Piano paesaggistico Andriano -...

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Landschaftsplan Piano paesaggistico Gemeinde Andrian Comune di Andriano

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LandschaftsplanPiano paesaggistico

Gemeinde Andrian

Comune di Andriano

Planverfasser / Redattore del piano:Dr. GEORG PRAXMARER Tel.: 0471-417738Amt für Landschaftsökologie / Ufficio Ecologia del paesaggio

www.provinz.bz.it/natur-raum

Landschaftsplan der Gemeinde AndrianBeschluss der Landesregierung vom 15. November 2016, Nr. 1240

Piano paesaggistico del Comune di AndrianoDelibera della Giunta provinciale del 15 novembre 2016, n. 1240

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AMT FÜR LANDSCHAFTSÖKOLOGIE 28.4 Abteilung Natur, Landschaft und Raumentwicklung

UFFICIO ECOLOGIA DEL PAESAGGIO 28.4 Ripartizione Natura, paesaggio e sviluppo del territorio

Relazione illustrativa 1. Punto di partenza ed obiettivi 2

2. Descrizione del territorio 3

3. Misure di tutela 5

Zona di tutela paesaggistica „Bosco di tasso“................................................................5

Zone di rispetto paesaggistiche.....................................................................................6

Zone di interesse paesaggistico ....................................................................................8

Monumento naturale Castagneto Schlosspichl..............................................................9

Elementi strutturali paesaggistici .................................................................................10

Oggetti singoli di particolare valore storico-culturale....................................................12

Tutela del patrimonio arboreo e del verde urbano .......................................................12

Zone di tutela archeologica .........................................................................................13

4. Sviluppo e cura del paesaggio 15

I vincoli paesaggistici non bastano ..............................................................................15

Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune .......................................................15

Partecipazione dei cittadini ed informazione................................................................15

Misure di promozione ..................................................................................................15

Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige..............................................................16

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1. Punto di partenza ed obiettivi Il primo vincolo paesaggistico per Andriano è entrato in vigore già nell’anno 1977. Oltre 20 anni dopo il piano è stato rielaborato (approvato con D.P.G.P. del 16/03/1999, n. 389/28.1). Dato che nel frattempo sono intervenute notevoli modifiche delle disposi-zioni generali, dei criteri di pianificazione nonché delle esigenze della tutela ambien-tale e del paesaggio, è sembrato opportuno – in accordo con il comune stesso – rielaborare il piano. Il piano paesaggistico si basa sulle direttive e sulle norme generali della tutela del paesaggio e dell’urbanistica ed è stato adeguato agli obiettivi del piano di settore LEROP linee guida natura e paesaggio in Alto Adige ed alle esigenze della tutela ambientale e del paesaggio. Vincoli I vincoli paesaggistici vengono leggermente modificati rispetto al piano paesaggistico del 1999, sia per quanto riguarda le delimita-zioni che per le norme di tutela che vengono adattate agli standard attuali. In questo senso l’intero territorio comunale è sotto-posto alla tutela paesaggistica, anche il fondovalle che finora è stato senza vincolo. Sulla base del recente sviluppo degli inse-diamenti sono previste delle zone di rispetto paesaggistiche, per proteggere una più ampia superficie dall’edificazione. Questo è un passo importante, per contrastare la dispersione urbanistica della zona e per strutturare il quadro insediativo. Inoltre viene individuato monumento naturale il

castagneto nei pressi del castello e la calcara come oggetto di particolare valore storico-culturale. In base alla legge per la tutela del pae-saggio sono escluse dai vincoli paesaggi-stici le zone edilizie, quelle per infrastrutture e per insediamenti produttivi con piano di attuazione approvato. A causa di alcune modifiche al piano urbanistico comunale, queste zone sono state sottoposte a diversi cambiamenti. Il presente piano paesaggi-stico terrà conto di questa situazione. Sviluppo e cura del paesaggio La parte conclusiva della presente relazione esprime varie considerazioni in materia di sviluppo e cura del paesaggio. Oggi un atteggiamento sostenibile verso la natura ed il paesaggio non implica solo dei vincoli, ma anche la cura di paesaggi culturali preziosi e misure di rivitalizzazione di paesaggi impoveriti. È dunque di importanza fonda-mentale tenere conto delle tendenze di sviluppo paesaggistico a livello locale. Con l’ausilio di linee guida e progetti di sviluppo paesaggistico comunali si possono segnalare sviluppi negativi e definire contro-misure. È anche importante individuare e promuovere le tendenze positive. Le “Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige”, con la loro attenta analisi della situazione paesaggistica dell’Alto Adige e le numerose proposte di misure atte a pilotare lo sviluppo paesaggistico, rappresentano una base importante per il lavoro di tutela paesaggi-stica nel Comune.

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2. Descrizione del territorio

Il Comune di Andriano si trova nella Valle dell’Adige e si estende per la maggior parte sul lato ortograficamente destro del fondo-valle pianeggiante e la zona di basso pendio. Andriano, con 4,9 kmq, è uno dei comuni più piccoli dell’Alto Adige. Lungo circa 3 km, il territorio si estende da una quota di 250 m nel fondovalle fino alla quota di 1.020 m sui versanti sotto la Mendola. Dall’aspetto geomorfologico possono esse-re differenziate tre unità paesaggistiche: la pianura dell’Adige nel fondovalle, la conoide di deiezione del rio Gaida nonché i settori di pendio con diverse terrazze di mezzacosta annesse. La base geologica è formata dal porfido quarzifero di Bolzano che s’innalza in modo ripido sopra la Val d’Adige. Questa pietra domina l’immagine delle pendici con cocuzzoli arrotondati e formazioni rocciose scoscesi. Nel caso del porfido quarzifero si tratta di una roccia relativamente rigida, plasmata da un corrugamento tettonico friabile. Nel corso del tempo, il rio Gaida si è inciso profondamente nella roccia di porfido, scavando una gola stretta e marcata con alcune cascate. Al suo sbocco nella valle si formò ancora durante l’era glaciale una conoide di deiezione che caratterizza il quadro paesaggistico. Sulle terrazze è de-

positato del materiale morenico dal periodo glaciale, mentre nel fondovalle è formato da terreni alluvionali. A livello climatico, Andriano può essere po-sizionato nella zona infraalpina meridionale. Le precipitazioni annue si aggirano intorno a ca. 750 mm nel fondovalle fino a 1.050 mm ai pendii della catena della Mendola. Il massimo delle precipitazioni ricade gene-ralmente nei mesi estivi, spesso con un se-condo picco in autunno. Il clima di Andriano puó essere quindi descritto come una

Il clima mite si rispecchia nel paesaggio tramite la coltivazione della vite e nei boschi cedui termofili dei bassi pendii.

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variante attenuata del clima arido delle Alpi interne, a carattere centroeuropeo. Essendo la Val d’Adige aperta verso sud, il clima è relativamente favorevole e costituisce il presupposto per la presenza di una vegeta-zione submediterranea. I pendii della catena della Mendola nei pressi di Gaido sono colonizzati da boschi di carpino nero e orniello, ai quali sono mes-colati localmente diversi alberi ed arbusti: tiglio selvatico (Tilia cordata), castagno europeo (Castanea sativa), olmo montano (Ulmus glabra), faggio (Fagus sylvatica), ciliegio (Prunus avium), acero campestre (Acer campestris) e roverella (Quercus pubescens), oltre a pini e abeti rossi. Il sottobosco ricco di specie è composto da edera (Hedera helix), clematide (Clemantis vitalba), viburno lantana (Viburnum lanta-na), nocciolo (Corylus avellana), sambuco nero (Sambucus nigra) e da altre specie. Particolarmente ricco di specie si presenta il settore della gola del rio Gaida (scolopen-drie e varie specie di orchidee). Questa zona deve essere risparmiata da qualsiasi tipo di infrastruttura. Una particolarità è costituita dal bosco di tasso e pino silvestre sulla conoide di deiezione di Andriano, un raro esempio di bosco di aghifoglie al di fuori dell’areale principale che è possibile solo grazie a particolari fattori ambientali (per una descrizione più dettagliata vedi zona di tutela paesaggistica). A causa della quasi com-pleta coltivazione del fondovalle pianeggian-te della Val d’Adige, la vegetazione naturale costituita da boschi ripariali è stata distrutta quasi completamente. Soltanto lungo i nu-merosi fossi, su superfici residue abbando-nate, in tratti a gestione estensiva lungo l’argine dell’Adige e della linea ferroviaria e ai margini delle strade si trovano ancora tracce della flora spontanea del luogo. La zona insediativa con il paese di Andriano si estende soprattutto con insediamenti rurali nella parte superiore della conoide di deiezione. Le case superiori sono situate nei pressi dell’uscita del rio Gaida dalla gola porfirica. L’insediamento si estende poi sul

pendio dolce fino al fondovalle. I tratti pianeggianti della valle sono rimasti liberi dall’edificazione. Le superfici inedificate della conoide di deiezione sono ricoperte quasi esclusivamente da vigneti. Nel fon-dovalle invece, che tramite prosciugamenti, bonifiche e cambi di coltura è stato com-pletamente modificato dall’uomo, si trova invece una frutticoltura intensiva. Il paese non rappresenta le caratteristiche di un insediamento con uno sviluppo storico organico, ma consiste in diversi nuclei. L’originario centro paese intorno la chiesa di S. Valentino e un insediamento rurale a ca. 300 m di distanza si sono sviluppati già presto, separatamente l’uno dall’altro.

Il catasto storico del 1858 rivela che Andriano già a suo tempo era costituito da due insedia-menti separati.

Oltre a questi due nuclei piuttosto compatti si sono sviluppati nel frattempo una serie di singoli masi, sparsi sull’intera conoide di deiezione. L’edificazione degli ultimi decenni con masi isolati e insediamenti a schiera, dei quali uno distante ca. 500 m, ha aumentato ulteriormente la dispersione ur-banistica. Anche le aziende della zona artigianale e commerciale all’inizio del paese hanno un effetto negativo sul quadro paesaggistico dell’insediamento originario. Le più importanti infrastrutture di trasporto tra Bolzano e Merano si trovano al centro della valle nei pressi dell’Adige e toccano la zona insediativa soltanto marginalmente.

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3. Misure di tutela Zona di tutela paesaggistica „Bosco di tasso“ Le zone di tutela paesaggistica hanno il compito di preservare il paesaggio dalla dis-persione urbanistica così come dall’installa-zione e dalla costruzione di infrastrutture disturbanti. Ad Andriano, in adiacenza al centro insediativo, si trova su entrambi i lati del rio Gaida un bel bosco caratterizzato dalla forte presenza del tasso che è stato individuato come zona di tutela paesag-gistica per la sua importanza per il quadro paesaggistico e la ricreazione.. Questo bosco ricco di tasso si sviluppa sulla conoide di deiezione e si estende su una superficie di ca. 30 ettari con substrato ghiaioso. Circa un terzo della zona appar-tiene al Castel Wolfsthurn che s’innalza a

La varietà delle differenti formazioni di bosco nella zona di tutela paesaggistica offre a tante specie animali un habitat ottimale con numerose nicchie.

Nella zona di tutela paesaggistica i tassi si trovano sia in raggruppamenti poco densi con pini, ornielli e carpini neri sia in nuclei di solo tasso che appaiono folti e scuri.

monte dell’area, la parte restante è di proprietà del Comune di Andriano. Nella gestione del bosco, il tasso, come albero ad accrescimento estremamente lento, ha avuto, nel corso dei secoli, un’importanza economica assai ridotta. Cosi non sorpren-de che nell’intera Europa centrale e meridio-nale siano rimasti solo piccoli lembi delle foreste ricche di tasso un tempo diffuse. Alla lunga, Taxus baccata deve essere conside-rata specie minacciata per la sopravvivenza della quale la cura delle piante giovani diventa importante. In Alto Adige il tasso è presente in piccoli gruppi di alberi in siti adatti (p.e. Bassa Atesina, Val d’Ega, Wanga sul Renon, Val Passiria) però nuclei più estesi, come quello di Andriano, sono piuttosto rari. L’associazione del tasso con il bosco submediterraneo di carpino nero e orniello nell’ecologia vegetale è un caso particolare, condizionato anche dall’uomo per causa del “prosciugamento” della conoi-de di seguito alla prima sistemazione del rio Gaida. Nella botanica il tasso ha uno stato particolare. Non fa parte dei rappresentanti dei Pinales, ma è associata all’ordine dei Taxales. Il tasso è caratterizzato da un’alta

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In autunno le chiome risplendono in una grande varietà di colori, come molteplici sono le specie che convivono qui in uno spazio ristretto.

resistenza alla siccità e una tolleranza con-tro l’ombreggiatura, però è sensibile al gelo. Questo bosco di pendio in leggera pendenza è anche di grande importanza per l’aspetto ornitologico. Gli alti pini, insieme ai tassi, offrono grazie ai loro rami folti un’ottima protezione visiva per differenti specie. Nella foresta si trovano sia uccelli grandi come civette, poiane, sparvieri e gheppi, sia specie piú piccole come cince, pettirossi e sylvie. Importante è anche la funzione di questo bosco come luogo di sosta per gli uccelli migratori. Il bosco di tasso ovvero la zona di tutela paesaggistica è inoltre un’importante luogo di ricreazione. I piccoli percorsi diramati e i sentieri sterrati sono utilizzati da residenti e turisti, per passeggiate, escursioni e giochi. Il bosco con le sue diverse espressioni invita alle scoperte grazie ai numerosi percorsi e per questo dovrà essere conser-vato nella sua molteplicità.

Il vincolo della zona non è da fraintendere come un divieto rigido di ogni intervento antropico. Il senso del vincolo sta piuttosto in una protezione della zona da interventi non sostenibili sotto aspetti ecologici e nel mantenere il bosco di tasso in uno stato più naturale possibile, tramite delle misure di cura mirate. Un utilizzo forestale moderato e attento della zona, come previsto dall’attua-le piano di gestione dei beni silvo-pastorali, sarà tuttora possibile. La manutenzione delle condutture esistenti è senz’altro con-sentita, così come la costruzione, all’interno della zona di tutela paesaggistica, di nuove condutture e pozzi a scopo potabile se dovesse essere strettamente necessario.

Zone di rispetto paesaggistiche L’individuazione di zone di rispetto nei piani paesaggistici a contribuito a proteggere al-cune zone di particolare pregio paesaggi-stico dall’attività edilizia e dalla dispersione urbanistica. Le zone di rispetto si trovano nelle vicinanze di edifici che hanno una certa importanza storico-culturale o nei dintorni di ampi appezzamenti – vasti paesaggi inedificati, la cui tipologia intatta ha un alto valore paesaggistico. Nel loro contenuto le zone di rispetto limitano l’edificazione delle aree individuate, vietando la costruzione di nuovi edifici fuori terra. Per i masi e per gli edifici residenziali esistenti valgono le disposizioni della legge

L’insediamento rurale storico a sud è circondato da vigneti e frutteti.

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urbanistica provinciale e del piano urba-nistico, con le relative possibilità di amplia-mento. La coltivazione delle aree agricole (inclusi i cambi di coltura e le bonifiche), in queste zone protette, non è soggetta a ulteriori limitazioni; le procedure di auto-rizzazione per gli interventi progettati rimangono le stesse come nella restante zona agricola. L’individuazione delle zone di rispetto riveste una notevole importanza per l’agricoltura, in quanto introduce il divieto di edificazione di preziosi fondi coltivati. Con essa viene definita la priorità dell’utilizzo agricolo del territorio rispetto ad altre destinazioni d’uso e ad altri interessi. Nel territorio comunale di Andriano le zone di rispetto si estendono sui seguenti settori, illustrati anche nella planimetria allegata. La conoide di deiezione superiore fino alla via Wolfsthurn corrisponde ad una zona agricola con presenza di insediamenti. Sono presenti soprattutto vigneti fra i quali si trovano alcuni masi e altri edifici. Poiché dal fondovalle la conoide di deiezione è la prima zona che salta nell’occhio, è impor-tante preservare la sua immagine paesaggi-stica e colturale. In questo settore si deve impedire un ulteriore aumento della disper-sione urbanistica, mirando invece a un’edi-ficazione compatta. Per questo il limite inferiore della zona di rispetto si orienta all’edificazione esistente, seguendo l’obietti-vo della strutturazione degli insediamenti.

Tra i due nuclei abitativi tradizionali si trovano molti edifici singoli, sparsi in mezzo alle superfici ad uso agricolo.

Il bene architettonico „Staudacher“ si trova idilliacamente tra i vigneti che la zona di rispetto protegge dall’edificazione. Così il paesaggio colturale mantiene il suo carattere tradizionale.

Questo evita l’ampliamento poco vantaggio-so della zona residenziale composta di case a schiera nei pressi della gola del rio Gaida. La zona di rispetto paesaggistica sulla conoide di deiezione superiore ha infine il compito di tutelare sia le superfici ad uso agricola per la viticoltura, ma anche di preservare la visuale sulla tenuta medio-evale “Staudacher” e sulla “Villa Silber-nagel” (entrambi beni architettonici) che s’innalzano in mezzo al attraente paesaggio viticolo. L’architettura tipica è ben visibile e caratterizza il tradizionale quadro paesaggi-stico, che per questo motivo dovrà essere protetto da un’ulteriore edificazione. Il fondovalle ai piedi dell’insediamento fino al confine comunale a est è una zona agricola quasi inedificata e coltivata soprat-tutto a frutteto. Per conservare questo areale esteso per l’attività agricola, questa zona di tutela paesaggistica ha un’esten-sione piuttosto vasta. Per promuovere un insediamento dalla forma compatta, la zona di rispetto si avvicina ad ovest agli edifici esistenti. Oltre alla tutela dalla dispersione urbanistica, l’istituzione di questa zona di rispetto aiuta quindi anche alla struttura zio-ne insediativa che per Andriano è di grande importanza per le opere di edilizia in futuro. Infine la zona di rispetto garantisce anche la visuale libera dal centro della valle (p.e. dalla strada) verso l’insediamento di An-driano ed il paesaggio circostante.

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Anche il settore ad est dell’Adige dovrà ri-manere privo di fabbricati alti, che potreb-bero compromettere il quadro insediativo di Terlano. In questo senso la zona di rispetto continua nel comune limitrofo. Zone di interesse paesaggistico L’intero territorio comunale viene definito come zona di interesse paesaggistico, es-cluse le zone abitative e produttive provviste di un piano di attuazione approvato ai sensi dell’articolo 6, comma 3, della legge provin-ciale n. 16/1970. Sono comprese, quindi, in tale categoria anche tutte le zone degli insediamenti e delle infrastrutture sprovviste di un piano di attuazione. In generale, per garantire a queste superfici uno sviluppo so-stenibile sono sufficienti gli strumenti ur-banistici nonché la legislazione vigente in materia forestale. L’autorizzazione paesag-gistica viene, di regola, concessa dal sindaco. Di particolare importanza sono i terreni agricoli. Queste superfici con i caratteristici masi, edificati secondo tipiche tecniche di costruzione locali, sono una componente importante della tipologia paesaggistica esistente. Rappresentano un paesaggio modificato per mano dell’uomo nel corso del tempo e sono espressione della tradizione storico-culturale della zona. L’individuazione come zona di interesse paesaggistico persegue l’obiettivo di garantire – senza limitare l’attività agricola – un inserimento armonioso delle costruzioni ammesse ed unloro adattamento alla struttura paesaggi-stica ed insediativa esistente. I boschi, i castagneti e le acque sono di particolare importanza dal punto di vista della tutela paesaggistica ed ambientale, sia come fattore determinante per la protezione ed il microclima, sia perché costituiscono un habitat ideale per numerose specie animali tipiche. Sono inoltre parte integrante fonda-mentale della struttura della zona, del suo equilibrio ecologico e della sua funzione ricreativa.

L’utilizzo dei boschi è regolamentato dalla legge forestale e viene controllato dal corpo forestale; inoltre, le aree boschive situate in aree molto ripide assumono spesso unica-mente una funzione protettiva. I boschi rive-stono notevole importanza ecologica in un ambiente con un’urbanizzazione crescente, in quanto costituiscono delle superfici di compensazione naturale, che rappresen-tano delle aree di ritiro per la fauna ed offrono anche alle persone possibilità di svago e ricreazione. In questo senso, nella gestione forestale, bisognerà favorire l’elevata varietà della vegetazione sia nello strato arboreo che in quello erbaceo-arbustivo.

La zona di pendio sopra Andriano è ricoperta da un bosco ceduo termofilo.

Sotto aspetti paesaggistici, la parte roccio-sa conferisce una forte impronta al paesag-gio, anche se queste aree, nel Comune di Andrinao, non sono state individuate sepa-ratamente. I dirupi e le pareti delle gole, le formazioni geologiche nonché i conoidi detritici sono spesso visibili da lontano e ca-ratterizzano il quadro paesaggistico. Anche se piuttosto ostili a qualsiasi forma di vita, in queste zone troviamo spesso habitat natu-rali intatti ed interessanti. Al posto di una grande ricchezza specifica, queste zone ospitano una serie di specie particolari, che si sono adattate alle difficili condizioni di vita nelle crepe delle rocce o sulle falde detriti-che.

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Sono stati individuati, fra altro, anche i castagneti che, nonostante le ridotte esten-sioni, conferiscono una particolare impronta al paesaggio e ospitano inoltre notevoli singoli esemplari. Il castagno, oltre ad avere una sua funzione estetico-paesaggistica, rappresenta un simbolo dell’influsso climatico mediterraneo e costituisce (nel caso degli esemplari vecchi) un’importante nicchia ecologica per gli animali che nidificano nelle cavità degli alberi. I castagni che caratterizzano il paesaggio sono dislocati singolarmente o in piccoli gruppi ai margini dei campi, lungo le scarpate e ai confini dei prati, su terreni rocciosi nonché al margine dei boschi o formano dei castagneti veri e propri. Vista la loro im-portanza paesaggistica, i castagni non pos-sono essere abbattuti senza la preventiva autorizzazione dell’autorità forestale. I castagneti, coltivati in passato con grande accuratezza, oggi sono spesso in uno stato di abbandono. Sono invasi da altre specie arboree che restringono lo spazio necessa-rio ai castagni e che rappresentano per questi ultimi una concorrenza inconsueta. Inoltre, c’è una malattia causata da un fungo, il cosiddetto cancro del castagno, che mette in pericolo le piante, fino a farle deperire e morire. Negli ultimi anni è appar-sa anche una nuova minaccia: il Cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus). In molti castagneti, quindi, sarebbero oppo-rtune e urgenti delle misure specifiche, tra cui: diradamenti, sostituzione delle piante morte con piante giovani e, nel caso di esemplari particolarmente belli ed impo-nenti, si potrebbero eseguire anche degli interventi dendrochirurgici. Le acque caratterizzano in vari modi il quadro paesaggistico e costituiscono un arricchimento ecologico per le aree circo-stanti. Torrenti, fiumi e fossi attraversano i boschi e strutturano il paesaggio culturale, arricchendo l’ambiente con la vegetazione ripariale. Laghi, laghetti e stagni offrono pre-ziose nicchie ecologiche e rappresentano spesso gioielli paesaggistici, molto ambiti come mete per la ricreazione e le attività di tempo libero. In questo senso, la conserva-zione dei corsi d’acqua assume grande

rilevanza ecologico-paesaggistica, soprat-tutto per la qualità della loro acqua, la loro portata naturale e il loro inserimento nel paesaggio. Monumento naturale Castagneto Schlosspichl Il piano paesaggistico definisce un monu-mento naturale che arricchisce i suoi din-torni in grazie sua bellezza, l’aspetto estetico e la qualità ecologica. Il mera-viglioso Castagneto Schlosspichl si trova su un tratto pianeggiante del pendio a nord di Castel Wolfsthurn nei pressi del sentiero escursionistico verso Nalles. Nell’ambito della foresta fitta e scura dei dintorni, questo castagneto acquisisce un particolare valore. Per questo è vietato distruggerlo e comprometterlo. I castagni di differente età si trovano sparsi su un parto verde e hanno un particolare fascino grazie al loro fogliame verde e fresco. Una singola quercia grande dalla chioma bella e regolare si trova circa al centro dell’area. Grazie alla sua posizione protetta dal vento e soleggiata il castagneto è effettivamente più caldo del bosco limi-trofo e trasmette una sensazione di partico-lare vitalità attraverso i suoi colori freschi. Le propaggini del castagneto si estendono fino nella zona di pendio, dove gli alberi si

I castangi di età variabile e il legno morto in piedi offrono un habitat ottimale per molti animali differenti.

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Anche in autunno il castagneto luminoso dal fogliame verde chiaro ed il prato verde trasmettono una sensazione di vitalità.

impostano in parte su detriti grossolani e coperti di muschio. Qui tra i massi rocciosi si trovano alcune vecchie cantine che si possono vedere dalla strada. L’area è importante anche per la ricrea-zione, sia come punto di riposo per escur-sionisti sia per famiglie con bambini che su questo campo giochi naturale si possono soffermare per ore. Al confine settentrionale un sentiero porta su un’altura con una croce e alcune banchine, da dove si ha una panoramica libera sulla valle. Elementi strutturali paesaggi-stici Tutti i muretti a secco, ma anche le vecchie strade lastricate e gli argini in pietrame, la vegetazione ripariale lungo i corpi d’acqua nonché le siepi e i boschetti rappresentano tipici elementi del nostro paesaggio colturale e rivestono un'importan-te funzione ecologica come habitat naturali. La sopravvivenza di molti animali e molte piante dipende dall'esistenza di questi elementi nel paesaggio, mentre la loro distruzione contribuisce fortemente all'impo-verimento paesaggistico ed ecologico del nostro paesaggio. Questi elementi strutturali vengono tutelati, perché abbelliscono il pae-saggio coltivato ed offrono un habitat ad un gran numero di specie animali e vegetali.

Da menzionare in particolar modo sono ad Andriano alcuni vecchi muri, che solita-mente separano le strade dalle superfici agricole limitrofe. Un muro a secco di ca. 260 m di lunghezza delimita la via Kripp. Il muro si trova in buon stato ed è ricoperto da piante tipiche come la borracina (Sedum), piccole felci, graminacee, muschi ed edera. Un secondo muro, anch’esso per la maggior parte in buono stato di conservazione, si trova in vicinanza del laghetto da pesca accanto ad una capanna. Anche qui crescono piante tipicamente xerofile. A mezza costa del pendio, tra roverelle, ornielli, carpini neri, pini e castagni, un vecchio sentiero lastricato conduce da An-driano al Castel d’Appiano ed offre di tanto in tanto una visuale libera sulla valle. A tratti si riconoscono le tracce del suo utilizzo nei secoli passati, mentre nel territorio comu-nale di Appiano si collega ad uno stretto sentiero. Come patrimonio culturale il sen-tiero lastricato è assolutamente da preser-vare, anche se la lastricatura è soltanto

Grazie alla sua posizione bella e alla presenza di una tipica vegetazione, il muro a secco lungo via Kripp rappresenta un pezzo di Andriano di valore paesaggistico ed estetico.

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parzialmente presente. Tutte le modifiche hanno bisogno dell’autorizzazione paesag-gistica dall’amministrazione provinciale. All’interno della tutela del patrimonio natu-rale, ai corsi d’acqua delle zone agricole è riconosciuta una particolare importanza in quanto habitat acquatici. Essi sono conside-rati importanti corridoi naturali. Tuttavia, so-prattutto nelle zone maggiormente antropiz-zate, la loro funzione ecologica è spesso fortemente compromessa (a causa degli interventi di sistemazione, restringimento e rettificazione, derivazione idrica e dell’inqui-namento), con gravi conseguenze per la flora e la fauna legate a questi ambienti. Per gli anfibi, ma anche per altre specie animali a rischio di estinzione, torrenti e ruscelli sono habitat naturali insostituibili. Non da ultimo si pensi agli uccelli acquatici, che, soprattutto durante il periodo della nidi-ficazione e della cova, sono particolarmente sensibili ai disturbi. È importante anche garantire la presenza di una vegetazione ripariale intatta e spontanea, che è parte integrante di qualsiasi corso d’acqua. Per tutti questi motivi i fossi di bonifica e i corsi d’acqua non possono essere interrati o incanalati. Il Rio Gaida fuoriesce dalla gola a monte dell’abitato e termina nel laghetto da pesca nel fondovalle, prima di immettersi nella Fossa dell’Adige. A causa del suo letto rettilineo, profondamente inciso e parzial-mente consolidato con calcestruzzo non è più in grado di svolgere molte funzioni ecologiche importanti e per questo è da evitare ogni ulteriore peggioramento dello stato ecologico. L’alta velocità dell’acqua impedisce lo sviluppo di vegetazione nell’alveo, soltanto gli argini laterali sono ricoperti da una vegetazione di composta da un arbusteto nano, carpini neri e pini. La Fossa dell’Adige nel fondovalle attraversa l’intero territorio comunale ed è caratterizzata da sponde ripide, un percorso rettilineo ed un’alta velocità di flusso. Alcuni tratti della fossa sono fortemente ricoperti da ortica, menta a foglie lunghe, gramini-formi e cannuccia di palude. L’ecologia del

Nel tratto superiore il Rio Gaida scorre attra-verso la zona di tutela paesaggistica „Bosco di tasso“. Il percorso del torrente è rettilineo e l’alveo liscio causa un’alta velocità di flusso.

tratto di collegamento al laghetto da pesca sembra migliore. Le sponde sono delimitate da sassi grandi, ricoperti come un muro a secco da differenti piante. In vicinanza dell’acqua si trovano anche delle piante acquatiche galleggianti che verso l’alto vengono sostituite da muschi ed altre piante. I dislivelli nel alveo vengono superati da alcuni salti (massi grandi) che creano una certa dinamica nel alveo molto stretto.

Tratto della Fossa dell’Adige con pietre grandi nell’alveo.

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La nuova Legge di tutela della natura (L.P. n. 6/2010) vieta lo sfalcio delle scarpate dei fossi dal 15 marzo al 15 luglio; dopo questo periodo è possibile solo uno sfalcio parziale per non togliere agli animali (soprattutto ai giovani uccelli) ogni possibilità di rifugio. Lo sfalcio delle scarpate incide anche sulla composizione floristica della vegetazione ripariale. In linea di principio si dovrebbe falciare il meno possibile per permettere lo sviluppo di una vegetazione ripariale più naturale e variegata. Spesso i recinti sono elementi di pregio del paesaggio colturale modellato dall’uomo. È pertanto importante adottare forme tipiche di recinzione rinunciando al filo spinato, per evitare che le recinzioni possano essere percepite come elementi estranei al sistema paesaggistico. Oggetti singoli di particolare valore storico-culturale Uno speciale esempio storico-culturale è rappresentato dal muro arginale lungo il Rio Gaida che si trova in uno stato buono. Questo muro è stato costruito come prote-zione del paese contro esondazioni e frane e dovrà essere conservato in quanto monu-mento culturale. Nella zona di tutela paesaggistica „Bosco di tasso“ si trova una vecchia calcara che una

Il muro arginale si trova sulla sponda orografica-mente destra del Rio Gaida ed è ricoperta di muschio.

La base del forno doveva essere accessibile per potere aggiungere legna da ardere. Lo steccato in legno sulla sommità recinta il foro rivestito da pietre, nel quale era collocato il focolare.

volta veniva usata per produrre calce (come materiale di costruzione). Il forno è semin-terrato per conservare il calore in modo più efficace nell’interno. Le pietre calcaree venivano lavorate bruciandole per giorni a temperature oltre i 1000 °C. I resti del forno si trovano in buono stato è vengono illustrate da una tavola informativa. Tutela del patrimonio arboreo e del verde urbano

Il patrimonio arboreo e, in generale, il verde svolgono un’importante funzione all’interno delle aree abitate. Lo spazio occupato dagli insediamenti umani è in costante crescita e, di conseguenza, cresce l’urgenza di man-tenere degli spazi naturali anche all’interno di queste zone. Le aree verdi rappresentano un habitat naturale per numerose specie e animali e contribuiscono quindi alla conser-vazione della biodiversità. Ogni macchia di verde urbano rappresenta anche un terreno non sigillato che salvaguarda il livello della falda freatica e contiene il deflusso dell’ac-qua piovana. Il verde svolge infine un’impor-tante funzione estetico-paesaggistica all’in-terno dei centri abitati, dove spiccano gli alberi ad alto fusto. Il verde assolve anche le importanti funzioni di protezione dal vento e di contenimento del livello di inquinamento (polveri e

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Gli alberi situati nei pressi degli insediamenti hanno non solo un valore ecologico, ma spesso sono collegati al tempo libero e alla ricreazione.

sostanze nocive). Le aree verdi sono fondamentali per migliorare la qualità della vita dei cittadini residenti nelle aree urbane, per i quali il contatto con la natura diventa un bisogno primario. Per questi motivi è necessario prestare particolare attenzione alla cura del verde. È auspicabile che i regolamenti edilizi comunali siano integrati da precise norme finalizzate a realizzare interventi di rinverdimento di qualità all’inter-no delle aree urbane. A questo punto occorre riconoscere l’impor-tanza degli alberi da frutta sparsi. Situati all’interno dei paesi o in singoli masi, i vec-chi peri e meli sono elementi pregevoli del paesaggio coltivato e rivestono una grande importanza paesaggistica e faunistica. Sono testimonianze di antiche tradizioni legate alla pratica della frutticoltura; fra loro si contano magnifici esemplari, di particolare interesse non tanto per le loro dimensioni, quanto piuttosto per la loro età, per il tronco nodoso e la fitta ramificazione. Con le loro fioriture e i loro frutti rappresentano elementi di indiscussa bellezza all’interno del quadro paesaggistico. Infine non dobbiamo scor-

dare la produzione frutticola (in molti casi di tipo biologico), che non richiede eccessive cure colturali. Zone di tutela archeologica Le zone di tutela archeologica sono tutelate in base alla Costituzione italiana e al Codice dei Beni culturali e del paesaggio (Decreto legislativo del 22/01/2004 n. 42) e vengono inserite nella cartografia secondo la legge provinciale n. 16/1970. Le relative indica-zioni vengono fornite dall’ufficio provinciale competente (ulteriori informazioni sulle zone archeologiche: Ufficio Beni archeologici, ArchaeoBrowser). Fra altri si trovano fra le zone archeologiche il Kitzerbühel con un Castrum dall’era romana ed il Föhrenbühel con una fortezza di collina di età preistorica. Inoltre la chiesa di San Valentino, documentata la prima volta nel 1231, è situata in una zona archeologica.

La chiesa di San Valentino si trova al centro del paese ed è stata documentata la prima volta nell’anno 1231.

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Anche il medievale Castel Wolfsthurn ed una superficie nella parte meridionale del territorio comunale con strutture edili di età romana sono sottoposti a tutela.

Castel Wolfsthurn è situato nella parte inferiore del pendio che si innalza a ovest ed offre una visuale libera su Andriano.

L’obiettivo delle norme è quello di evitare il danneggiamento dei reperti archeologici e di sottoporre l’area interessata al controllo della Ripartizione Beni culturali. Per tutelare queste aree circoscritte, ogni intervento nel terreno deve essere comunicato dal co-mune - al quale spetta per legge la tutela dei beni archeologici - all’Ufficio provinciale beni archeologici.

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4. Sviluppo e cura del paesaggio I vincoli paesaggistici non bastano Il presente piano rappresenta quasi esclu-sivamente uno strumento di tutela per sin-gole zone e per determinate specie animali e vegetali, per elementi naturali e culturali ecc. Ma la tutela da sola non basta. Il pae-saggio è sottoposto ad un continuo svilup-po, che va pilotato. Soprattutto i settori della cura e della valorizzazione del paesaggio (eliminazione di deficit di ecologia del paesaggio, rinaturalizzazioni) hanno bi-sogno di ulteriori strumenti. Ciò riguarda sia il paesaggio coltivato che gli insediamenti. Si tratta di misure di tutela attiva del paesaggio per le quali è particolarmente richiesta l’iniziativa delle autorità locali o degli utilizzatori ed ha poco senso che esse vengano imposte dall’alto (come formal-mente accade nel caso delle misure di tutela). Progetto di sviluppo paesaggi-stico per il Comune L’elaborazione delle linee guida natura e paesaggio o del progetto di sviluppo pae-saggistico rende possibile la partecipazione attiva del Comune allo sviluppo paesaggi-stico. Anche l’inventario paesaggistico, il regolamento del verde urbano, il piano di gestione del verde per le aree insediative e il programma per la gestione del paesaggio culturale contribuiscono ad un migliora-mento del tutela naturale e del paesaggio all’interno del Comune. Nelle amministra-zioni locali è richiesta una maggiore com-petenza tecnica, essendo state ampliate le competenze decisionali del Comune. Per la tutela della natura e del paesaggio il Comune rappresenta un livello di attività molto interessante: da una parte vi si formano importanti decisioni definitive e preliminari su tutti i progetti, dall’altra lo

stretto contatto con la popolazione facilita l’accettazione dei progetti da parte della popolazione stessa. Partecipazione dei cittadini ed informazione Per la realizzazione di misure di tutela del paesaggio è essenziale la partecipazione dei cittadini. Uno sviluppo sostenibile del paesaggio può riuscire solo se le misure previste vengono sostenute dalla popola-zione. Perciò è importante che, sia nella predisposizione che nella realizzazione di un piano paesaggistico, vengano coinvolti tutti i fruitori del territorio, al fine di eliminare possibili conflitti di utilizzo. Nell’ambito della tutela della natura è fondamentale anche l’informazione generale e l’educazione dei cittadini, dato che l’uomo rispetta e tutela solo ciò che conosce!

Importanti punti di incontro fra gli utilizzi e la tutela paesaggistica (fonte: linee guida natura e paesaggio in Alto Adige)

Misure di promozione Un ulteriore strumento per la cura del paesaggio è rappresentato dalle misure di promozione. La Provincia autonoma di Bolzano, tramite il regolamento CE n. 1698/2005, elargisce premi per la cura del paesaggio a favore di una agricoltura ecocompatibile. Esistono ad esempio

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premi incentivanti per la coltivazione e la cura di prati di montagna ricchi di specie, di prati magri, che nel nostro paesaggio sono stati spesso decimati e i cui resti contri-buiscono ad arricchire il nostro ambiente. Viene incentivata anche la cura di prati umidi, paludi e prati, di biotopi, di bosco ripariale e vengono erogati premi per la rinuncia al pascolo nelle torbiere e nei boschi ripariali. Altri premi riguardano la conservazione e la cura di castagneti e di prati e pascoli alberati con larici, nonché l’impianto ed il mantenimento di siepi e cespugli in zone coltivate. In collaborazione con l’autorità forestale, il Comune può intervenire per favorire il ricorso a tali incentivi. Inoltre sono previsti anche contributi per la conservazione e la cura di elementi paesaggistici quali: i tetti in scandole e in paglia, i recinti tradizionali, i muri a secco, nonché altre testimonianze di architettura rurale e di forme di coltivazione tradizionali. Altri provvedimenti per la tutela del paesag-gio per i quali sono previsti incentivi sono, ad esempio, l’eliminazione di recinzioni me-talliche, la posa interrata di linee elettriche e telefoniche aeree, la creazione di stagni per anfibi, la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua precedentemente regimentati ecc., nonché vari progetti di didattica ecologica. Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige Le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige - il piano di settore LEROP per quan-to attiene alle materie natura e paesaggio – contengono direttive generali e strategie di attuazione per la salvaguardia a lungo ter-mine del paesaggio altoatesino quale spazio naturale, di vita ed economico. La sola autorità preposta alla tutela del pae-saggio non riesce a raggiungere questo obiettivo. È necessario coinvolgere in que-sto compito tutti i settori che fruiscono del paesaggio (agricoltura, foreste, idrologia, turismo, tempo libero e attività ricreative, urbanistica). Il suddetto piano analizza ampiamente i punti di contatto fra i vari fruitori del paesaggio, i potenziali conflitti,

come pure gli interessi comuni. Inoltre, nelle linee guida sono rappresentati gli strumenti e le strategie di tutela della natura e del paesaggio.

Nel piano di settore LEROP vengono definite le direttive per la pianificazione paesaggistica

Il piano di settore fornisce anche una rappresentazione del paesaggio altoatesino in varie fasce paesaggistiche; per ciascuna di esse vengono descritti l’importanza della tutela della natura, i rispettivi problemi e conflitti, le finalità di utilizzo, le finalità di tutela o di sistemazione e le misure neces-sarie per realizzare tali obiettivi. Perciò, per il lavoro quotidiano di tutela della natura e del paesaggio all’interno dei Comuni, pro-prio questa parte del piano di settore può rappresentare un ausilio interessante. Secondo le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige il territorio comunale di Andriano è suddiviso in 5 fasce paesaggi-stiche. Qui di seguito sono elencate le suddette cinque fasce insieme alle misure di gestione previste dal piano di settore per un’attiva tutela del paesaggio:

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a) Fascia paesaggistica – Insedia-menti

Provvedimenti: • evitare la dispersione degli insediamenti • realizzazione a regola d’arte di case (in-

tegrazione nel paesaggio e nelle costruzioni esistenti, scelta del materiale, riutilizzo delle acque piovane, evitare di sigillare il terreno, infiltrazione delle acque piovane ecc.)

• mantenimento e creazione di aree verdi (fra cui anche rinverdimenti di tetti e facciate) e cura del verde secondo criteri di naturalità

• mantenimento degli elementi ecologici degli insediamenti e loro collegamento con il territorio circostante attraverso siepi, viali ecc.

• piani ecologici di attuazione e di recupero • predisposizione di piani di gestione del verde • elaborazione di un regolamento del verde

urbano • sviluppo delle reti pedonali e ciclabili • creazione di zone ricreative attraenti

b) Fascia paesaggistica – Fondivalle

e pendii bassi a specializzazione frutticola

Provvedimenti: • tutela di tutti i valori naturalistici (siti umidi e

secchi, arbusti e cespugli), cura e mantenimento dei fossi d’acqua

• reintroduzione di elementi paesaggistici (gruppi di piante arboree e arbustive, ristrut-turazione di torrenti e ruscelli, realizzazione di bacini acquatici come habitat per anfibi e riassesto ecologico di aree umide artificiali tipo laghetti scavati)

• creazione di idonee zone tampone nei pressi delle acque al fine di ridurre la diffusa introduzione di fitofarmaci e sostanze nutri-tive

• sistemazione seminaturalistica dei corsi d’acqua, allargamento dei corsi d’acqua nelle sezioni

• limitazione del pascolo nei boschi riparali con esclusione assoluta in alcuni tratti definiti

• mantenimento degli impianti tradizionali di irrigazione “Waale”

• rielaborazione degli incentivi agricoli nel senso di un’agricoltura biologica risp. estensiva (realizzazione di corridoi naturali, cura degli elementi paesaggistici all’interno dei frutteti, messa a dimora di cespugli, siepi e posa di muri a secco)

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

c) Fascia paesaggistica – Fondivalle e pendii bassi a specializzazione viticola

Provvedimenti: • rielaborazione degli incentivi agricoli nel

senso di un’agricoltura biologica risp. esten-siva (realizzazione di corridoi naturali, cura degli elementi paesaggistici all’interno dei frutteti, messa a dimora di cespugli, siepi e posa di muri a secco)

• in settori ben visibili (sentieri escursionistici) dovrebbero essere incentivati in modo speciale le pergole tipiche in legno

• tutela di tutti i valori naturalistici (siti umidi e secchi, arbusti e cespugli), cura e mantenimento dei fossi d’acqua

• creazione di idonee zone tampone, nei pressi delle acque al fine di ridurre l’immis-sione di fitofarmaci e sostanze nutritive

• sistemazione seminaturalistica dei corsi d’acqua, allargamento dei corsi d’acqua nelle sezioni

• mantenimento degli impianti tradizionali di irrigazione “Waale”

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

d) Fascia paesaggistica – Versanti

delle valli a vegetazione sub-

mediterranea

Provvedimenti: • mantenimento dell’attuale struttura di utilizzo

attraverso la precisa applicazione della legge forestale al fine di evitare un ampliamento strisciante di superfici coltivate nelle foreste fitte

• rielaborazione del sistema di incentivi agricoli per favorire una gestione estensiva e mantenimento della struttura a piccole superfici del sfruttamento agricolo

• cura mirata del bosco al fine di respingere la robinia e di altri alberi estranei

• consentire il pascolo boschivo come stru-mento per diradare i boschi (ad es. limitari di boschi radi di roverella)

• mantenimento dei prati ardii liberi attraverso il pascolo

• divieto di ampliamento dell’area edificabile nelle aree insediative disperse

• incentivi alla coltivazione di frutteti tradizio-nali ad alto fusto

• nell’ambito dell’ordinamento forestale va conservato l’utilizzo del bosco ceduo quale forma di utilizzo ecologicamente favorevole

• va portato avanti il sostegno ai castagneti soprattutto la cura del sottobosco e della rinnovazione

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e) Fascia paesaggistica – Bosco

Provvedimenti: • mantenimento delle associazioni di bosco

come obiettivo generale e individuazione di zone di tutela per boschi rappresentativi

• estromissione di zone sensibili per la tutela di specie minacciate (ad es. rapaci)

• gestione boschiva seminaturalistica • determinazione dei provvedimenti per la cura

dei margini boschivi (incentivi) • mantenimento delle forme tradizionali di

utilizzo molteplice del bosco (ad es. pascolo boschivo)

• determinazione del corretto fabbisogno di strade forestali con rispettiva salvaguardia dell’ambiente

• determinazione ed attuazione dei piani di abbattimento degli ungulati e abbandono della pratica di foraggiamento degli ungulati

• limitazione dell’ampliamento di zone sciisti-che e limitato impiego di cannoni da neve

PG aggiornato: dic-16