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Felix Mendelssohn-Bartholdy(Amburgo 1809 – Lipsia 1847)Le Ebridi, La grotta di Fingal (Die Hebriden,Fingalshöhle), ouverture op. 26Allegro moderato, Animato Durata 10'

Il viaggio effettuato da Mendelssohn in Scozianel 1829 e, in particolar modo, la visita allagrotta di Fingal nell’isola di Staffa, appartenenteall’arcipelago delle Ebridi, costituiscono la fonteprimaria d’ispirazione dell’Ouverture op. 26, LeEbridi, il cui sottotitolo è appunto La grotta diFingal. Mendelssohn giunse ad Edimburgo il30 luglio 1829 reduce dal recente successo ot-tenuto nei concerti londinesi, organizzati dal-l’amico Klingemann, diplomatico che lo avevainvitato nella capitale inglese, da Cramer, chelo aveva introdotto nell’ambiente musicale diLondra, e dal pianista Ignaz Moscheles, insiemeal quale si era esibito nell’esecuzione del suoConcerto in mi maggiore per due pianoforti.Durante il viaggio verso gli Highlands in Scozia,fatta una sosta ad Abbotsford, fece visita a SirWalter Scott e il 7 agosto salpò in piroscafoper l’isola di Staffa, dove si trova la Grotta diFingal. La traversata non fu semplice, in quantosul Mare delle Ebridi si abbatté una violentatempesta, della quale il compositore si ricordòcertamente durante la composizione di que-st’ouverture il cui primo abbozzo risale proprioa quel giorno; l’opera fu, tuttavia, sottoposta acontinue revisioni che si protrassero ben oltrela prima esecuzione, avvenuta il 14 maggio1832 alla Filarmonica di Londra sotto la dire-zione di M. Attwood. L’ouverture fu pubblicatanel 1833 a Lipsia dalla casa editrice Breitkopf& Härtel dopo un’ultima e definitiva revisione.Quest’ouverture, la migliore di Mendelssohn,definito da Wagner, con una punta di ironia,un paesaggista di prim’ordine, si presenta comeuna mirabile sintesi tra una solida costruzione

formale, che si fonda sulla forma-sonata, e ilcontenuto programmatico, rappresentato dal-l’affascinante paesaggio della Grotta di Fingalbagnata dal mare. Il mare costituisce, infatti, ilprimo elemento rappresentato da Mendelssohnattraverso un tema formato da un unico incisoesposto dalle viole, dai violoncelli e dal primofagotto, mentre gli altri strumenti, che si ag-giungono a poco a poco, danno la misura dellastruttura della grotta costituita da colonne ba-saltiche ordinate in prospettiva. Ogni strumento,che si aggiunge, sembra rappresentare lo stu-pore del visitatore che s’inoltra al suo internoe vede in sequenza le colonne, ascoltando nelcontempo il brusio del mare le cui onde si in-frangono contro la roccia. Inoltrandosi nellagrotta e, quindi, nell’ouverture, nella sezionemodulante dell’esposizione il mare si trasformaquasi in un oggetto di poesia con il primo flauto,il primo oboe ed il primo fagotto che rileggonoil tema iniziale per moto contrario e in una for-ma lirica. Sembra che nella grotta si respiri an-cora un’aria impregnata delle gesta del leggen-dario eroe irlandese Fingal, padre di Ossian, eil secondo tema, dotato di forte lirismo, sorgedalle sue profondità, rese dai toni gravi dei vio-loncelli e dei fagotti per dispiegarsi senza esi-tazioni nella parte dei violini. Questo momentodi incanto e di poesia è, tuttavia, turbato dalmare che si agita improvvisamente, facendomaterializzare, nella parte iniziale dello sviluppo,una tempesta, ispirata probabilmente dalla dif-ficile traversata in piroscafo fatta dal compo-sitore, con il tema del mare che, esposto inquesto passo dai violini e dai flauti, si caricadi una violenza tale da simboleggiare il rumoredelle onde. Non manca il tuono rappresentatoperfettamente dai timpani e dagli ottoni che,poco dopo, quando la tempesta si sta ormaiallontanando, fanno sentire in lontananza laloro eco, mentre il moto ondoso si placa e iltema iniziale ricomincia a prendere forma. Lapoesia può di nuovo trionfare ed il secondo te-ma si può nuovamente dispiegare con tutto ilsuo lirismo; è il mare, tuttavia, il protagonistacon il suo tema variato in canone dai legni e

Note di Sala

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dagli archi che intrecciano un fitto dialogo inun crescendo di eccitazione che conduce allafine dello sviluppo. La semplice ripresa ripro-pone l’esposizione in una forma abbreviata, incui viene eliminato il tema della sezione mo-dulante, e conduce alla coda leggermente piùanimata.

Sergej Sergeevič Prokof’ev(Sonzovka, Ekaterinoslav, 1891 – Mosca 1953)Concerto n. 3 in do maggiore per pianoforte eorchestra op. 26Andante, Allegro, Andante, AllegroTema con variazioni, Andantino, Allegro, An-dante, Allegro giustoAllegro ma non troppoDurata: 27’

“Dopo il rumore degli spettacoli mi ritirai nellaBretagna francese, sulle rive dell’Oceano Atlan-tico e presi a lavorare al Terzo Concerto perpianoforte. Avevo composto il materiale un po’alla volta e molto tempo prima. Già nel 1911,mentre stavo scrivendo il Primo concerto perpianoforte che, come il Primo concerto per vio-lino avevo progettato in prima battuta comeconcertino, avevo pensato, accanto al concer-tino di realizzare un concerto più ampio […].Di quel concerto, la cui composizione non eraandata molto avanti, si era conservato soltantoun passaggio – triadi parallele che correvanodal grave all’acuto. Ora il passaggio entrò nelFinale del primo movimento del Terzo Concerto.Nel 1913 avevo composto un tema con varia-zioni che poi avevo conservato a lungo. Neglianni 1916-1917 avevo tentato alcune volte diprendere in mano il Terzo concerto, avevo scrit-to l’inizio (due temi) e due variazioni sul temadel secondo movimento. Nello stesso periodomi era venuta l’idea di scrivere un quartettobianco, vale a dire un quartetto d’archi com-pletamente diatonico, che se si fosse volutosuonare al pianoforte era limitato soltanto aitasti bianchi. Il quartetto era pensato in duemovimenti: un primo tempo lento in forma so-nata e un Finale in ¾. Alcuni temi bianchi furono

composti a Pietroburgo, altri sull’oceano Pa-cifico e anche in America, ma l’impresa eratroppo difficile, avevo paura della monotoniae nel 1921 decisi di smembrare il materiale ac-cumulato: la parte secondaria divenne il temadi Renata nell’Angelo di fuoco, la principale fuusata per caratterizzare il monastero dove finivaRenata; il primo e il secondo tema del Finalefurono trasferiti nel Finale del Terzo concerto.In questo modo iniziando il lavoro di quest’ul-timo avevo tutto il materiale tematico conl’esclusione del secondo tema del primo mo-vimento e del terzo tema del Finale”. (M. R.Boccuni, Prokof’ev, Palermo, L’Epos, 2003, p.200)

Così lo stesso Prokof’ev ricordò la gestazionedel Terzo concerto per pianoforte e orchestraop. 26, senza dubbio il suo concerto più famosoche occupò un periodo di tempo insolitamentelungo impegnando, con lunghe pause, il com-positore per ben cinque anni della sua vita, dal1916 al 1921. In effetti Prokof’ev si dedicò inmodo sistematico alla composizione del Con-certo in quell’estate del 1921 in seguito al suoritiro nella cittadina bretone di Saint-Brévin-les-Pins, dove, lontano dai rumori degli spet-tacoli e soprattutto dalla critiche della stampainglese che aveva stroncato il balletto Le Chout,dopo la prima londinese avvenuta il 9 giugno1921, trovò la serenità necessaria per scrivere.Eseguito, per la prima volta, a Chicago il 16dicembre dello stesso anno con Prokof’ev alpianoforte e Frederick Stock sul podio, il Con-certo presenta una particolarità nella strutturaformale del primo movimento con un Andanteintroduttivo, un notturno, nel quale è espostoun tipico tema russo affidato al clarinetto, acui segue un Allegro, nel quale vengono svi-luppati i due temi presenti nella seconda parte.Il secondo movimento, Andantino, è scrittonella forma del tema e variazioni, nelle quali sialternano sonorità misteriose ad altre di carat-tere martellante, mentre il Finale, Allegro manon troppo, presenta una scrittura virtuosisticaestremamente impegnativa.

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Ludwig van Beethoven(Bonn 1770 – Vienna 1827)Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36Adagio molto, Allegro con brioLargoScherzo (Allegro)Allegro moltoDurata: 30’

Composta tra il 1800 e il 1802, la Secondasinfonia riflette due stati d’animo contrastanticon la gioia che si tramuta in dolore in con-comitanza con i drammatici fatti che neglistessi anni travagliarono la vita di Beethoven.I primi abbozzi risalgono, infatti, al 1800,anno in cui Beethoven conobbe la contessaGiulietta Guicciardi, una bellissima sedicennedella quale s’innamorò perdutamente. Il com-positore visse l’amore per questa fanciulla,sua allieva di pianoforte, come un breve so-gno, di cui è rimasta una splendida ed im-mortale traccia nella Sonata al chiaro di luna,ma che s’infranse nel 1803 quando la donnasposò il Conte Gallemberg. Nello stesso tem-po cominciò a profilarsi il dramma della sor-dità, i cui primi sintomi si erano già manife-stati nel 1795, ma che nel 1801 aveva co-stretto Beethoven a ridurre drasticamente isuoi concerti pubblici come pianista. Dellostato d’animo di profonda frustrazione, nellaquale versava Beethoven, è eloquente testi-monianza una lettera all’amico Wegeler del29 giugno 1801, nella quale si legge:

“Un démone invidioso, la mia cattiva salute,mi ha messo un bastone fra le ruote; e questosignifica, in sostanza, che il mio udito da treanni a questa parte è diventato sempre piùdebole. Sembra che la causa prima di questomalanno sia nelle condizioni del mio addome,che, tu lo sai, era già malridotto prima chepartissi da Bonn […]. Frank [direttore del-l’ospedale di Vienna] ha cercato di ridar tonoal mio organismo con medicine ricostituentie al mio udito con olio di mandorle, ma quan-to bene mi ha fatto! La cura non è servita a

nulla […]. Devo confessare che la mia vitatrascorre miseramente. Da quasi due anniho smesso di prender parte ad ogni vita so-ciale, proprio perché mi è impossibile direalla gente: sono sordo”.

Quando sul finire del 1801, dopo l’illusionedi un piccolo miglioramento, la sordità di ag-gravò, i medici consigliarono il musicista ditrascorrere un periodo di villeggiatura ad Hei-lingestadt, un sobborgo campestre vicinoVienna ritenuto particolarmente salubre; an-che questo tentativo si rivelò inutile e il com-positore, in preda ad una profonda dispera-zione, meditò il suicidio, scrivendo nel frat-tempo il toccante Testamento spirituale. AdHeilingestadt Beethoven completò la Secondasinfonia che fu eseguita a Vienna al TeatroAn Der Wien il 5 aprile 1803 sotto la direzionedell’autore.Il primo movimento si apre, secondo lo sche-ma haydniano, con un Adagio molto intro-duttivo che conduce all’Allegro con brio, dovesi afferma un linguaggio più maturo, che, purguardando ancora ai modelli mozartiani e so-prattutto alle ultime sinfonie del Salisburghese,si caratterizza per una certa ampiezza del ma-teriale tematico e per una struttura dialetticache sarebbe stata approfondita nei capolavorisuccessivi. Dopo la tensione dialettica di certipassi del primo movimento, il secondo, Lar-ghetto, anch’esso di ampie proporzioni, sistaglia come un’oasi di amabile soavità. Ilterzo movimento, formalmente uno Scherzo,innovativo perché utilizzato in sostituzionedel tradizionale Minuetto, è dotato di una stra-ordinaria energia ritmica che si placa soltantonei toni pastorali del Trio. Il Finale è un bril-lante rondò-sonata in cui un tono umoristicosi mescola a prefigurazioni del tema dell’innoalla gioia che sembrano nascere dalla pro-fondità dell’animo di Beethoven e sono benespresse grazie al registro grave dei violoncelliche contagia tutti gli altri archi.

Riccardo Viagrande

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Giordano Bellincampi direttoreGiordano Bellincampi è il direttore musicaledella Auckland Philharmonia. Nato in Italiae trasferitosi a Copenaghen in giovane età,ha iniziato la sua carriera come trombo-nista con la Royal Danish Orchestra primadi fare il suo debutto come direttore d’or-chestra nel 1994. In precedenza, è statodirettore principale de’ I Pomeriggi Musicalidi Milano, direttore principale della Kri-stiansand Symphony Orchestra dal 2013al 2018, direttore generale della musicadella Duisburg Philharmonic dal 2012 al2017, direttore generale della musica dellaDanish National Opera di Aarhus dal 2005al 2013, direttore musicale della Copen-hagen Philharmonic Orchestra dal 2000al 2006 e, tra il 1997 e il 2000, anche di-

rettore principale dell'Athelas Sinfonietta di Copenhagen, il principale ensemble contemporaneoin Danimarca. Bellincampi intrattiene relazioni regolari come ospite con molte orchestre in tuttoil mondo, in particolare in Scandinavia ed Europa, tra cui le Orchestre Royal Stockholm, Rotterdame Royal Flemish Philharmonic e la St Petersburg Symphony, ma anche in Nord America, Asia eAustralia. Con un enorme repertorio che abbraccia la musica classica, romantica e contemporanea,è particolarmente celebre per la sua ampia conoscenza della musica sinfonica dell'Europa centrale,italiana e scandinava e per le sue interpretazioni di importanti opere corali e vocali. Si è distintonel campo dell'opera da quando ha fatto il suo debutto con la Royal Opera di Copenaghen conLa Boheme nel 2000. Da allora ha diretto molte delle grandi opere italiane alla Royal Opera conparticolare attenzione a Puccini e Verdi, tra cui l’acclamata nuova produzione di Aida che hainaugurato il nuovo teatro di Copenaghen nel 2005. Mantiene anche stretti legami con molti deipiù importanti cantanti lirici del mondo tra cui Angela Gheorghiu, Joseph Calleja e RobertoAlagna, lavorando regolarmente con loro in galassie e recital orchestrali, oltre ad essere un ac-compagnatore molto richiesto da strumentisti di spicco come Sarah Chang e Angela Hewitt.L'ampia discografia di Bellincampi comprende numerose registrazioni per le etichette Da Capo eMarco Polo di compositori danesi dall'era classica fino ai giorni nostri, tra cui Holmboe, Lumbye,Joachim Andersen, Per Norgard, e la prima registrazione dell'opera Sovedrikken di Weyse, oltrearie d'opera italiane con Liping Zhang e la Filarmonia di Praga, la terza sinfonia di Nielsen perEMI Classics e opere di Svendsen e Walton. Il 2016 ha visto l'uscita della sua prima registrazionecon la Duisburg Philharmonic, con il Concerto per violino di Nielsen con il solista Kolja Blacher.Come professore associato presso la Royal Danish Academy, Giordano Bellincampi si dedica allavoro di formazione delle nuove generazioni di musicisti e direttori d'orchestra. Inoltre tiene re-golarmente masterclass e funge da membro della giuria per una serie di competizioni internazionalidi direzione. Nel 2010 è stato nominato Cavaliere dell'Ordine del Dannebrog, un premio conferitodalla famiglia reale danese per i servizi alla cultura danese, e ha anche ottenuto il titolo di Cavalieredal Presidente della Repubblica Italiana per la sua promozione internazionale della musica italiana.

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Leonardo Colafelice pianoforte"Sono molto emozionata di sentire un così favoloso pia-nista e musicista. Grazie per la tua Musica!" Martha Ar-gerich, 2013."Il giovanissimo Leonardo Colafelice, che ho ascoltatostasera, mi ha impressionato per le sue qualità di virtuosodella tastiera. A 12 anni soltanto è in grado di affrontaredifficoltà tecniche reputate pericolose, con una semplicitàconfondente. Va senza dire che un elemento come Leo-nardo Colafelice è un pianista nato e destinato ad unabrillantissima carriera" Aldo Ciccolini, 2008.Nell’agosto 2016 Leonardo Colafelice è risultato il vincitoredel Secondo Premio nel prestigioso concorso “ClevelandInternational Piano Competition” ricevendo inoltre 3 premispeciali: premio del pubblico, migliore esecuzione di unacomposizione di autore russo e premio attribuito dallagiuria di giovani. Prima di questo, Leonardo ha vinto nu-merosi altri premi internazionali: nel maggio 2014, a solidiciotto anni, Leonardo Colafelice è stato finalista allaXIV edizione del concorso "Arthur Rubinstein InternationalPiano Master Competition" di Tel Aviv, dove ha ottenutoben 3 premi speciali: premio come miglior interprete delConcerto classico; premio come miglior interprete di una

composizione di Chopin; "Advanced Studies Grant" per il più notevole pianista sotto i 22 anni.Nell’Ottobre 2014 riceve il premio intitolato ad A. B. Michelangeli dal Comune di Appiano. Questoprestigioso successo giunge a coronamento di due anni di importanti affermazioni: alla "GinaBachauer Young Artists International Piano Competition", alla "Thomas and Evon Cooper InternationalPiano Competition" e all'"Eastman Young Artists International Piano Competition", nel 2012, ealla "Yamaha USASU International Piano Competition" (dove ha ricevuto il premio dalle mani diMartha Argerich), al Concorso pianistico internazionale di Aarhus (Danimarca) e al Concorsopianistico internazionale di Hilton Head (U.S.A.), nel 2013.Nato nel 1995, si è diplomato con il massimo dei voti, la lode e la menzione sotto la guida delM° Pasquale Iannone presso il Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari. Attualmente èdocente di Pianoforte Principale presso il Conservatorio di Musica “F. Torrefranca” di ViboValentia e questo ha fatto di lui, all'età di 21 anni, il più giovane insegnante di Conservatorio inItalia.Colafelice è regolarmente invitato in importanti festival musicali nelle principali città italiane(Milano, Torino, Roma, Bologna, Messina, Palermo, Catania, Bari, Padova, Venezia, Verona,Caserta etc..) e all’estero (Stati Uniti, Francia, Germania, Inghilterra, Danimarca, Svizzera, Polonia,Ungheria, Israele, Marocco, Turchia, Norvegia, Cile, Georgia). Ha suonato, inoltre, con numerosee prestigiose orchestre tra cui: Cleveland Orchestra, Israel Philharmonic Orchestra, RochesterPhilharmonic Orchestra, Aarhus Symphony Orchestra, Kristiansand Symphony Orchestra, ChileSymphony Orchestra, Marocco Philharmonic Orchestra, Orchestra dei Pomeriggi Musicali,Orchestra di Padova e del Veneto.

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DIRETTORE PRINCIPALE OSPITEEvgeny Bushkov

FUNZIONARIODIREZIONE ARTISTICACarlo Lauro

COORDINATORE DIREZIONE ARTISTICAFrancesco Di Mauro

VIOLINO DI SPALLALorenzo Rovati *°

VIOLINI PRIMIAgostino Scarpello**Antonino AlfanoGiorgia Beninati °Maurizio BilleciSergio Di FrancoCristina EnnaGabriella FedericoGiulio Menichelli °Fabio MirabellaLuciano SaladinoIvana Sparacio

VIOLINI SECONDIPietro Cappello *Francesco D’Aguanno**Angelo CumboFrancesco GrazianoGabriella IusiSalvatore Passantino °Salvatore PetrottoGiuseppe PirroneSalvatore PizzurroFrancesca Richichi

VIOLEVytautas Martisius *°Salvatore Giuliano **Renato AmbrosinoFrancesca AnfusoGaetana BruschettaRoberto De LisiRoberto PrestiRoberto Tusa

VIOLONCELLIEnrico Corli *°Domenico Guddo **Loris BalbiAlberto Baldo °Claudia GamberiniGiancarlo Tuzzolino °

CONTRABBASSIChristian Ciaccio *°Vincenzo Li Puma **Paolo IntorreRosario LibertiFrancesco Mannarino

FLAUTI/OTTAVINOFrancesco Ciancimino *Debora Rosti (flauto/ottavino)

OBOIGabriele Palmeri*°Stefania Tedesco

CLARINETTIAngelo Cino *Tindaro Capuano

FAGOTTICarmelo Pecoraro *°Massimiliano Galasso

CORNIGiuseppe Alba *Antonino Bascì °Rino BaglioGioacchino La Barbera °

TROMBESalvatore Magazzù *Giovanni Guttilla

TROMBONIMassimo La Rosa *°Calogero OttavianoAndrea Pollaci

TIMPANIMatthew Furfine *

PERCUSSIONIGiuseppe Mazzamuto

ISPETTORI D'ORCHESTRADavide AlfanoDomenico Petruzziello

L’Orchestra

* Prime Parti / ** Concertini e Seconde Parti / ° Scritturati Aggiunti Stagione

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Prossimi appuntamentiVENERDì 6 MARZO, ore 21,00 SABATO 7 MARZO, ore 17,30Enrico Bronzi direttore / violoncello

Cascioli Concerto per violoncello e archi (prima esecuzione assoluta)Haydn Concerto n.2 in re maggiore per violoncello e orchestra Prokof’ev Sinfonia n.3 in do minore op. 44

VENERDì 13 MARZO, ore 21,00 SABATO 14 MARZO, ore 17,30John Axelrod direttoreFederico Colli pianoforte

Grieg Concerto in la minore op.16 per pianoforte e orchestra Rachmaninov Sinfonia n.2 in mi minore op. 27

VENERDì 20 MARZO, ore 21,00 SABATO 21 MARZO, ore 17,30Ryan Mc Adams direttoreGennaro Cardaropoli violino

Bruch Concerto in sol minore per violino e orchestraMahler Sinfonia n.5 in do diesis minore

Orchestra Sinfonica Siciliana

FONDAZIONE ORCHESTRA SINFONICA SICILIANA

Consiglio di Amministrazione Revisori dei ContiMaria Elena Volpes, Presidente Mario Sciumé PresidenteMarco Intravaia, Vice Presidente Bernardo CampoSonia Giacalone Lorenzo MiraGiulio Pirrotta

SovrintendenteAntonino Marcellino

INFO: Botteghino Politeama GaribaldiTel 091 6072532/533 • biglietteria@orchestrasinfonicasiciliana.itwww.orchestrasinfonicasiciliana

STAGIONE CONCERTISTICA2019/2020 Politeama Garibaldi