Reichlin, l'intervista

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Lunedì 2 Novembre 2015 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 5

L’I N T E RV I STA

Reichlin: “Lo so, noi di sinistraalla fine siamo stati sconfitti”

LO STORICO LEADER Cresciuto con Togliatti, Berlinguer e Ingrao,ha contribuito alla carta dei valori del Pd, ma ammette: “È stata tradita”

I » ALESSANDRO FERRUCCI

Isuo buongiorno è una rifles-sione tra sé e sé: “Non do maiinterviste. È una cosa assur-da. Assurda”. Cosa? “L’averaccettato questa chiacchie-rata”. Sì, e con il Fatto quo-tidiano, un giornale non mol-to amato dall’establishmentdel Partito democratico.“(Silenzio) Ultimamente sta-te iniziando a diventarmisimpatici. E uno non può diresempre di no”. Alfredo Rei-chlin ha novant’anni, testalucida, lucidissima, è unadelle grandi memorie stori-che del nostro paese, è unodei pochi viventi ad aver co-nosciuto Palmiro Togliatti dipersona, non sui libri del li-ceo; negli anni Sessanta hadiretto l’Unità, quindi Parla-mentare, così vicino a EnricoBerlinguer, quanto distantedai miglioristi di Giorgio Na-politano. Al funerale di Pie-tro Ingrao è salito sul palco,ha schiaffeggiato la politicaattuale con il ministro MariaElena Boschi e il premierMatteo Renzi atterriti e alsuo fianco, ha commosso ipresenti con alcune riflessio-ni su com’era la politica, la si-nistra, ideali, sogni, certezze.E la realtà di oggi. “Premessa:non ho né rimpianti né no-stalgie, il passato è passato,resta la differente concezio-ne della politica, dove non sibadava soltanto al qui e ora ea questioni di governo”.

Palmiro Togliatti parlava distrategia e tattica.

La politica non è solo imma-nenza, è anche formazione diuna soggettività, è visionedel futuro; la politica develeggere il presente con in te-sta un disegno per andare ol-tre l’interesse immediato.

Lei ha detto: “Dietro a Renzic’è un vuoto politico, non c’èalcuna cultura politica, nonc’è un disegno del futuro”.

Questo è il punto. Attenzio-ne: Renzi è una personalitàstraordinaria, ma non è unfondatore di partito, non è ilfondatore di una cultura dipartito.

E qual è la sua idea di par-t i to?

È una parte di società che siorganizza in nome di una vi-sione della realtà e per con-sentire a pezzi del Paese dientrare in una dimensionestatale. Il limite di Renzi èquesto.

La visione odierna mutanell’arco di pochi mesi, co-me con la vicenda dei 3milae u ro.

Eh, sì. Però la politica deveanche essere gestione dell’e-sistente e soluzione dei pro-blemi, ma la questione è cheoggi la politica non conta piùnulla.

E chi comanda?Il mio slogan sull’oggi è: imercati governano, i tecniciamministrano, i politici van-no in televisione ad assolverela funzione della gestionemediata e del simbolico.

Solo apparenza.

I DEMOCRATICI

“Da Ds e Margherita nonè nato un partito: ognuno hamantenuto il propriorapporto con le masse”

PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

“Renzi è una personalitàstraordinaria, ma nonè un fondatore di partito,e nemmeno di una cultura”

Forse esagero, ma le grandidecisioni non vengono piùprese dalla politica, oramaimessa in mora dall’e c on o-mia.

Da quando?Dalla grande svolta promos-sa da Reagan e dalla That-cher, quando la finanzada infrastrutturadell’economia èd i v e n t a t astruttura a sè,

finalizzata a produr-re denaro e ai capitaliè stata data la totalelibertà di circolazio-ne. Vede, a suo tem-po Gianni Agnelli e-

ra una potenza, maLuciano Lama (ex se-

gretario della Cgil dal1970 al 1986) aveva un e-sercito alle spalle; tu sei ilgrande banchiere ma loStato può prendere delledecisioni che ti condizio-nano.

Ma perché questa rottu-ra degli equilibri?

L’economia si è mondia-lizzata, la politica no, re-stano gli Stati nazione.

Noi siamo arrivati ad a-vere Monti presidentedel Consiglio, e un Go-verno di banchieri.

È evidente, ma le ripeto:le vere grandi decisionisono altrove e la politicaha cessato di esprimerela funzione preceden-te, quella di manifesta-re un grande potere, at-

traverso la formazione diclassi dirigenti all’altezza.

Il Pci era radicato sul terri-torio come pochi, una formapiramidale distrutta negliultimi dieci anni.

È tutto lì, e l’ho detto anchealla commemorazione di In-grao. Oggi il Parlamento nonconta nulla, si governa solocon i decreti legge, il resto èchiasso.

Con Berlusconi si è rotto unargine...

Lui è stato il segnale che o-ramai vinceva questo indi-rizzo, ma qualcosa è iniziatoanche con la fine del compro-messo storico, ma nessunoricorda bene su quali basi eranato...

Pre go. . .Nasceva da grandi preoccu-pazioni, tra doppio Stato,terrorismo, trame, crisi eco-nomica, inflazione: era unperiodo di grandissime diffi-coltà, quindi alcuni, in primisBerlinguer, avevano avverti-to la necessità di un accordosimile a quello del secondodopoguerra tra due grandiforze popolari.

Perché la storia di cui lei èrappresentante e protago-nista a un certo punto si è

i n te r ro t t a?Semplice: siamo stati scon-fitti. La sinistra ha inventatoi sindacati, i partiti di massa,i diritti sociali, lo Stato socia-le. Lo ha potuto fare perchéquesti poteri li ha esercitati, epoteva dire alla sua base ‘io ticonduco e ti apro un orizzon-te’. Se lo Stato viene meno co-me soggetto in grado di gesti-re i poteri reali, va in crisi an-che il ruolo della sinistra.

Renzi attacca continua-mente i sindacati.

Ovvio, per lui sono solo un in-tralcio. Mentre Giolitti ri-vendicava la trattativa con irappresentati dei lavorato-ri.

Qualcuno ha azzardato ilparagone tra Craxi e Renzi.

Craxi ha inaugurato molto diquesta fase, ha distrutto unagrande forza come il Psi; ilcerchio magico era suo, uncerchio che ha violato ogniregola.

Lei ha contribuito alla cartadei valori del Pd: quella car-ta è stata tradita?

Penso di sì, mentre alcuni dinoi, anche alcuni democri-stiani, credevano nella for-mazione di un partito, idee,progetti, in realtà l’unione ènata con la suddivisione del-le sfere d’influenza: tu seipresidente, tu segretario.

Le due casse, i due patrimo-ni, quello dei Ds e quello del-la Margherita, non si sonomai uniti.

Esatto, sono stati spezzoni diceto politico, ognuno con ilproprio rapporto con le mas-se.

Lei a fine anni Ottanta è sta-to candidato a sindaco diRoma (vinse il socialistaCarraro). Che idea si è fattodi questa situazione?

È gravissimo quello che staavvenendo, trovo sbagliatoche il presidente del Consi-glio abbia fatto questa sceltadi dire ‘a rra ngia tev i ’ , diprendere le distanze. Dimo-stra di non aver ben capitocos’è Roma: la Capitale non èuna città che puoi affidare aOrfini, e dire occupatevenevoi. Roma è una delle realtàpiù importanti al mondo. Sista camminando dove hacamminato Giulio Cesare, siparla dove parlava Cicerone,

dopo l’unità d’Italia Quinti-no Sella si poneva un dilem-ma: come si va a Roma e conquale idea? Chi governa laCapitale deve avere delle i-dee, deve conoscere questarealtà.

Ci vogliono le primarie?Credo di no, deve essere ilpartito in quanto tale e il suocapo a indicare un candidato.Le primarie saranno un gio-co tra personaggi minori,perché i pochi grandi non vo-gliono partecipare.

Ha qualche nome da pro-p o r re?

No, ma tenga conto di una a-spetto: il sindaco di Romaconta più di un ministro.

Si era reso conto della situa-zione drammatica del Pd ro-m a n o?

Da troppi anni sono fuoridalla politica romana.

Ma si è stupito?Non molto, perché conosco ildegrado della vita politica. ERoma è la Capitale.

Twitter: @A_Ferrucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

M ae st r ie compagniDa l l’alto inbasso: PalmiroTog l i at t i ,E nricoB erlinguere Pietro IngraoAnsa

B iog ra f i aALFREDOREICHLINNato aBarletta nel1925, ma giànel 1930 eraa Roma. NellaCapitale fecela Resistenza.Nel 1946 siiscrisse al Pci;allievo diPa l m i roTogliatti, fud i re t to redell’Unità dal1958 al 1962,a l l o n t a n a toperché troppovicinoa Ingrao.D e p u t a tonazionalefin dal 1968.

È gravissimo quello chesta avvenendo, trovosbagliato che il premierabbia fatto questascelta di dire‘arrangiate vi’,di prendere le distanze

IL DOPO MARINO

Da troppi anni sonofuori dalla realtàromana, ma non misono stupito perchéconosco il degradodella vita politicaE Roma è la Capitale

MAFIA CAPITALE

I n s ie meal funeraleAl centro Rei-chlin; a sinistrail palco allacommemora -zione diIngrao Ansa