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7/28/2019 UHR ALTER RITTER KRIEG: Commento di V.Verginelli

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XVII sec. UHR ALTER RITTER KRIEG

Das ist: Ein Alchymisch kürtzliches Gespräch Unsers Steins, des Goldes und des MercuriJ,Von der wahren Materij, daraus der Stein der Weisen von den Naturkündigern durchgebührliche Handgriffe mit Hülffe des Lunischen Vulcani bereitet wird von Einem alten

wohlerfahrnen Philosopho beschrieben. ... 1680

”Alquanto ingenua ma pur interessante è l’incisione che precede il frontespizio, raffigurantecon insolita iconografia un Mercurio dalla testa solare, il quale stringe con la mano destra unenorme caduceo alato.Questo trattatello riporta una ‘breve conversazione (‘Gespräch’) fra la nostra Pietra, l’Oro e ilMercurio intorno alla vera Materia etc.; fu attribuito ad un antico esperto filosofo anonimo. Èmolto famoso sia per l’originalità del contenuto, e per la forma scelta per quel contenuto, sia

 per l’intricata guerra fra gli studiosi nel trovare la paternità di questa operetta. Le attribuzionisono molto contrastanti e poi si rinnovano a proposito delle edizioni e delle traduzioni: e

 perciò si ritiene di rimandare direttamente alle opere già citate dello Schmieder, del Fictuld,

del Kopp, del Ladrague, del Ferguson etc. Si consiglia di consultare anche la voce Limojon deSaint Disdier , che in Le Triomphe Hermétique riporta questa operetta tradotta in francese.A complicare maggiormente le cose, in questa edizione da noi esaminata troviamo con nuovaimpaginazione (pp. 74) un’altra operetta intitolata: RITTER-KRIEG Das ist:Ein Philosophisch-Bericht, in Form eines gerichtlichen Processes etc. di cui nel frontespizio sidichiara autore Johann Sternhals, prete cattolico del vescovado di Bamberg. L’editore el’anno di edizione sono i medesimi dell’opera precedente.È superfluo aggiungere che non tutti accettano tale paternità così dichiaratamente espressa nelfrontespizio e che sembra essere accettata dal Ferguson e dal Ladrague. C’è infine chi ritieneche sia dello stesso Sternhals anche il trattatello precedente, pur essendo totalmente diversosalvo che nel titolo rassomigliante.Sono interessanti le finali 20 pagine anonime intitolate Aenigmata de Tintura, dove si possonotrovare brevi composizioni in versi rimati col titolo ‘Prima Quaestio, Secunda Quaestio,Tertia Quaestio, Quarta Questio’, a cui corrispondono una ‘Prima Responsio, SecundaResponsio, Tertia Responsio, Quarta Responsio’ e inclusa una significativa figura geometrica.Segue un più lungo componimento in versi (8 pp.), che termina con l’invocazione ‘JesusSumma Sapientia’ ed è intitolato ‘Summa Explicatio Solis et Lunae’.Incontriamo poi a p. 86 uno scritto tutto in latino, non più in tedesco, intitolato De Magica

quadam Imagine, in cui si racconta che ‘vicino a Firenze nel cenobio di S. Benedetto c’è unasiffatta figura di Marte’ (‘Prope Florentiam in Cenobio S. Benedecti habetur talis figuraMartis’). Viene descritta la figura rappresentata nella pagina di fronte: una regina coronata di

sette stelle con seni patenti, che regge un’iscrizione di contenuto alchimico (‘De duabus aquisfacite unam, solvite corpora in acquis’). La regina posa i piedi divaricati sui capitelli di duecolonne emergenti da due fontane e versanti grandi fiotti di acqua. Di questa figura veramentenon molto rassomiglia a Marte viene data la spiegazione conclusiva, che è questa: ‘Sicquidam LAPIDIS praeparatur. Siquis vero meum Sensum percipit, omnes mundi Divitias sibisubiectas habet’. Per questa ‘figura Martis’ in Firenze antica, confronta Dante, Inf., XIII, 146.Concludono queste pagine la Regulae de Philosophia aut dicta de Lapide Philosophico etc.estratte da sicuri testi alchimici e brevemente ritrascritte.”