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BLSDBasic Life
Support DefibrillationPER PROFESSIONISTI SANITARI
LINEE GUDA ILCOR – ERC 2010
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation
AEFFE per l’Ambiente
Questo è un libro elettronico, impaginato per
essere letto direttamente dal tuo computer o dal
tuo lettore di ebook. Se desideri stamparlo, ti
suggeriamo di impostare la stampante in modo
tale che stampi 2 o 4 pagine su ogni foglio A4,
poiché il corpo grande del testo ti permetterà
comunque un’agevole lettura.
E naturalmente, se puoi… usa carta riciclata.
Grazie!
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation
AEFFE – AggiornaMenti InFormazione
“…in qualche punto dell’universo esiste un pianeta dove
tutti nasceranno una seconda volta. Allo stesso tempo,
saranno pienamente coscienti della vita passata sulla Terra
di tutte le esperienze che vi avevano acquisito. Ed esiste
forse ancora un altro pianeta dove nasceranno tutti una
terza volta con le esperienze di entrambe le vita
precedenti…” (Milan Kundera, “l’insostenibile leggerezza
dell’essere”)
Proprio le esperienze diverse in ambito professionale,
accademico e privato hanno fornito ai soci fondatori dell’
AEFFE la consapevolezza di avere dei limiti ma allo stesso
tempo la consapevolezza che questi stessi limiti potevano
essere superati.
La strategia vincente è stata, pertanto, individuata nel
superamento di modelli organizzativi e formativi stereotipati
e la messa in atto di un modello organizzativo
immediatamente di tipo aziendale/imprenditoriale, basato
su criteri di flessibilità, innovazione, creatività e scientificità.
INFERMIERI DELLA TUSCIA è stata l’associazione
infermieristica dalla cui evoluzione è nata successivamente
l’AEFFE (AggiornaMenti InFormazione). Il cambiamento di
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denominazione ha riassunto la necessità di trasformare una
realtà associativa infermieristica, molto circoscritta e
limitata, in una società nuova, frutto di una precisa
evoluzione organizzativa e di vision, del tutto diversa
rispetto alla precedente e rispetto alle altre realtà
associative nazionali, orientata, inoltre, a collaborare con
ambienti multidisciplinari, non solo infermieristici e non solo
nel settore sanitario.
L’AEFFE oggi è una società di formazione e consulenza
solida, dinamica, poliedrica, vivace ed estremamente
sensibile alle mutevoli esigenze del mondo formativo e delle
consulenze che vanta collaborazioni con enti nazionali e
internazionali in ambito sanitario e non sanitario.
L’obiettivo strategico aziendale è quello non solo di
prevedere le esigenze future del panorama formativo e
delle consulenze ma quello di anticiparle. Ciò è possibile
farlo con un atteggiamento proattivo non solo dei membri
del comitato di direzione e scientifico ma, anche e
soprattutto, di tutti i collaboratori. Questi ultimi in linea con
un modello organizzativo riflessivo sanno riconoscere
tempestivamente eventuali criticità durante l’espletamento
delle loro attività e sanno di conseguenza proporre e
attuare soluzioni efficaci dosando sapientemente
scientificità e creatività.
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Gli importanti riconoscimenti ottenuti dall’AEFFE sono
indubbiamente il frutto di una precisa lungimiranza, voglia
di allargare gli orizzonti, spregiudicatezza nello
sperimentare di tutti quelli che hanno collaborato e
collaborano attivamente con l’ AEFFE.
I servizi offerti dall’AEFFE, sia quelli esclusivi AEFFE che
quelli simili offerti da altri enti formativi, risultano avere, a
differenza di questi ultimi, una connotazione di esclusività e
peculiarità, ciò è dovuto alla strutturazione su misura del
servizio rispetto alle caratteristiche e alle esigenze del
cliente. Quest’ultimo, in tal modo, diviene parte attiva e
responsabile dello stesso servizio offerto che tende sempre
e unicamente verso l’eccellenza.
"L'eccellenza non si identifica con un risultato preciso. Fa
parte, piuttosto, dello spirito di un'organizzazione, è un
processo che non finisce mai"
Lawrence M. Miller (consulente e scrittore americano)
IL MODELLO FORMATIVO/APPRENDIMENTO A
SPIRALE 3D
“…Il vasaio la faceva girare col
piede, sì che girava anche il piattello
su cui poneva il blocco di creta. Ve lo
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sbatteva sopra con un colpo per farlo ben aderire; poi
cominciava ad accarezzarlo, pareva, dolcemente, con le
mani frequentemente bagnate nella tinozza vicina e il
blocco di creta, lì, davanti ai miei occhi, assumeva
miracolosamente una forma, grossolana all'inizio, poi
sempre più aggraziata. E non pareva esserne lui, il vasaio,
l'autore, pareva essa, la creta, prendere miracolosamente
forma. Pareva, la mano del vasaio, essere soltanto una
testimone di quel miracolo, e il suo movimento una carezza
compiaciuta e non la forza che ne determinava la
variazione di forma… La creta, ubbidiente, da massa inerte
e informe, diventava, nel giro di pochi minuti, un oggetto da
rapire con lo sguardo, nasceva in essa una specie di vita,
inconscia, che parlava al cuore e alla fantasia, così come
parla un fiore, senza che ce ne rendiamo conto…
(Franco Braga, “la ruota del vasaio”)
Il MODELLO A SPIRALE 3D è la sintesi di anni di ricerca
accademica e formativa condotta
sul campo. Questo modello
formativo e di apprendimento
AEFFE nell’arco degli anni si è
rivelato estremamente apprezzato
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per la propria efficienza ed efficacia sia da parte dei
formatori e soprattutto da parte dei discenti.
Il concetto di spirale sottintende che il processo di
apprendimento è un modello di tipo costruzionista. Esso
parte dalla consapevolezza che ogni essere umano,
partendo dall’infanzia sino all’età adulta, ha dei propri
modelli teorici che riguardano la propria realtà personale,
emotiva, relazionale, lavorativa. A volte questi costrutti
possono essere molto vicini ad una realtà scientificamente
validata ma altre volte possono essere “ingenui” e
comunque esse sono credenze solide e fortemente
funzionali e di riferimento per lo stesso individuo.
Partendo da questo presupposto, i formatori AEFFE hanno
come obiettivo quello di scoprire le pre-conoscenze del
discente e di seguito creare, con varie strategie e tattiche,
un conflitto tra le vecchie conoscenze e credenze e una
nuova proposta di conoscenze nuove e funzionali. Le
concezioni di partenza, quindi, vengono confrontate con
una nuova realtà, la quale spinge alla revisione,
conducendo così a concezioni più evolute le quali di nuovo
vengono confrontate con l’esperienza e così di seguito
come una spirale.
Il concetto 3D sottolinea la dimensione tridimensionale di
questa spirale dell’apprendimento, investendo oltre l’area
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cognitiva, quella più profonda emotiva e relazionale che si
sviluppa nel setting formativo.
3D è da intendersi, inoltre, come acronimo che riguarda
aspetti puramente attinenti alla strategia formativa:
1) Divertente, questo aggettivo sottolinea il fondamentale
interessamento della sfera
emozionale del discente e
quindi il coinvolgimento
oltre della memoria
semantica di quella
emotiva. Il risultato è
sicuramente più efficace e duraturo per un forte
fenomeno di ancoraggio.
2) Differenziato, altro termine che mette in risalto la
straordinaria duttilità
dei formatori di
adattare tattiche e
tecniche formative
diversificate a seconda
delle caratteristiche del
discente, passando
con disinvoltura da un modello associazionista
(presentazione delle nozioni step by step), al modello
del campo (più elementi che si dispongono in modo
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tale da formare strutture globali), a quello della
scoperta (prettamente esperienziale diretta) sino al
modello costruzionista.
3) Divergente, tale termine pone l’accento sull’importanza
della creatività da
intendersi come
una particolare
forma di pensiero
che implica
originalità e
fluidità, che rompe
con i modelli
esistenti
introducendo qualcosa di nuovo. Il pensiero divergente
va al di là di ciò che è contenuto nella situazione di
partenza, supera la chiusura dei dati del problema,
esplora varie direzioni e produce qualcosa di nuovo e
di diverso. Tale forma di pensiero si differenzia
totalmente da quello convergente che utilizza un’unica
prospettiva molto rigida e razionale che induce ad
utilizzare regole già definite e codificate di
apprendimento e soluzione dei problemi. Il formatore
“divergente” porrà in essere gli elementi salienti del
pensiero divergente e stimolerà il loro sviluppo nel
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discente, essi sono: fluidità, flessibilità, originalità,
elaborazione, valutazione.
La tecnica del vasaio, descritta in maniera magistrale
nell’introduzione, riassume metaforicamente il concetto di “formazione” per i professionisti dell’area formazione AEFFE, che non usano questo
termine come sinonimo di educare, insegnare ecc, ma
come processo dinamico, flessibile, diversificato e
profondamente coinvolgente atto ad aiutare il discente a
dare “nuova forma” alle proprie conoscenze.
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Elaborare un manuale come questo è un’operazione
complessa e non scevra da possibili errori.
Nell’ottica del miglioramento continuo della qualità del
materiale informativo vi preghiamo di segnalarci
inesattezze, refusi o eventuali imprecisioni all’indirizzo e-
mail dell’Associazione,
aeffe@aeffetraining.it
Il TUO aiuto è fondamentale
per renderTi un servizio sempre più qualificato.
Grazie.
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SOMMARIO
Sommario ......................................................... 11 Introduzione al corso .................................... 2 La formazione del professionista ................. 3 Il concetto di “equipe” ................................... 5 Linee guida, protocolli, procedure, algoritmi ............................................................. 6
Linee guida .................................................................... 6
Caratteristiche delle linee guida ............. 7 Protocolli ........................................................................ 7
Caratteristiche del protocollo ................ 9 Procedure ............................................... 9
Algoritmi ...................................................................... 10
I concetti di “emergenza” e di “urgenza” 13 Procedure per la rianimazione cardiorespiratoria di base e avanzata ............ 15
Approccio sistematico nell’emergenza/urgenza........ 15 Valutazione primaria .................................................. 16 Valutazione secondaria ............................................... 16 Classificazione delle evidenze scientifiche ed RCP ... 21 I parametri vitali ......................................................... 26
L’arresto cardiaco improvviso ....................... 29 La catena della sopravvivenza ................... 35 L’ attivazione del sistema di emergenza ........ 38 Il triage ............................................................. 41 Collaborare con l’ equipe ALS ....................... 42 Il carrello dell’emergenza ............................. 48 Il protocollo Utstein Style ............................. 52 Aspetti medico – legali ................................... 56 Considerazioni etiche ..................................... 61 Il defibrillatore semiautomatico esterno .... 63 Sequenza ad 1 shock versus 3 shock .............. 71 Defibrillazione nei bambini ............................ 73 Pugno precordiale ........................................... 74 La sequenza BLS ........................................... 75
Valutare la sicurezza della scena e i rischi per il soccorritore .................................................................. 77 Valutare lo stato di coscienza ..................................... 78 Apertura delle vie aeree .............................................. 81
Controllo della respirazione ....................................... 85 Posizione Laterale di Sicurezza (PLS) ....................... 87 Se il paziente non respira ............................................ 90 Controllo della circolazione e dei segni di circolo ..... 91 Sequenza BLS adulti per professionisti sanitari ..... 103 Algoritmo BLS adulti ................................................ 109
Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo (FBAO – Foreign Body Airway Obstruction) .................................................... 110 Considerazioni sulle FBAO .......................... 115
Condizioni particolari ............................................... 116
La sequenza BLS-D ..................................... 118 BLSD in situazioni particolari ..................... 130
Annegamento ............................................................. 130 Ipotermia ................................................................... 131
Incannulamento venoso in emergenza/urgenza ....................................... 132
Incannulare vasi di grosso calibro ........................... 132 Vie periferiche ........................................................... 133
Sicurezza del paziente e soccorritore ........... 135 Manutenzione del DAE ................................. 138 Mantenimento della conoscenza e delle competenze ..................................................... 140 Domande frequenti e risposte ....................... 142
Allegato 1 ................................................................... 148
ABBREVIAZIONI ........................................ 149 BIBLIOGRAFIA ........................................... 150
Testi ........................................................................... 150 Fonti giuridiche ....................................................... 150 Siti Internet consultati ........................................... 150
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 2
INTRODUZIONE AL CORSO
L’esperienza ha dimostrato che, con appropriata
formazione svolta secondo linee guida internazionali, tutti
possono contribuire a diminuire la mortalità dovuta a cause
cardiache, adoperandosi in prima persona nella “guerra”
che è stata dichiarata alla “morte per arresto cardiaco
improvviso”, cioè alla cessazione brusca ed inaspettata
dell’attività cardiaca.
Gli obiettivi formativi del manuale possono essere così
espressi:
1) fornire agli operatori esperti nozioni sull'uso del
defibrillatore semiautomatico diffondere i concetti base e
le tecniche BLS-D, in accordo con le linee guida
internazionali e far conoscere le finalità della
defibrillazione precoce;
2) far apprendere gli elementi fondamentali della fisiologia
cardiaca;
3) far conoscere i pericoli connessi all’uso del defibrillatore
e le precauzioni universali da utilizzare per la sicurezza
della scena, dei soccorritori e del paziente.
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LA FORMAZIONE DEL PROFESSIONISTA
Tutto il personale che opera nelle strutture sanitarie e
sociali, deve essere formato alla gestione di un’emergenza,
in base alle proprie competenze.
La formazione deve fondarsi su conoscenze generali, come
quelle assicurate dal BLS-D, ma anche su conoscenze
specifiche, relative all’ambito dove il professionista esercita.
BLSD/PBLS (Basic Life Support Defibrillation; Paediatric Basic Life Support) Si tratta delle manovre di rianimazione di base per adulti
e bambini.
Tali manovre possono essere effettuate da tutti, previo
apprendimento delle tecniche di rianimazione
cardiopolmonare (RCP) ed acquisizione della
conoscenza e dell’utilizzo del defibrillatore
semiautomatico (DAE).
Tutti dovrebbero frequentare i corsi BLSD e PBLS,
poiché tali corsi si fondano su linee guida universalmente
riconosciute ed applicate, che costituiscono la base delle
conoscenze rianimatorie. Una volta acquisite tali
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conoscenze, si può passare al livello successivo
costituito dall’ACLS.
ALS (Advanced Life Support). Si tratta di manovre di rianimazione avanzate effettuate
da personale medico e/o infermieristico. Iniziano con il
riconoscimento dell’emergenza e proseguono con la
defibrillazione, l’intubazione e la somministrazione di
farmaci.
L’ALS rappresenta un approccio assistenziale avanzato
e sistematico per il trattamento dei pazienti colpiti da un
accidente cardiopolmonare/cerebrale oppure da arresto
cardiaco improvviso.
Periodicamente (ogni sei mesi, circa), ogni professionista
dovrebbe ripetere i corsi di addestramento/formazione,
poiché soltanto in questo modo può mantenere quella
“freschezza” nell’applicazione delle procedure acquisita o
approfondita con il corso base.
L’obiettivo dei periodici retraining è anche quello di
aggiornarsi sulle modifiche eventualmente apportate alle
linee guida.
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Algoritmi
Gli algoritmi rappresentano semplicemente un metodo per
risolvere un problema.
L’algoritmo può essere descritto come un “insieme di
regole o procedure ben definite da seguire, in modo da
ottenere la soluzione di un problema in un numero
finito di operazioni”, oppure come una “sequenza logica
di istruzioni elementari (univocamente interpretabili)
che, eseguite in un ordine stabilito, permettono la
soluzione di un problema in un numero finito di passi”.
In Medicina, l’algoritmo è uno strumento operativo
formidabile, poiché esso rappresenta l’estrema sintesi
delle sequenze di valutazione e di intervento, e al
tempo stesso, classifica le opzioni terapeutiche
secondo priorità e classi di utilità.
L’approfondita conoscenza degli algoritmi riduce i tempi di
risposta e migliora l’adeguatezza qualitativa del trattamento
medico applicato.
Per comprendere meglio cos’è un algoritmo, possiamo
affermare che un problema può essere rappresentato
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schematicamente mediante “dati” di cui si dispone all’inizio
e “risultati” che si vogliono ottenere: risolvere un
determinato problema significa ottenere i risultati desiderati,
a partire da un certo insieme di dati.
L’algoritmo, quindi, è un metodo che consente di ottenere il
risultato desiderato a partire dai dati iniziali.
Affinché un metodo per la soluzione di un problema
costituisca un algoritmo, questo deve essere totalmente
esplicito: vanno specificati in maniera precisa e
particolareggiata tutti i passi del procedimento da eseguire
per ottenere i risultati desiderati a partire dai dati dell'inizio.
Avendo a che fare con algoritmi più complicati, una
descrizione a parole come quelle impiegate fino ad ora
diventa scomoda e di difficile comprensione.
ALGORITMO
Arresto cardiocircolatorio
Ritorno allo stato di coscienza
Dati di partenza Risultati attesi
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Un modo più rapido e sintetico per rappresentare algoritmi
complessi è costituito dai cosiddetti diagrammi di flusso o
flow chart.
Nell’esempio sotto è rappresentato un algoritmo attraverso
un diagramma di flusso.
.
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Classificazione delle evidenze scientifiche ed RCP
Nelle nuove linee guida le varie classi di raccomandazioni
sono elencate in base alla forza delle raccomandazioni
stesse. Queste classi sono costituite dalla integrazione tra
la forza dei dati scientifici ed i fattori applicativi (entità dei
vantaggi, utilità ed efficacia, costi e problematiche relative
alla formazione ed addestramento, oltre che alle difficoltà di
attuazione).
PER LE RACCOMANDAZIONI DI CLASSE I, STUDI
PROSPETTICI DI ALTO LIVELLO SOSTENGONO CHE I
VANTAGGI INERENTI L’AZIONE O LA TERAPIA, SUPERANO
SOSTANZIALMENTE IL POTENZIALE DANNO.
“Compressioni toraciche efficaci generano un flusso
ematico durante la RCP (Classe I)”
(Currents in Emergency Cardiovascular Care, Elementi principali
delle Linee Guida della American Heart Association 2005)
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PER LE RACCOMANDAZIONI DI CLASSE IIA, LE PROVE SONO
A SOSTEGNO DELLA TERAPIA E LA TERAPIA È CONSIDERATA
ACCETTABILE ED UTILE.
“Ogni ventilazione di soccorso deve essere erogata nel
periodo di tempo di un secondo (Classe IIa)”
(Currents in Emergency Cardiovascular Care, Elementi principali
delle Linee Guida della American Heart Association 2005)
Le raccomandazioni vengono catalogate come Classe IIb
quando I DATI A DISPOSIZIONE HANNO EVIDENZIATO
SOLAMENTE BENEFICI TEMPORANEI NELLA TERAPIA (AD
ESEMPIO, L’AMIODARONE NEL CASO DI ARRESTO CARDIACO
DA FV O DA TV SENZA POLSO), OPPURE QUANDO I
RISULTATI POSITIVI SONO STATI DOCUMENTATI CON UN
LIVELLO DI DATI INFERIORE.
Le raccomandazioni di Classe IIb possono essere divise in
due categorie: facoltative e consigliate dagli esperti,
nonostante l’assenza di dati di alto livello a sostegno.
Gli interventi facoltativi sono identificati da espressioni
come “può essere utile”.
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Gli interventi che gli esperti ritengono debbano essere
eseguiti sono invece identificati da termini come “si
raccomanda”.
“L’operatore sanitario deve ricorrere alla tecnica di
head tilt – chin lift per aprire le vie aeree di una vittima
di trauma, a meno che non vi sia sospetta lesione della
colonna cervicale. In questo caso, l’operatore sanitario
deve aprire le vie aeree utilizzando la manovra di jaw-
thrust (sublussazione della mandibola) senza
estensione della testa (Classe IIb).”
(Currents in Emergency Cardiovascular Care, Elementi principali
delle Linee Guida della American Heart Association 2005)
LE RACCOMANDAZIONI DI CLASSE III SONO QUELLE CHE
SCONSIGLIANO L’USO DI UNA PROCEDURA, DI UN
TRATTAMENTO, DI UN TEST O DI UNA VALUTAZIONE
DIAGNOSTICA; INFATTI, IL LORO USO NON COMPORTA
BENEFICI E, AL CONTRARIO, POTREBBE ESSERE
DANNOSO.
“Non è consigliato l’utilizzo di routine di un’alta dose di
epinefrina (Classe III)”
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(Currents in Emergency Cardiovascular Care, Elementi principali
delle Linee Guida della American Heart Association 2005)
Le raccomandazioni vengono catalogate come
CLASSE INDETERMINATA quando le
RICERCHE SONO APPENA INIZIATE, L’AREA E’ IN CONTINUA
FASE DI RICERCA. NON CI SONO RACCOMANDAZIONI FINO A
CHE NON SARANNO EFFETTATE ULTERIORI RICERCHE (NON CI
SONO RACCOMANDAZIONI CONTRO O A FAVORE).
“E’ consigliato l’uso dei DAE sui bambini di uno o più
anni. L’evidenza scientifica non è sufficiente per poter
consigliare o sconsigliare l’uso dei DAE nei lattanti di
età inferiore ad un anno (Classe indeterminata)”.
(Currents in Emergency Cardiovascular Care, Elementi principali
delle Linee Guida della American Heart Association 2005)
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CLASSE I CLASSE IIa CLASSE IIb CLASSE III
Benefici >>> Rischio Benefici >> Rischio Benefici ≥ Rischio Rischio ≥ Benefici
Procedura/trattamento
o test/valutazione
diagnostica che
dovrebbe essere
eseguita/somministrata
.
E’ ragionevole
eseguire la
procedura/somministr
are il trattamento o
eseguire il
test/valutazione
diagnostica.
La
procedura/trattament
o o valutazione/test
diagnostico può
essere considerata.
La
procedura/trattamen
to o test/valutazione
diagnostica non
dovrebbe essere
eseguita/somministr
ata. Non comporta
vantaggi e potrebbe
essere dannosa.
CLASSE INDETERMINATA
Le ricerche sono appena iniziate. L’area è in continua fase di ricerca. Non ci sono
raccomandazioni fino a che non saranno effettate ulteriori ricerche (non ci sono
raccomandazioni contro o a favore).
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 63
IL DEFIBRILLATORE SEMIAUTOMATICO ESTERNO
Il “defibrillatore” è un dispositivo in grado di erogare una
scarica elettrica controllata per convertire una aritmia
cardiaca letale ( F.V. o T.V.s.p.) ripristinando un ritmo
sinusale.
La fibrillazione ventricolare è un ritmo caotico causato dal
disordine nei segnali elettrici che innescano i battiti cardiaci.
A questo caos elettrico consegue l’incapacità del cuore di
contrarsi adeguatamente e di mantenere la sua funzione di
pompa. Se questa situazione perdura, si arriva alla morte.
Nell’ 75% dei casi circa la morte cardiaca improvvisa è
causata proprio da fibrillazione ventricolare che non è stata
trattata adeguatamente.
Tasto “Shock”
Connettore per il cavo
Cavo
Piastre adesive Display
Tasto “On-
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 64
La defibrillazione è, dunque, l’erogazione terapeutica di
corrente elettrica (misurata in Ampere) che, attraversando
in un brevissimo intervallo di tempo una parte sufficiente di
massa miocardica, riesce ad interrompere una FV o una
TVSP permettendo al cuore di tornare a battere
normalmente. All’erogazione dello shock elettrico subentra,
in genere, il risveglio del segnapassi naturale che ripristina
l’ordine elettrico ed un ritmo organizzato. Una volta
applicate le piastre sul torace, la scarica elettrica (shock)
percorre il tratto più breve tra le piastre stesse. Il corretto
posizionamento delle piastre è fondamentale affinché la
corrente passi attraverso il cuore.
I defibrillatori esterni semiautomatici (DAE) sono apparecchi
computerizzati, affidabili e sofisticati che usano comandi
vocali e visivi per guidare i soccorritori durante le manovre
di rianimazione e di defibrillazione.
I DAE sono stati descritti come “il singolo maggior
progresso nel trattamento dell’ACC da FV, dopo
l’introduzione della RCP”.
I progressi nella tecnologia, ed in particolare l’aumento della
capacità delle batterie, nonché il perfezionamento del
software di analisi delle aritmie, hanno reso possibile la
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 65
produzione in serie di DAE semplici da usare e pienamente
affidabili.
Questi ultimi sono dotati di microprocessori che analizzano
numerose caratteristiche della traccia ECG, incluse
frequenza ed ampiezza. Alcuni DAE sono programmati per
rilevare i movimenti spontanei del paziente, o i movimenti
indotti da altri.
I DAE sono stati accuratamente valutati in molti studi clinici,
sia negli adulti che nei bambini. Essi sono estremamente
accurati nell’analisi del ritmo.
Per una migliore efficacia è indispensabile che maggior
quantità di miocardio sia attraversato da corrente: quindi gli
elettrodi devono essere posti in maniera tale che l’area
cardiaca sia direttamente interposta tra essi. Le posizioni
indicate sono varie: nelle FV- TVSP le piastre, di solito,
vanno applicate nella posizione convenzionale sterno –
apicale.
L’elettrodo destro (sternum) va posto a destra dello sterno
del paziente, sotto la clavicola. L’elettrodo sinistro (apex),
sulla linea ascellare media, all’altezza della derivazione
ECG V6, tale posizione dovrebbe permettere di posizionare
la piastra lontano dal tessuto mammario.
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Molti pazienti sono portatori di dispositivi medici impiantabili
(pacemaker, defibrillatori/cardiovertitori automatici
impiantabili). In questi pazienti è raccomandabile porre gli
elettrodi per la defibrillazione lontano da tali apparati.
I cerotti per la somministrazione transdermica di farmaci
possono ostacolare un buon contatto elettrico, se gli
elettrodi vengono posti direttamente sopra durante la
defibrillazione, possono provocare archi voltaici e
conseguenti ustioni. E’ consigliabile, quindi, rimuovere i
cerotti e pulire l’area prima di applicare le piastre.
Utilizzando piastre manuali, è preferibile il gel specifico per
le piastre, alla pasta o al gel per elettrodi. Le piastre
manuali non vanno utilizzate senza materiale conduttore
interposto, perchè si possono provocare gravissime ustioni
cutanee. Non vanno utilizzate paste o gel ad uso sanitario
(esempio, gel per esami ecografici) perchè dotati di scarsa
conduttività elettrica. Le piastre adesive sono da preferirsi
per il minor rischio di spargimento di gel.
Altro fattore che condiziona l’efficacia della defibrillazione è
l’impedenza toracica, cioè la resistenza offerta dalle
strutture del torace al passaggio di corrente elettrica.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 67
L’impedenza trans toracica, che nei soggetti adulti è
approssimativamente pari a 70 – 80 Ω, varia tuttavia
notevolmente sia da individuo a individuo in funzione della
massa corporea ed altre caratteristiche fisiche, ad esempio
la presenza di cospicua peluria toracica (si crea uno strato
d’aria tra elettrodi e cute, che provoca uno scarso contatto
elettrico con aumento dell’impedenza e riduzione
dell’efficacia della defibrillazione, aumentando il rischio
della formazione di archi elettrici e della possibilità di
causare ustioni al paziente: in tal caso si rende necessario
la rasatura nella sede di applicazione degli elettrodi) che di
altri fattori quali.
– grandezza degli elettrodi
– il materiale di interfaccia elettrodi – cute
– la pressione di contatto elettrodi – cute
– il numero e l’intervallo di precedenti shock, la fase di
ventilazione, la distanza degli elettrodi, la dimensione
del torace.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 68
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 69
All’interno del DAE esistono due circuiti: il primo, a bassa
tensione, comanda tutti i controlli (pulsanti, regolatori,
display, eccetera); il secondo, ad alta tensione, interessa il
circuito di carica e di scarica dell’energia del defibrillatore,
che può raggiungere voltaggi dell’ordine di 5000 V.
Il DAE monitorizza gli impulsi elettrici provenienti dal cuore
attraverso le piastre, esegue l’analisi del ritmo cardiaco,
classifica il ritmo cardiaco come “defibrillabile” o “non
defibrillabile e consiglia (se necessario) di effettuare uno
shock; tuttavia è il soccorritore che deve premere il tasto
per erogare la scarica.
E’ solo ed esclusivamente nel primo caso che il DAE può
erogare la scarica di corrente; l’apparecchio non consentirà
invece di effettuare lo shock se l’analisi del ritmo cardiaco
darà come risultato “ritmo non defibrillabile”.
Talvolta è sufficiente un solo shock elettrico per azzerare il
potenziale elettrico del cuore, e determinare la ripresa di un
normale battito cardiaco e, di conseguenza, della
circolazione del sangue. A volte, invece, è necessario più di
uno shock.
In altre situazioni è necessario alternare alla RCP numerosi
shock.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 70
In ogni modo è provato che, quanto prima si comincia la
defibrillazione, maggiori saranno le probabilità di successo.
I comandi vocali e i comandi visualizzati sul display del DAE
aiutano l’operatore a ricordare cosa fare nelle diverse fasi
della procedura.
I comandi vocali sono i seguenti (naturalmente possono
variare in base al modello e/o tipo di DAE che utilizzate):
fase di analisi del ritmo: “allontanarsi prego, analisi in
corso” fase di carica: “ritmo defibrillabile”
fase di erogazione della scarica: “premere per shock”
Se il ritmo non è una FV o una tachicardia ventricolare
senza polso (TVSP), il DAE suggerirà: “ritmo non
defibrillabile , se è senza polso iniziare RCP”
Alcuni modelli di DAE hanno un display che mostra il
tracciato ECG dell’attività elettrica del cuore. Tutti i DAE
possiedono una “Memory card” che permette l’archiviazione
elettronica dei dati e che registra le voci degli astanti e dei
soccorritori che stanno utilizzando l’apparecchio ad una
distanza di circa 5 mt.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 71
Gli accessori consigliati sono: due set di piastre adesive,
una batteria di ricambio, forbici e rasoio e devono essere
parte integrante del defibrillatore.
SEQUENZA AD 1 SHOCK VERSUS 3 SHOCK
Non esistono studi pubblicati su animali o su esseri umani
che confrontino protocolli a singolo shock con protocolli a
tre shock sequenziali per il trattamento dell’ACC da FV.
Studi su animali mostrano che una interruzione
relativamente breve delle compressioni toraciche esterne
per eseguire le ventilazioni o per effettuare l’analisi del
ritmo, sono associate a disfunzioni miocardiche post –
rianimazione e a ridotta sopravvivenza. L’interruzione delle
compressioni toraciche esterne riduce inoltre la probabilità
di convertire la FV o una TVSP in un altro ritmo compatibile
con la vita. Alcuni studi hanno dimostrato che significative
interruzioni delle compressioni toraciche sono piuttosto
comuni. Con il protocollo che prevede tre shock consecutivi
(Linee Guida 2000), l’interruzione della RCP per eseguire le
analisi sono significative. Sono stati infatti riportati ritardi di
più di 37 secondi tra gli shock e l’inizio delle compressioni
toraciche esterne.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 72
PERTANTO, IMMEDIATAMENTE DOPO AVER EROGATO IL
PRIMO SHOCK, SENZA RIVALUTARE IL RITMO O LA
PRESENZA DI POLSO CENTRALE, SI DEVE RIPRENDERE LA
RCP (CLASSE IIA)
(30 COMPRESSIONI : 2 VENTILAZIONI) PER DUE MINUTI
(CIRCA 5 CICLI), PRIMA DI SOMMINISTRARE UN ALTRO
SHOCK, SE INDICATO (CLASSE IIB).
Anche se lo shock è stato in grado di convertire il ritmo in
una attività cardiaca con perfusione, è molto raro riuscire a
percepire mediante palpazione un polso centrale
immediatamente dopo defibrillazione. Il tempo perso nel
cercare un polso valido può compromettere ulteriormente il
miocardio, se non si è instaurato un ritmo efficace.
SE UN RITMO VALIDO VIENE RIPRISTINATO, LE
COMPRESSIONI TORACICHE NON AUMENTANO LA POSSIBILITÀ
DI INDURRE UNA NUOVA FV.
Attualmente esistono due tipi di defibrillatori: i monofasici,
che erogano corrente con flusso in una sola direzione, ed i
bifasici, che erogano corrente con flusso in entrambe le
direzioni.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 73
Tutti i defibrillatori manuali e semiautomatici che
consentono di selezionare manualmente i livelli di energia,
dovrebbero indicare chiaramente la tipologia di onda
utilizzata (monofasica o bifasica).
DEFIBRILLAZIONE NEI BAMBINI
L’ACC è poco comune nei bambini. L’eziologia è in genere
costituita da trauma o da ipossia. La FV è relativamente
rara, se confrontata con gli ACC negli adulti, e si verifica nel
7 – 15% degli arresti in soggetti in età pediatrica o
adolescenti.
Le cause più comuni di FV nei bambini comprendono i
traumi, le malattie cardiache congenite, l’allungamento
dell’intervallo QT, le intossicazioni da farmaci e l’ipotermia.
Una rapida defibrillazione di questi pazienti è in grado di
aumentarne la sopravvivenza.
I livelli ottimali di energia, le forme d’onda e la sequenza
degli shock sono sconosciuti, ma, come negli adulti, gli
shock con onda bifasica appaiono essere efficaci, con
minor danno miocardico, almeno quelli monofasici.
I livelli consigliabili di energia che garantiscono una
defibrillazione sicura sono pari a 2-4 Joule/kg per i
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 74
defibrillatori monofasici, per lo shock iniziale ed i successivi,
così come per i defibrillatori bifasici manuali.
PUGNO PRECORDIALE
Pur non essendo disponibili studi che hanno valutato
l’efficacia del pugno precordiale, si è visto che questo
permette talvolta di convertire una TV in un ritmo sinusale,
mentre questo non accade in caso di FV.
Il pugno precordiale deve essere considerato
esclusivamente quando un ACC sia rapidamente
confermato da testimoni e non sia immediatamente
disponibile un defibrillatore, evenienza molto più frequente
nei pazienti monitorizzati.
Il pugno precordiale, quindi, deve essere praticato
immediatamente dopo la conferma di ACC e da personale
sanitario professionista ed addestrato all’uso di questa
tecnica.
Le linee guida ERC 2010 tuttavia danno sempre meno
importanza al pugno precordiale.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 118
LA SEQUENZA BLS-D Riconoscere lo stato di incoscienza
Gridare e scuotere delicatamente è, di norma, sufficiente
per svegliare una persona che dorme o provocare una
reazione in una persona intossicata o malata.
Se il paziente si è ferito in un incidente, è bene essere
particolarmente cauti nel cercare di svegliarlo, per evitare
Controllo la sicurezza della scena e mi avvicino alla vittima.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 119
l’aggravarsi di eventuali lesioni al collo e alla spina
dorsale.
Se il paziente reagisce ma appare inerme, è bene
chiamare il 118 per chiedere aiuto.
Se il soccorritore è solo
Se il soccorritore è solo, deve fare tutte le manovre da solo;
se c’è qualcuno che conosce le manovre, è bene chiedere
aiuto.
Chiamare l’ALS o 118 subito dopo aver appurato
l’assenza di respiro valido..
Mettere la vittima su un piano rigido e scoprire il torace
Controllo stato di coscienza
Signore, signore mi sente?
CHIAMO AIUTO
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 120
Riconoscere l’assenza di respirazione La respirazione efficace provoca il sollevamento e
l’abbassamento visibile del petto, un suono di respirazione
e un percettibile flusso d’aria attraverso la bocca e/o il naso.
Per riconoscere la presenza o l’assenza di questi segnali
mantenere il volto vicino alla bocca e al naso del paziente e
guardare in direzione del petto. Osservare i movimenti del
petto, ascoltare i suoni della respirazione, sentire l’aria sulla
guancia. Controllare la respirazione per dieci secondi.
I pazienti in arresto cardiaco possono produrre suoni di
gorgoglio, tosse o ansimi o anche movimenti muscolari
dello stomaco e del petto durante i primi minuti dall’arresto.
Questo tipo di respirazione, detta “gasping” non è efficace.
Iperestendo il capo
Scopro il torace ed allineo il paziente
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 121
Soltanto la manovra “GAS”, ci informerà se il paziente sta
respirando o meno.
Assistenza respiratoria
Se il paziente respira monitorarlo fino all’arrivo del
soccorso avanzato o mezzo del 118. Se il paziente non
respira iniziare il massaggio cardiaco esterno !
Non è raccomandato il controllo della presenza di circolo,
comunque se si è esperti ed allenati nella valutazione dei
pazienti critici è possibile valutare il respiro e il polso
carotideo contemporaneamente.
Manovra GAS (Guardo
Ascolto e Sento)
Max dieci secondi 1,2,3….10 non respira,
prepara DAE,chiama 118/
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 122
Iniziare il massaggio Cardiaco
In assenza di respirazione iniziare il
massaggio cardiaco per 30
compressioni ed eseguire 2
insufflazioni. Continuare fino
all’arrivo dei soccorsi e/o del DAE,
per almeno 5 cicli. Se due
soccorritori, continuare la RCP
mentre il secondo accende il DAE e posiziona le piastre. Se
defibrillatore presente collegare le piastre per iniziare
immediatamente la diagnosi e eventualmente la defibrillazione.
Collegare le piastre e attendere. Accendere il defibrillatore e
attendere l’analisi del ritmo.
Posizionare il DAE, collocandolo a sinistra del paziente, tra la spalla e orecchio. Accendere il DAE e seguire i consigli vocali. Aprire il pacco sigillato e prendere le piastre adesive
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 123
Posiziona le piastre del DAE
“APPLICARE ELETTRODI”
Applicare le piastre adesive sul petto nudo nella corretta posizione
Inserire il cavo nel DAE
Sul lato sinistro del torace, 10 cm circa sotto l’ascella (linea
ascellare media,
Inserire il cavo
Posizionare le piastre adesive nei punti appropriati sul petto nudo. Ogni cuscinetto ha chiare istruzioni visive per il corretto posizionamento. Se correttamente posizionate, la corrente elettrica passerà da un cuscinetto all’altro attraversando il cuore per eseguire la defibrillazione ottimale.
Sulla spalla destra, sotto la
clavicola e lateralmente
allo sterno
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 124
Assicurate il contatto tra le piastre adesive e la pelle
Le piastre adesive sono fornite di un campo centrale attivo
con una superficie gommata che facilita la ricezione dei
segnali elettrici. Una zona adesiva gira intorno al bordo del
cuscinetto per tenerlo fisso. Normalmente un buon contatto
elettrico si raggiunge quando le piastre adesive sono
premute sulla pelle grazie al movimento delle dita lungo il
bordo.
Se il DAE comunica di controllare le piastre adesive (o se le
piastre adesive si allentano e cadono), occorre rimetterle a
posto, premendo con le dita; non riuscendovi, aprire un set
nuovo.
Se la pelle è umida
Prima di fissare le piastre adesive sulla pelle, occorre
asciugare il torace per migliorare il contatto tra le piastre
adesive e la pelle ed evitare la creazione di un arco elettrico
esterno sulla cute.
Se sul torace c’è una peluria eccessiva
Con un rasoio rimuovere la peluria eccessiva dall’area in
cui vanno sistemate le piastre adesive Se si è impossibilitati
ad eseguire una tricotomia (mancanza del rasoio), spostare
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 125
la piastra adesiva destra (sottoclaveare), di alcuni centimetri
verso l’ascella. N.B. minimizzare le interruzione della RCP: durante il caricamento del DAE, continuare il massaggio cardiaco.
Allontanarsi non toccare il paziente,
“SHOCK CONSIGLIATO.PREMERE PER
SHOCK”
“ANALISI IN CORSO,
ALLONTANARSI”
Via io, via voi, via tutti,
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 126
Analisi e consiglio sullo shock
Quando il DAE è collegato al paziente, analizza
rapidamente il ritmo cardiaco e determina se effettuare lo
shock o meno. Se il ritmo consente lo shock, il DAE si
caricherà automaticamente e sarà pronto per l’uso; durante la carica continuare il massaggio cardiaco. Se non
consiglia lo shock il DAE non si caricherà e non consentirà
lo shock.
Eseguire un solo shock se necessario
Subito dopo la scarica
iniziare RCP per 2
minuti rapporto 30 : 2
fino a nuova analisi
DAE. Se due o più
soccorritori effettuare il
cambio ogni 2 min per
non diminuire la
performance.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 127
NOTA
Alcuni modelli di DAE analizzano il ritmo cardiaco
automaticamente e ininterrottamente. Altri richiedono la
pressione da parte dell’utente di un tasto (tasto analisi) per
cominciare ad analizzare.
Analisi e controllo delle pulsazioni
Un DAE può non consigliare lo shock per una serie di
motivi. Controllando il battito e a volte anche la
respirazione, potete scoprire perché la condizione del
paziente non indica uno shock.
Di seguito è descritto quello che occorre fare:
Se nel paziente si percepisce il battito
Il cuore sta battendo.
La cosa da fare ora è controllare se il paziente sta
respirando.
Se respira
Assicurarsi che le vie respiratorie si mantengano aperte
e che il paziente non inali il vomito o corpi estranei nei
polmoni. Mettete il paziente nella posizione laterale di
sicurezza.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 128
Se non respira
Continuate la ventilazione. Il massaggio cardiaco non va
assolutamente eseguito.
Se nel paziente non si percepisce il battito
Il cuore non batte, i segni di ripresa di circolo sono
assenti, ma neanche in questo caso è indicato lo shock.
La ragione è che il cuore non è in fibrillazione
ventricolare e quindi non è suscettibile di shock. In
questa situazione va eseguita la RCP fino a che il DAE
comunica di fermarsi o che sta analizzando.
Distribuzione del lavoro per una coppia di soccorritori
Se i soccorritori sono due, è importante l’intesa sulla
distribuzione del lavoro.
Il soccorritore che arriva con il DAE in mano è colui che lo
utilizzerà. Egli è anche il leader che dirà al collega cosa
fare, quando e come:
controllare reazioni, respirazione, circolazione;
scoprire il petto del paziente;
iniziare la RCP.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 129
Attenzione ai cellulari, che possono interferire col
funzionamento del DAE ed attenzione ad allontanare
l’eventuale fonte di ossigeno.
Si deve continuare a ventilare, ed, in ogni modo, è
fondamentale portare in ospedale il paziente.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 130
BLSD IN SITUAZIONI PARTICOLARI
Annegamento Qualora la vittima sia un annegato bisogna iniziare subito
una RCP per limitare i danni e migliorare la prognosi
(Classe IIa) soprattutto la respirazione (Classe IIa). Se
l’operatore sanitario è solo bisogna effettuare 2 minuti di
RCP (5 cicli) prima di chiamare aiuto.
Non tentare di togliere eventuale acqua. Questa manovra
oltre che non necessaria può risultare dannosa causando
oltre che perdita di tempo, eventuale vomito e inalazione
(ab ingestis). Particolare attenzione deve essere riservata a
pazienti con potenziale lesione della colonna come ad
esempio dopo un tuffo.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 131
Ipotermia In caso di ipotermia eseguire le valutazioni sia del respiro
che del polso. Per quest’ultimo vista la particolarità
dell’evento almeno per 30 – 45 secondi. Se la vittima non
respira iniziare immediatamente con le ventilazioni di
soccorso e se necessario iniziare MCE senza attendere il
riscaldamento della persona. Togliere se presenti i vestiti
bagnati, isolare e proteggere più possibile. Per il resto
comportarsi come una RCP di un paziente adulto
normotermico.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 142
DOMANDE FREQUENTI E RISPOSTE
Perché il DAE indica di effettuare lo shock solo in
alcuni casi?
Il DAE consiglia e consente lo shock se c’è attività elettrica
che causa il movimento caotico del cuore. Questa
condizione si definisce Fibrillazione Ventricolare (FV).
Il DAE consentirà lo shock anche quando il cuore sta
battendo ad un ritmo pericoloso per la vita. Il paziente è
quindi senza polso e in stato di incoscienza. Questa
condizione si definisce tachicardia ventricolare (TV). La TV
di solito dura pochi secondi prima di diventare FV.
La FV può essere talmente debole che il DAE non la
riconosce, ma interpreta i deboli segnali come assenza di
attività elettrica. La RCP può a volte aumentare la
dimensione della FV e la volta successiva in cui il DAE
analizza il ritmo può riscontrare la FV e consigliare uno
shock.
Perché il DAE non consente lo shock?
Se non c’è alcuna attività elettrica nel cuore, condizione
definita come asistolia, il DAE non consentirà lo shock. Le
prospettive di riavviare un cuore in asistolia sono in genere
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 143
poche. Le misure da prendersi sono la RCP e la
somministrazione di medicinali come parte di un
trattamento medico avanzato.
Se nel cuore è presente un’attività elettrica normale, a
maggior ragione il DAE non consentirà lo shock, dal
momento che uno shock potrebbe solo disturbare e
danneggiare il cuore. La presenza di una normale attività
elettrica di solito sottintende che il cuore batte e immette
sangue in circolo.
Se e’ presente una normale attività elettrica,senza un
azione meccanica del cuore (DEM o PEA), le prospettive di
attivare l’attività meccanica sono legate al riconoscimento
della causa scatenante (grave emorragia, tamponamento
cardiaco, pneumotorace ipertensivo ecc.)
Qual è il fine e l’utilità di effettuare più di uno shock?
Se il primo shock non riavvia il battito cardiaco bisogna
effettuare altri shock alternadoli con la RCP. E’ frequente il
dover eseguire più shock prima che si ripristini il battito
cardiaco.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 144
Devo continuare ad effettuare shock mentre aspetto il
soccorso avanzato (118/ALS) anche se impiega molto
ad arrivare?
Si, mentre aspettate gli aiuti non avete alternative migliori
per un arresto cardiaco se non quello di continuare a
effettuare lo shock se il DAE ve lo consente e RCP quando
il DAE ve lo indica.
Perché effettuare la RCP se l’unico che può riavviare il cuore è lo shock?
La RCP ben eseguita può mantenere per alcuni minuti in
vita gli organi vitali. Durante questi attimi la circolazione
attivata con la RCP, è sufficiente ad impedire la morte delle
cellule cerebrali.
Quando avete effettuato uno shock, effettuare la RCP per
due minut1 sembra aumentare la possibilità che lo shock
successivo sia efficace.
Il DAE può sbagliare nella valutazione sulla necessità di
effettuare uno shock?
In più del 95% dei casi un DAE consiglierà correttamente di
effettuare lo shock al paziente che ne trarrà beneficio. In più
del 99% dei casi, impedirà correttamente di effettuare uno
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 145
shock su chi non ne ha bisogno. Tutto ciò chiaramente vale
per pazienti adulti che non reagiscono e non respirano
normalmente. Questa valutazione è più precisa di quella
che ci si può aspettare da un team di specialisti.
E’ pericoloso utilizzare un DAE?
E’ sicuro per chi sia adeguatamente addestrato e chi
osserva le semplici precauzioni di sicurezza nell’uso del
DAE.
Perché bisogna gridare ‘allontanatevi’ prima di
effettuare uno shock?
Una persona che si trova in contatto fisico non isolato con
un paziente durante la produzione di uno shock con DAE,
rischia di ricevere parte dell’energia erogata dal DAE. Vi è
un aumento della superficie, aumento della dispersione ecc.
Inoltre lo shock e potrebbe essere pericoloso e quindi da
evitare.
Come posso sapere se il cuore si ferma di nuovo?
Alcuni DAE continuano a monitorare il cuore del paziente.
Su altri bisogna premere il tasto di analisi per avviare
l’analisi del ritmo. Se l’analisi rivela che il ritmo cardiaco si
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 146
converte in ritmo defibrillabile seguite le istruzioni date dal
DAE (controlla polso).
Mi posso fidare del DAE nei rari casi in cui potrei
utilizzarlo?
Seguendo le semplici misure di manutenzione prescritte dal
produttore potete fidarvi del DAE in qualsiasi momento. La
durata delle batterie è di circa 5 anni.
Quando possono spegnere il DAE e staccare le piastre
adesive?
Non spegnete il DAE e non staccate le piastre adesive fino
a quando non ve lo dice un sanitario professionista.
Cosa dovrei fare nel caso in cui il DAE non funziona o
mi prende il panico e non ricordo cosa fare?
Continuate la RCP fino a che non arriva il 118 o l’equipe
ALS.
E’ pericoloso per il paziente la compressione del petto
se il battito è presente ma non rilevato?
Se siete insicuri circa il battito non preoccupatevi che la
compressione del torace possa danneggiare il paziente se il
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 147
suo cuore sta battendo. Se non reagisce (incosciente) e
non respira normalmente ma è presente il battito, è molto
probabile che il cuore si fermerà presto.
Le compressioni toraciche in queste situazioni possono
aumentare la circolazione.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 148
Allegato 1 LEGGE 15 marzo 2004, n. 69
Modifica all'articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici. Art. 1. Il comma 1 dell'articolo 1 della legge 3 aprile 2001, n. 120, e' sostituito dal seguente: E' consentito l'uso del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.». La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 149
ABBREVIAZIONI A (Fase A) – Airway, apertura delle vie aeree; ALS – Advanced Life Support B (Fase B) – Breathing, respirazione; BPM – battiti per minuto C (Fase C) – Circulation, circolazione;
D (Fase D) – Defibrillation, defibrillazione
• CTE – Compressioni Toraciche Esterne
• FBAO – Foreign Body Airway Obstruction, Ostruzione
delle vie aeree da corpo estraneo
• FR – Frequenza Respiratoria
• FV – Fibrillazione Ventricolare
• MCE – Massaggio Cardiaco Esterno
• PAD – Pressione Arteriosa Diastolica
• PAS – Pressione Arteriosa Sistolica
• PBLS – Paediatric Basic Life Support, supporto vitale di
base pediatrico
• PALS - Paediatric Advanced Life Support:
• RCP – Rianimazione Cardio Polmonare
• Sat. O2 – Saturazione Capillare di Ossigeno
• TVsp – Tachicardia Ventricolare senza polso
• U.O. – Unità Operativa (reparto)
• U.R. – Unità Respiratoria (“va e vieni”)
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 150
BIBLIOGRAFIA
Testi Chiaranda M., “Guida illustrata delle emergenze Istituzioni”, , Piccin, 2006
European Resuscitation Council, Italian Resuscitation Council, “ALS, Advanced Life Support – Manuale di rianimazione cardiopolmonare avanzata”, seconda edizione italiana a cura di IRC, Masson Editore, 2006
AHA, Linee Guida Rianimazione Cardiopolmonare, trattamento delle emergenze cardiovascolari, edizione 2007
European Resuscitation Council Guidelines for resuscitation 2010
Fonti giuridiche Codice Penale Codice Deontologico dell’Infermiere Profilo Professionale dell’Infermiere DM 739/94 Legge 251/2000 Legge 229/99 Legge 10/08/2000 Legge: 9 aprile 2003, n. 72 “Modifiche al codice penale e al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di omissione di soccorso”
Siti Internet consultati Ministero della Salute, http://www.ministerosalute.it/
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BLSD Basic Life Support and Defibrillation 151
ERC, European Resuscitation Council, http://www.erc.edu/
American Heart Association, http://www.americanheart.org/
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