condannato:<Cosa intende dire?C.Beccaria:<<Ritengo che la pena di morte sia inutile perché la realtà dei fatti dimostra che non scoraggia gli altri dal commettere gravi azioni; inoltre non è giusta in quanto nessun uomo ha mai concesso alle autorità dello Sta-to l’arbitrio di uccidere i propri cittadini; infine non è necessaria perché può essere benissimo sostituita dalla deten-zione a lungo tempo, che unita al lavo-ro, consente di “recuperare il colpevo-le”, gli permette di riflettere sul gesto compiuto e un giorno, quando sarà pronto, di reinserirsi nella società.>> S.Tommaso d’Aquino:<<E come farem-mo a capire se è pronto a tornare nella società? E se rimanesse un pericolo pubblico?>> Il giudizio è sospeso… E voi,in quanto membri della società, come giudichereste il caso di Khaled Khalifa? classe 4AL

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Italiani e italianità Italiani e italianità Italiani e italianità Italiani e italianità

orgoglio di essere made in Italy.

''L'Italia, paese di santi, poeti e navigatori''. Fortu-natamente a volte, qualcu-no ci ricorda ancora qual è la nostra identità. Nello stivale più famoso del mondo, hanno i natali i protagonisti indiscussi che hanno radicalmente muta-to il corso della nostra storia cambiando il nostro modo di vivere. Era italia-no Cristoforo Colombo, che segnò la storia con la scoperta del continente americano nel 1492, ma anche colui che si rese conto di stare su un nuo-vo continente era italiano, Amerigo Vespucci e, in suo onore, fu dato il no-me di America al neo con-tinente. Erano italiani an-che Marco Polo ,Galileo Galilei e Alessandro Volta. Non ultimi,tra gli artisti più celebri in tutto il mon-do parliamo di Leonardo, Michelangelo e Donatello, che il mondo ci invidia e, nel mondo dello spettaco-lo, Luchino Visconti, Mar-cello Mastroianni, Rober-to Benigni e Sophia Loren solo per citarne alcuni. Giorgio Armani, Gianni Versace e la famiglia Mis-soni invece, sono alcune grandi case di moda che hanno caratterizzato uno stile italiano che è sinoni-mo di qualità e classe ri-conosciuto in tutto il mondo. Ma noi ci sentiamo cittadi-ni italiani? E quanto amia-mo la nostra nazione? Il patriottismo italiano è

morto. Molti non cre-dono nella nostra Ita-lia, dimenticando le migliaia di persone che si sono immolate per il nostro bel paese. Con-sideriamo, a torto, che la nostra nazione sia inferiore alle al-tre,tendiamo a svaluta-re ogni aspetto della nostra cultura(escluso il cibo! ) e siamo seria-mente indignati per i treni in continuo ritar-do, per la burocrazia esageratamente lunga e soprattutto per la no-stra classe politica: ma, se i dirigenti politici sono lo specchio del popolo,qualcuno li avrà pur eletti? Chi è causa del suo mal pianga se stesso! L’italianità è un concet-to del tutto estraneo alla nostra cultura, ed è la storia che ci ha condotto a diventare una nazione unitaria. Siamo uno stato giova-ne rispetto a Francia o a Germania, ma le no-stre tradizioni e la no-stra lingua, compresi i dialetti, hanno una ori-gine ancor più antica. Siamo un 'popolo a forma di stivale' che possiede circa il 65% del patrimonio mon-diale culturale ed ar-cheologico e proteg-giamo anche la più pic-cola cappella e i suoi tesori. Tutti dovrem-mo provare un senti-

mento di appartenenza nei confronti della terra in cui siamo nati e non è strano pensare che, tutte le persone che vivono attualmente all’estero, nonostante i molti anni passati e la vita agiata che conducono, spesso nutro-no la speranza di ritorna-re. L'architettura, l'arte, la moda, il cinema e la ga-stronomia danno lustro al nostro Paese che da sem-pre, ogni anno accoglie milioni di visitato-ri,innamorati dell’Italia. Sono fiero di essere italia-no, perché abbiamo la pizza e la nutella, perché riusciamo ad essere aperti con tutti e siamo invidiati dagli altri paesi. Ma so-prattutto perché in quale parte del mondo è possi-bile trovare un concentra-to meraviglioso di arte, storia, paesaggi, saperi, sapori, sorrisi, umanità e altruismo? Siamo grandi ragazzi!

Alessandro Ieva III AS.

Un ritrovamento Un ritrovamento Un ritrovamento Un ritrovamento

inaspettato inaspettato inaspettato inaspettato

dall’inghilterra una nuova incantevole

storia

Lo scorso dicem-bre è stato riportato alla luce a Pendle Hill, nel Lan-

cashire, il vecchio rudere di un cottage risalente al XVII secolo; al suo interno è stato rinvenuto un gatto mummificato, probabilmen-te murato vivo, usanza dif-fusa all’epoca per tenere lontani malocchio e spiriti malvagi. Gli studiosi accorsi ritengono che l’edificio pos-sa essere la celeberrima “Malkin Tower”, abitazione di una famiglia condannata per stregoneria nel 1612, nel processo passato alla storia come “Processo di Pendle”. Nel sito sono state ritrovate ampolle, resti di erbe medicinali ed un ma-noscritto in discrete condi-zioni, risalente allo stesso periodo storico, nel quale si possono leggere riflessio-ni e stralci di vita quotidia-na dell’autrice.I calligrafi, che hanno esaminato il re-perto, hanno dedotto che la donna autrice della per-gamena fosse mancina. Quasi miracolosamente, è stato inoltre rinvenuto un capello ben conservato,

(segue a pag.12)

Un ritrovamento Un ritrovamento Un ritrovamento Un ritrovamento

inaspettato inaspettato inaspettato inaspettato

dall’Inghilterra una nuova incantevole storia

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Un ritrovamento inaspettato Un ritrovamento inaspettato Un ritrovamento inaspettato Un ritrovamento inaspettato

dall’Inghilterra una nuova incantevole storia

(segue da pag. 11)

dall’analisi del quale si è scoperto che apparteneva ad un’albina. Entrambi gli indizi fanno pensare che questa don-na fosse ritenuta una strega, in quanto sia la mano sinistra -considerata “la mano del diavolo”- sia il particolare colore dei

capelli, la connotavano come “diversa”, in quell’epoca di pregiudizi e superstizioni. Nel manoscritto la donna stessa racconta che nessuno la vedeva di buon occhio e che tutti la evitavano, spaventati non solo dal suo aspetto, ma anche dalla sua quotidiana abitu-dine di inoltrarsi nel bosco alla ri-cerca degli ingredienti, necessari per realizzare antidoti e medicinali. In-fatti -scrive- la diffidenza nei suoi confronti era così ostinata che più di una persona era morta di febbre o intossicata, pur di non farsi curare da lei. In ogni caso il fato le era sfa-vorevole, perché immancabilmente ogni decesso, di cui non si conosce-

va la causa, la vedeva trasformata da innocua guaritrice in pericolosa strega assassina. Per sua sfortuna, è vissuta esattamente negli anni in cui Re James I e i magistrati inglesi erano più dediti alla caccia

alle streghe che ad altro. Lei stessa, consapevole dei rischi che correva, scrive di avere intenzione di tingersi i capelli e di darsi alla macchia. Da questo punto in poi non sappiamo più niente di lei: è riuscita a scappare e a salvarsi o le è toccato il

destino di tante altre sventurate vissute in quel periodo, date alle fiamme solo perché strane o diverse? Il vecchio e mi-sterioso cottage ci racconta una storia affascinante e inquietante (chissà se vera), una storia purtroppo senza finale, anzi

senza fine…appartiene davvero al passato l’abitudine a discriminare quanti non rientrano nei nostri canoni di “normalità”, ad allontanare chi con la sua diversità mette in discussione le nostre certezze? A tutti gli emarginati dall’ignoranza e dalla

paura del mondo dedichiamo questa famosissima e struggente ballata popolare, nota come “La ballata del bianco nel verde”

“Perché vivi nel bosco

donna dai capelli bianchi perché il tuo agire è fosco e i tuoi occhi mai stanchi?

– Bianco verde ora e mai più, bianco verde ora e mai più Appari e scompari

fantasma immersa nel verde con i tuoi gesti amari è la vita che si perde…

– Bianco verde ora e mai più, bianco verde ora e mai più” Annalisa Caldarulo e Maria Gabriella Petruzzi 1AM

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Un decalogo per

Dalla lettura di"Regole" di R. Abravanel e L. D'Agnese, un paragrafo abbastanza interessante po-trebbe senz'altro essere d'aiuto a noi giovani che, oggigiorno siamo spaventati dal futuro,o me-glio,da ciò che l'Italia offre .Gli autori illustrano un decalogo,ovvero dieci consigli per facilitare l'entrata di noi giovani nella vita adulta,non solo lavorativa. 1. RAGGIUNGERE AL PIU' PRESTO L'INDIPENDENZA DALLA PROPRIA FAMIGLIA. Potreb-be risultare difficile,soprattutto per quanto riguarda la situazione economica, ma con una certa indipendenza,anche a costo di piccoli "sacrifici",si potrebbe rischiare .Ed è proprio il rischio e la voglia di mettersi in gioco che rafforza la propria responsabilità. 2.RAFFORZARE LA MOTIVAZIONE ALL'ECCELLENZA DEGLI STUDI. La maggioranza degli studenti italiani ritiene che ottenere buoni risultati a scuola non abbia alcun valore,invece si sba-gliano. Infatti un laureato trova lavoro più facilmente di un non laureato,o meglio un lavoro più "decente". E di conseguenza chi ha un voto di laurea più alto trova lavoro prima di chi lo ha più basso. 3.COLTIVARE LE PROPRIE PASSIONI. La società attuale tende spesso a "uccidere" le passioni di noi giovani, rendendoci sempre meno motivati a ciò che facciamo .E’ necessario comprendere che se non ci appassioniamo a ciò che facciamo non raggiungeremo mai i nostri obiettivi e soprattutto l'eccellenza: 4.DIVENTARE CITTADINI DEL MONDO. Senza alcun dubbio viaggiare è il miglior modo per conoscere e apprendere nuove culture,migliorare o imparare una o diverse lingue straniere. Numerosisono i progetti,come l'Erasmus o quelli finanziati dalla Co-munità Europea che ci offrono questa opportunità. 5.INIZIARE A "RESTITUIRE". E' ovvio che non è importante solo ricevere ma è altrettanto importante restituire,soprattutto il bene che si è ricevuto. E ciò possiamo renderlo non solo alla propria famiglia ma anche al nostro Paese,il quale,nel bene o nel ma-le, ha comunque dato la possibilità di studiare,anche a coloro che non dispongono di adeguate condizioni economiche. 6. IMPARARE A PENSARE CON LA PROPRIA TESTA. Molto spesso i giovani tendono ad omologarsi al pensiero altrui, poiché preferiscono rifugiarsi nel "branco",temendo di essere esclusi dal mondo che ci circonda. 7. COLTIVARE LA PROPRIA "INTELLIGENZA EMOTIVA". L "intelligenza emotiva" non è altro che la capacità di interagire con gli altri e quindi di mettersi nei panni altrui,di comprendere gli altri; ci permette di interagire con loro in maniera positiva e in un rapporto di fiducia reciproca. 8.INVESTIRE NELLA CAPACITA' DI COMUNICARE. Qualunque cosa si voglia fare,è fondamentale saper comunicare in maniera corretta e chiara. Spesso chi non sa farlo vede le propria capacità ridotte al minimo. Per migliorare questa facoltà è necessa-rio,ovviamente,leggere molto, allenarsi a scrivere testi brevi anche quando non è obbligatorio, pensare tre volte prima di rispon-dere ad una domanda avendo così ben chiaro in mente ciò che si vuole esprimere a parole. Bisogna anche imparare a fare doman-de,invece di parlare sempre addosso agli altri,rischiando così di avere un lungo e noioso monologo. 9. ACCETTARE I BENEFICI NASCOSTI DEI FALLIMENTI. Ognuno di noi,prima o poi,ha ottenuto almeno un grave fallimento nella propria vita. Eppure bisogna intendere questi fallimenti non come motivo per scoraggiarsi, ma come possibilità di reagire e soprattutto per costruire una maggior sicurezza personale. 10. RICERCARE INCESSANTEMENTE LA MERITOCRAZIA E LE REGOLE. Spesso noi giovani incontriamo diverse "trappole" che senza alcun dubbio sono controproducenti per la nostra personalità. Infatti abbiamo paura di essere i primi a rispettare le regole a causa di trappole come raccomandazioni, ecc. Per questo motivo siamo sempre più motivati a non seguire alcuna regola e a pen-sare che in Italia la meritocrazia non esiste. E invece ci sbagliamo perché andare avanti e lottare con le proprie capacità ci rende ancora più sicuri di noi e forti. E sicuramente orgogliosi. Sono, quelle esposte, piccole ma importanti regole che tutti dovrebbero seguire,soprattutto noi giovani. In questo modo avremo una speranza in più per credere in un'Italia migliore. Alessia Gurabardhi 4BL

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LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?LA RICREAZIONE … E’ FINITA?

Questionario somministrato a tutte le classi prime dell’istituto.

Abbiamo somministrato un questionario a tutte le classi prime del nostro Istituto, riguardante gli alimenti che noi stu-denti consumiamo durante la ricreazione. Il questionario era composto da tre domande a cui gli studenti hanno risposto in forma anonima. -In genere quale alimento consumi durante la ricreazione? -Lo prendi dal distributore o lo porti da casa? -Cosa vorresti trovare che non c’è nei distributori? Nella seguente tabella rendiamo note le risposte degli studenti ad ogni domanda:

Dalla lettura dei dati emersi dall’indagine possiamo notare che la ricreazione non è finita, anzi è la benvenuta! La maggior parte degli alunni durante la ricreazione, consuma panini e, una percentuale minore, snack dolci e salati. Gli alunni preferiscono acquistare dal distributore e/o dal bar gli alimenti desiderati anziché portarli da casa. Notevole è la loro scelta per quanto riguarda gli alimenti che vorrebbero trovare nei distributori in quanto 26 persone su 156 vorrebbero frutta e 32 persone su 156 desidererebbero altre tipologie di snack. Ci sono stati anche ragazzi che hanno fatto richieste quasi impossibili, infatti essi vorrebbero trovare al bar e/o nei distri-butori la pizza, hot dog, kebab e altre richieste inesaudibili a nostro avviso. Marika Nettis, Angela Teodosio I BL

ALIMENTO CONSUMATO DISTRIBUTORE/CASA ALIMENTI DESIDERATI

Snack=27 su 156 D=99 su 156 Frutta=26 su156

Bevande=5 SU 156 C=57 su 156 Bevande=15 su 156

Panini=92 su 156 Snack=32 su 156

Niente=9 su 156 Niente=31 su 156

Altro=23 su 156 Altro=52 su 156

Docenti e alunni dell’Istituto al Museo Pergamon di Berlino

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Recensioni cinematografiche

The artistThe artistThe artistThe artist Nell'e-ra del 3D Micha-el Ha-

zanavicius si è distinto vincendo ben 5 Oscar con il film muto e in bianco e nero "The Artist". La settima arte ha voluto ritornare alle origini, portando sullo schermo una pellicola alquanto "silenziosa". In un mondo sommerso di parole il regista ,andando contro tendenza, ha presenta-to quello che viene considerato da più un capolavoro, in cui a parlare sono le immagini. In una splendida Hollywo-od degli anni'20, George Valentine, acclamato attore del cinema muto, viene sovrastato da una giovane fanciulla, Peppy Miller che lui stesso aveva portato alla notorietà. Peppy è il volto del nuovo cinema: quello del sonoro, nel quale George non crede e a cui non vuole cedere. Ineso-rabile il nuovo avanza, lasciando ai margini quello che diventerà un uomo del passato per il quale non c'é spa-zio nella nuova industria. George decide di produrre ed interpretare un ultimo film muto nella convinzione, ana-cronistica, che il pubblico voglia ancora la sua arte. Il film sarà un flop. George,ormai sul lastrico,cadrà in depres-sione e tenterà il suicidio dando fuoco alle sue pellicole. Peppy,ormai diventata una star e da sempre innamorata di George lo salverà. Si prenderà cura di lui ospitandolo nella sua dimora. Alla fine di quel processo di guarigione di cui si é fatta carico ,George imparerà a conoscere e ad apprezzare con lei il nuovo cinema. Il film si chiude con una bellissima scena di tip tap ballato dai due prota-gonisti. Pur essendo un film muto ci ha entusiasmato e commosse soprattutto grazie alla fantastica interpreta-zioni di Jean Dujardin. Molto simpatica è stata l'interpre-tazione del cagnolino Uggie.

Annalisa Manobianca,,Paola Nerilli, 2 BL

Bad teacher Bad teacher Bad teacher Bad teacher

In this article, we are going to talk about the plots of two beautiful come-dies, with two

wonderful actresses: Cameron Diaz and Jennifer Lo-pez. The first film is ''Bad teacher''. ''Bad teacher'' is a 2011 comedy, directed by Jake kas-dan. Elizabeth Halsey (Cameron Diaz) is a golddigger Chicago-area middle school teacher at the fictional John Adams Middle School. She curses at her students, drinks heavily, smokes marijuana, and only shows mov-ies while she sleeps through class. She plans to quit teaching and marry her wealthy fiancé, but when he dumps her after realizing she's only after his money, she must resume her job. She tries to win over a sub-stitute teacher Scott Delacorte (Justin Timberlake), who is also wealthy. She has an enemy, Amy Squir-rel, who will hamper her plans. After various chal-lenges to win Scott, she fall in love with the gym teacher Russel Gettis, who madly in love with her. This film is really funny, with a really romantic happy ending. The second film is a hilarious comedy, ''Monster in law''. Charlie (Jennifer lopez) lives in Ven-ice Beach, California. One day, while doing her work, the dog-sitter, she meets Kevin and she falls in love with him. Viola is Kevin's mother, a hysterical woman. She hates Charlie. After several attempts, Vi-ola resigned, unable to accept her daughter in law. Kevin and Charlie finally are able to marry with the blessing of Viola. Gianluca Ferrulli, Giovanna Franco 2AS

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LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)LOST IN BOOK (2CL)

SQUADRA VINCITRICE DI

BIBLIO...IN RETE 2012 (LIBRO “BILLY ELLIOTT”)

( DA SIN. DONNO, CHIAPPINELLI, PROF. MASI, REGI

NA, PASTORE, TROTTI, MORTILLARO,UNGARI)

LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)LE SUPERSTITI (4DL)

SQUADRA VINCITRICE DI

BIBLIO...IN RETE 2012

(LIBRO “GLI INDIFFERENTI”)

( DA SIN. LASORELLA, D’AMBROSIO, ZONNO, COLUCCI,

FIGUEROA,PASTORE)

LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)LE DROSOPHILE (3BL)

SQUADRA VINCITRICE DI

BIBLIO...IN RETE 2012

(LIBRO “IL GIORNO DELLA CIVETTA”)

( DA SIN. SCARPETTA, PROF. NARDULLI, CICCARONE,

LISI, MASRANGELO,LEO, KONE, CAPOZZO)

“Non esiste un vascello veloce

come un libro

per portarci in terre lontane”

(Emily Elizabeth Dickinson)