Reportage Uganda Digitale

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  • 7/28/2019 Reportage Uganda Digitale

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    UGANDA DIGITALEdi Donata Columbro da Kalongo

    Reportage

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    Nel nord del paese, gi roccaforte dei ribelli dellLra di Joseph Kony, la ricostruzione post-bellica passa ancheattraverso la rinascita culturale. E oggi una scuola di mobile journalism insegna ai giovani come comunicarevia web, dando loro gli strumenti per raccontare una realt diversa da quella mostrata dai media europei.

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    Catherine, Susan, Samuel, Charles, James, Richard, Anthony. Sono i primi protagonisti del laboratorio di

    mobile journalism avviato nellambito di un progetto di comunicazione sulla sovranit alimentare rea-

    lizzato in Senegal, Uganda e Italia da Fondazioni4Africa. Obiettivo? Creare uno spazio digitale di scam-

    bio tra le scuole ugandesi, senegalesi e italiane per informare i propri coetanei sul tema della sovranit

    alimentare, attraverso gli strumenti del mobile reporter: uno smartphone connesso a internet e un

    blog dove caricare notizie, video e foto. In 10 giorni il Kalongo reporting team - cos si battezzata la

    squadra di studenti della scuola Saint Charles di Kalongo che ha partecipato al primo workshop - ha

    imparato a cavarsela tra piattaforme web e regole di giornalismo, per raccontare una realt quotidiana

    che non sempre corrisponde a quella mostrata dai media europei.

    LUGANDA NON LA SPAGNA

    Negli ultimi mesi lUganda tornata alla ribalta, prima per la campagna dellong statunitense Invisible

    children che ha promosso larresto del signore della guerra Joseph Kony, con una campagna virale on

    line molto discussa (vedi http://bit.ly/Kony-VpS). Poi per lsms del premier spagnolo Mariano Rajoy che

    ha scritto al suo ministro Luis de Guindos per difendersi dalle accuse di non gestire bene la crisi eco-

    nomica: Aguanta, somos la quarta potencia de Europa, Espaa no es Uganda. La Spagna non

    lUganda. E lUganda non la Spagna ha replicato su twitter la blogger ugandese Rosebell Kagumire,

    indignata per il paragone. LUganda fa infatti parte del Club del 7%, insieme alle economie emergenti

    che si espandono ogni anno a un ritmo superiore a questa soglia. Quasi per confermare limmagine di

    un paese florido e in crescita, a dare il benvenuto ai visitatori che arrivano allaeroporto di Entebbe il

    cartellone pubblicitario di un noto produttore di pc, tablet ed elettronica che promuove il suo costosis-

    simo smartphone, il cui prezzo equivale a pi della met del reddito annuo di un cittadino ugandese.

    Ma se lUganda non la Spagna, anche Kalongo non Kampala Capoluogo del distretto di Pader, a

    460 km dalla capitale, Kalongo un agglomerato di capanne ai piedi di una grande roccia di 460 metri,

    detta Monte Oret. C una strada principale attorno cui si sviluppa il commercio: bancarelle, bar e, da

    pochi mesi, una banca. La strada arriva fino alla missione dei padri Comboniani, che gestiscono un

    ospedale, e al compound di molte ong, tra le quali Cesvi, sede del workshop di giornalismo. Fino al

    2006 Kalongo ospitava 60 mila profughi della decennale guerra dellLra contro il governo. In quegli anni

    era centro di rifornimento dei ribelli, era qui che si concentravano gli aiuti del World Food Program e

    delle organizzazioni internazionali di emergenza. Di quel periodo - fatto di violenza, brutalit e totale

    dipendenza dagli aiuti umanitari - Kalongo porta ancora i segni, visibili nelle strutture-rifugio costruite

    dallong Avsi per ospitare donne e bambini in fuga, ma anche nelle storie di persone come Geordy,

    responsabile di una casa-famiglia che accoglie una ventina di bambini dai 2 ai 6 anni, orfani di guerra.

    O di Evelyn, 26 anni, con una bimba di un anno, che ha abbandonato la scuola per fare la sarta e poterpagare le rette scolastiche al fratello minore.

    Se in citt ci sono ex bambini soldato, difficile trovarne qualcuno disposto a raccontare la propria

    esperienza. Lo conferma Charles, che nelle mani dei ribelli rimasto solo mezzora perch riuscito

    subito a fuggire, e in citt stato testimone di atrocit commesse tanto dallLra quanto dallesercito

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    Al corso, le prime parole digitate sulla casella di ricerca Google sono corruzione in

    Uganda: dallottenere certificati al denunciare un furto, tutto qui ha un prezzo

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    governativo: Di notte donne e bambini venivano ospitati qui alla missione, nel compound di Avsi, gli

    uomini invece si rifugiavano verso le montagne. I ribelli arrivavano a Kalongo e iniziavano a uccidere o

    cercavano nuove reclute.

    CERCA CORRUZIONE SU GOOGLE

    Ma oggi a Kalongo non di Kony e della sua guerra assurda che si parla. Piuttosto si critica la politica

    di Museveni, pi impegnato a restare al potere che a preoccuparsi dei problemi del paese. E in carica

    da 23 anni e probabilmente non se ne andr mai, continuer a cambiare la Costituzione in suo favo-

    re, sostiene uno degli insegnanti della Saint Charles, anche loro tornati sui banchi per il progetto di

    F4A.

    Dopo due intense giornate di teoria di web 2.0, da Tim Berners-Lee a Ory Okolloh (fondatrice di

    Ushahidi), il workshop entra nel vivo anche per gli insegnanti del Saint Charles, che dopo una serie di

    esperimenti con gli smartphone vogliono accedere alla conoscenza infinita promessa dal motore di

    ricerca Google. Le prime parole digitate dai docenti di Kalongo sulla casella di ricerca sono corruzione

    in Uganda, un male che affligge ogni azione della vita quotidiana: ottenere certificati, denunciare un

    furto, fare pratiche, tutto ha un prezzo e se i cittadini non accettano di pagarlo rischiano di essere

    esclusi dalla grande macchina burocratica che muove leconomia del paese.

    LAND GRABBING DI STATO

    Gli studenti del corso sul mobile journalism per sono concentrati sul loro futuro. Vogliono diventare

    fotografi e giornalisti. Questo non il primo laboratorio di giornalismo che frequentano: gi nel 2009

    Fotografi senza Frontiere con Fondazioni4Africa aveva allestito una camera oscura e un workshop che

    aveva dato vita a una fortunata mostra, esibita in molte piazze dItalia sotto il titolo Autoritratto di

    Kalongo. La prova sul campo questanno un reportage sul lavoro degli agricoltori di Kokil (non lonta-

    no da Kalongo) seguiti dagli animatori rurali di Cesvi. I ragazzi ottengono lintervista di Robert Otyeno,

    contadino 35enne, che racconta i problemi della vita nei campi. Oltre allincertezza della stagione delle

    piogge e della mietitura, anche la fluttuazione dei prezzi alimentari incide sulla vita economica di

    Robert. Tra le cause una sorta di land grabbing di Stato, che avviene tramite la vendita di grandi stock

    di zucchero a bassi prezzi sul mercato straniero, principalmente lIndia, per rendere scarsa questa

    merce a livello nazionale. I contadini, cos impoveriti, sono incentivati a vendere le loro terre al governo

    per avere immediati guadagni e a mantenere la famiglia.

    Tutto questo non passa inosservato ai reporter di Kalongo, che nel blog del progetto riportano lespe-

    rienza di Robert cos come quella di altri agricoltori della zona.

    Da queste interviste e dalla riflessione sulla sovranit alimentare abbiamo imparato che la vita di uncontadino del nord Uganda strettamente collegata con quella dei cittadini di altri paesi, dice

    Samuel, a quello che decidono di mangiare in Europa o in Asia e alle capacit del nostro governo di

    lasciare a ognuno il diritto di coltivare la propria terra.

    Giovani promesse del mobile journalism crescono.

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    Il progetto di F4A mette in rete scuole ugandesi, senegalesi e italiane, promuoven-

    do gli scambi sulla sovranit alimentare con gli strumenti del mobile reporter

    In queste pagine: alcuni

    momenti del corso di

    mobile journalism a

    Kalongo. A pag 25:

    Evelyn, sarta 26enne,

    con la figlia; Geordy,

    responsabile di una

    casa-famiglia; ragazzo

    nei campi di Kokil;

    linsegna di un rifugio

    notturno dellAvsi; un

    ragazzo del corso

    intervista Robert Oyteno.

    A pag 26: il nord

    Uganda dallalto; la casa

    di Evelyn (foto di

    Emiliano Scatarzi e

    Donata Columbro)