MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al...

37
MAGAZINE n.132 / 12 2 MAGGIO 2016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i pro- duttori di TV di interrompere la commercializzazione ai rivenditori e grossisti di TV che non siano DVB-T2 e HEVC. Quest’obbligo diventa poi operativo anche sullo scaffale dei negozi da inizio 2017, data dopo la quale sarà illegale vendere in Italia TV non aggior- nati al T2/HEVC. Il problema è, tra gli utenti, sono pochi ad essere informati, sia del nuovo obbligo che della sostanza della questione. Si tratta – vogliamo chiarire - di una norma corretta, finalizzata a garantire la diffusione di un parco installato TV al passo con i tempi: senza un obbligo di questo tipo (che scatta non a caso in tempi in cui le due modifiche richieste comportano costi irrisori) sarà difficile, presto o tardi, pensare di passare, per esempio, a una codifica HEVC, più efficiente e già utilizzata per le trasmissioni 4K satellitari, terrestri e streaming. Una norma corretta che rischia però di lasciarsi dietro morti e feriti per la mancanza di informazione e la vaghezza (o potremmo dire la stravaganza) dei piani di gestione delle frequenze televisive nel nostro Paese. È lecito aspettarsi che nel secondo semestre dell’anno fiocchino volantini con offertacce in supersconto sui TV “legalmente obsoleti”: i riven- ditori hanno pochi mesi per svuotare i magazzini. Magazzini che, da qui a giugno, paradossalmente, potrebbero invece andare avanti a riempirsi come un uovo perché è proprio adesso che i produttori devono svuotare i propri di magazzini, ovviamente vendendo a saldo entro il 30 giugno, anche, se ne- cessario, a grossisti e prestanome. Questo porterà una grossa mole di TV obsoleti a essere lanciati a prezzo “incredibile” nel secondo semestre, soprat- tutto sui polliciaggi medio-piccoli, con la maggiore pressione negli ultimi mesi dell’anno. Ovviamente, nella pioggia di offerte e sottocosto, saranno ben pochi (per non dire nessuno) i rivenditori “zelanti” a esplicitare il fatto che i TV in questione, almeno per la legge, diventino obsoleti entro qualche mese. Qualcuno starà già leccandosi i baffi, in attesa di succulenti affari, e fa bene: i TV cosiddetti “obsoleti” che vedremo a prezzi bassissimi, sono spesso ottimi TV che forse, in un futuro più o meno lontano, se mai ci sarà uno switch off al DVB-T2 HEVC in Italia, dovranno essere affiancati da un decoder esterno per continuare a ricevere le trasmissioni terrestri. Il problema è che la situazione è fluida e le istituzioni italiane non hanno ancora chiarito se intendono davvero procedere a un costoso e prematuro switch-off nel 2020-22 o se alla fine non se ne farà nulla, almeno in questi tempi. Perché se così fosse i TV obsoleti (solo per la legge) potrebbero veramente essere super-consigliati. In questo scenario di carente informazione ai consu- matori, una scelta del TV consapevole riguarderà probabilmente solo una percentuale ridottissima di acquirenti. La stragrande maggioranza degli utenti comprerà ignara TV in “offertissima”, salvo trasalire quando dovessero mai scoprire (tra pochi mesi, quando il Governo deciderà il da farsi con le frequenze TV) che il nuovo acquisto è già vecchio. Solo pochi sceglieranno coscientemente un TV HEVC o altrettanto coscientemente sceglieranno di acquistare un TV potenzialmente obsoleto valutandone concretamente i rischi. Ma non finirà con la fine dell’anno: siamo davvero curiosi di capire come potranno gli enti deputati al controllo (chi sono?) valutare la presenza in negozio di eventuali TV fuorilegge, in mancanza di trasmissioni DVB-T2 e HEVC e senza che ci sia l’obbligatorietà di una chiara certificazione, di un bollino o di qualsiasi altro segno distintivo. Il Far West televisivo che sta per iniziare è destinato non finire tanto presto. E nel Far West si salva solo chi è più furbo e spara per primo. Gianfranco GIARDINA Esclusiva: sono in arrivo incentivi e sconti per le auto elettriche Il Governo pensa a un piano di sostegno con contributi anche oltre i 5.000 euro, riduzione dell’IVA e dei costi di ricarica. L’annuncio dovrebbe arrivare il 27 maggio 02 Addio monopolio SIAE Fedez ha già scelto Soundreef Ora è ufficiale Finale di Champions su Premium in 4K 03 LG V10, qualità ma poco “appeal” 29 Le cinque serie TV da non perdere nei prossimi 2 mesi L’offerta di questa estate sarà molto ampia Abbiamo scelto le serie TV “imperdibili” quelle che accontenteranno proprio tutti 07 Il roaming costa meno ma gli operatori vincono ancora L’Europa ha imposto una diminuzione dei costi ma, conti alla mano, si scopre che le offerte degli operatori sono più convenienti iPad Pro 9.7”: bello Non sostituisce il PC 32 12 Canone Rai Il Ministero spiega chi paga e chi no 04 IN PROVA IN QUESTO NUMERO Denon Heos 1 Non solo multiroom 35 11

Transcript of MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al...

Page 1: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Pronti al Far West dei televisori?Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i pro-duttori di TV di interrompere la commercializzazione ai rivenditori e grossisti di TV che non siano DVB-T2 e HEVC. Quest’obbligo diventa poi operativo anche sullo scaffale dei negozi da inizio 2017, data dopo la quale sarà illegale vendere in Italia TV non aggior-nati al T2/HEVC. Il problema è, tra gli utenti, sono pochi ad essere informati, sia del nuovo obbligo che della sostanza della questione.

Si tratta – vogliamo chiarire - di una norma corretta, finalizzata a garantire la diffusione di un parco installato TV al passo con i tempi: senza un obbligo di questo tipo (che scatta non a caso in tempi in cui le due modifiche richieste comportano costi irrisori) sarà difficile, presto o tardi, pensare di passare, per esempio, a una codifica HEVC, più efficiente e già utilizzata per le trasmissioni 4K satellitari, terrestri e streaming. Una norma corretta che rischia però di lasciarsi dietro morti e feriti per la mancanza di informazione e la vaghezza (o potremmo dire la stravaganza) dei piani di gestione delle frequenze televisive nel nostro Paese.

È lecito aspettarsi che nel secondo semestre dell’anno fiocchino volantini con offertacce in supersconto sui TV “legalmente obsoleti”: i riven-ditori hanno pochi mesi per svuotare i magazzini. Magazzini che, da qui a giugno, paradossalmente, potrebbero invece andare avanti a riempirsi come un uovo perché è proprio adesso che i produttori devono svuotare i propri di magazzini, ovviamente vendendo a saldo entro il 30 giugno, anche, se ne-cessario, a grossisti e prestanome. Questo porterà una grossa mole di TV obsoleti a essere lanciati a prezzo “incredibile” nel secondo semestre, soprat-tutto sui polliciaggi medio-piccoli, con la maggiore pressione negli ultimi mesi dell’anno. Ovviamente, nella pioggia di offerte e sottocosto, saranno ben pochi (per non dire nessuno) i rivenditori “zelanti” a esplicitare il fatto che i TV in questione, almeno per la legge, diventino obsoleti entro qualche mese.

Qualcuno starà già leccandosi i baffi, in attesa di succulenti affari, e fa bene: i TV cosiddetti “obsoleti” che vedremo a prezzi bassissimi, sono spesso ottimi TV che forse, in un futuro più o meno lontano, se mai ci sarà uno switch off al DVB-T2 HEVC in Italia, dovranno essere affiancati da un decoder esterno per continuare a ricevere le trasmissioni terrestri. Il problema è che la situazione è fluida e le istituzioni italiane non hanno ancora chiarito se intendono davvero procedere a un costoso e prematuro switch-off nel 2020-22 o se alla fine non se ne farà nulla, almeno in questi tempi. Perché se così fosse i TV obsoleti (solo per la legge) potrebbero veramente essere super-consigliati.

In questo scenario di carente informazione ai consu-matori, una scelta del TV consapevole riguarderà probabilmente solo una percentuale ridottissima di acquirenti. La stragrande maggioranza degli utenti comprerà ignara TV in “offertissima”, salvo trasalire quando dovessero mai scoprire (tra pochi mesi, quando il Governo deciderà il da farsi con le frequenze TV) che il nuovo acquisto è già vecchio. Solo pochi sceglieranno coscientemente un TV HEVC o altrettanto coscientemente sceglieranno di acquistare un TV potenzialmente obsoleto valutandone concretamente i rischi.

Ma non finirà con la fine dell’anno: siamo davvero curiosi di capire come potranno gli enti deputati al controllo (chi sono?) valutare la presenza in negozio di eventuali TV fuorilegge, in mancanza di trasmissioni DVB-T2 e HEVC e senza che ci sia l’obbligatorietà di una chiara certificazione, di un bollino o di qualsiasi altro segno distintivo. Il Far West televisivo che sta per iniziare è destinato non finire tanto presto. E nel Far West si salva solo chi è più furbo e spara per primo.

Gianfranco GIARDINA

Esclusiva: sono in arrivo incentivi e sconti per le auto elettricheIl Governo pensa a un piano di sostegno con contributi anche oltre i 5.000 euro, riduzione dell’IVA e dei costi di ricarica. L’annuncio dovrebbe arrivare il 27 maggio02

Addio monopolio SIAE Fedez ha già sceltoSoundreef

Ora è ufficialeFinale di Champions su Premium in 4K03

LG V10, qualità ma poco “appeal”

29

Le cinque serie TV da non perdere nei prossimi 2 mesiL’offerta di questa estate sarà molto ampia Abbiamo scelto le serie TV “imperdibili” quelle che accontenteranno proprio tutti

07

Il roaming costa meno ma gli operatori vincono ancora L’Europa ha imposto una diminuzione dei costi ma, conti alla mano, si scopre che le offerte degli operatori sono più convenienti

iPad Pro 9.7”: bello Non sostituisce il PC

32

12

Canone Rai Il Ministero spiega chi paga e chi no 04

IN PROVA IN QUESTO NUMERO

Denon Heos 1 Non solo multiroom

35

11

Page 2: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 2

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Giulio MINOTTI

I sostenitori dell’auto elettrica, o più

in generale della mobilità sosteni-

bile, hanno sicuramente seguito e

apprezzato in queste ultime settimane

il piano di incentivi alla mobilità elet-trica varato dal Governo tedesco, un

miliardo di euro tra sovvenzioni e infra-

strutture.

Ebbene, l’Italia non è da meno: il giorno

chiave sarà il prossimo 27 maggio. È il

giorno in cui il Governo italiano presen-

terà una carta d’intenti per misure deci-

se e urgenti per lo sviluppo del settore

delle auto elettriche.

Il 27 maggio non è una data scelta a

caso, poiché l’annuncio avverrà in con-

comitanza con un evento che si terrà

in quei giorni presso la pista ACI-SARA

di Lainate/Arese, nei pressi del nuovo

centro commerciale. La manifestazione

in programma è proprio dedicata ai set-

tori delle due e quattro ruote mosse da

sola elettricità (rEVolution Electric Dri-ve Days, questo il nome) e, tra l’altro, è

già previsto che sia anche il palcosce-

nico per la presentazione della “Carta

di Arese”, la carta di intenti sul tema

che il Governo potrebbe fare sua, sot-

toscrivendola come primo firmatario.

Sono diversi i tavoli tecnici che in que-

MERCATO Dopo la Germania, anche l’Italia si muove sul fronte della mobilità elettrica: il Governo sta per varare un piano di sostegno

Il Governo pensa a incentivi e sconti per le auto elettricheContributi anche sopra i 5.000 euro, riduzione dell’IVA e abbattimento dei costi di carica. L’annuncio atteso per il 27 maggio

ste settimane coinvolgono la Presiden-

za del Consiglio e i Ministeri, ma sulla

base delle indiscrezioni che abbiamo

raccolto i punti chiave degli interventi

sarebbero già delineati, e fondamen-

talmente sono tre.

Il primo, ovvio, è intervenire per ab-

battere il costo d’acquisto dei veicoli

elettrici. Per questo dovrebbe essere

messo in campo un incentivo con un

meccanismo simile a quello che fu ti-

midamente proposto nel 2014, in cui

parteciperanno sia le Case che lo Stato

per proporre uno sconto sostanzioso

al cliente. Si sta parlando in queste ore

di cifre massime dei contributi anche

al di sopra dei 5.000 euro, che era il

tetto massimo nella passata edizione.

Inoltre è in discussione la diminuzione

dell’IVA per questi veicoli, portandola

al 10%, passo ulteriore che farebbe

scendere non di poco il costo iniziale.

Il secondo punto in discussione è la

possibilità di abbassare il costo del-

l’energia elettrica dedicata all’autotra-

zione. Attualmente per le tariffe al kWh

il prezzo è imposto a 0.40 euro, costo

ben superiore al costo industriale del-

l’energia e fattore che frena in parte lo

sviluppo del settore.

Il terzo punto, ma non in ordine d’im-

portanza, è la crescita dell’infrastrut-

tura di ricarica. Da questo punto di

vista l’Italia non è messa malissimo ma

manca ancora di una parte fondamen-

tale: le ricariche “fast” sulle principali

direttrici. La possibilità di trovare punti

di ricarica veloci (sia a corrente alter-

nata che continua) a intervalli regolari,

e adatti a tutti i tipi di vetture, darebbe

una spinta ulteriore, togliendo l’ansia

da autonomia e permettendo l’uso

anche al di fuori dei contesti urbani.

Per questo il Governo potrebbe deci-

dere di destinare dei fondi anche per

co-finanziare nuove e più performanti

stazioni di ricarica, sulla scia di quanto

già fatto in altri paesi dove esistono dei

veri e propri corridoi elettrici.

Il piano è sicuramente ambizioso, e da

qui alla fine di maggio saranno coin-

volti nelle trattative tutti i protagonisti,

in primis i Ministeri, per capire come e

dove trovare le coperture necessarie;

ma anche le Case automobilistiche,

che dovranno metterci un impegno

economico diretto, e i principali distri-

butori energetici che si occupano delle

reti di ricarica, che dovranno passare a

fatti concreti dopo anni di promesse o

poco più. Dal canto nostro, vi aggiorne-

remo costantemente e non manchere-

mo all’importante appuntamento.

di Michele LEPORI

L’attivissimo Wall Street Journal,

dopo le indiscrezioni sull’acqui-sizione di DreamWorks Anima-

tion, si pone ancora sotto i riflettori per

aver riportato un’altra trattativa di part-

nership. Stavolta però sono due giganti

che vogliono convolare a nozze, e più

MERCATO I rumor che vogliono Google alla ricerca di un partner per il suo progetto di guida autonoma si susseguono da mesi

Google si affiderà a Fiat per le auto a guida autonoma? Tutte le grandi case le sono state più o meno avvicininate, ma pare che il gruppo Fiat Chrysler sia la scelta definitiva

precisamente Google e Fiat.

Pur essendo un gigante tecnologico,

Google da sola non ha il know how

per imbastire una catena di produzio-

ne automobilistica: un problema non

da poco, la cui soluzione sta nella

partnership con un nome consolidato.

A dicembre era Ford, prima ancora si

speculava sui brand tedeschi e ora è la

volta di Marchionne e Fiat Chrysler.

Sarà la volta buona? Ci vuole pazienza,

ma stando a quanto commentato da

Karl Brauer di Kelley Blue Book (azien-

da di ricerche di mercato specializzata

in ambito automotive): “... siamo in un

momento dove le aziende dell’hi-tech

stanno cercando di capire come pas-

sare da software, interfacce e prodotti

personali all’estremamente più compli-

cato mondo delle 4 ruote. Viceversa,

per rimanere competitivi nell’industria,

è partita la corsa allo spazio perché lì

ci saranno i grossi investimenti futuri.

Una partnership Google-Fiat mette-

rebbe entrambe in posizione dominan-

te”. Ovviamente, nessuno conferma

ma nemmeno smentisce.

Page 3: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 3

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Giulio MINOTTI

L o scorso 10 aprile è scaduto il termi-

ne per recepire la direttiva europea

26 del 2014 sulla gestione collettiva

del diritto d’autore che impone agli Stati

membri l’apertura a nuovi operatori del

mercato. Cosa che di fatto contrasta col

sistema vigente in Italia, laddove il tutto è

gestito dalla SIAE in regime di monopolio

garantito dalla legge. La normativa euro-

pea, per la quale tra l’altro rischiamo una

procedure di infrazione UE, consente

agli artisti piena libertà di scelta sulla so-

cietà a cui affidare la gestione dei propri

diritti e che, in pratica, metterebbe fine

al monopolio della SIAE. Ed è sulla base

di questo presupposto che è nata tem-

po addietro Soundreef, una startup che

si è fatta conoscere per il suo efficace

sistema per la raccolta dei diritti musi-

cali: l’azienda, pur essendo fondata dal-

l’italiano Davide D’Atri, non può dunque

operare in Italia se non tramite la società

controllata britannica. Oggi l’attività di

Soundreef si trova ad essere appoggiata

MERCATO Alcuni imprenditori chiedono di recepire la direttiva europea sul diritto d’autore

300 aziende e imprenditori al Governo Il monopolio SIAE per i diritti deve finire Una direttiva europea impone l’apertura a nuovi operatori e la fine del monopolio SIAE

da oltre 300 azien-

de ed imprenditori

italiani nel campo

del digitale, che

hanno deciso di

unirsi e inviare una

lettera aperta a

Matteo Renzi, e in

copia conoscenza

al ministro della

Cultura France-

schini, per chiede-

re il pieno recepimento della normativa

europea. “Come innovatori, investitori

ed imprenditori ci rivolgiamo a Lei per

far sì che l’Italia colga un’occasione sto-

rica per far entrare la propria industria

della musica nella modernità. Una rivo-

luzione copernicana sta scuotendo l’in-

dustria musicale in Europa – la tecnolo-

gia ha reso possibile remunerare autori

ed editori per i singoli utilizzi delle loro

opere su tutti i canali di fruizione, senza

ingiustificati ritardi e opacità “.

Ricordiamo, infatti, che l’attività di

Soundreef ha come presupposto il mo-

nitoraggio con sistemi digitali di ogni

singolo passaggio di un brano consen-

tendo di determinate in modo preciso

e puntuale le somme dovute agli autori.

Il recepimento della direttiva è tuttora

in discussione alla Camera, dove però

ha già superato il termine ultimo del

10 aprile e ha trovato l’opposizione del

Ministro Franceschini, che ha sostenuto

che “in Europa si guarda con invidia alla

situazione italiana”; l’ipotesi più probabi-

le resta una riforma della SIAE cui però

non segua la caduta del regime di mo-

nopolio.

MERCATO Dopo il riconoscimento ufficiale in Inghilterra, Soundreef raccoglierà i diritti d’autore di Fedez

Fedez lascia la SIAE e abbraccia SoundreefL’accordo firmato a Milano tra lo stesso rapper e l’amministratore delegato di Soundreef

di Michele LEPORI

I l rapper Fedez ha annunciato di aver

firmato un modulo di disiscrizione

dalla SIAE e di aver ceduto i propri

diritti d’autore alla neonata Soundreef,

che lo scorso 18 marzo è stata ricono-

sciuta ufficialmente in UK per la raccolta

dei diritti d’autore. L’azienda, pur essen-

do fondata dall’italiano Davide D’Atri,

opera dunque in Italia tramite la società

britannica. Il nuovo accordo che leghe-

rà le due parti sarà valido dal 1° gen-

naio 2017, con la benedizione dell’AD

di Soundreef e - più importante - della

Commissione Europea, che ha stabilito

come “...un autore si possa iscrivere

alla collecting che vuole”. In conferen-

za stampa, il rapper ha sottolineato di

voler sostenere chi fa di meritocrazia

e trasparenza i propri valori fondanti e

ha commentato così il passaggio: “Non

voglio demonizzare la SIAE

ma ci sono problemati-

che difficili da superare e

Soundreef è un’alternativa

fresca”. Con la sua decisio-

ne, che ha un sapore senza

dubbio innovativo, l’artista

intende riaccendere il di-

battito sul monopolio SIAE

in Italia, nella speranza di

un intervento legislativo al più presto:

“C’è una legge da fare in maniera tem-

pestiva”, ha sottolineato Fedez in con-

ferenza stampa.

Dal canto suo, la SIAE ha prontamente

replicato dichiarandosi dispiaciuta per

la decisione dell’artista italiano e ha cri-

ticato alcune sue affermazioni in quanto

derivanti da informazioni inesatte: “Ab-

biamo preso atto della scelta di Fedez e

certamente ci dispiace perdere uno dei

nostri 80.000 associati. Continuiamo a

stimare ed apprezzarlo come autore e

come artista e tuttavia riteniamo che

talune sue dichiarazioni siano frutto di

una non corretta informazione”.

La notizia arriva a poco più di una setti-

mana dall’uscita sul mercato del nuovo

lavoro del rapper in collaborazione con

J-Ax e Davide Pretella.it, Vorrei ma non

posto, in arrivo il 6 maggio.

Samsung pronta a investire nei TV OLEDLg e Samsung cercano di scalfire le rispettive posizioni di leadership nella produzione di display per TV e smartphone

di Dario RONZONI

È derby coreano nel mercato OLED. Si stanno delineando in le strategie di sviluppo dei due co-lossi, sempre più concentrati sul-l’OLED ma con approcci diversi.Si vocifera infatti che, con un in-vestimento di 2-3 mila miliardi di won, Samsung preveda di aprire entro il terzo trimestre dell’anno una linea produttiva di pannelli a Tangjeong, con il chiaro intento di competere più efficacemente con LG nel mercato dei pannelli TV. E questo, aggiungiamo noi, po-trebbe dare il via libera alla pro-duzione di una linea di TV OLED da presentare ufficialmente al prossimo CES di Las Vegas. Nel mentre, la stessa fonte parla di nuovi stanziamenti da parte di LG nel campo della tecnologia OLED dedicata al mercato mobile, con un investimento stimato di 1.500 miliardi di won. Il mercato OLED per mobile è al momento con-trollato quasi interamente (95%) da Samsung, posizione di semi-monopolio che i recenti accordi con Apple per la produzione di display per i nuovi iPhone po-trebbe ulteriormente rafforzare. Il mercato OLED mobile raggiunge-rà secondo le stime un giro d’af-fari complessivo di 25 miliardi di dollari entro quest’anno.La mossa di LG va letta anche alla luce delle politiche dei produtto-ri cinesi, come Huawei e Xiaomi, che recenti rumor indicano come possibili nuovi attori nel mercato degli smartphone dotati di display OLED.

Page 4: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 4

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Roberto PEZZALI

l l Ministero dello Sviluppo Economi-

co settore “Comunicazioni” con una nota ha voluto chiarire cosa si intende

per “apparecchio televisivo”. La nota è la

diretta conseguenza alle critiche mosse dal Consiglio di Stato, che ha bocciato il

decreto sul canone proprio per la man-

canza di una definizione chiara di quali

siano i prodotti per i quali è necessario

pagare e quali siano invece i casi in cui si

può richiedere l’esenzione dal pagamen-

to. Tutto a posto? Non tanto, perché la

nota che dovrebbe far chiarezza in realtà

lascia qualche dubbio e qualche “buco”

Si legge infatti che “per apparecchio tele-

visivo si intende un apparecchio in grado

di ricevere, decodificare e visualizzare il

segnale digitale terrestre o satellitare di-

rettamente (in quanto costruito con tutti

i componenti tecnici necessari) o tramite

decoder o sintonizzatore esterno.” Per

essere ancora più preciso il Ministero

chiarisce che “per sintonizzatore si inten-

de un dispositivo, interno o esterno, ido-

neo ad operare nelle bande di frequenza

destinate al servizio televisivo secondo

almeno uno degli standard previsti nel

sistema televisivo italiano per poter rice-

vere il relativo segnale TV.”

Quali siano queste bande lo spiega l’ulti-

mo paragrafo: si parla di un “sintonizzato-

re per il digitale terrestre o satellitare”. Il

Ministero precisa anche che “computer,

smartphone, tablet e ogni altro dispositi-

vo non costituiscono apparecchio televi-

sivo se privi di questo sintonizzatore”.

Nella nota emessa dal ministero c’è una

leggera contraddizione: prima si dice che

un apparecchio televisivo è adattabile a

ricevere, visualizzare o decodificare un

segnale tramite decoder esterno, e poi si

dice che computer, smartphone, tablet e

ogni altro dispositivo non sono apparec-

chi televisivo se privi di questo sintoniz-

zatore. Quello che il Ministero vuole dire

con la nota è che non solo l’apparecchio

dev’essere adattabile, ma che la persona

per pagare il canone deve effettivamen-

te possedere il decoder che gli permette

di vedere le trasmissioni. L’apparecchio

quindi non dev’essere solo “adattabile”

(al giorno d’oggi ogni schermo è adatta-

bile a ricevere la TV, anche il display LCD

di un frigorifero), ma proprio adattato:

videoproiettori, monitor e tutti i TV con

tuner analogico, se non sono collegati ad

un decoder, non pagano il canone.

Abbiamo chiesto un parere al Ministero,

e in attesa di una risposta ci siamo rivol-

ti anche al numero verde Rai che ci ha

confermato che un proiettore o un televi-

sore privi di tuner DVB-T e non collegati

ad un sintonizzatore esterno sono esenti

dal pagamento del canone. Questo apre

scenari interessanti: un vecchio TV o un

videoproiettore collegati per esempio

allo Sky Online TV Box non pagano, così

come non paga una Xbox One con a bor-

do le app della Rai, di La7 e altre app per

la visione della TV in streaming. Non si

paga neppure se si usa Chromecast, se

si compra un set top box Nexus Player

MERCATO Una nota emessa dal Ministero cerca di chiarire cosa si intende per apparecchio televisivo, chi deve pagare e chi no

Ecco chi paga il canone Rai e chi no, ma non tutto è chiaroLa nuova generazione di utenti che predilige lo streaming può anche trovare soluzioni per non pagare i 100 euro del canone

di Google e si usano le app e la rete per

guardare i canali TV. Soluzioni di nicchia,

certo, ma con la tecnologia che viaggia a

passi da gigante con il passare del tem-

po saranno sempre di più le persone che

troveranno soluzioni per fruire della TV

via rete e in mobilità.

Tablet, smartphone e PC non pagano?

Non è del tutto vero neppure questo,

perché come ci ha confermato l’operato-

re del numero verde Rai e come sottoin-

tende la nota se qualcuno ha acquistato

uno di quei piccoli tuner da collegare ad

un tablet, oppure si è dotato del tuner TV

per Xbox One, è tenuto a pagare ugual-

mente il canone Rai. La stessa cosa vale

se il computer ha all’interno una scheda

tuner, opzione questa rara con la sparizio-

ne dei media center ma sempre possibi-

le. Fermo restando che lo streaming non

può pagare, ed è giusto così, il Ministero

si è fissato sul concetto di apparecchio

televisivo quando l’unico elemento che

alla fine conta quando si deve decidere

chi paga e chi no è la presenza del tuner.

Bastava semplicemente dire che “è tenu-

to a corrispondere il canone Rai chi ha

in casa almeno un sintonizzatore/tuner

capace di ricevere canali TV da digitale

terrestre o da satellite, sia esso integra-

to in un TV o in una qualsiasi periferica

esterna (decoder, set top box, schede

per PC e chiavette USB).”

MERCATO L’emittente satellitare ha divulgato i dati finanziari, positivi a eccezione dell’Italia

Sky: dimezzato l’utile, ma aumentano gli abbonatiL’utile operativo in Italia a marzo 2016 è calato del 49% rispetto allo stesso periodo del 2015

di Dario RONZONI

Sky ha diffuso i dati relativi ai nove

mesi al marzo 2016 per quanto

riguarda nuovi prodotti, numero

di abbonamenti, ricavi e utili operativi,

suddivisi tra le tre principali aree geo-

grafiche di competenza (Regno Unito e

Irlanda, Germania e Austria, Italia).

Nel complesso si assiste a un segno posi-

tivo su tutta la linea, con il netto distinguo

dell’utile operativo di Sky Italia, calato a

marzo 2016 del 49% rispetto allo stesso

periodo dello scorso anno (22 milioni di

sterline contro 43). In lieve calo anche i

ricavi totali del ramo italiano (-2%), pas-

sati da 1,508 miliardi

di sterline a 1,475

miliardi. Aumenta in-

vece il numero degli

abbonamenti, atte-

statisi nella Penisola

a 4 milioni 734mila (a

luglio 2015 erano 4

milioni 688mila).

Il consistente calo

negli utili della divi-

sione italiana va imputato in primo luogo

agli investimenti stanziati per il lancio del

nuovo servizio Sky Box Sets, che da solo

ha pesato per circa 16 milioni sul bilancio

complessivo.

Il bilancio anticipa anche qualche novità:

arriveranno ad esempio entro fine anni

l’app Sky Kids e l’app Sky Sport per tablet

e smartphone, mentre resta in roadmap

il lancio di Sky Q previsto per il 2017.

MERCAT0

Il Galaxy S7 fa volare SamsungSpinti dalle ottime vendite dei Galaxy S7 e S7 Edge, i conti di Samsung nel primo trimestre del 2016 fanno regi-strare significativi incrementi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’utile netto è cresciuto del 12%, men-tre il fatturato complessivo ha fatto registrare un incremento del 5,7% rispetto al 2015. Samsung, sull’onda dell’entusiasmo, prevede ulteriori segni positivi anche nei prossimi trimestri. Sul fronte display, meno entusiasmanti i dati relativi al giro di affari per i pannelli LCD (perdite per 270 miliardi di won), fiaccati da un trend che sembra entrato in un’inevi-tabile fase discendente.

Page 5: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 5

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Trimestrale Apple: iPhone vende meno e gli utili calano per la prima volta dal 2003Calano gli introiti per Cupertino Prima battuta d’arresto in 13 anni Colpa del calo delle vendite di iPhone e della contrazione del mercato cinese Tim Cook resta però ottimista di Dario RONZONI

Apple ha annunciato i risultati fi-nanziari del secondo trimestre fi-scale 2016: per la prima volta dal 2003 i dati mostrano un calo nel fatturato e negli utili, passati rispet-tivamente da 58 e 13,6 miliardi di dollari dello scorso anno a 50,6 e 10,5 miliardi. Al di là delle dichia-razionidi Tim Cook, focalizzate sul periodo particolarmente turbo-lento a livello macroeconomico, il dato è di per sé significativo. Cer-to, una crescita costante, specie in un mercato sempre più saturo come quello smartphone, è pura utopia e una frenata era più che prevedibile. E non a caso sono proprio i dati di vendita di iPhone a pesare in maniera sostanziale sui bilanci della Mela: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono stati venduti oltre 10 milioni di esemplari in meno (51,2 milioni di pezzi, con un fatturato in calo del 18%). Non benissimo neppure iPad e iMac (-19% e -9% di revenue). Apple dipende dal mercato estero per il 67% del fatturato complessi-vo. Il netto calo del mercato cinese (-26%) è un altro fattore collegabi-le ai dati non entusiasmanti. Vista la situazione generale, Apple resta cauta anche sulle proiezioni rela-tive al prossimo trimestre fiscale, dove prevede un fatturato com-preso tra i 41 e i 43 miliardi di dol-lari, contro i 49,6 miliardi registrati nel terzo trimestre del 2015.

di Roberto PEZZALI

Sono tutti colpevoli, anche se la multa

più alta colpisce Mediaset che ha

avuto il ruolo di regista: l’Autorità Ga-

rante della Concorrenza e del Mercato ha

chiuso con 66 milioni di euro di multe l’in-

dagine sulla spartizione dei diritti TV della

Serie A per il triennio che va dal 2015 al

2018. Una questione aperta da tempo, le-

gata a quel famoso accordo sotto banco

per spartirsi nel migliore dei modi i pac-

chetti A, B e D delle licenze di trasmissio-

ne. L’accordo ha di fatto ribaltato l’esito

delle buste, e secondo l’Agcm la gara

d’appalto è stata alterata violando una

serie di normative europee. Mediaset do-

vrà così pagare 51 milioni di euro, la Lega

Calcio 1,9 milioni, Sky 4 milioni e InFront,

l’advisor della lega, 9 milioni di euro. La

multa a Sky è ridotta in quanto la pay TV

si sarebbe in primo luogo rifiutata di ac-

cettare l’accordo, per poi essere indotta

da Mediaset a firmarlo. Sky si è inoltre di-

mostrata collaborativa nelle indagini, cosa

che ha portata alla riduzione della pena.

La questione si conclude quindi con un

colpo puramente economico, soprattutto

per le casse di Mediaset: l’asta e l’accordo

infatti restano validi, l’Agcm non si è spin-

ta infatti a chiedere l’annullamento della

gara, cosa che avrebbe avuto conse-

guenze ben più pesanti su tutto il sistema

calcio. Ecco la risposta di Mediaset:

“Mediaset è letteralmente allibita dal-

l’odierna decisione dell’Antitrust. Infonda-

ta, basata su un teorema costruito sulla

sabbia e del tutto privo di qualsiasi riscon-

tro probatorio. Decisione su cui Mediaset

ricorrerà immediatamente nelle sedi

competenti con istanza urgente di so-

spensiva, certa di un esito ben diverso. La

disparità di trattamento tra i vari soggetti

coinvolti - marchiana quella tra Mediaset

e Sky - poiché si parla di “ripartizione del

mercato”, è priva di qualsiasi giustifica-

zione. Di più: la ricostruzione dei fatti da

parte dell’Agcm esplicita che l’Autorità

avrebbe invece auspicato l’eliminazione

del secondo soggetto assegnatario dei

diritti, Mediaset. Con il risultato di elimina-

re la concorrenza nella trasmissione dei

match di Serie A. In altre parole:un’Autori-

tà Antitrust che incoraggia il trust. E’ certo

invece che l’assegnazione dei diritti ha

prodotto benefici per tutti i soggetti: mon-

do del calcio, telespettatori e operatori

tv. La Lega Serie A ha incassato la cifra

più alta di sempre: oltre 1 miliardo di euro

all’anno. Corrispettivo frutto di un aspro

duello tra offerte economiche di operatori

diversi che peraltro ha visto Mediaset so-

stenere la quasi totalità dell’incremento

dei costi rispetto al triennio precedente,

nonostante nel nuovo contratto il numero

delle squadre Mediaset sia calato da 12

a otto. In secondo luogo, il fatto che i di-

ritti non siano finiti in esclusiva a un’unica

pay tv ha garantito ai consumatori il van-

taggio del confronto pluralistico tra offer-

te e listini di due operatori in concorren-

za. Esattamente il contrario, quindi, delle

“intese anticoncorrenziali” lamentate dal-

l’Autorità. Colpisce infine, da quanto risul-

ta dai passaggi citati dal provvedimento,

che l’Autorità delle Comunicazioni abbia

dato una lettura completamente diversa

se non opposta a quella stupefacente di

oggi dell’Antitrust. Di fronte all’infonda-

tezza delle tesi dell’Agcm e all’inusitata

disparità di trattamento tra gli operatori

televisivi coinvolti, Mediaset è certa che

l’odierna decisione non supererà il vaglio

dei gradi successivi di giudizio immedia-

tamenti attivati”.

MERCATO Indagine sui diritti TV della Serie A: multati Mediaset, Sky, Lega calcio e Infront

Diritti TV, multa da record per Mediaset Ma la spartizione dei diritti, nonostante gli illeciti commessi, rimane comunque valida

MERCATO Violazioni commesse online da trattare come qualsiasi altra violazione del copyright

Pirateria online: proposta shock del Governo inglese Cameron vuole aumentare fino a 10 anni la pena detentiva per il reato di pirateria digitale

di Alvise SALICE

U no studio commissionato a inizio

2015 in Regno Unito dall’Intellec-

tual Property Office, l’Ufficio per

la tutela della Proprietà Intellettuale,

concluse che le sanzioni penali per la

Violazione del Copyright (regolata con

legge “Copyrights, Designs and Patents

Act” del 1988) dovrebbero essere irro-

gate con la stessa severità riservata alla

contraffazione e ad altri reati simili. Da lì,

è stato breve il passo per giungere ad

un’apposita consultazione, lanciata dal

Governo UK per valutare se le violazio-

ni commesse online vadano trattate o

meno alla stregua di qualsiasi altra vio-

lazione del copyright.

Londra è giunta ad una conclusione af-

fermativa: appena possibile, Cameron

intende chiedere al Parlamento l’appro-

vazione di una legge in cui la reclusione

per la pirateria online viene innalzata da-

gli attuali 2 fino a 10 anni.

Una proposta potenzialmente rivolu-

zionaria, che Baroness Neville-Rolfe,

Ministro per la Proprietà Intellettuale, ha

edulcorato annunciando grande cautela:

la priorità sarà varare un salvacondotto

processuale per quegli utenti sbadati o

comunque parzialmente innocui, che si

limitano a condividere file piratati senza

trarne alcun profitto. E’ infatto lo scopro

di lucro il baricentro penale attorno a cui

ruota il disegno prossimamente al vaglio

del Parlamento: vero bersaglio della

nuova legge saranno le organizzazioni

strutturate per lo smistamento illecito di

grandi quantità di contenuti pirata.

Page 6: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 6

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Arriva il tasto Wuaki.TV sui telecomandi HisenseHisense ha prodotto una nuova serie di Smart TV, disponibili da maggio, con tasto integrato Wuaki.TV sul telecomando di Gaetano MERO

Wuaki.tv, servizio di video on demand in streaming che fa capo al gruppo giapponese Rakuten, ed il produttore di TV Hisense hanno deciso di unire le forze ed avviare una partnership per risultare maggiormente com-petitivi nei rispettivi settori di appartenenza. I frutti di questa collaborazione li vedremo molto presto, difatti la nuova genera-zione di Smart TV Hisense pre-vista per maggio sarà dotata di telecomando con tasto dedicato Wuaki.tv, un modo per rendere facile ed immediato all’utente l’accesso ai contenuti offerti dalla piattaforma. Il riferimento a quan-to già fatto da Netflix con alcuni produttori di TV è evidente, ma la posizione importante di Hisense nel mercato TV globale potrebbe alimentare ulteriormente la con-correnza nei servizi di streaming video. I Paesi interessati dai nuovi dispositivi saranno dapprima Ita-lia, Regno Unito, Germania, Spa-gna, Francia, Irlanda e Austria, in cui Wuaiki.tv è già disponibile. L’operazione sarà estesa a Olan-da, Belgio, Portogallo e Svizzera entro la fine dell’anno con l’arrivo nei relativi mercati del servizio di video streaming.Wuaki.tv si impegnerà, infine, ad offrire servizi speciali attraverso promozioni ad hoc per i clienti Hisense durante tutto il 2016.

di Michele LEPORI

L a notizia è di quelle davvero im-

portanti: Comcast, il più grande

fornitore di TV via cavo degli Sta-

ti Uniti sotto l’egida del gruppo NBC

Universal, ora è ancora più grande

perché sotto la propria egida vie-

ne acquisito anche il noto marchio

DreamWorks Animation. Lo studio, co-

fondato da Spielberg ed autore negli

anni di successi animati quali Kung Fu

Panda e Shrek, viene inglobato per

3,8 miliardi dollari e manda in secondo

piano un mostro sacro come Disney.

L’informatissimo WSJ aveva dato noti-

zia di trattative più o meno in corso fra

i 2 CdA, ma l’idea era che l’operazione

richiedesse tempo e pazienza: niente

di più sbagliato, poiché dopo qual-

che giorno di titoli in ascesa in borsa,

è arrivato l’annuncio che mette fine

alle voci di DWA in cerca di un com-

pratore. Game, set e match per NBC

e Universal, che con l’aiuto della neo-

arrivata puntano a sviluppare il brand

sul mercato cinese, che si pensa su-

MERCATO Comcast (NBC) ha acquisito lo studio di animazione co-fondato da Steven Spielberg

NBC ha acquistato DreamWorks Animation Accordo raggiunto per un importo di 3,8 miliardi dollari, si attende solo l’OK dell’antitrust

perare quello americano già dal pros-

simo anno. Sarebbe anche in cantiere

un parco a tema poco fuori Pechino,

dove Comcast pensa di poter avere

grossi rientri di capitale dopo investi-

menti superiori ai 3 miliardi dollari.

Ora la parola passa all’antitrust, che

già lo scorso anno aveva messo i ba-

stoni fra le ruote al gruppo capitanato

dal CEO Brian Roberts per il tentativo

di acquisizione di Time Warner Cable

per 44 miliardi dollari: se a questo giro

le carte saranno in regola, entro fine

anno si avrà una finalizzazione del

processo.

di Gianfranco GIARDINA

N on arriveranno in tempo per

Europei e Olimpiadi, anche se sa-

rebbero stati perfetti, soprattutto

per “arredare” bar e locali pubblici tipi-

camente estivi.

Si tratta dei nuovi proiettori professio-

nali Acer, che la società ha svelato alla

Global Press Conference a New York. Si

tratta di apparecchi non certo pensati

per la casa, con luminosità molto alte

(possono arrivare fino a 6000 lumen)

e ottica basculante sui due assi e inter-

TV E VIDEO Acer approccia il mercato della videoproiezione professionale con la nuova Serie S7

Serie S7, Acer scommette sulla videoproiezione proAcer lancia tre proiettori con differenti risoluzioni e con 5 ottiche per ogni tipo di installazione

cambiabile, per incontrare tutte le esi-

genze di installazione.

La nuova serie S7 si compone di tre

modelli differenziati per risoluzioni (WU-

XGA, 1080p e XGA) e si basa su un pro-

getto in grado di funzionare perfetta-

mente, anche in termini di dissipazione

termica, a prescindere dalla posizione

e dalla modalità in cui viene collocato,

caratteristica ideale soprattutto per le

installazioni museali (sarebbero serviti

per esempio per Expo). Le cinque ot-

tiche disponibili, poi, consentono una

versatilità di installazione non comune,

con la possibilità di proiettare anche da

fondo sala in ambienti di grandi dimen-

sioni, evitando così fastidiosi ingombri

a metà sala per le installazioni mobili;

o dualmente, per installazioni molto

ravvicinate, per esempio per proiettare

in verticale dal soffitto sul pavimento.

I prezzi previsti dipendono molto dal

modello e soprattutto dall’ottica scelta,

ma si parte da circa 3000 euro; la dispo-

nibilità in Italia è prevista a partire dal

terzo trimestre di quest’anno.

Page 7: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 7

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Roberto PEZZALI

Telefonare, navigare e mandare messaggi in uno

dei Paesi dell’Unione Europea a partire da saba-

to 30 aprile costa meno. È scattata infatti la prima

fase di taglio dei costi fortemente voluta dall’Unione

Europea, un percorso di rivoluzione delle tariffe in otti-

ca comunitaria che si chiuderà il prossimo anno, a metà

giugno, con l’abolizione totale dei costi di roaming. Se

il prossimo anno chi sarà in vacanza all’estero in uno

dei paesi membri dell’Unione potrà telefonare, naviga-

re e mandare messaggi alla stessa identica tariffa del

suo abbonamento nazionale, le nuove tariffe partite il

30 aprile permetteranno di risparmiare comunque dal

70 al 75% a seconda del piano tariffario utilizzato. La

tabella qui sotto illustra cosa succedeva fino a pochi

giorni fa se eravamo ad esempio in Francia e cosa suc-

cede ora con le nuove tariffe.

La novità più evidente è l’introduzione nelle nuove nor-

me della tariffa nazionale: se prima si pagava un fisso a

prescindere dalla tariffa dell’operatore locale, da saba-

to la base è la propria tariffa abituale sulla quale viene

aggiunto un costo fisso al minuto per le chiamate, a

messaggio per gli SMS e a MB per la navigazione. Il

costo fisso imposto dall’UE sarebbe di 0,05€ al minuto

per le chiamate in uscita, 0,01€ al minuto per quelle in

entrata, 0,02€ per gli SMS e di 0,05€ per MB di navi-

gazione, ma si tratta di tariffe IVA esclusa pertanto nella

tabella sopra le abbiamo già adeguate. Il massimo van-

taggio con le nuove tariffe lo ottiene chi ha un piano

tariffario con minuti, SMS e navigazione inclusa, per-

ché chiamate, messaggi e navigazione vengono scalati

dalle soglie e si paga solo l’extra. Nella tabella sotto

abbiamo confrontato quello che si pagava e quello che

si paga a partire da sabato 30 aprile con un profilo di

consumo medio, il risparmio è notevole.

MERCATO Sabato 30 aprile (finalmente) è scattata una riduzione media del 70% delle tariffe di roaming nei Paesi europei

Ora chiamare e navigare all’estero costa menoIl risparmio c’è, ma le offerte degli operatori telefonici risultano ancora più vantaggiose. Abbiamo fatto tutti i confronti

L’Unione Europea, nel suo impegno per abbattere i

confini digitale dell’Unione, chiede ai consumatori

soprattutto due cose: la prima è di verificare che gli

operatori non abbiano promozioni per l’estero più

convenienti, la seconda è di fare un uso responsabile

delle nuove tariffe (il cosiddetto “fair use”), soprattutto

a partire dal prossimo anno quando verranno elimi-

nati i costi. Da metà 2017 niente impedirebbe di ac-

quistare per esempio la SIM di un operatore francese

con tariffe vantaggiose e usarla in Italia come propria

SIM abituale, ma in questo caso scatterebbe una san-

zione con richiesta di rimborso. Riguardo invece alle

promozioni degli operatori è evidente che la tariffa

europea scatta solo se l’utente non ha attivato sul

proprio numero uno dei pacchetti opzionali proposti

dagli operatori per navigare all’estero, pacchetti che

sono stati appena rivisti. Abbiamo confrontato le pro-

poste di Wind, TIM, Vodafone e Tre e le nuove tariffe

europee per vedere cosa è più conveniente.

Vodafone Smart Passport, 3 euro al giornoVodafone permette ai suoi clienti di attivare la Smart

Passport, 3 euro al giorno per avere 50 minuti di chia-

mate (25 in ingresso e 25 in uscita), 50 SMS e 500 MB

di traffico Internet. A partire dal 12 giugno la tariffa avrà

60 minuti, 60 SMS solo 200MB di navigazione inclusi a

3 euro al giorno. Terminati i 200 MB si pagano 2 euro

ogni 100MB fino ad un massimo di 1 GB.

Nella tabella abbiamo calcolato già la nuova tariffa.

Il traffico dati incide moltissimo: Vodafone fa pagare 3

euro quello che le tariffe dell’Unione Europea farebbe-

ro pagare 16 euro.

TIM In Viaggio Pass, 10 euro per 10 giorniLa tariffa estero di TIM prevede il pacchetto “vacanza”

da 10 euro per 10 giorni: la tariffa si attiva il primo giorno

in cui viene usata e prevede 500 minuti (250 in entrata

e 250 in uscita), 500 SMS e 1 GB di traffico Internet.

Ecco il confronto

Wind, 2 euro al giorno per l’essenzialeL’offerta di Wind per 2 euro al giorno prevede 15 minu-

ti di chiamate in uscita, 15 minuti in ingresso, 15 SMS

e 50 MB di traffico Internet. Chi ha attive sulla propria

card tariffe per l’estero deve chiederne la disattivazio-

ne per usufruire delle nuove tariffe europee, altrimenti

resteranno valide quelle dell’operatore.

Prima Da sabato 30 aprile

Da giugno 2017

Chiamate in uscita

23,2 cent al minuto

tariffa nazionale + 6,1 cent al minuto

tariffa nazionale

Chiamate in ingresso

6,1 cent al minuto

tariffa nazionale + 1,4 cent al minuto

tariffa nazionale

SMS 7,3 cent a SMS

tariffa nazionale + 2,44 cent a SMS

tariffa nazionale

Navigazione Internet

24,4 cent al MB

tariffa nazionale + 6,1 cent a MB

tariffa nazionale

Prima Da sabato 30 aprile Risparmio

30 minuti di chiamate in uscita 6,96 € 1,83 € 74%

20 minuti di chiamate ricevute 1,2 € 0,28 € 77%

15 SMS inviati 1,1 € 0,37 € 67%

150 MB di navigazione 36,6 € 9 € 75%

Vodafone Smart Passport Tariffa UE

30 minuti in uscita incluso 1,83 €

20 minuti in ingresso incluso 0,42 €

60 SMS incluso 1,46 €

200 MB incluso 12 €

Totale 3 € 15,71 €

TIM in Viaggio Pass Tariffa UE

250 minuti in uscita incluso 15,25 €

25’ minuti in ingresso incluso 3,50 €

500 SMS incluso 12,20 €

1000 MB incluso 60 €

Totale 10€ 90,95 €

Wind Tariffa UE

15 minuti in uscita incluso 0,92 €

15 minuti in ingresso incluso 0,21 €

15 SMS incluso 0,37 €

50 MB incluso 3 €

Totale 2 € 4,49 €

segue a pagina 08

Page 8: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 8

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Tre Europe Pass, sembra gratis ma poi...Tre ha pensionato le vecchie opzioni per l’Europa e ha

attivato Europe Pass, una opzione gratuita che permet-

te di chiamare e navigare fino a 500 minuti e 500 MB

per una settimana. C’è però il trucco: si pagano 30 cen-

tesimi di scatto alla risposta o apertura sessione dati,

sessione che resterà attiva per 6 ore. In caso di scarsa

copertura, se il telefono cambia operatore (conviene

mettere la ricerca manuale) verrà riaperta ogni volta

una nuova sessione, cosa che potrebbe portare a costi

eccessivi in zone dove la copertura non è buona. In

questo caso non è possibile fare un confronto con le

tariffe europee, perché le variabili sono la durata delle

telefonate e della sessione.

L’Europa fa risparmiare Ma gli operatori sono più convenientiLe tariffe europee fanno risparmiare rispetto a oggi

circa il 75%, ma è chiaro che nell’era del web siamo

tutti avidi di MB. I 6,1 centesimi di euro a MB consu-

mato restano tanti: per 100 MB ora costano 6 euro e

con un paio di messaggi, foto su Instagram, video su

MERCATO

Nuove tariffe roamingsegue Da pagina 07

Facebook e qualche app scaricata si consumano rapi-

damente. In quest’ottica le offerte degli operatori sono

più convenienti, anche se oltre ai punti di forza hanno

anche un punto debole. Tra i vantaggi, oltre al rispar-

mio, il fatto che molte includono anche Usa e paesi che

non fanno parte della UE, tra gli svantaggi invece va

ricordato che spesso i costi extra soglia sono salati e

qui conviene leggere benissimo le minuscole note a

piè pagina. Quando finiscono ad esempio i 15 minuti di

chiamate giornaliere con Wind non scattano le tariffe

UE ma quelle extra soglia dell’operatore, almeno fino

alla mezzanotte del giorno corrente quando l’opzione

non è più attiva.

Brava comunque l’Europa, ed è solo l’antipasto: dal

prossimo anno non ci sarà più opzione o tariffa che

tenga, costerà tutto come in Italia.

di Michele LEPORI

P rimavera, tempo di chiusure di

bilancio e di tirare le somme

per l’anno ormai chiuso: tocca a

Sony, che sul suo sito ha pubblicato i

numeri del 2015 mettendo in eviden-

za successi, aree di miglioramento da

non sottovalutare e problemi impor-

tanti da risolvere per non perdere ul-

teriori guadagni.

La chiusura dell’anno dice -1,3% sulle

revenue (poco meno di 72 miliardi di

dollari), ma i profitti netti salgono del

+666,7% (2,7 miliardi di dollari) e i pro-

fitti operativi segnano un altro +329%

MERCATO Si è chiuso un anno fiscale in chiaroscuro per Sony: il fatturato è sceso, ma profitti sono cresciuti in tripla cifra

Bilancio Sony: PlayStation è una stella, Xperia un buco neroPrevisioni rosee per PlayStation e gaming, con la realtà virtuale in arrivo; il mercato smartphone è invece al collasso

che significano altri 2,6 miliardi di dol-

lari. Vediamo nel dettaglio. Economi-

camente parlando, Sony fa rima con

Playstation. La grammatica può prote-

stare, ma è innegabile che il settore

gaming sia oggi la vera stella del fir-

mamento Sony: +84,3% di guadagno e

+11,8% di vendite, che si traducono in

785 milioni di dollari sul conto corren-

te. Se aggiungiamo l’arrivo del visore,

la grossa spinta sulla realtà virtuale ed

i rumor sempre più consistenti sulla

nuova PS4 4K, questa divisione darà

ancora grosse soddisfazioni a Hirai e

soci. La palla al piede che trascina in

basso il bilancio ha un nome: Xperia.

Le perdite sono peggio-

ri del 57,4% rispetto

a quanto ipotizzato

dalla stessa Sony un

anno fa, ed ammon-

tano a -544 milioni di

dollari. Certo, rispetto

al 2014 sono numeri

praticamente positivi,

ma Sony deve trova-

re una soluzione al

problema Xperia, non

può essere tutta colpa

dei mercati ormai saturi.Fotografia ed

audiovideo si allineano: Sony schiva

la contrazione nei due segmenti livel-

landosi verso l’alto, l’area dove risie-

de la tradizionale clientela del brand

giapponese. -1,7% equivalente a -6,3

miliardi di dollari alla voce vendite di

fotocamere e videocamere, controbi-

lanciato da +72,7% di profitto e altra

plusvalenza di 638 milioni di dollari.

Stesso leitmotiv con numeri diversi

per il mercato TV e home audio: -6,4%

di vendite e +109,8% di profitto, equi-

valente a 447 milioni di dollari frutto di

TV ed impianti audio di alta gamma.

Fa riflettere il crollo del segmento

sensori d’immagine, batterie, regi-

stratori audio ed in generale il resto

della produzione Sony: -253 milioni di

dollari, che dopo il boom dello scorso

bilancio fanno ancora più rumore. C’è

chi specula sulla perdita di un partner

commerciale fra Samsung ed Apple

per la fornitura di sensori per iPhone o

Galaxy, ma non c’è nessuna ufficialità

per ora.

Page 9: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 9

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Michele LEPORI

A Mountain View hanno deciso che

l’hardware è una parte importante

del business, al punto da aprire

una nuova divisione (per ora senza un

nome ufficiale) con a capo l’ex numero 1

di Motorola, Rick Osterloh.

La divisione si occuperà dello sviluppo

e della realizzazione di nuovi dispositi-

vi, ma anche della localizzazione e dei

componenti. Questo significherà, con

tutta probabilità, che finalmente potre-

mo avere prodotti localizzati e dispo-

nibili (magari in tempi brevi) in tutto il

mondo.

La divisione si occuperà della gestio-

ne di quasi tutto l’hardware a marchio

Google, ovvero smartphone e tablet

Nexus, Chromebook (notebook con

ChromeOS, compreso il Pixel C), Chro-

mebox (miniPC con ChromeOS) e

Chromecast (dongle per lo streaming

audio/video). Ci sono poi i router dome-

stici OnHub, precedentemente gestiti

dalla divisione Access, e i famosi occhia-

li per la realtà aumentata Google Glass

MERCATO Google apre una divisione hardware capitanata dall’ex presidente di Motorola

Google apre una sua divisione hardwareLa divisione si occuperà di Nexus, Chromecast, Chromebook e OnHub. Non menzionata Nest

(in perenne stato di limbo), a cui colla-

borerà come consulente Tony Fadell di

Nest. Proprio sulla mancata inclusione

di Nest nella nuova divisione hardware

si interroga il web. I prodotti Nest sono

tra i più venduti dal colosso di Mountain

View, ma evidentemente c’è l’interesse

a mantenerlo un brand a sé.

La divisione includerà anche il team

ATAP, dedicato a progetti sperimentali

come lo smartphone modulare noto sot-

to il nome di Project Ara. Tra i progetti

più importanti trapelati, ci sarebbe qual-

cosa legata all’ambito dell’intrattenimen-

to domestico, dove Google ha già fatto

molto, grazie all’impiego dei dispositivi

Chromecast. Google quindi come Apple

e Microsoft? Probabilmente no, la rete

di produttori OEM è strategica (come di-

mostra il recente rumor che vuole HTC dietro i prossimi due Nexus S1 e M1), ma una gestione più razionale dell’uni-

verso di dispositivi prodotti da Big G è

sicuramente una mossa azzeccata.

MERCATO Nokia prende Withings, azienda produttrice di fitness tracker e strumenti per la salute

Nokia a sorpresa acquisisce WithingsPer un ritorno in grande stile, Nokia guarda con interesse al mercato dell’Internet of Things

di Andrea ZUFFI

Nokia, ceduta la divisione Lumia

a Microsoft, ritorna sul mercato

consumer acquisendo Withings,

azienda francese specializzata nella

produzione di tracker per il fitness e la

salute. Un rilevante esborso quantificato

in 170 milioni di euro permettere così ai

finlandesi di rientrare sul mercato consu-

mer da protagonisti, sfruttando il settore

dell’elettronica al servizio degli sportivi

e della salute fisica. Visto l’interesse più

volte espresso da Nokia per l’Internet

of Things e per il “digital health”, questa

mossa rappresenta una “concreta azio-

ne per cogliere le opportunità in questo

grande e importante mercato”. Queste

le parole Rajeev Suri, CEO di Nokia.

Nokia, che a due anni dalla cessione a

Microsoft del business degli smartpho-

ne è rimasta attiva nel campo delle ap-

parecchiature di rete, ha ora deciso di

iniziare un nuovo corso differenziando

i proprio obiettivi

a lungo termine.

Da qui la neces-

sità di acquisire

il know-how ne-

cessario trami-

te l’annunciato

shopping socie-

tario che dovreb-

be perfezionarsi

nel terzo trime-

stre di quest’an-

no, quando 200 dipendenti di Withings

passeranno a Nokia Technologies.

Nokia Technologies ha recentemente

fatto parlare di sé anche per il progetto

Ozo, una videocamera da 60.000 dol-

lari per la cattura di filmati per la realtà

virtuale. Sul fronte smartphone invece,

Nokia non nasconde di essere alla ri-

cerca di un partner solido cui concede-

re la licenza d’uso del proprio brand di

telefonia mobile.

Mercato mobile in frenata Qualcomm rivede le stime di vendita dei chipLe vendite fiacche del segmento smartphone e la concorrenza internazionale frenano il colosso di San Diego Non aiutano neppure i desideri “autonomisti” di Apple e Samsung di Dario RONZONI

Si profilano ritocchi al ribasso nelle stime di vendita di Qual-comm per il prossimo trimestre. È quanto emerge dall’analisi dif-fusa dal produttore statunitense di semiconduttori, per il quale il terzo quarto dell’anno potrebbe vedere un netto calo nelle spedi-zioni, a causa in primis delle pigre vendite del settore mobile. Qual-comm, che ha tra i propri clienti Apple e Samsung, prevede un calo compreso tra il 13 e il 22% già a partire dal trimestre in cor-so. Tutta colpa, pare, della cresci-ta ridotta nel segmento 3G e 4G, il core business di Qualcomm, per il quale si prevede un aumento nelle vendite dell’8% entro metà 2016, due punti percentuali sotto le precedenti stime. Mercato smartphone a parte, pesa sul futuro di Qualcomm la crescente concorrenza di al-tri produttori, oltre alle sempre meno velate intenzioni di Apple e Samsung di prodursi interna-mente buona parte della com-ponentistica dei propri device. Il contraccolpo in borsa è stato percepito in particolare martedì, con un calo del 3% nel valore delle singole azioni del colosso di San Diego.

Page 10: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 10

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Emanuele VILLA

S iamo stati a Shenzhen, polo produt-

tivo per eccellenza nel mondo della

tecnologia, in occasione di una bre-

ve visita a CE China, la manifestazione

con cui lo stesso team dell’IFA di Berlino

vuole costruire una fiera di riferimento

nel mercato più promettente al mondo,

quello cinese.

I dirigenti IFA hanno deciso di chiamarla

CE China (Consumer Electronics) e non

IFA China per diversi motivi, ma soprat-

tutto per dimostrare agli operatori, cinesi

e non, che non si tratta di una versione

di IFA in chiave minore ma di un evento

pensato per vivere a sè, e che a tende-

re potrà assumere le medesime propor-

zioni dell’omologa edizione europea. Li

capiamo: al giorno d’oggi, un po’ come

fece CES con CES Asia, non entrare in

Cina equivale a perdersi il mercato in as-

soluto più promettente al mondo, quello

su cui si gioca il futuro (e gran parte del

presente) della tecnologia. Ma c’è un

problema: accedere e operare nel mer-

cato cinese non è cosa semplice, ed è

per questo che manifestazioni come CE

China assumono una rilevanza partico-

lare. E non si pensi che il tutto sia stato

pensato per amplificare la visibilità di

aziende e prodotti locali (per quello basta

esporre all’IFA di Berlino, che ovviamente

è aperto alle aziende di tutto il mondo),

MERCATO A Shenzhen si è svolta CE China, prima fiera orientale organizzata dal team dell’IFA

CE China: IFA muove i primi passi in Oriente Un progetto ambizioso per entrare nel mercato più promettente del Pianeta, quello cinese

ma per permettere un punto di accesso

al mercato cinese da parte di chi – tra-

dizionalmente – opera da tutt’altra parte

e, soprattutto, per facilitare il contatto tra

aziende estere e distributori locali. Le di-

mensioni dell’evento suggeriscono si sia

trattato di un primo passo, ovviamente

da coltivare nel tempo: un solo padiglio-

ne stracolmo di agenti di polizia per 150

espositori (molti dei quali confinati in pic-

coli stand) e dove i nomi illustri erano le

tedesche del gruppo BSH, cioè Bosch e

Siemens. Grande attenzione dunque alla

smart home anche con le macchine per

caffè della svizzera Jura e della tedesca

Melitta, con dimostrazioni di cucina e di

elettrodomestici evoluti, ma non (ancora)

un’occasione per presentare novità di

prodotto di rilievo mondiale. Tantissimi

accessori di ogni genere e natura, qual-

che intervento del settore audio e della

robotica, con alcune “stranezze” decisa-

mente divertenti.

Dal canto suo, il CEO di Messe Berlin

Christian Göke, ha ripetutamente dichia-

rato che la fiera è qui per restare: l’edi-

zione 2016 ha dimostrato che l’azienda

tedesca può entrare con vigore nel

mercato cinese, ora si tratta di prendere

per mano il progetto e portarlo al livello

del fratello maggiore e del competitor di

sempre, il CES (Asia). Il mercato è pronto

e la capacità organizzativa c’è: ora sta

al team dell’IFA cercare di avvicinare il

più possibile due mondi che, per certi

aspetti, sono ancora molto lontani. Nel

frattempo, rimandiamo direttamente alla gallery della fiera, con alcuni tra i

prodotti più interessanti e alcune imman-

cabili bellezze locali.

MERCATO Sono stati pubblicati i risultati finanziari di Microsoft nel terzo quadrimestre 2016

Microsoft: Lumia a picco, ma che crescita Azure! Ridimensionamento nel comparto mobile, ma i servizi e il cloud continuano a crescere

di Mirko SPASIANO

M icrosoft nel terzo quarto dell’anno

in corso ed ha fatto registrare un

utile netto di 3,37 miliardi di euro,

a fronte di un fatturato che si attesta sui

18.17 miliardi, con entrambi i dati in calo ri-

spetto al Q3 dello scorso anno. A farla da

padrone sono i servizi ed il cloud, men-

tre la divisione Lumia ha fatto registrare

ancora un calo significativo. Ma andiamo

con ordine.

Nonostante il colosso di Redmond non

abbia divulgato il numero esatto di Sur-

face venduti, il business ad essi collegato

è cresciuto del 61% rispetto al medesimo

periodo del 2015: circa 1 miliardo di euro

di fatturato. La storia cambia completa-

mente per la divisione smartphone: sono

stati venduti appena 2,3 milioni di Lumia

nel quarto appena concluso, in calo del

73% rispetto al Q3 2015, con una con-

seguente diminuzione dei ricavi che si

attesta sul 46%. In lieve calo anche i ri-

cavi provenienti dai Windows OEM: -2%.

Tuttavia, tenendo conto dell’attuale situa-

zione del mercato dei PC, Windows sem-

bra aver tenuto botta, soprattutto grazie

ad un “mix più allettante di dispositivi di

fascia alta indirizzati ai consumatori”, pa-

rola di Microsoft.

A fare la parte del leone è la divisione dei

servizi. Azure ha visto un’impressionante

crescita del 120%, mentre i prodotti con-

nessi ai server hanno fruttato un modesto

incremento del 5%. Grazie a Office 365,

i servizi commerciali di Office sono cre-

sciuti del 7%, così come le versioni indi-

rizzate ai consumatori (+6%): sono ormai

22,2 milioni le sottoscrizioni consumer di

Office 365.

Azure sta diventando un avversario

davvero temibile per Amazon AWS e

rappresenta davvero un bel paracadute

per far fronte al suo business più tradi-

zionale, legato ai PC, che è in forte calo,

unitamente alla divisione Lumia, che è in

caduta libera.

Philips vince la causa con Funai Si è conclusa la causa intentata da Philips contro Funai per la mancata vendita della divisione audio Philips ha ottenuto un risarcimento pari a 135 milioni di euro di Roberto FAGGIANO

Forse ricorderete del “pasticcio” avvenuto nel 2013 tra Philips e Funai, in quell’anno Philips aveva deciso di cedere proprio a Funai tutta la divisione audio-video/mul-timedia e l’accordo era stato san-cito con l’obiettivo di continuare l’esperienza e la ricerca avviata, in modo da proseguire degnamente il cammino dei prodotti audio con marchio Philips. Dopo pochi mesi però l’accordo andò a rotoli per motivi mai ben chiariti e Philips intentò addirittura una causa con-tro Funai con tanto di richiesta di ingente risarcimento danni.Poco dopo Philips chiuse l’accor-do con il gruppo Gibson, al quale cedette la divisione Woox Inno-vation per una cifra di 135 milioni di dollari. Accordo andato a buon fine e ora ben avviato su una nutri-ta serie di prodotti audio a marchio Philips sotto il controllo di Gibson. Intanto in questi anni la causa ha proseguito il suo iter presso la ICC (international Court of Arbitration), che ha stabilito la validità delle tesi di Philips, condannando Funai a risarcire alla casa olandese la bellezza di 135 milioni di euro qua-le risarcimento danni. Questa cifra verrà messa a bilancio da Philips nei conti del secondo trimestre 2016. Philips quindi ha pratica-mente raddoppiato i frutti della vendita della divisione a Gibson, con una bella boccata di ossigeno al bilancio.

Page 11: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 11

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

ENTERTAINMENT Ufficializzati i dati del primo trimestre del 2016, ma il titolo in Borsa “tentenna”

Netflix ha 81,5 milioni di utenti, ma guadagni bassi130 Paesi raggiunti, ora si prepara ad una stagione piena di contenuti originali in esclusiva

di Gaetano MERO

N etflix ha pubblicato online i dati

relativi all’ultimo trimestre, chiuso

a marzo del 2016, confermando

l’espansione massiccia del servizio in

130 nuovi Paesi e il raggiungimento di

81,5 milioni di abbonati. Le attivazioni nei

primi tre mesi del 2016 sono state 6,74

milioni superando di oltre mezzo milione

le previsioni, il 42% del totale degli utenti

risiede al di fuori degli Stati Uniti e il trend

è destinato ad aumentare visti i continui

investimenti della società nei mercati

internazionali. L’indice di crescita atteso

per il prossimo trimestre tuttavia scende

a 0,5 milioni di nuovi abbonati in territorio

Warner Bros presenta “Fan Edition” i cofanetti DVD degli appassionati È disponibile su Amazon il cofanetto con le prime cinque stagioni di Pretty Little Liars. WB spera che possa diventare un appuntamento fisso con i fan italiani delle serie TV americane di Michele LEPORI

Le serie TV che riscuotono i più grandi consensi di critica e pub-blico varcano l’Atlantico, destina-zione Europa, con tempistiche sempre più ridotte: i blockbuster viaggiano addirittura in contem-poranea, ma il mercato dell’home video arranca. In passato, grandi nomi come Fringe e The Big Bang Theory si sono fatte attendere dai loro fan desiderosi di soddisfare le loro mire collezionistiche, ma ora Warner Bros è pronta a inver-tire la tendenza con Warner Bros Fan Edition. La collana nasce in-fatti con l’intento di portare in Italia quello che i fan chiedono a gran voce e il primo nome che farà pia-cere vedere a tutti i millennials è Pretty Little Liars: il drama di ABC Family la cui sesta stagione sta andando in onda su Mediaset Pre-mium Stories, è infatti disponibile in preordine su Amazon nella sua versione DVD che vedrà la luce a settembre. Warner Bros punta sulla stretta sinergia che spera na-sca con la sua base di fan e lancia l’hashtag #WarnerFanEdition con cui tutti potremo chiedere a suon di cinguettii cosa vorremmo arri-vasse in home video.

di Emanuele VILLA

M ediaset si appresta a trasmettere

l’attesissima finale di Champions

League di Milano (che purtroppo

non vedrà la presenza di squadre italia-

ne) in 4K. La piattaforma tecnologica è

dunque pronta ad aprire una nuova epo-

ca di fruizione dei contenuti audio/video,

e segue di poche settimane l’annuncio

della trasmissione sulla Rai di 7 partite

degli Europei di calcio in 4K tramite piat-

taforma Tivù Sat. Considerando le date

dei due eventi, Mediaset di fatto è la

prima azienda a trasmettere in Italia un

evento di questa rilevanza in 4K, tra l’altro

tramite DVB-T che sotto questo profilo è

la piattaforma più complessa da gestire

rispetto al satellite poichè implica l’ac-

censione di un nuovo canale spegnendo

un mux per liberare banda. A livello di

compatibilità, ripetiamo quanto già detto

in occasione della prima notizia, ovvero

che per ricevere le trasmissioni ci sarà

bisogno, oltre che di un abbonamento

a Premium, di un TV 4K con Premium

Smart Cam di ultima generazione, che di

fatto saranno di fatto gli stessi che via Ti-

vùSat potranno seguire gli Europei in 4K:

circa il 90% dei TV Ultra HD sul mercato.

In ogni caso, Mediaset promette di pub-

blicare un elenco di TV compatibili sul

proprio sito. Infine, la finale di San Siro

potrebbe essere il primo di una serie di

appuntamenti calcistici in Ultra HD: Me-

diaset starebbe infatti pensando (ma per

l’ufficialità e i dettagli, qui occorre atten-

dere un po’ di più) di trasmettere anche

alcuni big match della Serie A 2016-2017

in modalità 4K.

ENTERTAINMENT L’ufficialità arriva con la pubblicazione (in anteprima) della locandina ufficiale

La finale di Champions su Premium in 4KMediaset trasmetterà su Premium (quindi DVB-T) la finale della Champions League in 4K

americano e 2 milioni negli altri Stati, al di

sotto dei 3,5 milioni che gli azionisti pre-

vedevano, inoltre il fatturato che ammon-

ta a 1,96 miliardi ha disatteso, anche se di

poco, le aspettative facendo registrare al

titolo azionario della società una discesa

di circa il 12% nel trading After Hours. È

da considerare comunque che Netflix

nella maggior parte dei mercati esteri è

disponibile solo in lingua inglese, e che

l’unico metodo di pagamento accettato

è tramite carte di credito internazionali,

lasciando fuori dunque una grossa fetta

di utenti. Punti di forza, sottolineati nel

report diffuso dalla stessa società, sono

in ogni caso le nuove stagioni di serie ori-

ginali come Daredevil e House of Cards

così come film, do-

cumentari e spet-

tacoli per bambini

autoprodotti. Sarà

proprio questa la

strada che la socie-

tà intende percor-

rere nell’immediato

futuro intensifican-

do la produzione

di sitcom, telefilm e

lungometraggi che

portano il proprio marchio investendo

il 5% del budget a disposizione. Netflix,

che ha chiuso il trimestre con un utile di

49 milioni, si impegnerà a confezionare

anche serie originali in lingue differenti

dall’inglese per aumentare la sua popola-

rità negli altri mercati. Oltre alle serie già

famose come l’italiana Suburra o Club de

Cuervos e Narcos realizzate in Messico,

la società si prepara al debutto il mese

prossimo con una fiction a puntate in

lingua francese dal titolo Marseille 5 con

protagonista Depardieu e con il telefilm

giapponese Hibana che sarà trasmesso

a livello globale a partire da giugno. Net-

flix ha anche annunciato una partnership

con la Dreamworks Animation per conte-

nuti esclusivi e l’uscita prima dell’estate

di alcuni film come The Do-Over, Special

Correspondents, The Fundamentals of

Caring, e Braham Naman con guest star

del calibro di Brad Pitt e Will Smith. Se-

condo l’azienda i film esclusivi disponibili

da subito sulla piattaforma creano mag-

giore entusiasmo ed interesse nei consu-

matori rispetto ai titoli disponibili diversi

mesi dopo l’uscita e già fruibili attraverso

DVD o piattaforme pay-per-view TVOD

(come iTunes per esempio).

Page 12: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 12

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Michele LEPORI

L’arrivo della bella stagione, complici le belle lun-

ghe giornate ed un clima finalmente invitante,

invita anche il millennial più incallito a farsene

una ragione: di serie TV grosse, impegnative e per le

quali spendere fiumi di hashtag e commenti sui so-

cial, non se ne vedranno per un po’ di mesi. È così da

sempre, lo sanno anche i network americani e non,

che studiano il palinsesto di conseguenza lasciando

a noi appassionati l’onere di girovagare per il web a

caccia di qualsiasi novità che possa addolcire l’attesa

dei mesi autunnali.

Tutto vero, ma da qualche anno a questa parte anche

il pubblico estivo ha di che rallegrarsi: certo, non an-

drà in onda il seguito di Vinyl e neppure verrà messo

in onda il nuovo Breaking Bad, c’è però tempo per

qualche gradito ritorno, una messa in onda in contem-

poranea mondiale ed un addio che per quanto antici-

pato non ci impedirà comunque di vivere ogni puntata

come uno stillicidio: l’offerta TV di questa estate sarà

ampia, ma DDay.it ha scelto per voi una selezione di

“imperdibili” che accontenteranno proprio tutti.

Come sempre, attenzione a possibili spoiler sparsi: i

trailer sono disponibili da tempo ed i finali di stagione

trasmessi da quasi un anno, ma non vogliamo vittime

sulla coscienza.

Premiere che strizzano l’occhio al San Diego Comicon: arrivano finalmente Preacher ed Outcast22/05 e 02/06: fan dei comics e di serie TV di tutto

il mondo, gioite: il momento è finalmente arrivato.

Il capolavoro di Garth Ennis e la nuova dark novel

di Kirkman sono ormai in dirittura d’arrivo sui nostri

schermi.

Partiamo dal reverendo Jesse Custer, il cui arrivo in

TV ha vissuto una gestazione lunga e travagliata:

dopo accordi praticamente firmati e licenze pronte

ad essere cedute per poter mettere in moto la mac-

china hollywoodiana, il progetto sembrava essere

destinato a rimanere su carta ma a mettere a segno

il colpo ci ha pensato AMC, che dopo essersi aggiu-

dicata i diritti di The Walking Dead, riprova l’assalto

al fandom di appassionati di fumetti americani non

supereroistici. Con la speranza che il trattamento

che ha rovinato The Walking Dead su TV rimanga

confinato dove il danno ormai è fatto.

ENTERTAINMENT Le grandi serie TV di solito arrivano dopo l’estate, ma qualcuno gioca d’anticipo per catturare l’attenzione

5 serie TV da non perdere nei prossimi 2 mesiI prossimi mesi vedranno un po’ di rivoluzione nei palinsesti americani e britannici, ecco una selezione delle serie in arrivo

Per chi non avesse familiarità con la storia ideata

da Ennis e messa su carta da Steve Dillon, Preacher

narra le vicende di un reverendo americano (Jesse)

e della sua compagna Tulip O’Hare, in viaggio assie-

me al vampiro Cassidy alla ricerca di Dio nella “Bible

Belt” americana (la zona meridionale degli Stati Uni-

ti ultracattolica e conservatrice), che non vedrà di

buon occhio un sacerdote posseduto fare il bello ed

il cattivo tempo a suo piacimento.

Il profilo Twitter di Preacher è stato molto attivo fin

dalla sua creazione, ed ha recentemente divulgato

un nuovo mini-teaser ed alcune promo anteprime

che scandiranno le ultime settimane di attesa prima

della messa in onda: ecco un assaggio di quello che ci aspetterà.L’altro grande nome del panorama “comics on TV”

in arrivo a breve è Outcast. Il nuovo capolavoro di

Kirkman, che ha dimostrato di non aver legato la sua

grandezza al solo The Walking Dead, è tornato nel-

le fumetterie di tutto il mondo con una storia cupa,

adulta ed inquietante che ha fatto si che il suo pub-

blico lo seguisse da subito in religiosa adorazione,

ma che ha mosso anche le alte sfere di Fox, pronte

a mettere sotto contratto i diritti per la trasposizione

sul piccolo schermo. Detto, fatto: poco più di 2 volu-

mi in fumetteria (1 in Italia, grazie a Saldapress), e il

titolo è già un cult che speriamo non perda nulla nel

passaggio di formato.

Rispetto alla produzione AMC, Outcast racconta una

storia più spettrale: Kyle Barnes è un uomo che trop-

po presto nella sua vita scopre di essere posseduto

da spiriti maligni, e a pagarne le conseguenze sa-

ranno i suoi cari dai quali si allontanerà per salvarli:

l’incontro con il prete che l’aiutò nelle prime pos-

sessioni gli offrirà lo spunto per rientrare a Rome,

fittizia città del West Virginia, dove Kyle cercherà di

ritrovare se stesso oltre che la fede.

La paura più grande, diciamolo, è che Fox trasformi

Outcast nel nuovo The Walking Dead, diluendo la

trama per costringere gli spettatori alla visione salvo

poi rendersi conto che il danno fatto è irrimediabile

ed il progetto impossibile da risollevare.

Va detto anche che il prodotto, purtroppo, offre il

fianco a questa deriva: un personaggio tormenta-

to, un prete borderline, un male oscuro ed ignoto

che si può far apparire alla bisogna per far si che

la perenne faccia sull’orlo della pazzia dell’attore

di turno chiuda la puntata stuzzicando l’arrivo di un

cliffhanger che non arriverà mai. Il promo trailer di

Fox dove Rick Grimes passa il testimone a Kyle, è

tanto emblematico quanto inquietante.

Da grandi fan dell’opera su carta, abbiamo apprez-

zato il trailer e vogliamo sperare davvero in un

prodotto che si possa dimostrare all’altezza: anche

perché, con 15 albi alle spalle e due serie TV annun-

ciate da 10 episodi l’una, non è difficile presentare

puntate in rapporto 1:1 con il fumetto. Forse.

segue a pagina 13

Page 13: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 13

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Person of Interest all’atto finaleLa seie TV più discussa, controversa, acclamata ed

alla fin fine semplicemente bella mai trasmessa da un

network americano generalista, si prepara alla resa

dei conti ed ai saluti finali. Sono state quattro stagioni

incredibili, che hanno portato un successo che forse

nemmeno lo stesso Nolan si aspettava, dopo un debut-

to solido ma non certo da storia della TV americana.

Ci è voluto del tempo per far si che le solidi base

narrative delle avventure di Finch, Root, Reese e The

Machine potessero sostenere il complesso e spaven-

tosamente realistico arco narrativo, ma dalla fine della

prima stagione (splendida la scena con Reese che ri-

sponde al telefono dopo aver capito di credere anche

lui nell’IA) è stato un crescendo inarrestabile. Come

tutte le grandi storie, bisogna però sapere quando è

ora di staccare la spina perché si è finito di raccontare

quello che si voleva, e finalmente ci siamo: il treno ver-

so il series finale parte il 3 maggio, ed al ritmo di 2 epi-

sodi a settimana tranne la premiere, ci accompagnerà

ai titoli di coda.

Dove eravamo rimasti? Con Team Machine in fuga, let-

teralmente sotto il fuoco nemico. Samaritan ha cercato

di “uccidere” la divinità rivale, che si è per la prima volta

manifestata a Finch non come sola sequenza di algo-

ritmi ma come entità pensante e roboetica, quasi uma-

na, dando ragione a Root ed invitando suo “padre” a

riflettere. Ora, smembrata in una valigetta, i nostri sono

chiamati a far ripartire il sistema da un luogo sicuro con

le loro vere identità allo scoperto e nel bel mezzo della

lotta di potere di Greer che vuole mettere le mani sul

mondo e la criminalità organizzata, ignara dei pericoli

che vive il mondo e che pensa solo a dominare su New

York. Non abbiamo minimamente idea di cosa potrà

accadere, ma sappiamo che sarà un viaggio epico e

glorioso, per quanto triste.

Anche in estate si va in contemporanea la seconda stagione di Wayward Pines su FOX e Sky senza pauseAltro ritorno estivo, dopo il buonissimo successo di

pubblico dello scorso anno (la critica è più divisa). La

serie evento Fox, che doveva essere una stagione sola

il cui unico scopo era riprodurre su TV i tre piccoli ro-

manzi da cui è tratta, è diventata una serie regolare.

Bentornati quindi a Wayward Pines (clicca qui per il

trailer): dopo la ribellione della Prima Generazione, la

situazione è tornata alla normalità... se ci può essere

qualcosa di normale in una cittadina finta, isolata dal

mondo, laboratorio a cielo aperto nel 4031 dove un

manipolo di sopravvissuti sono la speranza del genere

umano 2.0. Difficile dire dove potrà andare la serie oltre

i romanzi: col dott. Pilcher ed Ethan morti, il peso della

sceneggiatura grava sui giovani superstiti e sugli adulti

illuminati, che non vorranno lasciar cadere nel vuoto i

sacrifici di chi li ha preceduti durante la ribellione. Fox

e M. Night Shyamalan si tengono ben abbottonati, ma

almeno un trailer ce l’hanno rilasciato.

Wayward Pines sarà la classica serie estiva da guardare

senza troppe pretese, con una bella storia senza parti-

ENTERTAINMENT

Le 5 serie TV da non perderesegue Da pagina 12

colari piani di lettura, qualche personaggio ben carat-

terizzato ed una lunghezza in grado di farsi apprezzare

senza obbligare lo spettatore a votarsi alla causa: il mix

perfetto per un paio di mesi di entertainment puro

BBC festeggia i 400 anni di Shakespeare con la seconda stagione di “The Hollow Crown: the War of the Roses”Chiudiamo con un prodotto particolare, forse meno

adatto alla trasmissione estiva ma di sicuro impatto

ed interesse storico. Quest’anno è il quadricentena-

rio della morte di William Shakespeare, e BBC non si

è risparmiata con eventi, talk show e serate di gala a

tema: per tutti gli appassionati di drama in costume e

della grande storia medievale britannica, BBC trasmet-

terà gli ultimi 3 episodi dell’epica serie TV The Hollow

Crown (clicca qui per il trailer), adattamento delle opere

shakesperiane Riccardo II, Enrico IV parte I, Enrico IV

parte II ed Enrico V. Il trailer, decisamente non in sti-

le british, è comunque d’effetto e come da tradizione

televisiva d’Oltremanica non mancano pezzi da 90

davanti alle telecamere: Benedict Cumberbach, Judi

Dench, Hugh Bonneville e Sophie Okonedo. Sempli-

cemente imperdibile.

ENTERTAINMENT Un report di MUSO mostra la rapida transumanza della pirateria dal protocollo Torrent al più comune web

I pirati abbandonano torrent, meglio streaming e downloadTra i paesi con più utilizzatori dei siti contenenti torrent, ai primi posti rimangono gli Stati Uniti, l’India e la Russia

di Franco AQUINI

I l download di materiale pirata tra-

mite il protocollo torrent è piutto-

sto popolare, o almeno lo è stato

finora. Secondo un report di MUSO,

azienda attiva nell’analisi del traf-

fico internet, i siti che forniscono

download e streaming di materiale

audiovisivo stanno rapidamente cre-

scendo a discapito dei siti che ospi-

tano i tracker torrent.

Monitorando il traffico di ben 200 mi-

lioni di dispositivi che attraversano i

nodi di una rete di distribuzione dati,

sono stati individuati circa 14.000 siti

pirata visitati 141 miliardi di volte nel

corso di un anno. Le visite sui siti che

ospitano torrent sono invece calate

del 24%, totalizzando 34.8 miliardi di

visite in un anno.

La tendenza è chiaramente a favore

dello streaming e del download web

a discapito del download tramite rete

torrent.

Questa la tendenza globale a cui ov-

viamente ci sono le solite eccezioni.

In particolare in Francia, dove l’uso

dei torrent continua a crescere senza

sosta, e va detto che il protocollo tor-

rent, sia pur in discesa, continua ad

avere molti estimatori: al primo posto

ci sono gli Stati Uniti con 3.6 miliardi

di visite (ai siti che ospitano torrent

pirata), seguiti dall’India e la Russia

con 3.3 e 2.7 miliardi/anno.

Page 14: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

www.audiogamma.it

Disegnataper ascoltareI nuovi diffusori CM10 S2 sono indubbiamente belli,grazie alle loro linee pulite ed alle finiture di qualitàsuperiore. Ma come per tutte le realizzazioni Bowers& Wilkins la forma deve seguire la funzione, graziealla doppia cupola dell’unità alti ed alla tecnologiatweeter-on-top non crederete quanto bene lamusica può suonare.

133_bw_CM10_pgp_ddy.qxp:- 8-03-2016 18:01 Pagina 1

Page 15: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 15

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

MOBILE Fino a 16 GB di capacità di archiviazione e tre colori

Nuovi colori e più memoria per Fire Torna il tablet bestseller di Amazon

di Dario RONZONI

F ire, il tablet marchiato Amazon che ha registrato le vendite più rapide di sem-

pre, amplia la propria gamma con nuovi colori e una capacità di archiviazione

portata a 16 GB. È quanto dichiarato dalla società di Jeff Bezos in un comunica-

to stampa diffuso recentemente. “Fire è il tablet Amazon venduto più velocemente.

Dal lancio ne abbiamo venduti milioni in tutto il mondo”, ha affermato Jorrit Van der

Meulen, vice presidente Amazon Devices per l’Europa. Il tablet Fire in tre nuovi co-

lori, magenta, blu e arancione, e con 8 o 16 GB di memoria interna è già disponibile

a 59,99€ e a 69,99€ sulla pagina dedicata del sito di Amazon. A un prezzo simile, il

tablet di Amazon resta una delle scelte più interessanti nella fascia entry level, forte

della sua autonomia

fino a 7 ore e del si-

stema operativo pro-

prietario Fire OS 5

Bellini, dotato di una

nuova interfaccia che

riproduce l’aspetto di

una rivista cartacea.

La tecnologia Blue

Shade, infine, regola

automaticamente la

retroilluminazione e

la ottimizza per ren-

dere la lettura più

confortevole durante

la notte.

FBI ha speso 1.3 milioni per sbloccare l’iPhone. E non ha trovato nullaReuters diffonde informazioni sulla cifra spesa dai federali per lo sblocco dell’iPhone di uno dei killer della strage del 2 dicembre Una cifra ingente che non ha portato a risultati apprezzabili di Dario RONZONI

Per due mesi, il tira e molla tra Apple e FBI per lo sblocco del-l’iPhone 5C di uno dei killer della strage di San Bernardino ha te-nuto banco tra le news di crona-ca nera e di tecnologia. Il tema era in effetti assai sensibile e riguardava in senso lato il diritto alla privacy di milioni di utenti. Per questo motivo da Cupertino è sempre arrivato un secco no alle richieste di sblocco da parte dell’FBI, alla ricerca di eventuali indizi che confermassero una connessione tra la strage cali-forniana del 2 dicembre 2015 (14 morti) e l’ISIS. A nulla è servito l’appoggio ad Apple da parte della stragrande maggioranza delle aziende di tecnologia, poi-ché l’FBI ha comunque deciso di agire autonomamente ingag-giando un team di hacker che ha completato lo sblocco dell’iPho-ne, senza però trovare indizi utili per gli investigatori. Reuters ha confermato, da un’analisi dei dati sul budget diffusi dalla stessa FBI, che i federali hanno speso 1,3 milioni di dollari per portare a termine lo sblocco, una cifra che rende l’hacking dell’iPhone di San Bernardino il più costoso della storia. E forse anche uno dei più inutili, visto e considerato che pare funzioni solo su iPhone 5c ma non con i modelli delle ge-nerazioni successive. Ma ormai, evidentemente, era diventata una (costosissima) questione di principio...

di Mirko SPASIANO

O rmai è da tempo che nel mondo

degli smartphone non ci sono

grosse novità. Sono ormai diversi

anni che, nel passaggio da una gene-

razione all’altra, vengono introdotti un

processore più potente, uno schermo

più risoluto, una fotocamera migliore

e tanti piccoli upgrade senza nulla di

realmente innovativo. È probabilmen-

te questo che ha spinto i ricercatori di

Microsoft Research a creare FlexCase,

in collaborazione con il Media Interac-

tion Lab dell’Università delle Scienze

Applicate d’Austria e l’Institute of Sur-

face Technologies and Photonics della

compagnia Joanneum Research. Si

tratta di una custodia “a portafoglio”

per telefoni, ma, a differenza della mi-

riade di flip-cover in commercio oggi,

FlexCase fa molto più che proteggere

lo smartphone da graffi e polvere. Infat-

ti, FlexCase monta un display e-ink fles-

sibile e un doppio pannello multitouch,

che possono essere utilizzati per abili-

tare nuove modalità di interazione con i

nostri telefoni. La flessibilità del display,

poi, non è neanche fine a se stessa, in

quanto il case è in grado di riconoscere

le modalità con le quali viene piegato

e, a ciascuna di queste, può essere as-

sociato un particolare comando. Nello

specifico, i ricercatori hanno individuato

tre diverse macro-modalità di intera-

zione, ovvero book, laptop e backside.

Con la prima, lo schermo e-ink può es-

sere utilizzato per estendere il contenu-

to visualizzato dallo smartphone (quindi

come una sorta di display secondario).

La seconda, dal nome abbastanza auto-

esplicativo, prevede che il telefono

sia utilizzato in modalità landscape, in

modo che il display e-ink funga da ta-

stiera o da touchpad. Infine, con la ter-

za, la cover viene ripiegata all’indietro

e si sfrutta il pannello multitouch per la

navigazione, evitando di ostruire la vi-

suale sullo schermo dello smartphone.

Tutte e tre queste modalità prevedono

che la cover possa essere piegata in

svariati modi per compiere diverse azio-

ni grazie a un sensore piezoelettrico.

Questo, oltre a riconoscere le gesture

touch che utilizziamo comunemente

con lo smartphone, come gli swipe e il

pinch, riesce a misurare i diversi livelli di

pressione e a ricostruire continuamente

la forma della cover. Come si può vede-

re nel video cliccando qui, è proprio

quest’ultima caratteristica che consente

a FlexCase di effettuare operazioni di

zoom-in, zoom-out o, magari, di rotazio-

ne nell’app Mappe. È bene sottolineare

che non si tratta di un prodotto pronto

per la commercializzazione, ma soltanto

di un prototipo. Tuttavia, anche alla luce

della direzione intrapresa da LG con

i “Friends” per il suo G5, verrebbe da

chiedersi se la nuova frontiera dell’in-

novazione nel campo degli smartphone

non possa davvero avere a che fare con

i loro accessori.

MOBILE FlexCase è una custodia a portafoglio per smartphone che non protegge soltanto

Microsoft mette a punto una cover da sballoUn prototipo di custodia con gesture touch, nuove forme di interazione e display secondario

Page 16: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 16

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Roberto FAGGIANO

I l convertitore portatile DragonFly di

Audioquest nacque nel 2012 per mi-

gliorare la resa sonora di PC e note-

book, riscontrando un grande successo

per le sue prestazioni sonore e per il

favorevole rapporto qualità/prezzo. Ora

Audioquest raddoppia la linea con i nuovi

modelli DragonFly Black (99 euro) e Red

(199 euro), che oltre a poter funzionare

ancora con i notebook si aprono anche

a smartphone e tablet. Un’iniziativa inte-

ressante perché l’ascolto musicale si va

sempre più spostando verso i dispositivi

mobili, nei quali, salvo rare eccezioni, la

riproduzione musicale fa sempre la parte

della “cenerentola”. La compatibilità con

i dispositivi mobili è stata raggiunta dimi-

nuendo le esigenze di alimentazione dei

nuovi convertitori. Black e Red riprendono

le ridotte dimensioni del primo modello

ma con la nuova colorazione. All’interno

le novità sono molto importanti perché i

due nuovi modelli adottano gli apprezzati

convertitori D/A della ESS, precisamente

il modello Sabre 9010 nel Black e il Sabre

9016 nel Red. La compatibilità in frequen-

za è stata volutamente limitata a 96 kHz,

che comunque dovrebbero accontenta-

re gran parte degli appassionati. Le diffe-

renze tra i due modelli riguardano anche

la potenza in uscita per la cuffia, pari a

1,2 Volt per il DrangonFly Black e ben 2,1

Volt per il Red, in modo da poter pilotare

anche le cuffie meno efficienti. Entrambi i

convertitori mantengono la connessione

USB standard e pertanto è necessario

dotarsi di un adattatore specifico per i

modelli Apple e per quelli Android.

MOBILE I DragonFly Audioquest, Black e Red, all’interno adottano i convertitori targati ESS Sabre

Con Audioquest lo smartphone diventa hi-fiNuove versioni per la “libellula” di Audioquest per dare una svolta all’ascolto della musica Il convertitore digitale/analogico tascabile si può collegare ora anche agli Apple e Android

di Mirko SPASIANO

È da un po’ che il colosso americano

è al lavoro per portare le app An-

droid su Chrome. Circa un anno

fa, Google ha rilasciato ARC Welder, lo

strumento per il porting delle app An-

droid su Chrome OS. Tuttavia è arrivata

la notizia che un utente Reddit avrebbe

scovato una voce nelle impostazioni per

sviluppatori di Chrome OS che allude

alla concessione dei permessi per le app

Android. Nonostante da Mountain View

abbiano sempre smentito l’intenzione di

far convergere Android e Chrome OS,

qualcosa bolle in pentola senza ombra

di dubbio. Senza entrare troppo nel det-

taglio, al momento la Runtime di Android

per Chrome include una versione rudi-

mentale dei Play Services che permet-

te l’esecuzione di un numero ristretto

di servizi, come il Cloud Messaging e

il Google sign-in. Tuttavia, per abilitare

questi servizi, gli sviluppatori sono co-

stretti a un lavoro extra sulla Google

Developer Console. Pertanto, affinché

il Play Store sia liberamente accessibile

da Chrome OS, esistono due possibilità:

una versione completa dei Play Services

in Chrome OS o un modulo ARC poten-

ziato. Indipendentemente da quella che

sarà la strada percorsa, gli utenti saran-

no felici di aver accesso a ben oltre un

milione di app Android dal loro Chrome-

book. Ciò nonostante, resta da vedere

quale sarà la risposta degli sviluppatori

in merito alla possibilità di far girare la

propria app su un sistema operativo che

è stato costruito intorno a un browser (a

maggior ragione per le app, ad esempio,

di e-commerce, social network e portali

web). Eventuali adattamenti dell’interfac-

cia e ottimizzazioni per l’uso con mouse

e tastiera richiederanno senz’altro un

maggiore impegno, che data la modesta

diffusione del sistema operativo desktop

di Google, non è detto che siano ade-

guatamente “ricompensati”.

MOBILE Gli sviluppatori sono al lavoro per ottimizzare l’uso delle app con mouse e tastiera

Tutte le app Android compatibili con Chrome OS? Il Google I/O si avvicina e sembra che ci saranno grosse novità in merito a Chrome OS

Arriva Word Flow per iOS la tastiera ad arco MicrosoftL’azienda americana lancia la sua tastiera Word Flow su iOS Tra le caratteristiche di punta l’uso con una mano e la personalizzazione di Mirko SPASIANO

Microsoft sta continuando a rila-sciare software e servizi per le piat-taforme mobile concorrenti. Ora è il turno dell’apprezzatissima tastiera Word Flow di Windows Phone, che sbarca su iOS con una veste gra-fica nuova e molte più opzioni di personalizzazione. Il design è mini-mal e le funzionalità di predizione e swipe sono sostanzialmente le stesse della tastiera per Windows Phone, ma ci sono alcune chicche degne di nota. In primis, c’è la pos-sibilità di personalizzare lo sfondo e i colori della tastiera, la caratte-ristica di punta, però, è una parti-colare modalità ad arco, attivabile con un semplice tap, volta a miglio-rare la scrittura con una mano. Al momento, la Word Flow Keyboard è disponibile solo negli Stati Uniti, ma dalle prime indiscrezioni sem-bra che la tastiera del colosso di Redmond abbia conservato la sua proverbiale velocità e accuratezza. Gli algoritmi predittivi implementa-ti fanno sì che le parole suggerite migliorino con il tempo e l’uso, così come le correzioni di eventuali er-rori di ortografia. Purtroppo non è ancora noto se e quando questa tastiera arriverà nel nostro paese. Tuttavia, si spera che la maggiore personalizzazione e, magari, la co-siddetta arc-mode arrivino anche su Windows 10 Mobile in modo che i pochi affezionati rimasti non continuino a sentirsi figli di un dio minore.

Page 17: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 17

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Gianfranco GIARDINA

I l format del momento, il convertibile

tablet-notebook sul modello Surface

(che è ancora in attesa di una vera

consacrazione nei negozi) continua la

sua evoluzione: Acer ha lanciato alla sua

Global Press Conference a New York

Switch Alpha 12, un tablet PC Windows

che ha come caratteristica più originale

un sistema di raffreddamento a liquido.

In questo modo lo Switch Alpha 12 è il

primo convertibile a poter fare a meno

di ventole e altri sistemi in movimento

(il disco è già allo stato solido), gua-

dagnando ovviamente in silenziosità,

autonomia energetica e, almeno da un

punto di vista teorico, in affidabilità: non

sfruttando la convezione aerea, il siste-

ma non rischia di “intasarsi” di polvere

con il conseguente deterioramento

delle prestazioni di raffreddamento; in-

tasamento che a volte, nei sistemi con-

venzionali, porta anche al blocco della

ventola stessa. Senza ventole – dice-

vamo – malgrado il potente processore

Intel di 6° generazione (Skylake), che di

solito non ne può fare a meno; la mac-

china è disponibile, a seconda delle ver-

sioni, con processore core i3, i5 o i7 e

con dotazione di RAM da 4 o da 8 GB.

Lo storage è ovviamente SSD con ca-

pienze variabili a seconda del modello:

le tre versioni disponibili sono le classi-

che da 128, 256 e 512 GB, espandibili

eventualmente grazie allo slot micro

SDXC integrato.

Il display multi touch è da 12 pollici,

come suggerisce il nome, con una

densità di pixel molto alta, visto che la

risoluzione è di 2160x1440 pixel, pilo-

tata dalla classico chipset grafico

Intel HD Graphics 520. Tutto ciò

riuscendo a contenere il peso in-

torno ai 900 grammi per il “tablet”

nudo, che diventano 1,25 kg se si

collega anche la tastiera. A questo

proposito va detto che la tastiera è

opzionale (ma il consiglio è quello

di comprarla) ed è disponibile in

due versioni, la cui differenza so-

stanziale è la disponibilità o meno della

retroilluminazione.

Lo Switch Alpha 12 arriverà sul mercato

italiano intorno a luglio con un prezzo

di ingresso di 699 euro per la versio-

ne meno sofisticata (128 GB SSD, 4 GB

RAM, core i3) e quotazioni a salire per i

modelli meglio equipaggiati.

Aspire S 13, il notebook ultraportatile per (quasi) tuttiSul fronte notebook, da sempre l’ambito

elettivo di Acer, l’azienda taiwanese ha

presentato a New York l’Aspire S 13, un

super-sottile decisamente bello, mal-

grado prezzi di ingresso contenuti per

la categoria, 799 euro (ma come sem-

pre in dollari il prezzo è di 699!).

Si tratta di un notebook leggero (circa

1,4 kg), molto sottile, con un display da

13” e processori Intel di 6° generazione.

L’autonomia è eccellente (13 ore) ma

solo se si utilizza la batteria potenziata

opzionale da 3 celle e 54 Wh se no ci si

attesta sulle classiche 9 ore.

Le finiture sono due: un classicissimo

nero opaco o un molto più originale

bianco perla con profili oro, con superfi-

cie molto bella, zigrinata per aumentare

il grip ed evitare ditate. Molto curati i

particolari e piacevole l’accoppiamento

di materiali diversi soprattutto nella ver-

sione bianca.

PC Alla Global Press Conference di New York Acer ha presentato le sue novità nel settore PC

Acer fa il convertibile raffreddato a liquidoNuovi convertibili e notebook ultrastottili all’insegna della superportatilità. Prezzi interessanti

Acer Switch Alpha 12, il convertibile senza ventole ma con processore Intel di sesta generazione.

Aspire S 13, il notebook supersottile e leggero, con display da 13 pollici e processore Intel Skylake.

Apple aggiorna il MacBook, più veloce e maggiore autonomiaApple propone il refresh del MacBook con un nuovo processore, memoria più veloce e autonomia a 11 ore Si parte da 1500 euro di Roberto PEZZALI

Il prezzo resta invariato, 1500 euro per il modello base, e il design non si tocca, anche se arriva una nuo-va finitura Rose Gold: Apple ha annunciato il refresh della gamma MacBook, il 12” super-compatto e leggero che ha debuttato lo scorso anno raccogliendo anche qualche critica. Il MacBook è stato aggiorna-to partendo dai processori, e Apple ha fatto spesa da Intel portando a casa i nuovi Intel Core M dual core di sesta generazione nei modelli da 1.1 GHz e da 1.3 GHz. Più veloci anche le memorie, da 1866 MHz al posto di quelle da 1600 MHz dello scorso anno. Nuova anche la GPU integrata nel processore Intel, una HD Graphic 515 che offre presta-zioni a detta di Apple superiori del 25% rispetto al modello preceden-te, un po’ debole nell’elaborazione grafica soprattutto 3D. Il cambio generazionale di processore per-mette al MacBook di guadagnare un’ora di autonomia: si arriva a 10 ore di navigazione web Wireless e a 11 ore di riproduzione film utiliz-zando iTunes.Il nuovo MacBook è disponibile nelle seguenti versioni: Intel Core m3 dual-core a 1,1GHz, 8 GB di memoria e unità flash da 256 GB a €1.499 oppure processore Intel Core m5 dual-core a 1,2 GHz, 8 GB di memoria e unità flash da 512 GB a €1.829. Chi lo ordina online avrà accesso a un’ulteriore configura-zione con processore Intel Core m7 dual-core a 1,3 GHz.

Page 18: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 18

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Tutti i MacBook Air 13” avranno 8 GB di RAMApple ha annunciato che tutti i MacBook Air in vendita da qualche giorno avranno 8 GB di RAM al posto di 4 GB Una giusta decisione, anche se c’è il rischio di confusione con i modelli attualmente nei negozi di Roberto PEZZALI

Con una piccola nota a margine della presentazione della nuova gamma MacBook 2016 Apple annuncia una novità che farà si-curamente piacere a chi vuole comprare un MacBook Air: da qualche giorno tutti i MacBook Air da 13” (sono quindi esclusi quelli da 11”) avranno 8 GB di memoria al posto di 4 GB. Una scelta giusti-ficata probabilmente dalle risorse richieste dal prossimo OS X (o MacOS), e effettivamente 4 GB di RAM su un MacBook da lavoro all’alba del 2017 erano una dota-zione davvero scarna. Il MacBook Air vive, nonostante i rumors lo vogliano presto rimpiazzato da un nuovo modello “pro” ultraslim e con grande autonomia. Il pas-saggio da 4 GB di RAM a 8 GB di RAM fino ad oggi poteva essere chiesto in fase di configurazione aggiungendo 100 euro, soldi che chi vuole ora un MacBook può in-vestire nell’upgrade di SSD, por-tando gli scarsi 128 GB ad un più accettabile 256 GB.Resta da capire come verranno gestite le scorte e la vendita dei modelli attualmente a magazzino: non siamo davanti ad un modello nuovo, non cambia il prezzo e ad aumentare è solo la RAM, quindi c’è il rischio di trovare nello stes-so punto vendita modelli da 4 GB e da 8 GB. Scegliete bene.

di Gianfranco GIARDINA

I l PC batte in ritirata? Non certo per

i gamer più accaniti, che vedono

nel PC (estremamente dotato) pra-

ticamente l’unica piattaforma di vera

soddisfazione per videogiocare; PC di

rara potenza, perché ogni frame perso

potrebbe significare una sconfitta, so-

prattutto adesso che, a colpi di Oculus

Rift e HTC Vive, sta per iniziare l’era del

gaming in realtà virtuale, applicazione

vorace di risorse. Acer, con la sua linea

Predator, ha oramai una posizione soli-

da in questo settore: macchine senza (o

con pochi) compromessi, super-potenti,

versatili e inclini all’upgrade, dall’aspet-

to aggressivo e “techno”, come si addi-

ce a uno strumento per giocatori seri.

Alla Global Press Conference di New

York, Acer ha presentato le novità sul

fronte Predator, giocando su tutti i fronti:

i desktop e i notebook, ovviamente in

piena osservanza delle specifiche tecni-

che richieste da tutte le piattaforme di

realtà virtuale.

Partiamo dai fissi (o quasi fissi): la novità

è il Predator G1. Si tratta sì di un desktop

ma di dimensioni più contenute rispetto

ai “cassoni” tipici dei gamer: 16 litri di

volume e un telaio che – a detta di Acer

– può anche essere preso sotto braccio

e portato con sé ai LAN party. Una buo-

na idea, visto che malgrado la dimensio-

ne contenuta, il sistema accetta schede

grafiche full size Geforce GTX (fino alla

Titan X) e offre quindi al gamer la possi-

bilità di allestire una macchina in grado

di supportare anche le applicazioni più

voraci di risorse grafiche, realtà virtua-

le compresa. Molto interessante poi la

scheda di rete ibrida Ethernet/Wi-Fi in

grado di lavorare contemporaneamente

in maniera intelligente su entrambe le

connessioni, indirizzando i dati di gioco,

a priorità più alta, verso la connessione

più veloce (sarà generalmente il cavo)

e riservando a quella più lenta gli altri

servizi, come le audio chat ed eventuali

altri trasferimenti dati attivi. In questo

modo il gamer si assicura la minore la-

tenza possibile e la perfetta costanza

del traffico per un gioco online ai mas-

simi livelli.

Ai primi 1000 che si aggiudicheranno

questa macchina, in regalo anche la

valigia in stile coerente per il trasporto:

il gamer non ha più paura delle trasfer-

te...

Il notebook da paura da “overcloccare” a go goLa stessa modalità di connessione di

rete (denominata Killer DoubleShot Pro)

utilizzata sul Predator G1 è presente an-

che sul nuovo notebook da gioco della

serie Predator, il 17 X.

Si tratta di una macchina sulla falsariga

dei precedenti notebook Predator ma

equipaggiato con processori Intel i7

di sesta generazione, scheda grafica

GeForce GTX 980 e soprattutto con la

possibilità di gestire overclock sia sulla

CPU che su GPU e VRAM.

Per fare questo è stata rivista pesan-

temente la costruzione, inserendo tre

ventole, di cui una particolarmente po-

tente posta sulla parte frontale e che

lavora in aspirazione.

Il 17 X (si tratta in realtà di un 17,3” di di-

splay) è disponibile in due versioni: una

con display Full HD e l’altra addirittura

con display 4K.

Potenza ce n’è da vendere, tanto che

questi notebook sono pienamente

compatibili con le pesanti specifiche ri-

chieste dai sistemi di realtà virtuale.

La tastiera è retrolluminata ed addirittu-

ra a colori; le diverse zone della tastie-

ra sono configurabili con colori RGB a

scelta e le configurazioni possono es-

sere salvate e richiamate in modo da

essere coerenti con il gioco che ci si

appresta a fare.

I nuovi modelli Predator arriveranno a

luglio; il desktop G1 con prezzi a partire

da 1200 euro, mentre per il potentissi-

mo notebook 17 X bisognerà mettere

sul piatto nella migliore delle ipotesi

2999 euro, a salire a seconda delle

configurazioni.

PC Novità per quanto riguarda la gamma Predator presentate alla convention Acer di New York

Acer Predator pronti per la realtà virtualeIl marchio taiwanese arricchisce la gamma Predator dedicata ai gamer di due nuovi prodotti La potente versione del notebook da 17”, ora overcloccabile, e un minidesktop da trasporto

Page 19: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 19

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

HP Chromebook 13 G1, una belva con RAM da 16 GBSu HP online sono comparse le specifiche tecniche e foto del Chromebook 13 G1 Un’ammiraglia con 16 GB di RAM e display QHD da 13,3 pollici di Andrea ZUFFI

Erano passate meno di 24 ore dai primi rumor su un nuovo Chrome-book di HP con 16 GB di RAM e su-bito sono comparse in rete quelle che dovrebbero essere le specifi-che del notebook. Usiamo il condi-zionale anche se la fonte, HP Onli-ne è da considerarsi autorevole e piuttosto affidabile. Chromebook 13 G1, questo il nome del nuovo super modello di HP, è realizzato con uno chassis in alluminio ano-dizzato dello spessore di 12,9 mm e un peso di 1,38 kg. Ci sarà un pro-cessore Intel Core M7-6Y75 con grafica integrata Intel HD Graphics 515 e RAM LPDDR3 da 16 GB. Due le possibili configurazioni per il di-splay da 13.3’’: QHD+ WLED Bright View (3200x1800 pixel) uslim-flat (2.6 mm) da 300 nits oppure FHD WLED Anti-glare (1920x1080 pixel) da 330 nits. Scarso lo storage locale eMMC con solo 32 GB, con 5.1 GB occupati dal sistema operativo, ma la scelta mira a spingere per l’utiliz-zo dello spazio aggiuntivo cloud di Google Drive. La connettività Wi-Fi 802.11ac e Bluetooth 4.2 sono affi-date al chip Intel Dual Band Wire-less - AC 7265. Il comparto audio è costituito da due speaker ed è targato B&O PLAY; la webcam HD integrata cattura filmati a 720p a 30 fps. Grazie alla retroilluminazione la tastiera può essere usata al buio, Il sistema operativo è Chrome OS. Nessuna notizia per ora sulla data di commercializzazione e il prezzo di vendita al pubblico.

di Mirko SPASIANO

G li utenti desktop di Dropbox po-

tranno presto sperimentare l’eb-

brezza di Project Infinite. Il nome

altisonante nasconde una nuova funzio-

nalità per il client desktop atta a miglio-

rarne significativamente l’integrazione

con il sistema operativo: i placeholders.

Per chi non li conoscesse, si tratta di un

sistema che consente di visualizzare di-

rettamente in Esplora risorse tutti i file

archiviati sul cloud, anche se non sono

fisicamente presenti sul PC.

Tutti i file presenti nella cartella Dropbox

verranno contrassegnati con delle picco-

le icone: quella della spunta verde (già

presente oggi), che sta ad indicare che il

file è sincronizzato col cloud e presente

sul PC, verrà affiancata da una raffigu-

rante una nuvoletta, ad indicare che il

relativo file è presente esclusivamente

sul cloud. In questo modo, si potrà avere

a portata di pochi click intere collezioni

di file che ammontano a diversi gigabyte

anche su dispositivi con poco spazio di

archiviazione.

PC Project Infinite è il nome della nuova funzionalità per gli utenti desktop di Dropbox

Dropbox sfida OneDrive su Windows e MacDropbox potrebbe anticipare Microsoft, portando i placeholders su Windows e Mac

Quando un file o una cartella siano archi-

viati esclusivamente sul cloud, cliccan-

dovi con il tasto destro da esplora risor-

se, comparirà un menu contestuale dal

quale si potrà scegliere di salvarne una

copia offline, da utilizzare quando non si

abbia Internet a disposizione. Tutto ciò è

condito anche dalla sincronizzazione in

tempo reale dei placeholders e dall’im-

mediatezza del drag-and-drop.

Insomma, il funzionamento è per-

fettamente analogo a quello intro-

dotto da Microsoft con OneDrive su

Windows 8 (all’epoca si chiamava

SkyDrive). C’è un’unica, ma grandissima

differenza: Project Infinite porterà i pla-

ceholders su Windows 7, 8 e 10 e perfino

su Mac. Microsoft, invece, offre questa

funzionalità soltanto su Windows 8-8.1.

Sono ormai diversi mesi che si rincorro-

no voci sul ritorno dei placeholders su

Windows 10 con l’Anniversary Update,

ma dal punto di vista ufficiale, tutto tace.

Se non si sbriga, il colosso di Redmond

rischia di essere battuto in casa proprio

sul suo ultimo gioiellino.

GAMING Il nuovo device non avrà bisogno dello smartphone

Samsung lavora a un visore evoluto di Francesco FIORILLO

L a notizia è giunta nel corso della consueta conferenza con gli sviluppatori.

Injong Rhee, responsabile della ricerca e sviluppo di Samsung, ha confermato

che Samsung è al lavoro su un visore stand-alone (in grado di riprodurre conte-

nuti senza l’ausilio di uno smartphone) capace di competere con Oculus Rift e HTC

Vive. Il nuovo device, stando sempre alla parole di Rhee, offrirà un preciso sistema

di rilevamento della posizione, ma proverà anche a risolvere il limite odierno di

questa tecnologia: il collegamento cablato al PC. Un’alternativa wireless è infatti

in fase di studio, ma l’obiettivo resta quello di offrire agli utenti sia la possibilità di

muoversi liberamente, sia un hardware capace di gestire da solo l’universo VR,

senza passare per un personal computer performante e di conseguenza costoso.

Anche un sistema di controllo basato sul rilevamento dei gesti è in fase di studio,

ma lo stesso responsabile della ricerca del colosso coreano ha specificato che, per

arrivare a qualcosa di concreto in questo specifico ambito, bisognerà attendere

almeno un paio di anni. Nel frattem-

po Samsung aumenterà gli sforzi al

fine di ampliare l’esperienza offerta

da Gear VR. La nuova cam in grado

di catturare filmati a 360° è oramai

pronta per invadere gli store ameri-

cani, mentre tutta una serie di nuovi

servizi renderà la pubblicazione di

questi contenuti una pratica sempli-

ce e intuitiva.

PC

Ora l’all in one è dentro la scrivaniaLian Li ha presentato una scrivania che incorpora un vero e proprio computer. Questo pezzo di mobilio in alluminio e vetro temperato si chia-ma DK-04 e, come i suoi predeces-sori, include una serie di scomparti per ospitare componentistica da PC. Sollevato il piano, è possibile montare fino a 8 Hard Disk, schede madri Full ATX o mATX con 8 slot di espansione e fino a 4 ventole da 120 mm o un sistema di raffredda-mento a liquido. Offre la possibilità di installare schede video dedicate e la quasi totalità dei dissipatori per processori in commercio. In Europa a maggio a 1.269,99 Sterline. Clicca qui per il video.

Page 20: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 20

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Dopo 10 anni stop produzione Xbox 360Microsoft, dopo 10 anni, ha interrotto la produzione di console Xbox 360. L’annuncio giunge dal colosso di Red-mond, che ha comunque rassicurato i fan specificando che i servizi Xbox Live continueranno a essere attivi. Phil Spencer, capo della divisione Xbox ha dichiarato: “Sono orgoglioso di tutto il lavoro e della dedizione per lo svilup-po hardware e dei software Xbox 360 negli ultimi 10 anni. Sono grato ai fan per la loro continua passione e il loro sostegno. Xbox360 significa molto per Microsoft. Abbiamo preso però la decisione di fermare la produzione di nuove Xbox 360. Continueremo a vendere le console esistenti ma la di-sponibilità varierà da Paese a Paese”.

GAMING Alla fiera di Los Angeles sarà mostrato l’ultimo capitolo di The Legend Of Zelda

Nintendo NX arriva in tutto il mondo a marzo 2017L’attesa console non sarà presentata al prossimo E3. Novità in arrivo sul fronte mobile

di Roberto PEZZALI

N el corso della riunione con gli azio-

nisti che si è svolta nei giorni scor-

si, Nintendo non si è limitata ad

annunciare i risultati finanziari dell’anno

fiscale concluso il 31 marzo scorso, ma

ha rivelato anche un importante tassello

del suo futuro. L’attesa console domesti-

ca, conosciuta al momento con il nome

in codice di “Nintendo NX”, sarà carat-

terizzata da un concept inedito e verrà

lanciata in tutto il mondo a marzo 2017.

Le vendite della macchina, sia hardware

che software, sono state inserite nelle

previsioni finanziarie del prossimo anno

fiscale, ma la società non si è addentrata

in ulteriori dettagli. Le notizie non si sono

di Alvise SALICE

Sony raddoppia la posta in gioco.

Dopo aver abbondantemente

consolidato la leadership di Play-

Station 4 sull’odierna generazione di

console, pare aver tutta l’intenzione di

giocare in anticipo sulla concorrenza,

presentandosi armata fino ai denti al-

l’alba dell’era 4K e Virtual Reality. Pare

che nei laboratori nippoamericani stia

prendendo forma la nuova iterazione

della macchina da gioco, ricarrozzata

per supportare al meglio il visore e i titoli

in Ultra HD. Dopo il crescente tam tam

degli ultimi mesi, costellato di conferme

e smentite, alcune forti voci di corridoio

hanno snocciolato le principali caratteri-

stiche hardware della PS4 “NEO”, nome

in codice della nuova console. Concen-

triamoci sui potenziamenti che permet-

terebbero al nuovo sistema di gestire un

output video fino ad oggi esclusivo ap-

pannaggio dei PC Ninja. Il portale Giant-

Bomb delinea un triplice potenziamento.

Per prima cosa, il chipset a 8-core AMD

Jaguar salirà dagli odierni 1.6 GHz a quo-

ta 2.1 Ghz, potendo così gestire una mole

computazionale superiore di oltre il 30%

a quella processabile dalla CPU del mo-

dello 2013. Quanto alla RAM, non servirà

alcun incremento quantitativo, essendo

gli 8 GB GDDR5 una

dotazione tutt’oggi

ragguardevole (e che

al lancio di PS4 era

preclusa persino alle

schede video top-

end); in compenso,

la velocità di banda

salirà dagli originali

176 GB/s fino a 218

GB/s. Come prevedibile, l’aggiornamen-

to “monstre” toccherà alla GPU, che do-

vrebbe impiegare il chip Polaris10 “Elle-

smere” destinato da AMD alle prossime

Radeon R9 480: architettura Graphics

Core Next con 36 Compute Unit (2.304

stream processor) operanti alla fre-

quenza di 911 MHz. La PS4 standard si

ferma a 18 CU (per 1.152 sp) clockati a

800 MHz: in soldoni, significa che NEO

vanterà performance grafiche almeno

raddoppiate.

Pare che Sony voglia impegnarsi a rila-

sciare soltanto titoli compatibili con en-

trambi i sistemi, per l’intero ciclo di vita

di entrambi. I giochi, infatti, funzioneran-

no in modalità “standard” sulla PS4 del

2013 e “neo” sul modello restyling. Dal

punto di vista strettamente ludico, poi,

non dovrebbero esistere feature esclu-

sive in versione NEO; specie in ambito

online, data la ferrea volontà di Sony di

non frammentare la propria community,

ora che ha raggiunto dimensioni e suc-

cesso paragonabili a Xbox Live (dopo

anni di duro inseguimento). Consideran-

do, alla fine della fiera, il prezzo vocifera-

to per PlayStation 4 NEO (399 $), è bene

aspettare la macchina con trepidazione

molto composta: a un aggiornamento

su carta di statura semi-generazionale,

farà da contraltare un miglioramento

che, nella pratica, risulterà tanto interes-

sante per i possessori di TV 4K quanto

irrilevante per gli altri, data la sostanziale

fungibilità dell’esperienza tecno-ludica

che si prospetta fra i due modelli. Scelta

forse tecnologicamente un filo conser-

vativa da parte di Sony, ma comprensi-

bile sul piano commerciale: il mercato

console non è ancora pronto a cicli di

ricambio hardware troppo repentini.

GAMING Neo è il nome in codice della nuova PlayStation 4 su cui continuano le indiscrezioni

Nuova PS4, ecco le probabili specificheTra le caratteristiche un CPU più veloce, maggior banda di memoria e GPU raddoppiata Ma i giochi resteranno perfettamente compatibili con il modello attuale (per fortuna)

esaurite qui. Stando alle

stesse parole del colos-

so giapponese, NX verrà

presentata entro la fine

dell’anno, ma non verrà

esposta sotto i riflettori

dell’E3. All’importante

evento di Los Angeles

l’azienda si concen-

trerà invece sul nuovo

The Legend Of Zelda, at-

teso per il 2017 e in sviluppo sia su NX

sia su WiiU. Sul fronte mobile, dopo

lo straordinario successo di Miitomo,

la grande N ha in serbo tre nuovi titoli,

destinati ai dispositivi iOS e Android.

Pokémon Go porterà gli allenatori di tut-

to il mondo a catturare i mostriciattoli ta-

scabili nei giardinetti sotto casa, mentre

i restanti due saranno legati alla saga di

Fire Emblem e a quella di Animal cros-

sing. Si tratterà di giochi veri e propri e

non di semplici companion app.

GAMING

AMD Radeon Pro Duo la scheda per la realtà virtualeAMD ha annunciato che la sua nuova scheda grafica di fascia alta è dispo-nibile. Radeon Pro Duo può generare 16 TFLOPS di capacità di calcolo e grazie alla tecnologia FireRender, che offre uno scaling migliore di quasi due volte rispetto alle comuni soluzioni, è in grado di aiutare gli svi-luppatori nel creare mondi VR ancora più realistici. Tale mostro di potenza, caratterizzato da ben 8 GB di me-moria HBM, non è considerato come una vera e propria scheda grafica da gioco ma, stando alle parole della società americana, è indirizzata agli sviluppatori impegnati a risolvere i problemi della Virtual Reality, come quello relativo alla latenza o ai lunghi workflow. Nulla impedisce di utiliz-zare la neonata GPU Radeon anche nell’ambito del gaming domestico, ma il prezzo di 1650 euro e le scorte limitate potrebbero rappresentare per molti uno scoglio insormontabile.

Page 21: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 21

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Francesco FIORILLO

D ire che l’interesse sulla realtà virtuale è in con-

tinua e forte crescita, ormai, non dovrebbe

suonare come un’eresia neppure all’orecchio

dell’appassionato più scettico. Non solo gli annunci

da parte delle varie aziende si susseguono a un ritmo

elevatissimo, ma anche gli investimenti da parte delle

maggiori case di sviluppo stanno acquisendo spesso-

re sempre maggiore.

Oculus Rift e il visore nato dalla collaborazione fra

HTC e Valve, nonostante qualche intoppo di troppo

legato alla gestione dei preordini, sono oramai real-

tà, mentre il device di Sony (destinato a PlayStation

4) è atteso al varco per il prossimo autunno. Tutto è

dunque pronto per dare il via a questa decantata ri-

voluzione dell’intrattenimento domestico, anche se al

momento, nonostante le applicazioni possibili siano

molteplici, tutti gli sforzi sembrano concentrarsi sui

classici progetti videoludici. Gli utenti che decideran-

no di far proprio uno dei tre visori potranno dunque

vivere in prima persona le avventure digitali fin qui

confinate negli schermi televisivi e sperimentare sulla

propria pelle un modo completamente nuovo di vive-

re questo particolare mezzo. È davvero difficile non

lasciarsi ammaliare da tali scenari, ma è innegabile

che questa tecnologia possieda, almeno al momento,

più di un lato oscuro.

Per saltare sul treno della VR, ad esempio, occorre

un investimento non indifferente, qui trovate il no-stro approfondimento sull’argomento, mentre molti

possibili acquirenti non sono ancora riusciti ad avere

un’idea chiara sui contenuti e le possibili differenze

fra i tre principali visori. Anche se potrà sembrare stra-

no, i due dispositivi di realtà virtuale, tralasciamo per

il momento il visore Sony, divergono solo nella filoso-

fia alla base del loro design; sebbene entrambi siano

capaci di offrire un’esperienza tradizionale tramite un

controller da console, il pacchetto base di HTC Vive

garantisce sin da subito anche uno spazio virtuale di

4,5 x 4,5 metri tutto da esplorare.

GAMING I visori protagonisti della realtà virtuale attualmente sono Oculus Rift, HTC/Valve e il device di Sony per PS4

Ecco tutti i segreti del gaming in Realtà VirtualeL’interesse intorno alla realtà virtuale è grande e il settore del gaming è senza dubbio la sua prima applicazione Diamo uno sguardo alle piattaforme e ai contenuti videoludici da sfruttare nella nuova dimensione dei videogame

Oculus Rift dispone però anch’esso di un sistema di ri-

levamento dei movimenti e nel prossimo futuro, quan-

do i due Oculus Touch diverranno disponibili, questa

prima differenza potrebbe perdere molta della sua

valenza. Anche sul piano dei contenuti e dei relativi

store la situazione non propone particolari variazioni,

nonostante i soliti uomini marketing suggeriscano il

contrario. Il famoso negozio digitale Steam ha già una

sezione interamente dedicata alla realtà virtuale (con-sultabile qui) e permette di acquistare e scaricare una

buona varietà di contenuti per entrambi i dispositivi.

Rift invece si affida a uno store prioritario elegan-

te e leggibile, navigabile sia tramite il visore, sia sul

proprio PC di casa (quest’ultima versione viene resa

disponibile subito dopo aver collegato per la prima

volta la periferica tramite USB3.0). Oculus, inoltre, sta

provando anche ad informare i giocatori sui potenziali

disagi legati al tanto temuto motion sickness, suddi-

videndo le varie esperienze in tre categorie: intensa,

moderata e confortevole.

L’approccio di Sony, per ovvi motivi, sarà invece piut-

tosto differente. Qui l’accessibilità la farà sicuramente

da padrone, il PlayStation Store venderà i contenuti e

non ci saranno requisiti di alcun tipo da rispettare. Al

contrario dei suoi diretti concorrenti, inoltre, la società

nipponica potrà contare sulla presenza di molti titoli

in esclusiva e, non dimentichiamolo, su un prezzo di

mercato molto più basso. Decretarne la sconfitta solo

in virtù delle sue ridotte specifiche tecniche non è

dunque corretto e se la storia dell’elettronica ci ha in-

segnato qualcosa è che a decretare il successo di una

nuova tecnologia sono sempre i contenuti. Proprio

per questo abbiamo deciso di selezionare i titoli più

interessanti, quelle esperienze capaci di convincere

qualcuno ad aprire il portafogli al sol fine di immerger-

si in nuovo universo virtuale. Nausea permettendo.

EVE: ValkyriePiattaforme: Oculus Rift, HTC Vive e PlayStation VRGrado di disagio: ElevatoForse uno dei titoli maggiormente noti in ambito VR

e, per molti, il vero banco di prova per questa nuova

tecnologia. Una volta entrati in cabina di pilotaggio

basterà muovere la testa per guardarsi intorno. Lo

spazio diventerà immediatamente credibile e coinvol-

gente e un sorriso compiaciuto si stamperà sul volto

di chiunque. I problemi però potrebbero sopraggiun-

gere nelle fase successive, quando il gioco metterà in

scena tutta una serie di rapidi, spettacolari e violenti

scontri spaziali. I repentini cambi di direzione potreb-

bero infatti impressionare le retine di molti, ma anche

smuovere gli stomaci dei giocatori più sensibili.

Clicca qui per il video.

Edge of NowherePiattaforma: Oculus RiftGrado di disagio: ModeratoQuando si parla di videogiochi e VR sono in molti a

focalizzare nella propria mente un’unica tipologia di

titoli, quelli in prima persona. Sviluppato dallo stes-

so team che ha dato i natali a serie storiche come

Ratchet & Clank e Resistance, il gioco di Insomniac

proporrà invece un’avventura più tradizionale, ricca

di azione, ambientazioni suggestive e rocambolesche

fughe dalle profondità delle montagne antartiche. Il

segue a pagina 22

Page 22: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 22

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

tutto, grazie alle nuove opportunità offerte dai visori

VR, potrà esser ammirato da una nuova prospettiva,

che promette un’immersione senza precedenti.

Clicca qui per il video.

The ClimbPiattaforma: Oculus RiftGrado di disagio: ModeratoImmaginatevi aggrappati a un piccolo appiglio roccio-

so, sospesi a centinaia di metri dal suolo. Lo stomaco

si chiude, una goccia di sudore freddo scende lungo la

schiena e mentre si è intenti a non abbassare troppo

lo sguardo, giusto per evitare quello spiacevole senso

di vuoto, si deve cercare a tutti costi di raggiungere

la cima. I deboli di cuore potrebbero trovarlo ecces-

sivo, ma The Climb è perfetto per mostrare agli amici

quel senso d’immersione che solo un’esperienza in

VR può offrire. Il titolo Crytek, poi, può vantare anche

un comparto grafico davvero sbalorditivo, assemblato

tramite il poliedrico motore CryEngine.

Clicca qui per il video.

The AssemblyPiattaforme: Oculus Rift, PlayStation VRe HTC ViveGrado di disagio: ConfortevoleThe Assembly, nonostante non possa vantare la visi-

bilità di altri titoli destinati ai device per la realtà vir-

tuale, potrebbe rivelarsi una delle migliori esperienze

in questo ambito. Lo sviluppatore nDreams sta infatti

realizzando una storia dai toni adulti, da vivere con il

fiato sospeso attraverso gli occhi di due protagonisti.

Il senso della scoperta, due prospettive diametral-

mente opposte da seguire con attenzione (una viene

addirittura definita dallo stesso team come “disturban-

te”) e un ritmo finalmente lento e ragionato, sono gli

ingredienti di un titolo intelligente e pensato davvero

per esser goduto con indosso un visore.

Clicca qui per il video.

ADR1FTPiattaforme: Oculus Rift e PlayStation VRGrado di disagio: ElevatoInsieme alla paura di esser sepolti vivi, quella di ritro-

varsi sperduti nello spazio profondo è una prospettiva

carica di terrore. Il silenzio assordante, il continuo gal-

leggiare in luoghi asettici e abbandonati, la costante

e disperata ricerca di una fonte di ossigeno sono le

basi di questa nuova e terrificante esperienza. Adr1ft,

una volta indossato il visore, ha il potere di sbalordire

il giocatore, spiazzarlo e tramortirlo, per poi accompa-

gnarlo in una breve avventura emozionante. Peccato

che il progetto distribuito da 505 Games risulti al mo-

mento anche uno dei titoli maggiormente faticosi.

Clicca qui per il video.

AffectedPiattaforma: Oculus RiftGrado di disagio: ModeratoSin dalla loro prima presentazione, i dispositivi VR

hanno solleticato la fantasia degli appassionati del-

l’horror. Affected, definita dagli stessi sviluppatori

come “un’esperienza di orrore reale in un mondo vir-

tuale”, sarà uno dei primi titoli a spaventare oltremodo

gli utenti in possesso di un Oculus Rift. Il coinvolgi-

mento generato sembra essere massimo e, di conse-

guenza, anche il senso di paura e angoscia toccherà

vette mai raggiunte prima. Affected ci vedrà protago-

nisti di tre incubi differenti (il Maniero, il Manicomio e

il Carnevale) affrontabili separatamente, oppure uno

di seguito a l’altro; anche se in questo caso occorrerà

possedere una buona dose di coraggio.

Clicca qui per il video.

RigsPiattaforme: PlayStation VRGrado di disagio: N.D.Nonostante gli sparatutto in soggettiva siano il gene-

re maggiormente in voga nell’intera industria video-

ludica moderna, pochissimi sono ad oggi i titoli pieni

di sparatorie destinati all’universo VR. Rigs, atteso nei

primi mesi di vita di PlayStation VR, proverà a colmare

tale lacuna, ma nel farlo proporrà anche diverse e in-

teressanti novità. A bordo di futuristici mech i giocatori

dovranno si sbagliare gli avversari riversando su di loro

un gran quantitativo di proiettili, ma avranno anche il

compito di segnare quanti più punti possibili. L’esclu-

siva Sony fonde infatti gli aspetti action degli FPS con

quelli dei titoli sportivi, generando una sorta di ibrido

fra il basket e un Unreal Tournament a caso.

Clicca qui per il video.

AltspaceVRPiattaforme: Oculus Rift, HTC Vive, Microsoft Kinect e Samsung Gear VRChiudiamo questa piccola finestra sui titoli videoludici

più promettenti in arrivo sui dispositi VR proponendo

un progetto “indie” alquanto interessante.

AltspaceVR non è però un classico gioco. Si tratta

infatti di un’applicazione social innovativa, nata per

sfruttare tutte le peculiarità di questa tecnologia. Gli

utenti rappresenteranno di fatto se stessi in un modo

virtuale ricreato per l’occasione. Grazie alla periferica

Kinect i gesti verranno riproposti nell’ambiente digita-

le e le interazioni classiche raggiungeranno un nuovo

livello.

Si potrà parlare con gli altri, ma anche partecipare in

compagnia a una sessione di Dungeons & Dragons, il

famoso gioco di ruolo fantasy creato da Gary Gygax

e Dave Arneson nel lontano gennaio 1974. Stranian-

te per qualcuno, profondamente sbagliato per altri e

addirittura pericoloso per qualche spaventato utente,

AltspaceVR potrebbe davvero arrivare, un giorno, a

condizionare la vita di molti appassionati.

Clicca qui per il video.

GAMING

Tutti i segreti della realtà virtualesegue Da pagina 21

Page 23: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 23

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Su YouTube arrivano i BumperGoogle sta per introdurre su YouTube i video pubblicitari da sei secondi che gli utenti non potranno evitare di Giulio MINOTTI

Sul blog ufficiale di AdWords, Zach Lupei, Product Manager della divisione Video Ads, ha annunciatol’arrivo su YouTube di un nuovo formato di inserzioni pubblicitarie, denominato Bum-per ads. I Bumper ads sono dei brevissimi video promozionali di appena 6 secondi che, a dif-ferenza di quelli più lunghi già esistenti, non potranno essere saltati dall’utente in nessun caso. Questo nuovo strumento pub-blicitario entrerà a far parte del circuito AdWords di Google ed è stato concepito soprattutto per la visualizzazione su dispositivi por-tatili come smartphone e tablet. I Bumper ads non andranno a so-stituire gli spot tradizionali che di solito durano tra i 15 e i 60 secon-di, ma che possono, però, essere saltati dopo solo 5 secondi.Questo formato pubblicitario rien-tra in una nuova strategia messa in campo dal colosso di Mountain View indirizzata in particolare agli utenti mobili. Secondo i dati ripor-tati da YouTube, questo tipo di utenza è sempre più diffuso; oggi, infatti, il 50% delle persone di età compresa tra 18 e 49 anni prefe-risce utilizzare dispositivi portatili per la riproduzione dei video. Tra i primi ad aver sperimentato que-sto nuovo formato c’è Atlantic Records che ha realizzato diversi mini spot per l’uscita del secondo disco della Band inglese Rudi-mental. Inoltre in Germania, Audi utilizzerà i Bumper per promuo-vere la sua nuova gamma di SUV.

di Dario RONZONI

D a tempo il filtro di contenuti

realmente interessanti per i sin-

goli utenti è una delle priorità di

Facebook. Il rischio sovraffollamento

delle bacheche è sotto gli occhi di tutti

e i nuovi algoritmi introdotti nel corso

dei mesi hanno stretto i filtri in manie-

ra selettiva in base a una serie sempre

più raffinata di parametri.

Tra le novità che il social network intro-

durrà a breve su questo versante c’è

anche un riferimento al tanto odiato

clickbait, la discutibile pratica di invo-

gliare l’utente a cliccare su una deter-

minata notizia “adescandolo” con titoli

ad effetto o notizie bomba volutamente

incomplete.

Il nuovo algoritmo di newsfeed do-

vrebbe riuscire a filtrare in maniera

ancor più precisa i contenuti in base a

un parametro di qualità, focalizzato in

particolare sul tempo speso dai singoli

utenti nella lettura di un articolo istan-

taneo o di un contenuto più ampio rag-

giunto tramite web browser. Al momen-

to lo sviluppo è concentrato sul

versante mobile, ormai il bacino

d’utenza di riferimento, men-

tre non ci sono indicazioni su

eventuali mosse simili in campo

desktop.

Pare inoltre che Facebook vo-

glia incentivare la lettura di con-

tenuti provenienti da più fonti, il

che potrebbe danneggiare chi

pubblica numerosi aggiornamenti di

stato nel giro di breve tempo. Se da un

lato gli spammer sono avvisati, dall’al-

tro questa mossa potrebbe danneg-

giare chi, legittimamente, sull’update

tempestivo ci campa.

SOCIAL MEDIA WEB Novità dal newsfeed di Facebook: filtri più precisi sui contenuti di qualità

Facebook dichiara guerra ai titoli “acchiappa click” Un occhio di riguardo alla pluralità delle fonti. Spam e clickbait sono a rischio estinzione?

di Dario RONZONI

S i chiama Everio R la nuova gamma

di videocamere JVC, una sorta di

ibrido che va ad abbracciare anche

il segmento delle Action Cam e che di

fatto porta avanti la medesima filosofia

inaugurata lo scorso anno con i modelli

GZ-RX515, GZ-RX510, GZ-R315 e GZ-

R310.

La gamma comprende al momento

quattro modelli, con prezzi compresi

tra i 299,99 € e i 399,99 €. La caratte-

ristica peculiare delle nuove Everio R

risiede nella loro struttura Quad-Proof,

che permette a queste macchine di

sopportare cadute da 1,5 metri, polvere,

freddo e acqua (resistente fino a 5 metri

di profondità). A tutto questo va aggiun-

ta un’autonomia fino a 5 ore, garantita

dalla batteria incorporata. Dove le Everio

giocano pesante, con l’intento dichiarato

di sbaragliare le prestazioni delle action

FOTOGRAFIA JVC lancia un prodotto a metà tra le videocamere classiche e le Action Cam

JVC Everio R: super reristenti e con ottica al topTra i punti di forza delle Everio R ci sono una lunga autonomia e un’elevata qualità ottica

cam che vanno per la maggiore, è nel

comparto ottico, capitanato dall’obietti-

vo Konica Minolta HD e da un sensore

CMOS retroilluminato da 2,5 Megapixel.

Stabilizzatore di immagine avanzato e

zoom ottico 40x, abbinati a un genero-

so touchscreen LCD da 3” garantiscono

prestazioni decisamente superiori a buo-

na parte della concorrenza nel segmen-

to rugged. Peccato per l’assenza del 4K

(registrazioni “solo” in Full HD).

I modelli più accessoriati (GZ-RX615/

RX610) dispongono inoltre di una me-

moria interna di 8GB e di connettività Wi-

Fi. La ghiera da 37mm, infine, consente

l’utilizzo di ottiche e filtri di terze parti,

aspetto che aumenta considerevolmen-

te la versatilità del sistema.

Page 24: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 24

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Franco ACQUINI

L a iXpand di Sandisk è un’unità di

memoria flash pensata per risol-

vere il principale problema di ogni

possessore di iPhone o iPad: la memo-

ria limitata. Da un lato hanno un connet-

tore lightning con il quale si collegano

al dispositivo iOS, dall’altro un comune

connettore USB3.0. Si collega al dispo-

sitivo, si scaricano foto, video o musica

liberando tutto lo spazio necessario, e

poi si travasa il tutto su PC o Mac colle-

gandola tramite la porta USB. Un’idea

semplice ma efficace, che risolve uno

dei principali limiti dei possessori dei

dispositivi Apple. Se la concorrenza

Android può contare sulla possibilità

di espandere lo storage di base con

memorie MicroSD, i possessori di di-

spositivi iOS con 16GB di memoria san-

no quanto può essere complicato far

convivere insieme applicazioni, aggior-

namenti di sistema, musica e qualche

foto o video. iXpand invece, con l’ap-

plicazione tutta nuova iXpand Drive, è

capace di fare il backup automatico di

foto, video e contatti. Tutti dati che pos-

sono essere criptati, per metterli in si-

curezza in caso di furto o smarrimento.

In più, iXpand Drive è anche un player

multimediale con il quale poter vedere

video (o film) direttamente dalla me-

moria. Sandisk

iXpand è dispo-

nibile in tagli da

16, 32, 64 e 128GB al rispettivo prezzo

di €49,99, €64,99, €89,99 e €139,99

ed è compatibile con iPhone (dal 5 in

su), iPad Air 1 e 2, iPad Pro e mini (tutta

la gamma).

GADGET Da Sandisk le unità flash compatibili con iPhone e iPad, risolvendo i problemi di storage

Sandisk iXpand, una manna per l’iPhone da 8 o 16GBSono chiavette USB con connettore Lighting che rendono semplice il travaso su PC o MAC

In arrivo il caricabatterie che prende energia dalle pianteSviluppato in Spagna, Bioo Lite è il rivoluzionario caricatore che sfrutta la fotosintesi clorofilliana per accumulare energia per lo smartphone di Alvise SALICE

A volte capita che il progresso scientifico riesca a far felici sia gli hi-tech lover che gli ecologisti. È il caso del Bioo Life, una tecnolo-gia di ricarica che preleva energia non da reti elettriche, ma dalla fo-tosintesi clorofilliana, ossia quel processo chimico grazie al quale gli organismi vegetali producono sostanze organiche come carboi-drati a partire dalla CO

2 atmosfe-

rica e dall’acqua metabolica, in presenza di luce solare. Qui lo spettacolare video di presenta-zione. Il progetto è ancora in fase embrionale, in via di perfeziona-mento presso Arkyne Technolo-gies, che ne ha lanciato mesi fa una campagna di crowdfunding online (dopo anni di ricerche), ottenendo un riscontro supe-riore alle più rosee aspettative. Secondo i produttori, tuttavia, il processo ha già raggiunto lo sta-tus “efficiente”: il Bioo Life sarà in grado di ricaricare uno smar-tphone fino a tre volte al giorno, funzionando persino nottetempo grazie alle capacità di accumulo diurno, grazie ad un output di 3,5 volt e 500 mAH (quasi pari a quello di una porta USB). Pur avendo già abbondantemente superato i 15.000 € necessari al finanziamento, la campagna re-sterà aperta ancora per un mese su Indiegogo.

APP WORLD Apple ha scelto 3 partner per sviluppare 4 app per aiutare il rapporto medico-paziente

Ecco le prime 4 applicazioni per CareKitOne Drop, Glow Nurture, Glow Baby e Start, sono il probabile inizio di un lungo percorso

di Emanuele VILLA

CareKit è la piattaforma software

aperta sviluppata da Apple per

permettere a pazienti e medici di

monitorare costantemente i progressi

fatti e fornire un database molto più am-

pio e strutturato in tempi ridotti. Recente-

mente Apple ha annunciato le prime app

sviluppate da terzi in tema di diabete,

gravidanza e depressione. Si chiamano

One Drop, Glow Nurture, Glow Baby e

Start: sono già disponibili sull’App Store

e sono la testa di ponte di un progetto

nel quale l’azienda californiana crede

molto. Dopo aver dato la possibilità a

scienziati e ricercatori di “reclutare” una

base di tester amplissima con il solo uso

di un iPhone e di un’app, ora l’obiettivo è

mettere in contatto diretto medici e pa-

zienti per far si che i dati rilevati ed inviati

si tramutino in qualcosa di concreto ed

immediato.

Come? Con 4 “moduli” all’interno delle

app, che si focalizzano sulla creazione

di piani per monitorare eventi pre e post

trattamenti, misurazione dei sintomi, co-

municazione paziente-studio medico ed

analisi dei progressi sulla base dei dati

inviati ed analizzati.

One Drop sfrutta il nuovo framework per

aiutare i propri utenti affetti da diabete a

tener traccia dei sintomi, impostare degli

obiettivi da raggiungere e condividere

con il proprio studio medico i risultati ot-

tenuti. Niente che la startup non potesse

fare in autonomia, ma l’aiuto di Apple ha

accelerato la roadmap e risolto un po’ di

problemi, stando a quanto ha dichiarato

il CEO di One Drop Jeff Dachis.

Jennifer Tye, vice presidente marketing

e comunicazione di Glow, spiega invece

come le loro app di gravidanza e cre-

scita del bimbo nel primo anno di vita

sfrutteranno il modulo di comunicazione,

dando la possibilità alla neo mamma di

mandare notifiche immediate a medici,

parenti e persone che ritiene le potranno

essere d’aiuto.

Start, l’ultima app che guadagna il sup-

porto di CareKit, aiuterà i pazienti affetti

da depressione ed i loro medici affetti

da rifiuto alla tecnologia a comunicare

meglio nonostante il “gap” comunicativo:

l’app, infatti, permetterà di inviare i risulta-

ti dei test clinici PHQ-9 non solo via app o

mail, ma anche al caro vecchio fax.

Un portafoglio di utilizzi davvero ampio,

quindi, focalizzato sull’uso scientifico ma

che potrebbe trovare una sua dimensio-

ne anche in altre realtà: non facciamo

fatica ad immaginare il team medico di

una squadra di football usare le app per

controllare la condizione fisica dei propri

giocatori, e chissà quali altre impieghi po-

tranno sperimentare gli sviluppatori.

Page 25: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 25

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Gaetano MERO

D yson ha presentato il suo primo

asciugacapelli, Dyson Supersonic.

Il dispositivo rispecchia completa-

mente lo stile minimale a cui la società

britannica ci ha abituato in questi anni

con un design che si distingue fortemen-

te dalla massa e funzionalità premium.

Ci sono voluti ben quattro anni di studio

prima che il Supersonic potesse vede-

re la luce, il risultato è un phon leggero,

maneggevole e dal peso bilanciato gra-

zie all’alloggiamento della meccanica

nel manico e non nella parte superiore,

come nella maggior parte dei prodotti

in commercio. Il getto d’aria è potente

e regolabile su quattro livelli di calore

differenti, è naturalmente possibile azio-

nare all’occorrenza anche l’aria fredda. Il

flusso d’aria è preciso e orientabile, con

un’angolazione di 20 gradi, attraverso

l’aggiunta di diversi beccucci pensati

per ogni tipo di capello. La tecnologia

impiegata da Dyson è la già brevetta-

ta Air Multiplier che riesce a restituire

fino a 40 litri d’aria al secondo. La forza

motrice del Supersonic è il nuovo V9, il

motore digitale più piccolo mai prodotto

dalla società fino ad oggi che lo rende

fino ad otto volte più potente dei normali

asciugacapelli, e una ventola a 13 pale,

anziché 11 come di consueto, che ren-

dono l’asciugacapelli molto silenzioso

generando un tipo di frequenza acusti-

ca non percepibile dall’orecchio umano.

L’assenza della ventola nella parte supe-

riore garantisce maggiore durevolezza

all’apparecchio impedendo ai capelli di

impigliarsi al livello della turbina, inoltre

un termostato misura 20 volte al secon-

do la temperatura e la comunica al chip

interno in modo da non farla mai salire

al di sopra dei 150 gradi Celsius, salva-

guardando dunque la salute della cute e

del capello stesso. La fase di progetta-

zione e test del Supersonic è costata a

Dyson un investimento pari a 70 milioni

di dollari, dovuti soprattutto alla costru-

zione di un laboratorio dedicato in cui

un team composto da 103 ingegneri e

ricercatori ha sperimentato almeno 600

prototipi e perfezionato il Supersonic

utilizzando oltre 1.000 miglia di capelli

umani. Il Dyson Supersonic sarà dispo-

nibile da giungo nel Regno Unito a un

prezzo di 299 sterline, pari a circa 386

euro. Clicca qui per il video.

SMARTHOME Leggero e silenzioso, il phon Dyson sarà disponibile da giugno nel Regno Unito

Dyson Supersonic, il potente asciugacapelli hi-techSupersonic è il primo asciugacapelli di Dyson: ha un microchip che regola la temperatura

MAGAZINE

Estratto dal quotidiano onlinewww.DDAY.it

Registrazione Tribunale di Milanon. 416 del 28 settembre 2009

direttore responsabileGianfranco Giardina

editingClaudio Stellari, Maria Chiara Candiago,

Alessandra Lojacono, Simona Zucca

EditoreScripta Manent Servizi Editoriali srl

via Gallarate, 76 - 20151 MilanoP.I. 11967100154

Per [email protected]

Per la pubblicità[email protected]

di Gaetano MERO

P hilips Lighting ha presentato una

versione completamente rinnovata

dell’applicazione Philips Hue, defi-

nita gen 2, con interfaccia e funzionalità

riprogettate da zero per assicurare mag-

giore controllo sull’illuminazione degli

ambienti nella nostra smarthome. L’app

presenta una grafica più intuitiva rispetto

alla precedente generazione e permette

di gestire con facilità il sistema di illumi-

nazione targato Philips. Con la nuova

opzione “Stanze” è possibile controllare

contemporaneamente le luci di un deter-

minato ambiente o di una zona specifica

della casa a nostro piacimento, basterà

selezionare il gruppo di lampadine che

si trovano nell’area che intendiamo gesti-

re e dare un nome alla stanza. Potremo

dunque chiedere alle luci della camera

da letto, direttamente dallo smartphone o

attraverso i comandi vocali, di attenuarsi,

spegnersi o accendersi. Per avere il tipo

di luce adatto ad ogni momento della

giornata Philips Hue introduce “Attività

quotidiane” che propone quattro princi-

pali tipi di luce bianca: concentrazione,

lettura, relax ed energizzante. Dalla stes-

sa sezione è possibile attivare le modalità

“Risveglio”, per un graduale aumento del-

l’intensità luminosa che imita il sorgere del

sole, e “Luce Notturna”, che sprigiona un

livello di illuminazione molto basso per un

sonno più tranquillo. A breve sarà dispo-

nibile anche la feature “White Ambian-

ce” grazie a cui l’utente disporrà di tutte

le sfumature di luce bianca, da fredda

(6500k) a calda (2200k). La funzionalità

“Scene” è la più divertente, pensata per

stupire gli amici o per creare l’atmosfera

perfetta per una cena romantica. Selezio-

nando una foto qualsiasi dalla galleria del

telefono, Philips Hue estrarrà la palette di

colori dall’immagine scegliendo automa-

ticamente cinque sfumature, tra 16 milioni

di tonalità disponibili. L’utente avrà la pos-

sibilità di personalizzare l’illuminazione

dell’ambiente scegliendo ulteriori colori,

l’app dispone tra l’altro di alcuni scenari

precaricati come prato fiorito, tramonto

nella savana o crepuscolo tropicale da

utilizzare all’occorrenza. Risulta miglio-

rata la sezione “Widget” che consente

adesso di visualizzare nel menù a ten-

dina fino a 10 ambienti diversi, unendo

“Stanze” e “Scene” differenti, in modo

da avere un rapido accesso alle imposta-

zioni di luce dell’intera casa. Con Philips

SMARTHOME È stata rilasciata la nuova versione dell’app Philips Hue disponibile per iOS e Android

Illuminazione smart con Philips Hue 2.0Diverse le novità introdotte tra cui la possibilità di gestire contemporaneamente più Stanze

Hue gen 2 sarà, infine, possibile gestire

da remoto l’intero sistema di illuminazio-

ne della casa grazie alla funzione “A casa

e fuori casa”, potremo dunque comoda-

mente controllare se abbiamo spento le

luci direttamente dallo smartphone, sen-

za troppi pensieri. Inoltre se attiviamo la

geolocalizzazione le luci potranno accen-

dersi autonomamente quando entriamo

in casa o spegnersi quando lasciamo la

nostra abitazione. L’applicazione offre il

massimo della versatilità in quanto com-

patibile con le principali piattaforme di

domotica quali Apple HomeKit, Samsung

SmartThings, Amazon Alexa, Bosch, Nest.

Philips Hue gen 2 è già disponibile gratui-

tamente per dispositivi iOS e Android nei

rispettivi store.

Page 26: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i
Page 27: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 27

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

Impossibile perdere il portafoglio con una Jaguar o Land RoverAlzi la mano chi ha dimenticato (almeno una volta) il portafoglio a casa prima di mettersi alla guida, o peggio al bar. Gra-zie al sistema che Jaguar e Land Rover attiveranno sulle proprie vetture questo non accadrà più, quanto meno se avrete avuto l’accortezza di applicare una Tile Bluetooth agli oggetti impor-tanti. Le auto del gruppo inglese con il sistema di bordo InControl saranno in grado di riconoscere i piccoli tag Blue-tooth Low Energy ormai in commercio da tempo. Potete inserirne uno nel portafoglio, attaccato alle chiavi, e in qualsiasi cosa riteniate sia importante. Se al momento di mettervi in marcia il sistema non rileverà ciò che gli avete indicato come fondamentale, tramite il display di bordo ve lo notificherà indi-cando ciò che è a bordo e ciò che non lo è. La funzione sarà una novità della gamma 2017, ma le Tile sono già da tempo disponibili. Per un costo di circa 25 $ offrono un anno di funzionamento prima di dover essere sostituite.

AUTOMOTIVE Praticamente è un Android da 4 GB con le ruote

È il momento della bici hi-tech Si chiama Le Syvrac di LeEco

di Franco AQUINI

Chi si stava chiedendo quando fosse il turno di una super smart-bike, ora ha

una risposta: si chiama Le Syvrac, nome insolito per una bicicletta, come in-

solito è il prodotto, una bicicletta hi-tech in tutto e per tutto, nell’aspetto e

nella dotazione. E dire che il mondo delle due ruote non è per nulla esente dall’in-

vasione tecnologica, basti pensare alla Wi-Bike di Piaggio per esempio, ma anche

alle svariate bici elettriche con funzionalità smart, GPS e gestione via smartphone.

Qui però andiamo un po’ oltre: sul manubrio troviamo infatti un display da 4 pollici

integrato che nasconde un processore quad-core e 4 GB di RAM. Praticamente uno

smartphone con le ruote, fatto per gestire un insieme di sensori che arricchiscono le

funzionalità della bicicletta e forniscono dati interessanti quali la distanza percorsa,

la mappa degli spostamenti, velocità, accelerazione e via dicendo. Come se non

bastasse, i laser laterali monitorano la distanza della bicicletta dai veicoli ai lati, in

modo da avvisare quando si è in una condizione pericolosa, e troviamo anche un

allarme integrato e il tracciamento dei percorsi tramite l’app per smartphone. Le

Syvrac di LeEco è già

in vendita in Cina,

con prezzi che van-

no dagli 800 dollari

ai 6.000 dollari per la

versione totalmente

in carbonio. Secondo

Digital Trends, LeEco

quest’anno porterà

la sua smart-byke an-

che negli Stati Uniti.

Un altro dirigente Tesla passa a Apple Che iCar sia più vicina?Continua la guerra a distanza tra Tesla e Apple sul fronte assunzioni. Ancora una volta è Cupertino a rubare un nome importante all’azienda di Elon Musk di Massimiliano ZOCCHI

Non è mai stato confermato di-rettamente, ma è opinione dif-fusa che sotto il nome di Project Titan, Apple nasconda la realiz-zazione della (attesa?) Apple Car. Questa quasi certezza è data dal fatto che ormai da mesi in quel di Cupertino si stia attingendo alla forza lavoro di Tesla Motors, sia ingaggiando ex dipendenti, sia soffiando di fatto lavoratori ancora sotto contratto con Elon Musk. Ultimo ad avere lo stesso destino è Chris Porritt, che passa alla “Mela Morsicata” direttamen-te da Tesla, dove ricopriva il ruolo di alto livello di Vice President del reparto ingegneria. La storia lavo-rativa di Porritt è ricca di successi, e parte dagli anni passati in Land Rover, passando per Aston Martin, per poi approdare finalmente alla corte di Musk. Apple dal canto suo, per quanto riguarda iCar, sta riuscendo a mantenere un livello di segretezza elevatissimo, tanto che al momento nessuno sa cosa sia in realtà il progetto, ma tutto si basa su congetture. Questo per-ché Porritt è solo l’ultimo di nomi del settore automotive che recen-temente si sono uniti ad Apple, come Jamie Carlson, anche lui ex-Tesla, impegnato nella realiz-zazione dell’Autopilot ormai molto famoso. Elon Musk l’ha sempre buttata sul ridere, asserendo che Apple si limita ad assumere gli scarti della sua azienda, ma le cose sembrano ormai sul punto di culminare in qualcosa di tangibile, vista anche la recente scoperta di un laboratorio segreto a Berlino.

di Massimiliano ZOCCHI

I l trend mostrato negli ultimi mesi e in

tutti i recenti saloni dell’auto continua,

e stavolta è Volvo ad aggiungersi alla

schiera di produttori che hanno già di-

chiarato maggiore attenzione verso la

propulsione elettrica. Il piano della casa

nordica è ambizioso: vendere almeno

un milione di auto “elettrizzate” entro il

2025. Questo non significa che Volvo di-

venterà un produttore di sole auto elet-

triche come Tesla e pochi altri, ma sem-

plicemente che ogni modello in gamma

avrà varianti ad energia alternativa, com-

prese ibride, ibride plug-in, e anche un

occhio puntato su idrogeno fuel cell. Ma

la notizia più importante è che nel 2019

arriverà la prima Volvo completamente

elettrica, per combattere nel settore top

del mercato. In realtà questo processo

di elettrificazione per Volvo è già iniziato

con le vetture della serie 40, 60 e 90, in

particolar modo con la XC90 Plug-in e la

futura S90 PHEV. Il SUV top di gamma

ha in dotazione batterie LG Chem da

9.2 kWh, che possono offrire in modalità

pure electric fino a 43 km di autonomia

per singola carica. Ma Volvo non pensa

solo di rendere più sostenibile la sua

flotta, ma ogni sua attività aziendale, av-

valendosi dell’utilizzo di energia da fonti

rinnovabili, per raggiungere la neutralità

energetica sempre entro il 2025. E come

ultimo dettaglio, i sistemi di guida assi-

stita faranno sì che nessuno subirà più

incidenti gravi o mortali a bordo di una

Volvo entro il 2020.

AUTOMOTIVE Volvo annuncia che entro il 2025 tutti i modelli avranno una versione elettrica o ibrida

La prima Volvo elettrica arriverà nel 2019Non solo la flotta sarà più sostenibile ma ogni attività aziendale utilizzerà fonti rinnovabili

Page 28: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 28

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Massimiliano ZOCCHI

L eEco ha fatto il suo ingresso nel set-

tore automotive in punta di piedi, at-

traverso le collaborazioni con Aston

Martin e Faraday Future, ma al Salone di

Pechino ha sfoggiato una presentazione

in grande stile con tanto di prototipo iper

tecnologico e futuristico già funzionan-

te: LeSee. La vettura, 100% elettrica, è il

progetto cardine di un ramo aziendale

che il numero uno di LeEco, Jia Yueting,

vuole trasformare nella Tesla d’oriente,

e anche più. Per ora non ci sono dettagli

tecnici precisi su batterie o autonomia,

ma solo un prototipo dal design moder-

no, anche se non esagerato, con un abi-

tacolo che mette in mostra tutto il know

how dell’azienda cinese. Non mancano,

infatti, display integrati nel cruscotto,

volante a scomparsa e sedili posterio-

ri in grado di adattarsi alla corporatura

dell’occupante. La presentazione è stata

più che altro una dimostrazione di for-

za, con pochi dettagli tecnici e continui

confronti con Tesla, asserendo di poter

essere meglio in molti settori. Conside-

rando il tanto fumo mostrato finora da

aziende come Faraday Future, avere

un prototipo reale (anche se guidato a

solo 5 km/h...) è decisamente un pas-

so in avanti. Ovviamente LeSee sarà

dotata di sistemi di guida autonoma e

di parcheggio automatico controllabile

direttamente da smartphone. Sul palco

ci sono stati, inoltre, accenni a un pos-

sibile progetto di car sharing completa-

mente autonomo. Il volante è in grado di

rientrare nella plancia, offrendo 4 posti

passeggero, con il muso del veicolo che

in realtà è uno smart display che può

mostrare informazioni durante la marcia,

quasi come gli attuali autobus di linea.

Clicca qui per il video.

AUTOMOTIVE LeEco, produttore cinese di smartphone, sposta la sua attenzione sull’automotive

LeSee di LeEco vuole essere la Tesla cineseAl Salone di Pechino LeEco mostra LeeSee, un’auto elettrica al 100%. Per ora è solo un prototipo

Volkswagen ha spiegato nel 2006 come truccare i test sulle emissioniSecondo fonti anonime del New York Times nelle indagini contro il gruppo tedesco sarebbe spuntata una presentazione che spiega come frodare i test americani anti inquinamento di Massimiliano ZOCCHI

Le acque in casa VolksWagen sono tutt’altro che calme. L’ultima novità in ambito di dieselgate è stata diffusa da un report del ‘New York Times’, che se si dimostrasse vero, mostra una presentazione in PowerPoint che veniva usata a più livelli in tutta l’azienda, in modo particolare nelle filiali americane, per chiarire ai dipendenti come fro-dare i test sulle emissioni. Le slide sono saltate fuori durante le inda-gini in corso, e a riferirlo sono fonti che hanno preferito rimanere ano-nime. Sempre secondo la fonte, la presentazione fu preparata già nel 2006, quando VW si rese conto di non poter soddisfare le stringenti norme statunitensi in materia di emissioni nocive. Così fu presa la decisione di non montare costosi filtri supplementari ma di spiegare come avrebbero potuto imbroglia-re il sistema sfruttando il software di bordo. Non solo quindi l’azienda era al corrente del problema, ma fu un’operazione su larga scala e nemmeno troppo segreta. Il sof-tware è in grado di rilevare le con-dizioni di test e regolare il motore su minori emissioni per passare indenne le prove. Inoltre, negli anni è stato affinato, migliorando-lo, seguendo le stesse evoluzioni dei test. Pare quindi che il danno aziendale dovuto a questo scan-dalo, che già ammonta a diversi miliardi di dollari oltre a vendite in calo, non si fermerà, e forse non basterà la nuova linea di marketing che punta su ibride e elettrico.

MERCATO La realizzazione di una “Google Island” è uno dei sogni proibiti di Larry Page

La smart city di Google potrebbe diventare realtàSidewalk Labs sarebbe a un passo dalla progettazione di una città ad alto contenuto tecnologico

di Alvise SALICE

N on è un segreto che il sogno

proibito di Larry Page, fondato-

re di Google, sia sempre stato

la realizzazione di una smart city: ri-

levare un quartiere fatiscente di una

città sprovvista delle risorse per riqua-

lificarlo, raderlo al suolo e costruire al

suo posto un’isola urbana in grado di

ospitare decine di migliaia di residenti,

che vivrebbero in un ecosistema citta-

dino provvisto di tutte le più avanzate

tecnologie disponibili, ad impatto zero

sull’ambiente. Dan Doctoroff, CEO di

Sidewalk Labs, avrebbe pronto un bu-

siness plan (comprensivo dell’accordo

con la località prescelta) da presentare

direttamente a Larry Page, fondatore di

Google e amministratore delegato di

Alphabet, la società cui fanno capo la

multinazionale di Mountain View e tutte

le sue consorelle. Il cosiddetto Project

Sidewalk prevederebbe hub Wi-Fi pub-

blici dislocati a ogni angolo (sulla falsa-

riga del network LynkNYC a New York

City), corsie dedicate per le automobili

a guida autonoma, tecnologie ecoso-

stenibili in ogni infrastruttura possibile

e immaginabile. Inoltre, è probabile che

proprio in vista di presentare a Larry

Page la Google Island dei suoi sogni,

Sidewalk Labs abbia sviluppato Flow, la

“piattaforma dei trasporti” presentata in

marzo: questo software triangola tutti i

dati relativi al traffico per aiutare i ma-

nager urbani a prevenire ogni possibile

ingorgo, reindirizzando i veicoli pubblici

su itinerari più affidabili. Grazie a Flow,

inoltre, gli automobilisti potranno visua-

lizzare informazioni in tempo reale sui

parcheggi, durante i loro spostamenti.

Page 29: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 29

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di V. R. BARASSI

L G lo ha annunciato ad ottobre scorso ma in Italia

è arrivato in via ufficiale solo all’inizio del 2016;

parliamo di V10, smartphone molto interessante

che tanto ha fatto parlare di sé per via del design e

delle specifiche, dai più considerato una sorta di

“esperimento” tra il G4 e il neo-annunciato G5, uno

dei protagonisti del mercato degli smartphone del

2016. Il V10 è un device con personalità, verrebbe da

dire quasi “di nicchia” se si prendono in considerazio-

ne il design “sostanzioso” e il prezzo di listino spro-

positato (749 euro), ma ha un suo perché e in queste

settimane lo abbiamo utilizzato con continuità e, pur

con qualche pecca, si è dimostrato un dispositivo mol-

to solido sotto praticamente ogni aspetto.

Un mix (grande e pesante) di plastica e metalloSe amate i dispositivi piccoli e leggeri questo LG V10

non fa certamente al caso vostro. Lo smartphone, che

rientra a pieno diritto nella categoria dei phablet, ha

dimensioni decisamente generose (159,6 x 79,3 x 8.6

mm) e il peso di 192 grammi ne è la diretta conse-

guenza; nel complesso possiamo affermare senza

troppi problemi che il dispositivo si tiene abbastanza

bene in mano e che i grammi sono ben distribuiti su

tutta la superficie ma utilizzarlo al 100% con una sola

mano risulta un bel miraggio, soprattutto per chi ha

mani più piccole della media. LG V10 è uno dei pochi

dispositivi “top” a rimanere fedele alla filosofia della

batteria sostituibile; lo smartphone, infatti, si presenta

in una veste non-unibody con una cover posteriore

in plastica rimovibile che oltre alla stessa batteria da

3000 mAh nasconde gli slot nano SIM e microSD (il

dispositivo è disponibile in versioni da 32 e 64 GB).

Nonostante non sia un monoblocco, il dispositivo non

scricchiola e il meccanismo di ancoraggio della back

TEST Abbiamo provato LG V10, un device con personalità che si è dimostrato decisamente solido sotto diversi aspetti

LG V10, lo smartphone top che anticipa il G5V10, da poco aggiornato ad Android 6.0, ha un design un po’ pesante e una fotocamera per certi versi entusiasmante

cover è solido come pochi; peccato davvero per la

qualità dei materiali scelti: quasi tutta la porzione po-

steriore è trattata in modo da risultare “dentellata” al

tatto (non proprio il massimo dal punto di vista este-

tico), ma tutta la cornice è esente da questo tratta-

mento e finisce per risultare “soft” e molto fragile. Il

risultato? Ai bordi e nei pressi dei connettori

(sia jack da 3.5 mm che ingresso micro USB

sono in basso), la plastica tende a staccarsi.

Non proprio il massimo per un telefono da

più di 700 euro. Le porzioni laterali sono le

uniche realizzate in metallo e, nonostante

donino un pizzico di carattere al dispositi-

vo, non aggiungono molto alla sensazione

di qualità generale. Del resto LG è stata

subito chiara: questo doveva essere un di-

spositivo quasi “rugged” e a testimoniare la

sua natura ci pensa anche la certificazione

di resistenza alle sollecitazioni/shock MIL-

STD-810G, fondamentalmente basata su

un test utilizzato anche in ambito militare

dal Dipartimento della Difesa degli Stati

Uniti (attenzione, NON è waterproof). Il bi-

lanciere del volume e il pulsante di blocco

con sensore di impronte integrato sono

posizionati, come da tradizione LG, nella

porzione posteriore del device immediata-

mente al di sotto della fotocamera principale (con ai

lati flash e sensore IR per la messa a fuoco); in basso,

oltre ai già citati connettori, vi sono un altoparlante e

il microfono primario mentre in alto vi è solo un micro-

fono secondario. Considerando le sue caratteristiche

“fisiche” è davvero difficile dare un giudizio comples-

sivo al design di LG V10: è grande, pesante e i mate-

riali non sono il massimo. D’altro canto è solido come

pochi, non scricchiola e dà la sensazione di poter re-

sistere anche al passaggio di un carro armato sopra

di esso. Quel che è certo è che LG ha osato parecchio

e il risultato finale, nel bene e nel male, è “unico” nel

suo genere perché in circolazione, almeno per quan-

to concerne i principali protagonisti del mercato, non

vi sono dispositivi analoghi.

Ottimo lo schermo “tagliato”, ma presto si dimentica del “second screen”Una delle peculiarità di V10 è certamente quella di

montare un display dal formato atipico; LG ha optato

per un pannello “tagliato” nella porzione superiore si-

nistra (dove c’è spazio per le due fotocamere frontali)

e l’effetto finale è quello di un display principale (al di

sotto del taglio) con un display “accessorio” (denomi-

nato da LG “second screen”) proprio al lato della por-

zione ritagliata. Volendo assimilarli come due entità

segue a pagina 30

lab

video

LG V10UN DISPOSITIVO CON INDISCUTIBILI QUALITÀ, MA POCO APPEAL 749,00 €LG V10 è il classico dispositivo estremamente “solido” in ogni frangente ma che lascia con l’amaro in bocca a causa di alcune scelte poco felici. È uno smartphone potente, con un bellissimo display e con una fotocamera capace di garantire fotografie dalla qualità superiore; di contro è grosso, pesante, dalle finiture discutibili e con una batteria che non è adeguata al resto delle componenti. A livello software andava benissimo con Android 5.1.1 e va ancora meglio con Android 6.0; la UI è completa e piacevole ma manca quel tocco di personalità, una killer feature che possa spingere l’utente a preferire V10 a tanti altri dispositivi - anche meno costosi e meglio “posizionati” - presenti sul mercato. Il second screen, che ha un suo senso ma del quale dopo un po’ ci si dimentica, non basta affatto.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACEOttime prestazioni e Android 6.0Fotocamera principale eccellenteDisplay qHD molto bello

Qualità dei materiali non al topBatteria troppo “piccola”Prezzo di listino elevato

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

7 9 7 9 7 77.5

Page 30: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 30

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

TEST

LG V10segue Da pagina 29

separate, il display principale propone una diagonale

da 5,7 pollici e una risoluzione qHD di 2.560x1.440

pixel (515 ppi), mentre il più piccolo “second” display è

da 2,1 pollici con risoluzione di 1.040x160 pixel. In real-

tà, come abbiamo già anticipato, si tratta di un unico

pannello LCD IPS con matrice RGB capace di un’otti-

ma luminosità (buonissima la leggibilità sotto la luce

del sole), eccellenti angoli di visione e buona riprodu-

zione dei colori. Forse i neri sono un po’ meno profon-

di rispetto a LG G4 e a qualche altro concorrente con

display LCD (gli AMOLED sono “fuori concorso”) ma è

un dettaglio che è quasi impossibile notare nelle co-

muni attività quotidiane. Il second screen è dotato di

un controller specifico e di una retroilluminazione “su

misura” che fanno sembrare la porzione di schermo

superiore “separata” dal resto del pannello. L’idea è

buona e ben realizzata: il display è fatto per rimanere

sempre attivo (tranne quando il sensore di prossimità

è coperto, insomma in tasca è spento) senza andare

a gravare sull’autonomia generale del dispositivo ed

esser d’ausilio all’utente per la visualizzazione delle

notifiche, del player musicale, di alcune scelte rapide

(app, contatti e toggle per vibrazione,Wi-Fi, torcia e

fotocamera) e dei prossimi eventi in calendario. È an-

che possibile visualizzare una “firma”, tocco che dona

un pizzico di personalità in più al device in questione.

Nel complesso, lo ripetiamo, il second screen è una

buona idea ed è ben ingegnerizzato ma, dopo qual-

che giorno di euforia, ci si scorderà quasi di averlo a

disposizione, ricordandosi di esso solo in caso di rice-

zione di una chiamata quando si sta facendo tutt’altro

(dal piccolo schermo si può decidere se rispondere

o meno, senza interrompere l’attività primaria). Il pro-

blema non sta nel display ma piuttosto nelle abitudini

degli utenti; nonostante un paio di settimane di uso

intensivo, per quanto ci riguarda, non siamo riusciti a

“metabolizzare” l’utilità del pannello accessorio e ab-

biamo utilizzato lo smartphone - nel 99% dei casi - in

modo “normale”. Probabilmente alla lunga ci si abitua,

ma non ci mette-

remmo la mano

sul fuoco. A pro-

teggere il prezio-

so display di V10

ci pensa un vetro

Gorilla Glass 4 di

Corning “incasto-

nato” tra il frame

laterale in metal-

lo e due porzioni

in plastica, quella

superiore con

cuffia auricolare

e sensori di pros-

simità/luminosità

(quest’ultimo mol-

to veloce ma non

sempre preciso

nel selezionare la

giusta retroillumi-

nazione - tende a

sovrastimare la luminosità ambientale) e quella infe-

riore sulla quale è scolpito il logo LG.

Lo Snapdragon 808 scalda Ma (con 4 GB di RAM) va fortissimoSotto il profilo delle prestazioni, LG V10 è probabil-

mente uno dei dispositivi più “veloci” che ci sia mai

capitato di provare. Nonostante non sia equipaggiato

con il processore top di questa generazione e nep-

pure con quello della precedente, lo smartphone può

vantare sul solidissimo Snapdragon 808 exacore che

ancora una volta si dimostra essere una vera e pro-

pria sicurezza in ogni ambito di utilizzo. Il SoC di Qual-

comm è affiancato da ben 4 GB di RAM, un “lusso” per

la precedente generazione di dispositivi e ora quasi

uno “standard” dei top di gamma del 2016, quantita-

tivo che - inutile girarci troppo attorno - permette di

fare tutto alla massima velocità possibile: l’accoppiata

processore e RAM fa sì che V10 si muova sempre con

estrema scioltezza, sensazione che è diventata anco-

ra più evidente da quando LG ha aggiornato (OTA) il

dispositivo, che di fabbrica esce con Lollipop 5.1.1, ad

Android 6.0 Marshmellow. L’interfaccia utente è quella

che siamo stati abituati a vedere su tutti gli ultimi LG e,

come per gli altri dispositivi coreani, valgono le stesse

considerazioni: non è proprio il massimo dal punto di

vista estetico e non vi sono grandissime peculiarità

(molto comoda però l’accoppiata trasmettitore IR -

Quick Remote per far funzionare lo smartphone da te-

lecomando), ma tutto pare al posto giusto, ogni cosa

si muove come dovrebbe e la sensazione generale è

quella di un software molto “user-friendly”. Anche la

sezione relativa alle impostazioni di sistema è tanto

immediata: tutto è dove dovrebbe stare e se non si

trova qualcosa c’è una funzione di ricerca rapida che

fa benissimo il suo lavoro. Tornando alle prestazioni,

le applicazioni si avviano in un lampo e la navigazione

con Chrome è sempre molto efficiente mentre qual-

che piccola difficoltà l’abbiamo riscontrata nell’ese-

cuzione di giochi 3D di ultima generazione: la GPU

Adreno 418 soffre evidentemente molto la risoluzione

qHD del display e ciò si ripercuote nei videogame, più

che con una riduzione della qualità delle texture, con

un calo di framerate generale, abbastanza evidente

nelle scene più movimentate. Come in ogni prova, an-

che V10 ha affrontato i soliti test di riproduzione video

in grado di analizzare fino a che punto lo smartphone

può spingersi in questo ambito. LG V10 se l’è cava-

ta alla grande con filmati Full HD codificati H.264 e

H.265 (sia a 30 che a 60 fps), mentre non è riuscita a

fare lo stesso con clip Ultra HD caratterizzati da ele-

vati bitrate (bene con video Ultra HD @30 fps). Siamo

assolutamente in linea con quanto visto su altri smar-

tphone caratterizzati dall’accoppiata Snapdragon 808

e Adreno 418. Nei test di benchmark che siamo soliti

somministrare ai dispositivi che ci vengono affidati

in prova, LG V10 ha ottenuto punteggi in linea con i

concorrenti equipaggiati con lo stesso processore (in

primis Nexus 5X). Con AnTuTu 6 il telefono ha fatto

registrare circa poco più di 67.000 punti mentre con

GeekBench 3 il valore (nella prova MC) si è fermato a

poco meno di 3.500. Con uno Snapdragon 808 che

va quasi come un 810 non ci siamo stupiti nel ritro-

varci tra le mani un phablet che scalda in maniera

considerevole: dopo intense sessioni di gioco oppure

a seguito di qualche minuto di troppo con la fotoca-

mera attiva in modalità manuale, complice anche il

trattamento plastico non proprio azzeccato della co-

ver posteriore, il retro del dispositivo diventa piuttosto

caldo. Non siamo ai livelli di temperatura raggiunti in

passato dai primi - e indimenticati, proprio per questo

motivo - Snapdragon 810 ma la sensazione di fastidio

è evidente. C’è però da sottolineare una cosa: con An-

droid 6.0, seppur in maniera lieve, le cose sembrano

andare meglio. Una nota di merito va sicuramente as-

segnata all’ormai “classico” sblocco con doppio tocco

sul display, feature che LG prima di tutte ha introdotto

nel mercato degli smartphone e che evidentemente

continua a migliorare di generazione in generazio-

ne poiché - ci si passi l’espressione - “l’evoluzione”

installata sul V10 non ha mai perso un tocco. Meno

superlativo, invece, il sensore biometrico per il ricono-

scimento delle impronte digitali (forse un po’ piccolo)

posizionato sul retro: in quanto a precisione e velocità

è certamente inferiore alle soluzioni proposte da Ap-

ple e Huawei, ma tutto sommato fa benone il lavoro

che è chiamato a fare.

La fotocamera è quella (ottima) del G4 con qualcosa in piùChe LG V10 sia la diretta evoluzione di G4 lo abbiamo

più volte appurato e anche la fotocamera principale è

essenzialmente la stessa che abbiamo già lodato nel

corso della nostra prova completa del top di gam-

ma di precedente generazione. Siamo al cospetto di

un modulo primario composto da un sensore da 16

Megapixel installato alle spalle di luminose lenti f/1.8

e coadiuvato da un sistema di messa a fuoco laser

(a nove punti) e da un buonissimo stabilizzatore ot-

segue a pagina 31

Page 31: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 31

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

TEST

LG V10segue Da pagina 30

tico d’immagine. Le fotografie che V10 è in grado di

produrre sono davvero d’impatto e, se posto su un

cavalletto e in condizioni ottimali, lo smartphone è in

grado di garantire una qualità d’immagine di molto

superiore alla media. Quello installato su V10 è un

modulo capace di battagliare ad armi pari anche con

gli analoghi componenti visti sugli smartphone più re-

centi, elemento che tutti gli amanti delle buone foto

dovrebbero tenere seriamente in considerazione.

Nel complesso le fotografie propongono molti det-

tagli (la compressione JPEG è decisamente buona),

poco rumore e uno spettro cromatico fedele alla real-

tà (ottimo l’HDR). Il sistema di autofocus laser è pre-

cisissimo e veloce (anche se di sera pecca un po’) e

la stabilizzazione ottica fa egregiamente il suo lavoro.

Rispetto a G4 abbiamo notato una - relativa - maggio-

re difficoltà nel “punta e scatta” veloce, più che altro

derivante dalle caratteristiche fisiche del dispositivo;

senza andare troppo per le lunghe, scattare al volo

con una mano con V10 è più “difficile” rispetto al G4

perché l’ultimo dispositivo di LG è più grande e pe-

sante. Buona anche la qualità degli scatti serali con la

fotocamera che tende a ammorbidire i dettagli piut-

tosto che lasciare spazio al rumore. Quel che diffe-

renzia G4 da V10 è la predisposizione di quest’ultimo

a un’esperienza “più PRO” nell’ambito fotografico. Il

dispositivo è, infatti, dotato di una ricchissima moda-

lità “manuale” (con un’interfaccia fin troppo ricca di

parametri) dalla quale l’utente più esperto potrà im-

postare praticamente tutti i parametri di scatto al fine

di ottenere il risultato desiderato (si può anche scat-

tare in RAW/DNG+JPEG). Inutile dire che tutto ciò è

molto utile se si va in giro con un supporto ma, all’atto

pratico e dunque nella routine quotidiana, è meglio

affidarsi alle modalità “auto” (con diverse opzioni tra

le quali scegliere) e - soprattutto - “simple”, con que-

st’ultima che permette esclusivamente di scattare

con un tap sul display. Nell’utilizzo della fotocamera il

second screen è stato pensato solo per visualizzare

e permettere di scegliere tra le varie modalità di ri-

presa. Forse si poteva

essere più creativi. Per

quanto concerne le

capacità di registrazio-

ne video, anche sotto

questo aspetto, LG V10

offre una buonissima

qualità dei filmati cat-

turati. C’è la modalità

“Steady” (solo a 1080p)

per una migliore stabi-

lizzazione delle clip (in

connubio con l’OIS)

e si può scegliere se

registrare in modalità

standard 16:9 oppure

nel formato Ultrawide

“Cinema” 21:9; V10

registra filmati in Ultra

HD a 30 fps ma è pos-

sibile anche effettua-

re catture 1080/60p,

1080/30p e 720/120p

(slow motion). Enne-

sima peculiarità di

questo dispositivo è

la presenza delle già

accennate due foto-

camere frontali posi-

zionate proprio alla

sinistra del “second

display”, la prima

provvista di una lente

capace di un campo visivo di 120 gradi e la secon-

da con un FOV di 80 gradi. La qualità degli scatti - a

5 Megapixel - è tutt’altro che memorabile ma l’idea

di poter “allargare” le foto in determinate condizioni

viene d’aiuto. Più selfie di gruppo per tutti!

Batteria sottodimensionata Audio per palati finiNonostante la “crescita” dei dispositivi, LG continua

ad installare sui suoi top di gamma una batteria - so-

stituibile - da 3000 mAh e questa scelta su V10 non si

è dimostrata poi tanto azzeccata. Sarà il display molto

ampio, sarà il second screen che noi abbiamo voluta-

mente tenuto “always-on” e sarà anche colpa di un

wearable perennemente connesso via Bluetooth, ma

nell’utilizzo quotidiano LG V10, in più di un’occasio-

ne, è arrivato con meno del 10% di carica alle ore 20.

Provando a disattivare il second screen si guadagna

qualcosa in autonomia ma si perde in funzionalità e,

sinceramente, il gioco non vale la candela. Una bat-

teria più “grande”, visto l’hardware, ci stava tutta. Per

quanto concerne la porzione telefonica V10 si dimo-

stra un buonissimo terminale: la ricezione è buona

anche in situazioni “complicate” e la qualità delle

chiamate ottima sia

in ascolto sia nel-

la produzione del

parlato (insomma,

chi ascolta ci sen-

te sempre molto

bene). Il Wi-Fi

“ac” dual band è

sempre potente

e stabile, il Blue-

tooth 4.1 LE non fa

una piega e non

manca l’NFC. LG

V10 è anche un

eccellente player

musicale e sulle

sue straordinarie

qualità “sonore”

gli abbiamo dedi-

cato un meritato

approfondimento.

Page 32: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 32

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Roberto PEZZALI

I l mercato dei tablet è in calo, e trovare la ricetta per

tornare ai numeri che venivano fatti qualche anno fa

è davvero difficile, se non impossibile. Il problema

non è la mancanza di acquirenti per un tablet, ma il fat-

to che difficilmente esistono motivi validi per cambiare

un tablet che continua a dare soddisfazioni nonostan-

te qualche anno di età. Un iPad 2 con il suo schermo

non Retina e il suo processore datato per funzionare

come tablet, quindi navigazione web, qualche gioco

non troppo impegnativo, lettura e visione di video, può

ancora andare bene a molte famiglie. Apple, che ha

aperto il mercato dei tablet con l’iPad, sta cercando in

tutti i modi di invertire questa tendenza usando tutte le

frecce al suo arco: se con l’iPad Pro non è stato difficile

creare un prodotto nuovo, che si inserisce in un seg-

mento dove si trovavano solo convertibili e 2 in 1 con

Windows, con la linea iPad classica è molto più dura. Si

può in qualche modo migliorare l’iPad Air 2, leggerissi-

mo, potentissimo e con un display eccezionale? L’iPad

Pro da 9.7” dimostra che si può, anche se ormai siamo

arrivati davvero a un punto dove ogni piccolo migliora-

mento comporta sacrifici soprattutto economici, perché

parte di quello che l’iPad Pro da 9.7” offre in più rispetto

all’iPad Air 2, e ci riferiamo alla cover con tastiera e alla

penna, sono comunque due optional. Il nuovo iPad Pro

da 9.7” non vuole comunque essere la nuova versione

dell’iPad Air 2: se il primo resta il prodotto per l’enter-

tainment e la famiglia, il “pro” ambisce ad essere un

prodotto destinato a chi necessita di un qualcosa nato

per produrre contenuti, con una potenza che permette,

almeno secondo Apple, di rimpiazzare tranquillamente

un notebook. Il nuovo iPad Pro, secondo Apple, ha il

processore più potente, lo schermo perfetto, la foto-

TEST È veramente possibile fare a meno del notebook e utilizzare un tablet? Forse per essere produttivi serve qualcosa in più

iPad Pro 9.7”: può davvero sostituire il notebook?Abbiamo provato l’iPad Pro 9.7 pollici di Apple utilizzandolo anche per scrivere testi, fare editing video e ritoccare foto

camera migliore e un audio che gli altri tablet possono

solo sognare: sarà vero? Scopriamolo insieme.

Il miglior tablet della gammaiL’iPad Pro da 9.7” è costruito partendo come base

dall’iPad Air 2: nel corpo in alluminio unibody trovia-

mo tutta la compattezza e la leggerezza del modello

destinato alla fruizione dei contenuti, ma se andiamo

a guardare i dettagli troviamo molto di più. Di un ta-

blet prima di tutto si guarda lo schermo, e Apple qui

è riuscita a creare un display che riesce ad essere

ancora più preciso e fedele nei colori di quello usa-

to sul modello Pro da 12.9”. La risoluzione resta im-

mutata rispetto all’Air 2, sarebbe stata follia toccarla,

ma cambiano sia la retroilluminazione sia il pannello,

con quest’ultimo in grado di coprire lo spazio colore

DCI-P3. La miglioria che tuttavia abbiamo apprezzato

maggiormente è il nuovo trattamento antiriflesso: il ri-

sultato raggiunto con questo iPad Pro lascia davvero

senza parole, una finitura glossy che in lettura sembra

quasi “matte”, opaca. Apprezzabile ma solo in certe

situazioni l’aumento di luminosità: Apple è passata dai

400 ai 500 nits (509 misurati), una piccola spinta che

aiuta chi usa spesso lo schermo all’aperto. L’altra novi-

tà aggiunta in questo modello di iPad è il True Tone, un

sensore frontale che non solo legge la quantità di luce

ambientale per regolare la potenza della retroillumina-

zione rendendo lo schermo leggibile ma riconosce an-

che la temperatura colore della luce e usa questo dato

per adeguare quella del display. Una differenza che è

impossibile non notare guardando lo schermo sotto la

luce del sole e con illuminazione artificiale al buio, an-

che se Apple ha saggiamente introdotto la possibilità

di disattivare il TrueTone nel caso in cui si voglia usare

lo schermo per fare color correction o editing fotogra-

fico. TrueTone perde infatti la sua utilità nel caso in cui

si voglia utilizzare lo schermo come riferimento, e in

tal caso la calibrazione cromatica fatta da Apple e il

punto di bianco impostato sono praticamente perfetti.

Per verificare la bontà dell’effetto True Tone basta leg-

gere un ebook sull’iPad: al posto di trovarsi di fronte a

una pagina bianca tendente al freddo siamo davanti

a una pagina tendente al giallo/marroncino che ricor-

da molto la carta riciclata dei libri letta sotto una luce

calda. Non è solo la vista a venir appagata dal nuovo

segue a pagina 33

lab

video

Apple iPad Pro 9.7”UN TABLET BELLISSIMO, MA PER ESSERE PRODUTTIVI SERVE ALTRO 689,00 €iOS non è OSX, e c’è un motivo se Windows ha messo Windows 10 e non Windows Phone 10 su Surface: un sistema operativo nato per il mobile, per quanto snello, con ottime prestazioni e con il pieno supporto degli sviluppatori, non può competere (e forse non deve) con un sistema tradizionale. L’iPad Pro da 9.7 è un tablet fantastico, sicuramente migliore dell’iPad Air 2 e probabilmente il miglior tablet mai fatto da Apple per schermo, audio, camera e dimensioni, ma resta comunque un tablet che ha un costo elevato in configurazione full optional e che non riesce a fare benissimo quello che promette, anche per colpa dei limiti di iOS 9 in certi ambiti: meglio il modello da 12.9” se proprio si cerca qualcosa di orientato alla produttività e non si vuole un MacBook e neppure un prodotto con Windows. Apple resta, comunque, la scelta numero uno quando si deve prendere in considerazione un tablet, perché ancora oggi Android non riesce a competere con la ricchezza delle app disponibili per l’iPad, tuttavia chi vuole un tablet grande e non ha bisogno di penna e di un display “reference DCI-P3” farebbe bene a scegliere l’iPad Air 2, spende meno e avrebbe comunque grandissime soddisfazioni. Se però i soldi non sono un problema, con questo “Pro” sicuramente si porta a casa il meglio che oggi si possa desiderare.

COSA CI PIACE COSA NON CI PIACE- Ottima qualità costruttiva

e dei componenti- Display impeccabile

trattamento antiriflesso efficace- Autonomia elevata

- Costo elevato del tablet e degli accessori

- La gestione “pro” di iOS 9 è ancora limitata

Qualità Longevità Design Semplicità D-Factor Prezzo

10 9 9 9 8 78.9

Page 33: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 33

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

TEST

iPad Pro 9.7”segue Da pagina 32

iPad, c’è anche l’udito: quattro speaker disposti ai lati

sono in grado di generare una notevole pressione so-

nora con una buona qualità. L’audio del modello da

12”, merito anche delle acoustic chamber ricavate sot-

to la scocca, è sicuramente migliore, ma rispetto agli

altri tablet Apple ha fatto un notevole passo avanti.

Non si pensi comunque di avere un audio di qualità

assoluta: i miracoli con diffusori così piccoli non si pos-

sono fare, quindi nel caso in cui si voglia usare l’iPad

Pro per scrivere musica o elaborare tracce un buon

set di auricolari o dei monitor esterni sono d’obbligo.

Sotto la scocca troviamo lo stesso processore A9X

del modello più grande (leggermente ridotto il clock),

anche se la RAM è stata dimezzata da 2 GB a 4 GB: è

vero che su questo modello con schermo più piccolo

ci sono molti meno pixel da gestire, ma è anche vero

che questa perdita di memoria si avverte in qualche

situazione. Con Safari, ad esempio, si possono tene-

re aperte meno tab e usando il multitasking l’apertura

della seconda app richiede un istante in più. L’iPad Pro

da 12” è a nostro avviso leggermente più veloce, ma

forse è anche giusto che sia così, vista la differenza di

costo. Siamo comunque di fronte a differenza che dav-

vero solo con test comparativi si possono riscontrare,

perché durante l’uso normale si percepisce solo velo-

cità. Tra le altre novità a livello hardware segnaliamo

la possibilità grazie al processore usato di chiamare

Siri anche se il tablet non è collegato a una presa di

corrente (utile se si vogliono impartire comandi a mani

occupate) e la presenza della stessa identica came-

ra usata sull’iPhone 6S, un modulo da 12 Megapixel

non stabilizzatore capace di riprendere in 4K che,

come sullo smartphone, sporge leggermente. L’iPad è

talmente grosso che appoggiandolo sul tavolo resta

comunque stabile nonostante la protuberanza, ma va

detto che la maggior parte degli utenti elimineranno

alla base il difetto estetico utilizzando una delle cover

che Apple mette a disposizione. Veloce ma non velo-

cissimo il TouchID (non è quello di nuova generazione

usato sull’iPhone 6S) e utile Apple SIM, la sim integrata

che permette di sottoscrivere un piano all’estero sce-

gliendo tra quelli proposti in un menù dedicato. Chi

viaggia e non ha tempo di dotarsi di una SIM dati locali

potrà, grazie a Apple SIM, collegarsi a una rete pagan-

do una quota variabile a seconda dell’operatore e del-

le scelte fatte, funzione questa comoda anche se non

sempre i prezzi sono vantaggiosi. Ottima l’autonomia:

la batteria è la stessa dell’iPad Air 2 ma l’utilizzo di un

processore con un processo produttivo a 16 nanometri

permette di raggiungere senza problemi le 9/10 ore di

utilizzo: abbiamo provato la navigazione web con lumi-

nosità moderata, la visione di film e qualche sessione

di gioco e in tutti i casi il modello Pro offre almeno 60

minuti in più del modello analogo “consumer”.

L’utilizzo come “pro tablet” anzi, come notebookL’idea di Apple è semplice: l’iPad Pro può rottamare

un notebook, perché con questo piccolo tablet pos-

siamo essere produttivi quanto lo siamo con un no-

tebook basato su Windows. Se Apple credesse dav-

vero a questo non avrebbe ancora il MacBook Air a

catalogo, e se vogliamo proprio guardare alla gamma

di notebook il prodotto che più si avvicina a questo

tablet “Pro” è il nuovo MacBook, più che altro per

peso, dimensioni, processore fanless e assenza quasi

totale di connettività. Provando l’iPad Pro sentiamo la

necessità di collegare una chiavetta USB per spostare

un file, di collegare una videocamera per fare editing

e di esportare un filmato su hard disk esterno, e lo

vorremmo fare senza avere in tasca tutti gli adattatori

accessori che Apple comunque ha a catalogo. Oltre

a questo va aggiunto anche che il modello da 9.7”,

rispetto a quello più grande, non ha l’interfaccia USB

3.0 (tramite il nuovo adattatore Lightning) pertanto

ha tempi di trasferimento che sono anche più lenti di

quelli che uno si aspetta di trovare su una macchina

da lavoro. Buona la scelta di dotare il modello base di

32 GB di spazio, ma anche qui per chi vuole fare un

uso intensivo forse 32 GB sono un po’ pochi: il mo-

dello da 64 GB non c’è e si passa al più costoso 128

GB, 869 euro solo Wi-Fi e 1019 euro per la versione

Wi-Fi Cellular. C’è anche la versione da 256 GB, utile

forse su un notebook ma esagerata su un tablet di

questo tipo, seppur potentissimo: il costo in questo

caso è di 1.049 euro e di 1.199 euro per il top con LTE.

Restando in tema di costi ci sono altri due elementi da

considerare: per un utilizzo davvero produttivo il solo

tablet non basta, perché accessori come Apple Pencil

(109 euro) e la Smart Keyboard (169 euro) diventano

essenziali per alcune categorie. Sulla prima abbiamo

già sprecato elogi nella recensione del modello più

grande: è una penna che funziona benissimo, con una

reattività incredibile e una lag in fase di scrittura pra-

ticamente inesistente. L’unico suo difetto è la facilità

con cui la Pencil può essere smarrita, dato che anche

sulla versione da 9.7” non esiste un posto dove met-

terla. Siamo invece più scettici sulla tastiera: è molto

piccola e nonostante il lavoro fatto da Apple la digi-

tazione è confortevole ma non riesce ad eguagliare

una buona tastiera da notebook. Il costo di 169 euro

è elevato, è vero che funziona anche come cover ma

a questo prezzo potevamo aspettarci qualcosa in più,

considerando che tiene il tablet aperto con un angolo

predefinito e che siamo davanti a una tastiera ingle-

se. Se la connettività non è un problema e il costo

neppure, anche perché è un prodotto destinato co-

munque anche a un uso aziendale, l’ultimo elemento

che dovrebbe aiutare a rendere questo iPad un vero

notebook replacement è il software. Come nel caso

dell’iPad Pro più grande siamo davanti alla prima

implementazione del motore multitasking di Apple,

un motore che offre buoni spunti ma anche cose da

sistemare per raggiungere l’optimum. Il lato positi-

vo, come sempre, è il contributo della community di

sviluppatori, con tantissime app già aggiornate per

l’utilizzo con Pencil e in ambito multitasking: tutte le

app che funzionano sul Pro da 12.9” sono già pronte

per l’uso sulla versione più piccola. Per quanto riguar-

da le cose da sistemare, invece, ci sarà da attendere

iOS 10: attualmente Apple non permette, ad esempio,

di aprire in split screen due sessioni di Word o Pages

o di aprire due finestre del browser per un confron-

to (vanno usati due browser diversi), così come non

sono permesse interazioni evolute tra due app fianco

a fianco che non siano un semplice copia e incolla.

Da rivedere anche il launcher delle app secondarie:

Apple mostra le applicazioni in ordine cronologico

inverso di apertura, ma sarebbe bello poter blocca-

re alcune app in cima così come ci piacerebbe avere

una visualizzazione “live” dello stato delle app secon-

darie. Se la visualizzazione Split Screen risultava poi

utile sul modello da 12.9”, su quello da 9.7” in molti

casi è un po’ sacrificata, soprattutto se si affianca un

sito non responsive a un’applicazione.

Page 34: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

Il tuo 5 per mille può cambiare la vita

di molti bambini prematuri.

E non ti costa nulla.

Ogni anno in Italia nascono 30.000 bambini prematuri, di cui circa 5000 hanno un peso inferiore a 1500 gr.Questi bambini hanno bisogno di cure, controlli e assistenza per molti anni.

E anche i loro genitori hanno bisogno del tuo aiuto.

Le donazioni ad AISTMAR Onlus vengono interamente impiegate per:- l’assistenza delle gravidanze a rischio o patologiche- la cura e il supporto al neonato prematuro

e alla sua famiglia nel percorso di sviluppo e crescita

Oppure puoi sostenere AISTMAR Onlus con versamenti su:• C/C Postale: 29328200• C/C BancoPosta: IBAN: IT 05 Z 07601 01600 000029328200 presso Posta di via Sambuco, 15 - Milano• C/C Bancario: IBAN: IT 30 R 05216 01619 000 000 003641 presso Credito Valtellinese, Agenzia n°14 - Milano

Tutto il personale di AISTMAR Onlus è volontario. L’intero ricavato delle donazioni viene impiegato in cure e assistenza ai neonati prematuri e patologici e alle loro famiglie.

AISTMAR Onlus - via della Commenda, 12 - 20122 Milano - www.aistmar.it

FONDAZIONE IRCCS CA’ GRANDA - OSPEDALE MAGGIORE POLICLINICODipartimento per la Salute delle Donna, del Bambino e del Neonato

U.O. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatalevia Francesco Sforza, 28 - 20122 Milano

GIORNO MESE ANNO

CONTRIBUENTECOGNOME (per le donne indicare il cognome da nubile) NOME SESSO (M o F)

DATA DI NASCITA COMUNE (o Stato estero) DI NASCITA PROVINCIA (sigla)

CODICE FISCALE(obbligatorio)

DATI ANAGRAFICI

Da consegnare unitamente alla dichiarazioneMod. 730/2008 al sostituto d’imposta, alC.A.F. o al professionista abilitato, utilizzandol’apposita busta chiusa contrassegnata suilembi di chiusura.

MODELLO 730-1 redditi 2007

Stato

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa cattolica

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Assemblee di Dio in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Valdese unione delle chiese metodiste e valdesi

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Chiesa Evangelica Luterana in Italia

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Unione Comunità Ebraiche Italiane

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Scheda per la scelta della destinazione dell'8 per mille dell'IRPEF e del 5 per mille dell'IRPEF

Sostegno delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni riconosciute

che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a),del D.Lgs. n. 460 del 1997 e delle fondazioni nazionali di carattere culturale

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle finalità destinatarie della quota del cinque per mille dell’IRPEF, il contri-buente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. Il contribuente ha inoltre la facoltà di indicare anche il codice fiscaledi un soggetto beneficiario. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delle finalità beneficiarie.

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

Finanziamento agli entidella ricerca sanitaria

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FIRMA

Finanziamento agli enti della ricerca scientifica e della università

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI a norma di legge

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

genziantrate

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle sette istituzioni beneficiarie della quota dell'otto per mille dell'IRPEF, ilcontribuente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delleistituzioni beneficiarie.La mancanza della firma in uno dei sette riquadri previsti costituisce scelta non espressa da parte del contribuente. In tal caso, la ri-partizione della quota d’imposta non attribuita è stabilita in proporzione alle scelte espresse. Le quote non attribuite spettanti alleAssemblee di Dio in Italia e alla Chiesa Valdese Unione delle Chiese metodiste e Valdesi, sono devolute alla gestione statale.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

In aggiunta a quanto indicato nell’informativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 3 delle istruzioni, si precisa chei dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dall’Agenzia delle Entrate per attuare la scelta.

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

LA SCELTA DELLA DESTINAZIONE DELL’OTTO PER MILLE DELL’IRPEF E QUELLA DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF NON SONO IN ALCUN MODO ALTERNATIVE FRA LORO. PERTANTO POSSONO ESSERE ESPRESSE ENTRAMBE LE SCELTE

ALLEGATO B

9 7 0 2 8 2 1 0 1 5 7Mario Rossi

5 per mille claudio.indd 1 18/03/2010 19:42:07

SOSTIENI AISTMAR Onlus con il tuo 5 per mille

AISTMAR OnlusAssociazione Italiana per lo Studio e la Tutela della Maternità ad alto Rischio

Dammi il cinque!

Sui moduli CUD, 730 o Unico scrivi

Page 35: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 35

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Roberto FAGGIANO

L a gamma di diffusori multiroom Heos di Denon è

ora completa con il piccolo 1 (249 euro) e la sua

batteria opzionale Go Pack (99 euro) che sono

l’oggetto della nostra prova. Dal punto di vista estetico

abbiamo un diffusore molto compatto che misura circa

20 cm in altezza e circa 13 di lato che si può facilmente

inserire in ogni ambiente, su di un ripiano oppure fissa-

to a parete. La finitura forse è un po’ troppo anonima

rispetto ad alcuni concorrenti che si fanno più apprez-

zare dal punto di vista estetico, ma comunque i mate-

riali usati sono di qualità e il peso di quasi 2 kg (senza

la batteria) lo dimostra.

Questo diffusore è già predisposto per lavorare in

coppia e formare un sistema stereo che ne esalta

le prestazioni. Inoltre può essere inserito in sistemi

multiroom con i fratelli maggiori Heos 3, 5 e 7 oppure

con la soundbar Home Cinema. Il controllo avviene

tramite l’applicazione dedicata ma sul diffusore riman-

gono i tasti per controllare il volume e per il muting. La

compatibilità con i file musicali è stata recentemente

allineata a quella dei migliori concorrenti, con i Flac,

WAV e ALAC che possono ora essere riprodotti fino

al limite massimo dei 192 kHz. Dal punto di vista tec-

nico l’Heos 1 sfrutta un sistema di altoparlanti a 2 vie

con midwoofer e tweeter a cupola, guidati ciascuno

da un amplificatore in classe D dalla potenza non di-

chiarata.

Una bella applicazioneIl sistema multiroom Heos è controllato dall’omonima

applicazione che risulta essere molto semplice nel-

l’uso quotidiano, seppure viziata da qualche incertez-

za nei passaggi da un diffusore all’altro o quando si

tratta di cambiare sorgente, specie se si utilizza un

dispositivo Android. Si apprezza soprattutto la molte-

plicità delle sorgenti, infatti troviamo i servizi di strea-

ming Spotify e Deezer, le radio web di TuneIn, un pc,

un server casa-

lingo, un dispo-

sitivo di archivia-

zione collegato

alla presa USB,

un qualsiasi

c o m p o n e n t e

collegato al mi-

nijack del diffu-

sore oltre allo

smartphone e

tablet sul quale

è caricata l’app.

Ci sono anche

controlli speci-

fici per questo

modello come

il controllo dei

TEST Abbiamo provato Il diffusore Heos 1 di Denon, ha un prezzo di listino di 249 euro e la batteria opzionale costa 99 euro

Denon Heos 1 e Go Pack, non solo multiroomIl più piccolo diffusore del sistema Heos è l’unico della gamma in grado di trasformarsi anche in versione Bluetooh Heos 1 di Denon è impermeabile e autonomo grazie alla batteria nell’opzione Go Pack. Li abbiamo provati entrambi

segue a pagina 36

toni alti e bassi oltre alla possibilità di unire in stereo-

fonia due Heos 1 sistemati nella stessa stanza.

Connessione in rete con il truccoAvendo già provato altri diffusori della stessa serie,

abbiano ormai imparato a usare qualche trucco per

velocizzare la connessione Wi-Fi dual band nella rete

domestica, evitando la farraginosa procedura propo-

sta dall’applicazione. Prima di tutto se è disponibile

una connessione cablata conviene usare quella, se

invece dovete usare il Wi-Fi bisogna tenere conto del-

la scarsa sensibilità dell’antenna interna, che risente

molto della presenza di pareti e pavimenti. Ma come

preannunciato, conosciamo già il trucco da usare: per

la prima connessione basta avvicinare il diffusore al

modem/router, dopo di che il collegamento avverrà

più facilmente.

Poi c’è la possibilità di usare il WPS presente in molti

router, in modo da evitare di inserire password com-

plesse: basta premere rapidamente per tre volte il ta-

sto Connect sul retro e parte la procedura di abbina-

mento automatico; rimane un mistero perché questa

semplice procedura venga svelata solo nella parte

“risoluzione problemi” delle istruzioni. A questo punto

si apre l’applicazione e si può iniziare l’ascolto.

Go Pack: batteria, Bluetooth e waterproof in un colpo soloIl modulo Go Pack disponibile come accessorio a 99

euro (salvo promozioni) fa diventare in un colpo solo

impermeabile e portatile l’Heos 1. La confezione infatti

comprende una batteria da fissare alla base del diffu-

sore, una chiavetta USB per il Bluetooth e una piccola

custodia gommata in cui inserire la chiavetta USB e

già predisposta per inserirsi a copertura delle connes-

sioni posteriori, in modo da proteggerle da umidità e

schizzi d’acqua.

La copertura però va inserita con molta cura per avere

il giusto isolamento. Con la batteria l’Heos 1 diventa

quindi del tutto autonomo e può essere facilmente

spostato in casa o in giardino

nonostante il piccolo aumento di

peso. Inoltre diventa autonomo

dalla rete Wi-Fi grazie al Blue-

tooth che consente di collegarlo

facilmente a smartphone e ta-

blet.

Una soluzione facile e pratica

che ha il solo difetto di portare

un po’ troppo in alto il prezzo del

diffusore. Sulla batteria ci sono

quattro led azzurri che permetto-

no di verificare lo stato di carica

lab

video

Page 36: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 36

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

TEST

Denon EOS 1 e Go Packsegue Da pagina 35

residua, per la ricarica basta inserire l’alimentatore già

in dotazione al diffusore. L’autonomia dichiarata non è

entusiasmante rispetto a molti concorrenti: solo 6 ore,

ma bisogna considerare il consumo della connessio-

ne Wi-Fi (se non si usa il Bluetooth) e degli amplifica-

tori. C’è poi un inconveniente pratico: la batteria ha

un tasto per accensione e spegnimento, se vi capita

di dimenticarla accesa (come è capitato a noi), il sem-

plice stato di stand-by del diffusore – privo di un inter-

ruttore fisico di accensione e spegnimento – provoca

il rapido consumo della batteria che risulterà “morta”

dopo poche ore.

Un vero diffusore che convinceIniziamo l’ascolto dell’Heos 1 in modalità tradiziona-

le con Wi-Fi, dopo qualche minuto abbassiamo di un

paio di tacche il controllo dei bassi perché la resa ci

pare sin troppo esuberante. E poi ci godiamo l’ascol-

to perché questo 1 suona molto bene: colpisce la

sensazione di avere di fronte un diffusore molto più

grande, con una gamma bassa autorevole e profon-

da che esalta i brani meno compressi e anche una

buona apertura della scena ben oltre le dimensioni

fisiche del diffusore. Notevole la potenza disponibile,

in grado di sonorizzare con ottima dinamica anche

ambienti piuttosto grandi. Ottime le voci maschili e

femminili e altrettanto valido il dettaglio sugli acuti,

mai stridenti o affaticanti. Non si notano particolari

differenze tra i brani Flac e lo streaming di Spotify

Connect, nel senso che anche lo streaming è ai mas-

simi livelli. Una lieve diminuzione di qualità arriva dal

funzionamento in Bluetooth, che deve essere consi-

derata una modalità di emergenza quando il diffusore

è troppo lontano dal Wi-Fi. Purtroppo non avevamo a

disposizione un secondo diffusore per testare la ver-

sione stereo ma siamo convinti che i risultati sarebbero

stati ancora migliori. A questo punto la domanda sorge

spontanea: suona meglio l’Heos o il Sonos Play:1? Ce

lo siamo chiesti anche noi e dobbiamo dire che è una

bella lotta. Pensavamo che fosse difficile raggiungere

la qualità del Sonos ma questo Denon ci riesce e inol-

tre non ha i limiti dei Sonos se si alza il volume oltre il

dovuto. Poi è questione di gusti musicali anche se pro-

babilmente Sonos vince dal punto di vista di un sistema

multiroom completo con altri diffusori; Denon però ha

il vantaggio di una maggiore flessibilità grazie alla pos-

sibilità di aggiungere la batteria e il Bluetooth, oltre alla

presenza delle prese USB e minijack che il Sonos 1 non

possiede. Ci ha meno convinti il pacchetto che rende

autonomo il diffusore perché, oltre al costo iniziale, la

batteria non ha grande autonomia e con il Bluetooth il

diffusore non può rendere al meglio.

di Franco AQUINI

I ntel ha proposto una serie di specifi-

che per l’audio tramite USB-C, schie-

randosi insieme ad altri produttori che

già hanno sposato (o pensano di farlo)

l’eliminazione del jack da 3,5mm sugli

smartphone. Il riferimento iniziale è ad

Apple, intorno alla quale si vocifera insi-

stentemente di una totale revisione del

comparto audio di iPhone 7, compresa

l’eliminazione del jack analogico.

C’è poi un produttore che si è spinto più

in là, LeEco, che ha presentato diversi

smartphone dotati di audio integrato

via USB-C. Insomma, è ora di mandare

in pensione non soltanto il jack da 3,5

pollici, ma l’intero concetto di audio ana-

MERCATO Segnale che l’industria considera seriamente pensionabile l’audio analogico

Intel, addio al jack cuffia: il futuro è USB-CIntel propone una serie di nuove specifiche per l’audio tramite connessione USB Type-C Non solo Apple vuole eliminare il jack audio da 3,5mm. Quanto costeranno le cuffie digitali?

logico.

I vantaggi? Intan-

to lo spessore

degli smartpho-

ne potrebbe

scendere ulte-

riormente. Non

è una novità

che la presenza

del jack obblighi

gli ingegneri a

fare delle scelte

spesso mal digerite dai designer. In se-

condo luogo la versatilità della connes-

sione digitale, che può portare una serie

di altre funzionalità (come la ricarica e il

trasferimento dati) attraverso un’unica

porta.

Intendiamoci: le cuf-

fie digitali, in partico-

lare con il connetto-

re lightning di Apple,

esistono già. Quello

che fa la differenza

è il fatto che diversi

produttori, come nel

caso di Intel, sem-

brano muoversi in

questa direzione.

Anche sul fronte

HI-FI

Beoplay A1 lo speaker pronto a tuttoLa gamma Beoplay si completa verso il basso con il diffusore A1 (249), compatto e portatile ma con prestazioni sonore che dovrebbero essere all’altezza della situazione. Il diffusore è rotondo con diametro di 13,3 cm, altezza di 4,8 cm e peso di 600 grammi. Il design firmato da Cecilie Mainz è molto curato, la finitura è disponibile nella versione argento o verde, accompagnato da un cordino in pelle per il trasporto. È resistente all’umidità e alla polvere. Un microfono con copertura a 360° garantisce la buona qualità delle con-versazioni telefoniche nell’utilizzo come vivavoce. Sotto la copertura in alluminio trovano spazio un tweeter e un woofer pilotati da amplifica-tori in classe D con la potenza di 2x30 watt. Si possono abbinare, tramite l’applicazione dedicata, due diffusori per un effetto stereo. Per la connettività troviamo il Bluetooth 4.2 o un ingresso minijack. L’autonomia della batteria ricaricabile integrata è di 24 ore.

audio diversi produttori come JBL, han-

no proposto auricolari con connettore

USB-C.

Viene quindi da porsi alcune domande

sul costo dei futuri auricolari o cuffie. Il

dispositivo che riproduce l’audio perde-

rebbe in questo caso il DAC (converti-

tore digitale/analogico), che andrebbe

ospitato all’interno delle cuffie. Questo

significa che potremmo avere delle

cuffie molto più sofisticate, magari ag-

giornabili tramite firmware, ma a quale

prezzo? C’è poi la questione dell’uni-

co connettore, che obbligherebbe a

scegliere se ricaricare lo smartphone

o ascoltare la musica con le cuffie. Ma

come spesso accade, il passaggio sarà

comunque inevitabile.

Page 37: MAGGIO 016 n.132 / 12 MAGAZINE Pronti al Far West Addio ...n.132 / 12 MAGAZINE MAGGIO 016 Pronti al Far West dei televisori? Il prossimo 1 luglio scatta l’obbligo di legge per i

torna al sommario 37

MAGAZINEn.132 / 122 MAGGIO 2016

di Roberto FAGGIANO

D i diffusori Bluetooth ce ne sono milioni, dai più

noti agli emergenti, dai più originali a quelli

banali, dai pronti a tutto a quelli che suonano

poco. Quelli degni di considerazione dal punto di vista

dell’ascolto sono quasi tutti concentrati nella fascia di

prezzo tra i 99 e i 199 euro, ma chi vuole di più?

Chi è disposto a spendere di più per avere un diffu-

sore serio ma sempre compatto e portatile, oltre che

autonomo tramite batteria, non ha grandi scelte, ben

venga quindi questo Addon T3 di Audio Pro, che per

349 euro promette molto ma rimane portatile per es-

sere facilmente trasferito da una stanza all’altra della

casa o magari in giardino, senza scomodare il Wi-Fi

ma accontentandosi del classico e universale Blue-

tooth. Meno adatto invece per seguirci in vacanza o

dagli amici perché le dimensioni non sono certo ta-

scabili, così come il peso.

La finitura del T3 è molto curata e disponibile in cin-

que diverse tonalità di colore satinate, in comune la

robusta maniglia per il trasporto in pelle e i dettagli

in metallo della tastiera e del pannello posteriore. Da

notare il dettaglio dei piedini di diverso spessore tra

fronte e retro, in modo da inclinare leggermente verso

l’alto il diffusore e migliorare la dispersione.

La tastiera superiore permette di accendere il diffu-

sore, attivare l’abbinamento Bluetooth e scegliere la

sorgente; altri due tasti permettono di variare i volume

mentre tre spie luminose segnalano lo stato di carica

della batteria. Sul lato posteriore spicca l’uscita del-

l’accordo reflex, tra i connettori troviamo una presa

USB standard per ricaricare un telefono o tablet, la

piccola USB per la ricarica della batteria e un minijack

per collegare direttamente sorgenti analogiche. Per

TEST Abbiamo provato un diffusore Bluetooth portatile che porta un nome apprezzato dagli appassionati di buona musica

Audio Pro Addon T3, il diffusore che ha una storiaViene dalla Svezia, ha una costruzione accurata e promette grandi prestazioni, tutto ad un prezzo di listino di 349 euro

la batteria viene correttamente dichiarata una doppia

durata: 12 ore con volume al massimo oppure 30 ore

per un volume a livello medio. In generale il T3 mostra

una costruzione degna di nota che aiuta a dimentica-

re il non trascurabile prezzo di listino. Molto insolita

la possibilità di poter facilmente accedere dal fondo

al vano batteria, in modo da poterla sostituire in caso

di guasti, un modo per evitare l’usa e getta in questa

categoria di prodotti.

Un po’ di storiaTragli anni 70 e 80 dello scorso secolo la svedese Au-

dio Pro si fece rapidamente conoscere e apprezzare

per i suoi diffusori attivi: non costavano poco ma non

erano nemmeno inaccessibili e soprattutto misero

fortemente in luce il diffusore amplificato, tipologia

poco apprezzata in Italia nonostante gli indubbi van-

taggi tecnici. Dapprima fu il piccolo diffusore A4-14

che disponeva di una gamma bassa incredibile per

le dimensioni, tutto merito del circuito brevettato Ace

Bass che venne poi ripreso in subwoofer attivi dedi-

cati al mondo dell’home theater. Poi il marchio iniziò

un rapido declino fino quasi a scomparire dalla sce-

na. Ma recentemente il marchio si è riproposto agli

appassionati con una serie di diffusori attivi collega-

bili senza fili, dei quali l’Addon T3 del nostro test è

il componente più accessibile. A proposito di prezzi

va detto che chi è pratico di acquisti online all’estero

potrà trovare quotazioni molto interessanti per questo

diffusore, specie sul mercato britannico.

Tecnologicamente parlandoIl diffusore Audio Pro utilizza un sistema stereo a due

vie con doppio tweeter a cupola da 2 cm e un woofer

centrale da 9 cm, il tutto in un cabinet molto robusto

con accordo reflex posteriore.

L’amplificazione è dedicata per ogni altoparlante con

15 watt al woofer e 2 x 5 watt ai tweeter, il tutto in

classe D mentre non ci sono possibilità di variare la

risposta in frequenza con un controllo toni. Il costrut-

tore poi non entra troppo nei dettagli riguardo gli alto-

parlanti ma indica solo un punto di crossover piuttosto

alto, oltre i 5 kHz.

Super bassi in poco spazioEccoci al giudizio sull’ascolto, premesso che partia-

mo da aspettative molto alte visto il prezzo di listino.

Ma bisogna dire che questo Audio Pro non ci ha de-

luso, specialmente in gamma bassa dove si raggiun-

gono prestazioni notevoli per la categoria. Si tratta

di bassi potenti e dinamici, che perdono il controllo

solo quando la registrazione è troppo compressa e

volutamente pompata. Molto buone le voci che sono

ben centrate sul diffusore ma con un minimo spazio

di respiro che le circonda. Sugli acuti il diffusore è più

prudente, senza eccessi per i limiti della musica via

Bluetooth ma comunque non priva di dettagli e infor-

mazioni che aiutano a creare un minimo di profondità

e riescono ad allargare il piccolo fronte sonoro del

diffusore.

Alzando il volume la resa musicale migliora e si ha

sempre l’impressione di ascoltare un diffusore molto

più grande, i watt dichiarati sono quelli veri e senza

trucchi, come si addice a un marchio storico dell’alta

fedeltà. Senza dubbio il T3 è un diffusore che non

avrà difficoltà a riempire di musica anche un grande

ambiente o uno spazio all’aperto.

Note positive anche per la batteria che sembra dav-

vero inesauribile. Con questo T3 Audio Pro si ripre-

senta nel modo giusto a chi ha gli anni per ricordare il

marchio svedese e farà un’ottima impressione anche

ai più giovani. Le prestazioni sono ottime e segnala-

no il T3 tra le migliori scelte della categoria, con un

prezzo più accessibile avrebbe creato seri problemi

ai concorrenti altrettanto blasonati ma più ricercati tra

il pubblico giovane.

lab

video