Aus einem Schreiben des Herrn Santini, Directors der Sternwarte in Padua, an den Herausgeber

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AST R 0 N 0 MIS CH E N A C HR I C HTE N. Aus einem Schreiben des Herrn Suntini, Directors dcr Sternmwte in Padua, an den Herausgeler. FormuIe per il calcolo di uu ecclisse solare applicate all’ ecclisse osservato iu Padua ed a Napoli ai 20 Novembre dell’ an110 1826. k chiarissimo Astronomo Sigr Carlini propose nvlle Effe- meridi di Milano per il 1809 un niiovo metodo pel calcolo delle occulfazioni delle stelle fisse iiel qiiale giunse ad eui- fare Pincomodo principale dei metodi vulgarmente praticati, eliminando il calcolo della Longitudine e Latiiudinc vera dclla luna, e solo introilucendo la cogiiizione dei luoti orarii, e delle paralassi orizzontali, Ie quali quantitA si possono semprc con somnia facilith ottenere, o dnlle tavole, o daUe ordinarie Effemeridi Astronomiche. Parti egli della consi- derazione semplicissima, che la longitudine e latitadine ap- parente di quel purito clel glob0 lunare in ciii accade l’im- mereioiie o l’emersione di una data stella i! uguale aUa lon- gitudine e latitudinc della stella medesima, e con una facile costruzione assegiib le foriiiule per dedurre doi soli dati delle osservazioni, dai moti orarii, e dalla paralasse, la Vera posizione geocentrica della Luna nel momento dell’ immer- sione, donde poi agevolmente ~i ricava Pinstante della con- giunzione, e la posizione Vera della Lnna adesso corrispon- dente. Le formule del Sigr Carlini si trovano con aha dimonstrazioiie ezposta aricora nel io VoI. dei miei BZemenri di Astronomia (pag. 195 Padova 1526) ed illuslrate opportuno esempio numerico. Questo metodo gode di due pregcvolis- simi vantaggi sopra il metodo comniunc del nonagesirno. i. Riaparmi il lung0 e tedioso calcolo della posizione della Luna clalle tavole; 2. Yon occorre la cognizione rlella Lon- gitudine Geosrafica del luogo dell’ osservazione ; imperciocch6 la posizione della stella non caria sensihillnento in un iiifcro giorno; i rnoti orarii c le paralassi clie entrano iiel calcolo, poco variano nel tenipo che pub corrispondere d a incer- iezza della Longitudine anche grossolanaincnte stimaia. I? quindi somnianientc opportuno per il caicolo clelle lon- gitudini geografiche. hllinclik poi qiicsto mrtodo si possa vantaggiosarueirtc adoperare, k neceseario clie l’osservazioiie sia completa ; che se manchi o l’immcrsione, o l’emersione allora ha con tutti gli altri melodi co~lune I’inconveniente 61 nd. di assumere dalle lavole, come conosciuta, o la longiindine o la latitudine vera; la qua1 cosa essendo inerente alla natura della questione, lion puh attribuirsi a difelto del metodo, il quale in queste stessi casi rendesi coimendevole per la breviti e speditezza del calcolo. I1 metodo dal Sigr Crrrtini proposto per il calcolo dclle occultazioiii delle stelle iisse fb rlal Chiarismo Andrea Conti, ProFessore di Astronoinia nel Collegio Romano esteso ezian- dio a1 calcolo degli Eclissi di Sole, e reso di puhhlico cliritto nel volume clegli oprcsculi Astronomici pubhlicato in Roma nel 1818 sotlo gli auspicii del SommO Pontefice Pi0 VIT. In qucsto caso perb B incognita la vera posizione deI pi~iito ilel. globo solare in cui succede il primo, e l’ultimo con- tatto, ed in conseguerim le forniule relative a1 caIcoIo delIe occultazioni noii vi si possono applicare senza alcune previe niodificazioni. A deludere cpesta difficulta , e redorre Ja ricerca a1 caso di nn’occultazione, ebhe ricorso il Sigr Conti ad un artificio iuolto ingcgnoso, e condiicenle a formule semplici e riiiiarchevoli. Ikse pertanto concentrica alla vera Luna 1111’ altra Lima fittizia avenilo un ~emidiaiiietro ugiiale alIa somnia dei clue seinidianietri della Luna, e del Sole, ed k palcse che una stella situata net cenfro del Sole verrebbe occultata dalla Luna fittizia nell’ istante in cui lux liiogo il principio dell’ ecclisse, e per la stessa ragione si trovereLlJe neI fine dell’ ecclisse all’ eniersione, con che ie formule per le occultazioni rendersi applicabili anche a questo caso. Nello sviluppare dielro qucsta idea le formiilc per il calcolo di 1111’ eclissc solare osserva iI Sigr Conti cIie a1 scniicliamctr~ del Sole si dew applicare m a correzione uguale e contraria a quelia rhe riceverebbe un pari semi- cliametro lumare iiulle divcrsi altezze sopra l’orizzonte, eci. inolt re applica una piccola correzione alla pardasse orizLon- [ale per ridurla alla supcrfice della Luna. La prinia corre- sioae k di persestesso abbastanza palese; quanlo alla seconda 31

Transcript of Aus einem Schreiben des Herrn Santini, Directors der Sternwarte in Padua, an den Herausgeber

A S T R 0 N 0 M I S C H E N A C HR I C H T E N.

Aus einem Schreiben des Herrn Suntini, Directors dcr Sternmwte in Padua, an den Herausgeler.

FormuIe per il calcolo di uu ecclisse solare applicate all’ ecclisse osservato iu Padua ed a Napoli ai 20 Novembre dell’ an110 1826.

k chiarissimo Astronomo Sigr Carlini propose nvlle Effe- meridi di Milano per il 1809 un niiovo metodo pel calcolo delle occulfazioni delle stelle fisse iiel qiiale giunse ad eui- fare Pincomodo principale dei metodi vulgarmente praticati, eliminando il calcolo della Longitudine e Latiiudinc vera dclla luna, e solo introilucendo la cogiiizione dei luoti orarii, e delle paralassi orizzontali, Ie quali quantitA si possono semprc con somnia facilith ottenere, o dnlle tavole, o daUe ordinarie Effemeridi Astronomiche. Parti egli della consi- derazione semplicissima, che la longitudine e latitadine ap- parente di quel purito clel glob0 lunare in ciii accade l’im- mereioiie o l’emersione di una data stella i! uguale aUa lon- gitudine e latitudinc della stella medesima, e con una facile costruzione assegiib le foriiiule per dedurre doi soli dati delle osservazioni, dai moti orarii, e dalla paralasse, la Vera posizione geocentrica della Luna nel momento dell’ immer- sione, donde poi agevolmente ~i ricava Pinstante della con- giunzione, e la posizione Vera della Lnna adesso corrispon- dente. Le formule del Sigr Carlini si trovano con a h a dimonstrazioiie ezposta aricora nel io VoI. dei miei BZemenri di Astronomia (pag. 195 Padova 1526) ed illuslrate opportuno esempio numerico. Questo metodo gode di due pregcvolis- simi vantaggi sopra il metodo comniunc del nonagesirno. i. Riaparmi il lung0 e tedioso calcolo della posizione della Luna clalle tavole; 2. Yon occorre l a cognizione rlella Lon- gitudine Geosrafica del luogo dell’ osservazione ; imperciocch6 la posizione della stella non caria sensihillnento in un iiifcro giorno; i rnoti orarii c le paralassi clie entrano iiel calcolo, poco variano nel tenipo che pub corrispondere d a incer- iezza della Longitudine anche grossolanaincnte stimaia. I? quindi somnianientc opportuno per il caicolo clelle lon- gitudini geografiche. hllinclik poi qiicsto mrtodo si possa vantaggiosarueirtc adoperare, k neceseario clie l’osservazioiie sia completa ; che se manchi o l’immcrsione, o l’emersione allora ha con tutti gli altri melodi c o ~ l u n e I’inconveniente

61 nd.

di assumere dalle lavole, come conosciuta, o la longiindine o la latitudine vera; la qua1 cosa essendo inerente alla natura della questione, lion puh attribuirsi a difelto del metodo, il quale in queste stessi casi rendesi coimendevole per la breviti e speditezza del calcolo.

I1 metodo dal Sigr Crrrtini proposto per il calcolo dclle occultazioiii delle stelle iisse fb rlal Chiarismo Andrea Conti, ProFessore di Astronoinia nel Collegio Romano esteso ezian- dio a1 calcolo degli Eclissi di Sole, e reso di puhhlico cliritto nel volume clegli oprcsculi Astronomici pubhlicato in Roma nel 1818 sotlo gli auspicii del SommO Pontefice Pi0 VIT. In qucsto caso perb B incognita la vera posizione deI pi~iito ilel. globo solare in cui succede il primo, e l’ultimo con- tatto, ed in conseguerim le forniule relative a1 caIcoIo delIe occultazioni noii vi si possono applicare senza alcune previe niodificazioni. A deludere cpesta difficulta , e redorre Ja ricerca a1 caso di nn’occultazione, ebhe ricorso il Sigr Conti ad un artificio iuolto ingcgnoso, e condiicenle a formule semplici e riiiiarchevoli. I k s e pertanto concentrica alla vera Luna 1111’ altra Lima fittizia avenilo un ~emidiaiiietro ugiiale alIa somnia dei clue seinidianietri della Luna, e del Sole, ed k palcse che una stella situata net cenfro del Sole verrebbe occultata dalla Luna fittizia nell’ istante in cui lux liiogo il principio dell’ ecclisse, e per la stessa ragione si trovereLlJe neI fine dell’ ecclisse all’ eniersione, con che ie formule per le occultazioni rendersi applicabili anche a

questo caso. Nello sviluppare dielro qucsta idea le formiilc per il calcolo di 1111’ eclissc solare osserva iI Sigr Conti cIie a1 scniicliamctr~ del Sole si dew applicare m a correzione uguale e contraria a quelia rhe riceverebbe un pari semi- cliametro lumare iiulle divcrsi altezze sopra l’orizzonte, eci. inolt re applica una piccola correzione alla pardasse orizLon- [ale per ridurla alla supcrfice della Luna. La prinia corre- sioae k di persestesso abbastanza palese; quanlo alla seconda

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407 Nr. 140. 408 i o osscrvo, clie rcsdtn di 39 ordiiic rnpporto alle paralassi, cd ai seinidiauietri. Ora le forniule adoperate dall' Autore, e d a l Sigr Curlini per il calcolo tlclle paralassi i n Longitudine, cd in Laliinrlinc si nppoggiano a1 princiliio chc i icriniiii tii yueslo orilinc siano traecuralriii. Iiepnto perlaiito iniglior parlito o m c t t c ~ c cpcsta corrwio;icella, chc si ripone natural- mci!te fra i tcrnriiii Iraccurati.

Quantu~ir juc la via leiititn cL11 Sisr Conti sia facile e piaiia, tiitta via mi t: scinlirato lotkcole ricavare le ske~sc

forlnule senm alcrina finzione per \ i n di semplici operazioni analiticlie , le quali a1 t empo SI(.SSO ntldilano eiitro qiiai liiiiiti di csatlczza essc si ristriiigaiio; ccl I? appiinto qucqto fine particolare clie I10 avuto ill viqla ncllc scguenti consitlc- r;lzioiii dovc tratldntlo gcneralinci~tc la clucstioiie ginngo per nltia Y i a allc foimiile dcl Sigt Coltti, cd ~ I ~ C I I C iutlico 1111~

altra via forsc nnclic 11:; com~i la di r iedverc Ic ecpazioni alle yunli pervielie.

S ia perkanlo per il principio dell' ccclisse, la longitn- dinc vcra d e l h L m a = 3.; la s i i i i latitridiiie = p ; la para- Jasse orizzonlale dclla Luna diininuata cli cpella de l Sole - - m; la longitudiiie dcl Sole = 2; la sua latitudine (arco p i c c i o l i ~ ~ i i ~ ~ o , pcr 10 pi; trascurebiie) = B ; il seniidiametro ori7zontale della Lnna = 6; c p l h del Sole '= d ; Siano I n lon~i tndine ldt i tdi i ic , ~cniidiainetro apparenii della Lima rapprcscntati da A', ,GI, 6'. La longittidiiic del Zenit, o piut- t o s ~ o di qiicl punto clic nel cielo stellato corrisponrle a1 prolungamento del ragsio terrcslrc L- g; la stia latitutlinc =: h. In oltrc sia P In paralnssc i n longitudine per il cciiiro dclla bin, in quanlo 6 dovnta alla differenza delle parallassi or inoi l ta l i ; p la paralassc i n Iatitutline; L la lati- tiidinc gcograficn tliininuita ciell' angolo tlella veriicalc ; B il itwipo siderale clcl principio ridotto in gracli; G l'oliliqnit& dell' eclit tica.

Si calrolcranno priinieramentc gl i aiigoli g, h solite

lnng z = sen B cot L

tang IL = sen g cot ( z + E )

Si considcri hi seguito il trinngoIo forinato a1 polo P tlcll eclittica a1 centro S dcl Sole, ed nl cciitro apparente L dell: Tmna, in citi sa r i l'ailgolo iu P = I - a'; il ]at( I J S = 9(1°-bb; ecl il Into PI; == 900 - /3', essendo ne principio dell' ecclissc 1, S d f 6'; pongasi iuohre l*nngult fJL'j'L 90'- CL. 3)alIa triSonometria s i avrh

cos I% sen (I-- .) -= - se7t ( (2 + 6); sen f i ' = sen b cos ( d + 6') + cos b sen (df 6') sen ffi

cos p'

77 cos h cos (A' - g). P = cvs p 1

4739 Nr. 140, 410 dove nt, Q', a', indicatio per il Gne le qimntiii indicate per II, C p , a per il priiicipio, c si calrolaiio collc siesse equazioni; K' poi rappreserita l'angolo fattu dalla ctisianza L S con l'cclittica, ~ a l u t a t o verso l'oriente incntrc prim0 era valutato verso l'occidente.

Le rliiattro eqiiazioni ( A ) , (A'), ( B ) , (23') deierininnno le incogiiila oc, x', h , /3 e iisolvuno il prolrlciun. Per dc- terminare fddiucnte i \al& cli OL, a' si soiting I l ' ecp i ionc [A) da (A'), e la (11) da (B').

{ n + Q - 9' l'oiiencio per iJrevitB

m-ml$Il '-I ' I=.iM d+a'-a' = S N ' d t 6 - a z T 5)

Avrenio le seqiicnti

17.1s Scoscc'+ 1'cosaj N=:Ssenoc' ? ' s e n &

ovvero S C 0 8 U ' == M-Tcosoc; Soma+ = N f Tscna

32 = JP + 32 + T z - 2 ?'(rM cos cc - N sen E )

sommancto i qundrati di C ~ C S ~ C ultime due,' si otterb

(c) l'ongasi iM = Q cos y; N = Q sen y ;

N (6) , . . . . t angy = -

1M

si avri

N I

M

e l'eqaazione (q diverrk. Sa = Q'f T2 - 2 TQ cos(as+y),

dalla quala si avrB cos (g+y) = -- Q 2 + Tz- sz . Quest a

(I). . . . . Q =-- - cos y sen y

2 TO equazione, facenilo ofkS = A, si iraiforma neua se-

guenta pi& conioda a1 calcolo logaritmico 2

ottenuto cc + 7 , si a d oc = ( c t t y ) - y ; quindi le equa- zioni (A) , B clarnnno la longitudhe e lakitudine della Luna xiel principio deli' eclisse,

Apparisce ora , che la soluzione preccclente conduce alle stesse formule del Sigr Conti senza che altra modificazione

vi sia slafa fatla, a riscrva di avere irascrirata i dirisorr cos p , cos /3' i quali iwthssiono sui termini del 3 O orcline; clie se qursti si fossero ritcnuii per la stessa via si giungc: alle formule dcl citaio Autore, ad eccezione della l'cygera correzione da esso inclicata per le paralassi. Si potrebbc credere, che questa correzione venisse a rappresentare i ter- mini irascnraii j ma lion e dil5cile assicnrarsi, sviluppando in scrie le cspressioni genericlie delle paralassi, e dei semi- tliainetri, e ienendo conto di tut!i i tcrrnini del terzo orcline, d ie molti altri termini anche piii For~i vi entrano, e quindi iton agiiinge essa in strctto rigore csattezza a1 metodo, qtiantunyue alcuna volta possa di p i t avvincinare a1 vero.

La ricerca dcgli angoli a, ilictro i precetti snperioii k alcjiianio laboriosa, ed obbliga a questa stracla iina cir- costanza che non ha luogo nellc occultazioiii; vale a dire l'incremenio del semidiametro d espresso c h i nuineri a, a', che pub vnriare Ji dcuni secoritti dal principio a1 fine dcl Icenoiricno. Si piib tiitinvia ordinare i l rdcolo in una ma- aiera indiretia, l a p a l e pub in pratica riuscire piii spectita, nel inodo seguente.

Si riprendano le equazioni ( A ) , (B) (A') (B') e vi si pons"

a + a t = 2 r , di modo che sia c z ' = r - / - p ; a = r - p j sark aiicora d+d--a = (d+a-r)+p; d + d' - a' (d $. B - T ) - p. Con cio Ie anzidelte equazioni cliveranno

a'- a = 2 p ,

A == Z-Il-(d+d-r) ~ ~ s c c - p ~ o s a h+rn-m' =z P-II'+(d+d-r) cosa'--p cosa'

.5 = t+cp+(dC6-~)sena+psenn 841a = b + $?j'f(d+$-r) send-p seltc'

nelle qualc sarh p = - sempre un piccolo numero

cli secondi.

a'-- ct

2

Prendendo ora la differenza di queste equazioni, si o *

tera toslo con facili riduzioni

dalle T a l i si formano le due sepent i

n+Q-- -Q'+ 2p senZ(aI+a) C O S $ ( ~ ' - K ) ( a ) , . . . . . . tang 9 ( & I - a) =

n - m'+ n'- - 2 p sen 4 (a'+ K ) sen f (a'- a)

m - m'f II'- I2 - 2 p . sen $(a + a') sen f (a'- K )

2 ( d + d - r ) cos 3 (a'--) cos; (&' f . ) =

- ?l. + (9 - p + 2 p St??.% 5 (a' + a) cos (a' - a) c

c 2 ( d + d - r ) sen f (a'- a)

3 If

Si otterranno pertanto gIi aiigoli d, a dalle equazioni (a), (b), a'-&

10 ponendo p = o e cdcolando i valori prossimi di - 2 '

*; 2 O con quesii vaIori prossimi si stimerh I'influenza

del piccolo nu,ner0 nei secorrcli mclui3ri stessc equa- zioni, e si ayraiino i valori esatti di - -

2 , 2 ' e quindi quelli cli a' e di a; dopa di clie calcolo di A, e di ,/3 non avrj pih alcuna difficultA.

Le stesse formule daiino iina cornodissima soluzione ancfie

2

a'- I% a ' fa

i. 111 Padova Tempo sider. Tempo Medio. -

Principio 15 20 22,43 28NOV. = 22 49 21,38 Fine = 17 38 24,43 29Nov. = 1 7 0,73

h

0 I I' Latitudine dell' osservatorio s $5 24 2 0 1

Angolo d e b verticdle == 10 36 si assume a h s c clel calcolo lo schincciameiito terre = + Qui1idi s i formeranno gli angoli g, h, e si calcoleranno i talori di n, PI', q , Q', a , a' dietro le riferite equazioni, prendendo dalle tavole solari del Sigr CarZini le quantiti rclativc a1 Sole; c dalle tavole Lunari del Sigr Burcardt le quaiitit j relative alla Luna. I1 semidianietro della Luiia, e la sua paralasse rimangono presso che constaliti j quiiidi 110 preso il lor0 valore per il niezzo dell' eclisse. In ial guisa ha trovato,

{ L = 45 .13,6

I , I t / I 1 #I m = 87 24,9; 72 = 7 52,7; m' = 5 49,l d =: 16 15,l; d+6 c 32 59,l 6 = $6 44,O;

110 ritenuto per la correzionc della soinma dei seinidianietri 1;1 quaiitit& da me oitenuta cliscuteiido niolte osservazioni del' eclisse annullare 7 SeIteinltre 1x20, clie mi risultt c - 3",9 (Atti de2h SOC. I t d Y o ~ . X [ X . ) ; quindi 110 post0 d 6 32' 55'',2. La paralasae equaloriale clella Luria k

tali per Pocloua w = 61'9":93. - - G I ' 24",4. c)uinc& la cliffereiua delle paralassi orizzon-

se siasi osservate il solo principio, od il sol0 fine dell' eclisse; ma in questo caso conviene iingere data o l a Iatitu- dine, o la longitudine, che si prenderh dalle tavole, o pure si dedurrA dall' osservazione d i un) altro luogo, l a c p l e sia riuscita completa. Cosi se assumessi /3 corivsciuta l'equa-

P- '- ' - in scguito ~equaziorne zione (B) darh sen LY -= (A) darii a, da ciii coil7 ajuio del inoto orario in longi. ludine ctel Sole e della luna si calcoleri il tempo del Novolunio.

d+ 6 - a'

In Scguiio sar i f 7 alfa = 6'135; p = - a'-a - -0''Is

d+d--r 32/48",8:,; m- rnl+nl-D r= 66'!24",1; 2 2

-/- Q - p' 3' 57",6.

Con questi valori, ponencio p = o Ie e q u r & A (a) (6) - + 40 l '>o; - I - 30° 31',0; coi

2 daraniio - - quali calcolaiido d i nuov o il second0 meiiilwo delIe stesse

- 30°31',0 j epuazioni, si trove& - - e perb a = 26" 30',2. Ottenuto a, le &pzioni (A), ( B ) daraniio la loiigitndine e iatitudiiie vcra della Luna pel priiicipio dell' eclisse, come segue

Long. osservata A=245 53 11,7 Lat.oSs. p=+1 7 37',9 LC iavale di Burbardt

danno . . . A=:245 53 15,7 - 7 40,3 Correz. delle tavolein longit. - 4"O in latit. - 2"4 De qui si deduce I'instautc clel PU'oviIunio

1826 29 Nov. Oh 13' I",sl T. WI. in Padova.

La longitudinc del!a Luna in Novil. daU' o I tr equin. vero . . . . . . . . = 246 46 19,s

La sua latitudine horeale . . . . . 1 12 25,2 I1 Sigr Brioschi in 'Puapoli osservb l a s t e w ecliase

alla nuova specoh, di C U ~ la lntitudinc b stata dallo slesso Chiarism* Asironorno con iiiollc osservazioni troviita = 40' 51' 46". Giusta le osservazioni da ~ S S O transmes- semi trovo:

d - L Y &'+a 2

a' - D? 2

a' + a d 4QO',S; - -

2

0 t I 1 0 f I f

2.

Tempo sider. Tempo MedinNapoli.

Y 7 7 Y T Principio = 15 35 44,5 = 23 4 42,4

Fine = 17 52 21,o 1 20 56,5 Calcolando collo stesso inetodo questa OsserYazione, e cogli stessi elementi, trovo i seguenti risuliati.

Tempo incdio del Noviluriio - - Oh 22' J6",6

Longit. Vera - -- 246 46 19,7 Latitud. Vera - - + 1 12 19,2

0 1 )

4'3 Nr. 140. 414 Le longitudini della Luna perfettamento concordano ; solo vi k una piccola differenza nelle latitudini, l a quale pub dipelidere dell' incertezza delle osservazioni. Risulta da questo eclissc la differenza di longitudine fragli osservatorii di Padova e di 'Napoli = 9' 34".8 assmiendo l a Longi- tudine di Padova rapport0 all' osserv. cli Parigi = 38'8'',3a Ear& la longitudine di Napoli =z 47' 43",1, all' oriente. Coll' ellissa annullare dell' anno 1820 il Sigr BrioscAi la lrovb = 47'44'';3 (Comment. Astron. Vol. i. f ikp. 1824. 1826. pag. 205.)

3. I1 Sigr Carlini osservb il principio dello stcsso eclisse all' osservatorio di Milano come segue

Tempo Medio. Tempo sider. - - h I 11

z= 1 5 5 48,Y3 = 22 34 48.47 L'osservazione del h e fb impedita dalle nuvole.

Assnmeremo data la latiiudine della Luna , come ronosciuta, la qruale si potrebhe desumere dalle osservazioni d i Padova, 0 Ji Napolij ma lie1 odierno stato delle tavole semhra pre- feribile ad uiia sola osservazione la latitudine tavolare, la ql& per il notato tempo si lrova = $Io7'27/',2; si fro- v&i del pih la longitudiiie del Sole = 2 4 6 O 42' 37'/,9. Assumendo ora la latitudine d i quell' osservatorio diminuita dell' angolo della verticale = 4 5 O 17',6 ho ottenuto per ii calcolo di quesla osservazione i risulti seguenti:

g = 200051',3; h. = 58' 45',4; = -f-22'46"?2; Q s + 52'17",7; d + 6--a = 32'48'',9; a = 6",3 j

8 - b - q i 15'35'',7.

Quindi Pequazione sea ffi p R - p - b d a d LZ E 270 30';7 in d t - d - a

seguito dall' equazione (A) si avrd A = 245' 50'45'',0.

C0ll7 ajuto del moto orario della Luna si trove& il No- vilunio in oh 2' 19",8, la longitudine della Luna in Novi- luiiio = 24G0 46' 19",6 pochissimo daue superiori determi- nazioni differente.

Da piiesta osservazione risulta la differenza di Ion- gitadine fra Padova e Milano nguale . . . . . 10'42/',0 Coi scgnali a polvere accesi nel Monte Baldo (&$"ern. 1Milan IS26 peg. 133) risulti. . . . . . . . 10 43,27

P. S. La lettera B risultata pi& Iunga di quanto mi era prefisso; cssa fc~rina l'estratto di una mia inemoria lefta a questa Academia di Padova nella seduta del giorno 22 Gennajo 1828, la quale forse verh pubblicata nei suoi atti. Tralascio nello svilnppo delle paralassi i lermini degli ordini superiori a1 secondo, dai quali risulla quanio ho asserito in propoSito della piccola correzzione introdoita dal Sigr Conti. Del rest0 qnal' ora si aspira all; ultima precisione, k fcrza ricorrcre a1 calcolo rigproso delle paralassi. Coji daW eclisse di Padova, nulla trascurando, ho ottenuto i seguenti risult ati

Long. de l lac nelprincip. = 245 53 11,6 Latit. = 1 7 38,3 Kisultato superiore - = 1 7 37,9

0 I I I 0 I t r

- - 245 53 11,7

0,4 - - DifTera per i termini trasc. = 0,l

S a n t i rt i.