LA TRIENNALE DI MILANO - Unife...( 32 ) — Francesco Bandarin La città storica nel mondo globale (...

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LA TRIENNALE DI MILANO A cura di BENNO ALBRECHT, ANNA MAGRIN

Transcript of LA TRIENNALE DI MILANO - Unife...( 32 ) — Francesco Bandarin La città storica nel mondo globale (...

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A cura di BENNO ALBRECHT, ANNA MAGRIN

Fondazionela Triennale di Milano

Consiglio d’AmministrazioneClaudio De Albertis, Presidente Giovanni AzzoneClarice Pecori GiraldiCarlo Edoardo Valli

Collegio dei Revisori dei contiMaria Daniela Muscolino, Presidente Barbara PremoliGiuseppe Puma

Direttore GeneraleAndrea Cancellato

Comitato ScientificoClaudio De Albertis, Presidente Silvana Annicchiarico,Design, Industria e Artigianato Edoardo Bonaspetti, Arti visive e Nuovi Media Alberto Ferlenga,Architettura e TerritorioEleonora Fiorani, Moda

Settore Affari GeneraliMaria Eugenia NotarbartoloFranco Romeo

Settore Biblioteca,Documentazione, ArchivioTommaso TofanettiClaudia Di MartinoElvia RedaelliBeatrice Marangoni

Attività Istituzionali ed EventiLaura AgnesiRoberta SommarivaAlessandra Cadioli

Mostre e IniziativeViolante SpinelliLaura MaeranEugenia Fassati

Progetti istituzionali e comitato scientificoCarla MorogalloLuca LipariMichele Andreoletti

Servizi TecniciAlessandro CammarataCristina GattiFranco OlivucciHernán Pitto BellocchioXhezair Pulaj

Ufficio Servizi AmministrativiPaola Monti

Comunicazione istituzionale e relazioni mediaAntonella La Seta CatamancioMarco MartelloMicol BiassoniDario ZampironGianluca Di Ioia

Partner per Arte e ScienzaFondazione Marino Golinelli

Triennale di MilanoServizi Srl

Consiglio d’AmministrazioneCarlo Edoardo Valli, PresidenteDavid BevilacquaAndrea Cancellato, Consigliere Delegato

Organo di controlloMaurizio Scazzina

Ufficio Servizi TecniciMarina Gerosa

Ufficio Servizi AmministrativiAnna Maria D’IgnotiIsabella MicieliSilvia AnglaniChiara Lunardini

Fundraising e sponsorshipOlivia PonzanelliGiulia Panzone

Servizi al pubblico e ricercheValentina Barzaghi

Marketing e progetti specialiCaterina ConconeValeria MartaGiovanna Alfieri

FondazioneMuseo del Design

Consiglio d’AmministrazioneArturo Dell’Acqua Bellavitis, PresidenteErica CortiBarbara PietrasantaValentina Sidoti

Collegio Sindacale Salvatore Percuoco, Presidente Maria Rosa FestariAndrea Vestita

Direttore GeneraleAndrea Cancellato

Triennale Design Museum

Direttore Silvana Annicchiarico

Producer Attività MuseoRoberto Giusti

Ricerche MusealiMarilia Pederbelli

Collezioni e Archiviodel Design ItalianoGiorgio Galleani

Ufficio IniziativeMaria Pina Poledda

Ufficio Stampa e ComunicazioneDamiano Gullì

Attività TDMEducationMichele CornaMichela Gazziero

Ufficio Servizi Amministrativi Marina Tuveri

LogisticaGiuseppe Utano

Laboratorio di Restauro, Ricercae ConservazioneBarbara Ferriani, coordinamento Rafaela TrevisanAlessandra Vannini

Triennale Xtra

Mostre di Architettura, Arte e Design nei capoluoghi lombardi

Ideazione e coordinamento scientificoAlberto Ferlenga, Curatore Trien-nale Architettura

Progetto d’identità visiva Marco Strina

Coordinamento organizzativo Roberta Sommariva, Alessandra Cadioli

Coordinamento tecnico Marina Gerosa, Cristina Gatti

Comunicazione Antonella La Seta Catamancio, Micol Biassoni, Marco Martello, Dario Zampiron,Gianluca Di Ioia

Fundraising and sponsorhipOlivia Ponzanelli, Giulia Panzone

La Mostra è frutto della collaborazione tra Triennale di Milano, Regione Lombardia e Comune di Brescia

Esportare il Centro Storico

Brescia, Palazzo Martinengo delle Palle Via S. Martino della Battaglia 18

11 settembre28 dicembre 2015

CuratoreBenno Albrecht, Anna Magrin

La mostra è promossa da Comune di BresciaEmilio Del Bono, Sindaco Laura Castelletti, Vicesindaco Michela Tiboni, Assessore all’Ur-banistica e pianificazione per lo sviluppo sostenibile.

Università degli Studi di Brescia Dipartimento di Ingegneria Civile, Architettura Territorio, Ambiente e di Matematica Sergio Pecorelli, Rettore

Consulenti scientificiFrancesco Bandarin Pier Luigi Cervellati Patrizia Gabellini Vittorio Gregotti

Coordinamento Generale Elena Pivato e Giovanni Chinnici /Urban Center Comune di Brescia

Supporto Organizzativo e Amministrativo per il Comune di Brescia Gianpiero Ribolla / Area Pianifi-cazione urbana e mobilità, Settore UrbanisticaDiana Mastrilli / Area Pianificazio-ne urbana e mobilità, Settore Urba-nistica, Servizio Amministrativo Massimo Azzini, Marco Ponzoni, Fulvio Frattini, Vittorio Quadri, Massimo Zanaglio / Area Servizi TecniciNora Antonini, Giovanni Giannelli, Giovanni Santalucia, Angelo Zava-glio / Area Affari Generali, Settore gare e Appalti

Assistenza all’organizzazioneSerena Cominelli

Identità visiva e progetto grafico Stefano Mandato

Comunicazione localeUfficio Stampa Comune di Brescia Urban Center Comune di Brescia

Sezioni a cura di Italia 1945-1990Anna Magrin

Dall’Italia all’EuropaJacopo Galli, Anna Magrin

La città storica nei paesi extraeuropeiFilippo De Domincis, Cecilia Fumagalli, Anna-Paola Pola

Fotografie e filmMaddalena D’Alfonso

Micro-trasformazioniPaolo Mestriner con Salvatore Carbone, Stefano Di Corato, Erika Frosi, Nicolò Galeazzi, Maria Pia Gervasi, Sara Omassi

Le città di Leonardo BenevoloBenno Albrecht

ProssemicaBenno Albrecht, Stefano Mandato, Anna-Paola Pola, Gianpiero Ribolla con Elisa Basso, Andrea Borgato, Matteo Brighenti, Raf-faele Camputaro, Alberto Cosaro, Matteo Dainese, Alberto Degani, Martina Favaretto, Nicolò Golin, Giovanni Magri, Clara Mesaglio, Ermanno Rizzo

Investire nel centro storico: l’Univer-sità degli Studi di BresciaMichele Pezzagno, Marco Rosini Serrati, Fabiana Steele, BerendStrijland, Monica Velasco

UrbicidiUmberto Saraceni / Realizzazio-ne ed Editing video con Benno Albrecht, Anna Paola Pola

Installazione artistica Rinaldo Turati

Allestimento a Palazzo Martinengo Benno Albrecht, Rinaldo Turati, Enrico Guastaroba

Allestimento Crocera di San Luca Benno Albrecht, Paolo Mestriner

Autori e Curatori Benno Albrecht Antonino Antequera Dora Arízaga Guzmán Gastone Ave Sarah Baker Massimo Balsimelli Francesco Bandarin Alessandro Benevolo Luigi Benevolo Viola Bertini Ruben Abel Bianchi Bertrando Bonfantini Patrizia Bonifazio Pa-olo Ceccarelli Pier Luigi Cervellati Davide Cutolo Giuseppe D’Acunto Roberto D’Agostino Maddalena D’Alfonso Silvia Dalzero Nicla Dattomo Filippo De Dominicis Adalberto Del Bo Felipe Delmont Michele Di Marco Jørgen Eske-mose Andersen Nasrine Faghih Paola Favaro Joao Flores Giulia Fini Marika Fior Enrico Fontanari Enrico Formato Robert Freestone Cecilia Fumagalli Donald Insall Patrizia Gabellini Bruno Gabrielli Jacopo Galli Francesco Gastaldi Vittorio Gregotti Pilar Maria Guerrieri Mehdi Kowsar Jorge Lobos Giampiero Lombardini, Pietro Macchi Cassia Anna Magrin Michela Maguolo Alessandra Ma-rin Alvise Marzollo Laura Mascino Paolo Mestriner Ludovico Micara Johan Mottelson Etra Occhialini Federico Oliva Sergio Pecorelli Paola Pellegrini John Pendelbury

Stefano Perego, Daniele Pini, Elena Pivato Giovanni Plizzari Francisco Pol Méndez Anna Paola Pola Marco Philipsen Prahm Caterina Pregazzi Cristina Renzoni Paola Ricco Chiara Rostagno Francesco Siravo Stefano Storchi Bertrand Terlinden Maurizio Tira Laura Travaglini Gian Paolo Treccani Hanne Windsholt

Fornitura stampanti 3D Sharebot

Modellazione digitale e stampa 3DGiuseppe D’Acunto con Luisa Vittadello Alessio Bortot, Marco Bombene con Filippo Andreoli, Massimilia-no Arretino, Francesco Barisan, Andrea Cabianca, Greta Cattelan, Francesco Ceola, Margherita Cisamolo, Alberto Colleoni, Mattia Da Riol, Daniela Da Ronch, Martina Federici, Micol Galeotti, Barbara Ghirelli, Andrea Guar-digli, Gianmarco Ippino, Diego Lucatello, Lubna Matar, Lavinia Muraro, Martina Nadalini, Fabio Oselladore, Francesca Pellegrinel-li, Riccardo Pellizzari, Tommaso Petrosino, Giulia Piacenti, Jonatan Pizzini, Andrea Schiavinato, Edoardo Solito, Simone Tormen, Claudio Triassi, Elisa Vendemini,Rossella Villani, Martina Vio, Luca Zanette, Bartolomeo Zanotti

La mostra è stata realizzata con il sostegno e la parteci-pazione di Fondazione ASM gruppo a2a Ordine degli Architetti, Pianifica-tori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Brescia Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brescia Ordine Avvocati BresciaANCE Brescia-Collegio dei Co-struttori edili Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di Brescia.

con la collaborazione dei soci volontari del TOURING Club Italiano

e con il patrocinio del F.A.I. Fondo Ambiente Italiano

Assicurazioni Mansutti Spa Art Broker

Partner istituzionale

Partner tecnico

Catalogo

A cura diBenno Albrecht, Anna Magrin

Progetto graficoStefano Mandato

RedazioneSilvia De LaudeTeodora Ott

ImpaginazioneJacopo Galli

Stampa

A cura diGuaraldi Srl

PressoCentro Stampa Digitalprint Riminisettembre 2015

ISBN 978-88-6927-193-9

La Mostra è frutto della collaborazione tra

Con il contributo di

Si ringraziano vivamenteper la collaborazione Leonardo Benevolo, Archivio Progetti IUAV il presidente Serena Maffioletti e il responsabile Riccardo Domenichini, Marco Fasser (Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici - Brescia, Cremona e Mantova), Impresa edile Rudy Gallia Andrea Guardigli, Umberto Ferro (Laboratorio Fotografico IUAV), Gabriele Corsani, Paola Viganò, Roberto Bobbio, Matthias Ripp, archivio digitale RAPu, Stavanger kommune, Kultur og byutvikling, Stadt Regensburg, Amt für Stadtentwicklung, Katja Lemper, Carmine Piscopo (Assessore all’Urbanistica Edilizia e Beni Comuni del Comune di Napoli), Direzione Pianificazione e Gestio-ne del Territorio – Sito, UNESCO del Comune di Napoli, Francesco Ceci, Giuseppe Panico, Francesca Pignataro, Elio Caldarazzo, Donald Insall Associates Francesco Giaco-bone (Ministero delle Infrastrut-ture e dei Trasporti) e Archivio DiCoTer, Katja Marasovic, Jose Vicente Pérez Palomar (Ayunta-miento de Alcalá de Henares), Ana Rosa Cànovas, Bruno Dolcetta Chiara Manaresi, Settore Piani e Progetti Urbanistici del Comune di Bologna, Francesco Evangelisti, Comune di Siena - Ufficio Servizio Urbanistica del Comune, Rolando Valentini, Simone Ricca, François Cristofoli, Cristina Pallini, Alberto Gadola, Claudia Cominelli, Studio Glass architettura urbanistica (Archivio Giorgio Lombardi), Fondazione Adriano Olivetti per aver concesso la consultazione e l’uso dei materiali provenienti dal Fondo Ludovico Quaroni conservati presso l’Associazione Archivio Storico Olivetti a Ivrea. SIAF/Cité de l’architecture et du patrimoine / Archives d’architec-ture du XXe siècle

In particolare si ringraziano per il loro contributo Patrizia GabelliniPier Luigi CervellatiFrancesco BandarinEnrico Fontanari

1. ESPORTARE IL CENTRO STORICO

Esportare il Centro Storico ( 20 ) — Benno Albrecht

La conservazione della città è un problema urbanistico ( 26 ) — Anna Magrin

Appunti per un’analisi del contributo italiano alla conservazione del patrimonio urbano ( 32 ) — Francesco Bandarin

La città storica nel mondo globale ( 42 ) — Pier Luigi Cervellati

Una cultura per il futuro della città ( 50 ) — Patrizia Gabellini

Un breve excursus sui temi e problemi dei centri storici ( 56 ) — Bruno Gabrielli

Demolire l’idea di periferia ( 64 ) — Vittorio Gregotti

Quale futuro per il nostro passato? I centri storici tedeschi prima e dopo l’Anno Europeo del Patrimonio Architettonico

( 70 ) — Davide Cutolo

La salvaguardia dei centri storici in America Latina: un paradigma italiano ( 76 ) — Enrico Fontanari

Reconciling History with Modernity: 1940’s Plans for Durham and Warwick ( 86 ) — John Pendlebury

La cultura, las politicas y los procesos de recuperacion de los centros historicos en España, de los promeros 80 del XX a hoy ( 100 ) — Francisco Pol Méndez

Il sincretismo tecnico dei piani di ricostruzione ( 116 ) — Bertrando Bonfantini

Una questione di scala e di pubblico.La dimensione territoriale della tutela nella programmazione nazionale degli anni Sessanta ( 128 ) — Cristina Renzoni

La storia alimenta la storia ( 134 ) — Benno Albrecht

2. ITALIA 1945-1990

Italia 1945-1995. Il progetto urbanistico della città storica ( 146 ) — Anna Magrin

BERGAMO 1926-1960 Il piano di Luigi Angelini per Bergamo Alta:

snodo per il progetto dei centri storici

( 162 ) — Bertrando Bonfantini

ROMA 1954-1962 Il nuovo volto della città e la ‘battaglia

per il piano’

( 169 ) — Anna Magrin

ASSISI 1955-1966 La pratica scientifica ad Assisi

( 174 ) — Paola Pellegrini

URBINO 1958-1964 Fra struttura e forma. Una esperienza del tutto

eccezionale per Urbino

( 177 ) — Paola Pellegrini

FIRENZE 1951-1962 Una idea di futuro per Firenze. Il piano regolatore

del 1962 e l’impegno di Edoardo Detti per la città

( 181 ) — Paola Ricco

Indice

Presentazioni ( 13 ) — Claudio De Albertis, Alberto Ferlenga

( 16 ) — Michela Tiboni, Laura Castelletti

UMBRIA 1952-1972 Giovanni Astengo in Umbria

( 186 ) — Michela Maguolo, Alessandra Marin

BOLOGNA 1960-1973 La forma della città pubblica

( 193 ) — Anna Magrin

RIMINI 1968-1975 La città come esperienza educativa

( 198 ) — Alvise Marzollo

NAPOLI 1970-2015 Dal diradamento alla conservazione

( 203 ) — Enrico Formato, Laura Travaglini

TOSCANA 1972-1980 La sperimentazione per il recupero dei centri

storici in Toscana

( 205 ) — Massimo Balsimelli

ANCONA 1972-1980 Un progetto di città: ricostruzione e recupero del

centro storico dopo il terremoto

( 208 ) — Laura Mascino

BRESCIA 1972-1980 Il Piano per il centro storico di Brescia

( 211 ) — Alessandro Benevolo

PAVIA 1976-1977 Il centro storico nel PRG del 1976

( 214 ) — Federico Oliva, Marika Fior

MELZO 1977-1980 Innovazione e modernità. Il Piano per il centro

storico di Melzo

( 217 ) — Pietro Macchi Cassia

SIENA 1986-1990 L’esperienza del P.R.G. di Siena

( 219 ) — Giampiero Lombardini

TORINO 1987-1995 Un palinsesto per la modificazione

( 225 ) — Anna Magrin, Anna Paola Pola

PALERMO 1988-2000 Piano Particolareggiato Esecutivo del centro

storico di Palermo

( 232 ) — Luigi Benevolo

GENOVA 1992-2007 Politiche e interventi per il centro storico

( 238 ) — Francesco Gastaldi

VENEZIA 1993-1996 Il Piano della Città Antica

( 241 ) — Roberto D’Agostino

PRATO 1993-1996 Un progetto per Prato

( 245 ) — Paola Viganò

BRESCIA 1996-1998 Il Piano Regolatore Bernardo Secchi

( 251 ) — Elena Pivato

3. DALL’ITALIA ALL’EUROPA

Conservare l’Europa.Verso una politica continentale per il patrimonio culturale ( 258 ) — Jacopo Galli, Anna Magrin

STAVANGER 1956-1974 Stavanger Preservation Plan

( 268 ) — Hanne Windsolt

CHESTER 1966-1969 La conservazione come civic surgery

( 268 ) — Jacopo Galli

PORTO 1969-1974 The 1969 Barredo’s Urban Renewal Study

( 273 ) — Joaquim Moura Flores

REGENSBURG 1971-2001 Il risanamento del centro storico

( 276 ) — Davide Cutolo

BERLIN 1975-1987 Berlino città senza centro?

( 277 ) — Davide Cutolo

ALCALÁ DE HENARES 1985-2000 El Planeamiento del Recinto Histórico

( 279 ) — Francisco Pol Méndez

CÁCERES 1985-2011 La conformacion y evolucion de la ciudad

histórica

( 282 ) — Antonino Antequera, Francisco Pol

Méndez

GIJÓN 1986-1999 Planes Especiales y operaciones estructurantes

( 286 ) — Francisco Pol Méndez

LISBONA 1989-2000 Il Chiado, Lisbona, 1989-2000

( 291 ) — Maddalena D’Alfonso

ANTWERPEN 2002-2008 Un programma di Renovatio Urbis

( 295 ) — Giulia Fini, Nicla Dattomo

4. LA CITTÀ STORICA NEI PAESI EXTRAEUROPEI

L’America Latina, dal restauro urbano alla tutela integrata della città storica ( 302 ) — Anna Paola Pola

Importare il centro storico. Quale patrimonio per le città del mondo islamico? ( 312 ) —Filippo De Dominicis, Cecilia Fumagalli

La tutela della città storica nei paesi extra europei, l’esempio dell’Iran ( 324 ) — Anna Paola Pola

MAPUTO 1947-1952 Piano Urbanistico di Lourenço Marques

( 332 ) —Jorge Lobos, Michele Di Marco,

Jørgen Eskemose Andersen, Johan

Mottels, Marco Philipsen Prahm

TUNIS 1960-1969 L’esperienza del piano della Grande Tunisi dello

Studio De Carlo-Quaroni. Scale e ruoli. Prime riflessioni.

( 333 ) —Patrizia Bonifazio

BURSA 1956-1968 The Work of Luigi Piccinato in Islamic Countries

1925-1981 and the Plan of Bursa, Turkey, 1959

( 338 ) — Ruben Abel Bianchi

DAMASCO 1966-1968 Il Piano direttore di Damasco

( 342 ) — Bertrand Terlinden

SYDNEY 1967-1971 The 1971 City of Sydney Strategic Plan

( 347 ) — Robert Freestone,

Paola Favaro, Sarah Baker

YAZD 1973-1977 A Master Plan for Yazd

( 351 ) — Mehdi Kowsar

YAZD 1973-1977 The Rehabilitation Proposal for Seied

Golesorkh Street

( 356 ) — Ludovico Micara

ISFAHAN 1974-1978 Master Plan of Isfahan

( 357 ) — Nasrine Faghih

CIUDAD DE MÉXICO 1976-1982 Piano generale di sviluppo del

Distretto Federale

( 357 ) — Caterina Pregazzi, Rogelio Sevilla

Meijueiro

CUSCO 1978-1980 Studio per il Piano del Centro Storico di Cusco

( 360 ) — Enrico Fontanari

LAMU 1980-1982 Il recupero dell’edilizia storica nei paesi in via di

sviluppo: il caso di Lamu

( 366 ) — Francesco Siravo

BAGHDAD 1982-1984 Rusafa Study. Conservazione e riqualificazione

urbana nel centro storico di Baghdad

( 371 ) — Anna Paola Pola

FES 1985-1986 La medina di Fes e gli interventi sull’Oued Boukhrareb

( 375 ) —Cecilia Fumagalli

CARTAGENA DE INDIAS 1989-1992 Il piano per Cartagena de Indias: un modello

nazionale

( 379 ) —Enrico Fontanari

QUITO 1989-1995 Proceso de intervención en el centro

histórico de Quito

( 382 ) —Dora Arízaga Guzmán

ZANZIBAR 1992-1994 A Plan for the Historic Stone Town

( 386 ) — Francesco Siravo

LA HABANA 1993-1995 Una città dinamica in una società in evoluzione

( 391 ) — Stefano Storchi

PRAIA 1997-1999 Fragilità e conservazione. Piano Particolareggiato

per il “Plateau” di Praia a Cabo Verde

( 394 ) — Enrico Fontanari

DELHI 2001-2007 L’antica città di Shahjahanabad e

l’importazione delle idee di tutela del centro storico

( 396 ) — Pilar Maria Guerrieri

MONTEVIDEO 2002-2004 Il Piano strategico per la rivitalizzazione del

centro storico di Montevideo

( 401 ) — Paolo Ceccarelli, Gastone Ave,

Federico Bervejillo

LUANG PRABANG 2002-2010 The City of Short Paths

The City Without the Power

( 403 ) — Felipe Delmont

SANA’A 2003-2006 Sana’a, uno strumento di conservazione urbana

( 407 ) — Viola Bertini

TIANJIN 2004-2005 II progetto urbanistico

( 412 ) — Roberto D’Agostino

MULTAN 2004-2006 Sustainable Social, Economic and

Environmental Revitalization in Multan city

( 413 ) — Adalberto Del Bo

JERICHO 2010-2014 Piano regolatore di Gerico

( 418 ) — Paolo Ceccarelli, Etra Occhialini

CAIRO 2010-2014 Il Progetto UNESCO per la Rigenerazione

Urbana del Cairo Storico

( 420 ) — Daniele Pini

JEDDAH 2012-2014 La città storica di Gedda, la candidatura e

l’iscrizione UNESCO. Questioni di conservazione e

riuso

( 424 ) — Filippo De Dominicis

5. APPARATI

INVESTIRE NEL CENTRO STORICO

Investire nel centro storico: l’Università degli Studi di Brescia ( 430 ) — Sergio Pecorelli

ll ruolo dei saperi nel recupero del patrimonio edilizio e della città storica ( 438 ) — Giovanni Plizzari, Maurizio Tira

Gian Paolo Treccani

MICRO-TRASFORMAZIONI

Micro-trasformazioni ( 442 ) — Paolo Mestriner

DIGITAL LANDSCAPE

Landscape Digital Model. Sistemi innovativi per la rappresentazione del paesaggio e della città

( 452 ) — Giuseppe D’Acunto

URBICIDI

Città alla deriva ( 458 ) — Silvia Dalzero

Urbicidi ( 464 ) — Benno Albrecht, Anna Paola Pola

· La città storica nei paesi extraeuropei ·· ESPORTARE IL CENTRO STORICO ·

( 401 )( 400 )

1. Delhi Development Authority, Masterplan for Delhi – 2021, Delhi Development Authority, New Delhi 2007[1a ed.], 2010 [2a ed.] pp. 106-107.2. Town Planning Organization, Interim General Plan for Greater Delhi, Ministry of Health Government of India, New Delhi 1956, p. 4. 3. Il libro di Praduman K. Sharma, Mughal Architecture of Delhi. A Study of Mosques and Tombs (1556-1627 A.D.), parla di sette città di cui la prima è chiamata Lal Kot e risale al 1024 AD, la seconda Siri del 1303 AD, la terza Tughlaqabad del 1321 AD, la quarta Jahanpanah del 1327 AD, la quinta Kotla Ferozshah del 1354 AD, la sesta Dinpanah del 1533 AD, la settima Shahjaha-nabad del 1631 AD.4. Shahjahanabad, in A. P. Bhatnagar, Delhi And Its Fort Palace. A Historical Preview, Shubhi Publications, Delhi 2003, pp. 56-61, 74-185; H. Khatoon Naqvi, Shahajahanabad. The Mughal Delhi 1638-1803. An Introduction, in Delhi through the Ages. Selected Essays in Urban History, Culture and Society, Robert E. Frykenberg (a cura di), in The Delhi Omnibus, Oxford University Press, Oxford-New York 2002, pp. 57-105; S. P. Blake, Shahjahanabad. The Sovereign City in Mughal India 1639-1739, Cambridge University Press, New York-Melbourne 1991; Shahjahanabad, in G. Ridsley Hearn, The Seven Cities of Delhi, S.B.W. Publishers, New Delhi 1986, pp. 134-172; The City of Cities (introduzione) in H. K. Kaul, Historic Delhi. An Anthology, Oxford University Press, Delhi 1985, pp. xxvxxvi (vedi anche Shahjahanabad, pp. 41-47); The City of Modern Delhi or Shahja-hanabad in H. C. Fanshawe, Delhi Past and Present, Vintage Books, Gurgaon 1991 [1a ed. 1902]. Quest’ultimo libro è una guida con una breve storia della città.5. Old Delhi or Shahjahanabad is – like its colonial expansion and as its name indicates – a planned city. Founded and created by the Mughal emperor Shahjahan (1628-1658), it was intended to serve as a capital City, in E. Ehlers, Th. Krafft, Shahjahanabad/Old Delhi. Tradition and Colonial Change, Steiner, Stuttgart 1993, [1a ed.], Manohar, New Delhi 2003, p. 15.6. The plan of Shahjahanabad therefore clearly shows both Hindu and Persian Sufi influences, in “Nomination Dossier”, maggio 2013, testo inedito scritto per INTACH (Indian National Trust for Art and Cutural Heritage), Delhi Chapter, 2013, p. 20.7. Delhi Development Authority, Masterplan for Delhi – 2021, Delhi Development Authority, New Delhi 20071, 20102.

MONTEVIDEO 2002-2004IL PIANO STRATEGICO PER LA RIVITALIZZAZIONE DEL CENTRO STORICO DI MONTEVIDEOPaolo Ceccarelli, Gastone Ave, Federico Bervejillo—Oggetto del Piano. Il Piano strategico per la rivitalizzazione del centro storico di Montevideo ha per oggetto le zone urbane identificate come “Ciudad Vieja” e “Centro”. Sono le due zone più antiche della capitale dell’Uruguay. La prima zona, la La Ciudad Vieja, o Città Vecchia, corri-sponde all’insediamento coloniale, che una volta era delimitato dalle mura settecentesche, oggi scomparse. Resta a testimonianza la porta di ingresso che sorge tra la Città vecchia e la Plaza Independencia. Sul lato opposto della piazza è

sorta, a partire dal 1836, la “Ciudad Nueva”, oggi detta “Centro”, come espansione extra-moenia lungo l’asse viario della attuale Avenida 18 de Julio. La zona ha assunto a partire dagli anni Cin-quanta del secolo scorso l’immagine dello strip commerciale della Montevideo moderna.

Nel 2001 l’Istituto Italiano per l’America Latina (IILA), nel quadro della cooperazione tra Ita-lia e Uruguay, avanza una proposta per uno studio di prefattibilità per il Distretto Culturale (Distrito Cultural) di Montevideo, che è una parte della Città Vecchia. Viene concordato anche lo stage di formazione dell’architetto Federico Bervejillo, consulente incaricato dal Comune di Montevideo, presso l’Università di Ferrara (Unife). Lo stage si svolge sotto la direzione di Paolo Ceccarelli e di Gastone Ave nel febbraio-marzo 2002 e si conclu-de con la proposta di abbandonare l’idea di uno studio di prefattibilità, attuando al suo posto lo studio di un piano strategico basato sul coinvol-gimento delle istituzioni locali, in primo luogo la Municipalità di Montevideo e la Segreteria della Presidenza della Repubblica dell’Uruguay. Si ab-bandona subito l’idea di uno studio di prefattibili-tà per il solo Distrito Cultural perché a quella scala non era possibile affrontare con probabilità di suc-cesso nessuno dei problemi urbani inizialmente identificati. I tre autori del Piano (Paolo Ceccarelli, Gastone Ave e Federico Bervejillo) propongono quindi di elaborare un piano strategico urbano per la rigenerazione di tutta l’area denominata “Centro storico” di Montevideo.

Metodologia del Piano. Oggetto dell’accordo di cooperazione non è un piano limitato agli aspetti urbanistici, ma un piano strategico di indirizzo comprendente, oltre a quelli urbanistici, anche i temi più rilevanti sotto il profilo economico, so-ciale e culturale dell’area. Il Piano prevede come soggetto attuatore un “Forum dello Sviluppo“, rappresentativo dei principali portatori di interessi pubblici e privati del centro storico, secondo la me-todologia della pianificazione strategica urbana di tipo partecipato e condiviso, metodo che all’epoca era già stato sperimentato in Italia con successo nel Piano strategico Torino Internazionale (appro-vato nel febbraio del 2000), ed anche in altre città, tra cui Genova, Trento e Perugia. La proposta del Piano strategico viene approvata da IILA, Intenden-cia Municipal de Montevideo (IMM) e Secretaria de la Presidencia de la República dell’Uruguay, che vede nel degrado del centro storico un danno dell’imma-gine nazionale, non risolto da numerosi precedenti progetti limitati agli aspetti edilizi e urbanistici. La preparazione del Piano. Il Piano è stato prepa-rato in 5 fasi che si sono succedute dal febbraio 2002 al luglio 2004. La Fase 1 analizza i punti di forza e di debolezza delle varie iniziative avviate

Ave
Evidenziato

· La città storica nei paesi extraeuropei ·· ESPORTARE IL CENTRO STORICO ·

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in precedenza per rivitalizzare il centro storico, senza risultati apparenti. Viene svolto un lavoro comparativo insieme alla Unidad de Gestion de la Presidencia de la Repùblica e alla IMM che aveva promosso nel 2001 uno studio denominato Plan Especial de la Ciudad Vieja. Si sono analizzati i programmi in essere tra IMM e i Ministeri delle abitazioni e del territorio (MVOTMA, BHA) volti a riportare nuove quote di residenziale nella Città Vecchia, e gli accordi tra IMM e Ministeri del Turi-smo e dell’Interno per il controllo della criminalità nell’area come precondizione per l’incremento dei flussi turistici. L’insieme di queste azioni comportava un incremento della spesa pubblica insostenibile e probabilmente anche inefficace. Nella Fase 2 si apre il Forum dello Sviluppo a cui partecipano i maggiori portatori di interessi eco-nomici, sociali e culturali dell’area, sia di carattere istituzionale pubblico sia di carattere collettivo privato. Il Forum conduce una analisi comparativa dei problemi del centro storico, giungendo a una sintesi con il supporto di un comitato scientifico costituitosi nel frattempo. Le analisi svolte nel 2002 portano a ripensare il sistema del traffico locale pubblico e privato e ad avviare una serie di azioni pilota di tipo pubblico-privato per rivitaliz-zare la Città Vecchia sotto il profilo economico, sociale ed edilizio.

La Fase 3 ha visto i principali soggetti pubblici e privati interessati avviare una serie di incontri di lavoro su temi specifici (ad es. il commercio, il turismo croceristico, il distretto bancario ecc.). I due autori del Piano insie-me al comitato scientifico hanno stilato una prima bozza del Piano strategico da sottoporre all’esame del Forum.La Fase 4 è stata dedicata alla convocazione del Forum dello Sviluppo in sessione plenaria e alla selezione di obiettivi e progetti, materiali e immateriali, sia per la Città Vecchia sia per il Centro, in una ottica di sviluppo integrato tra le due aree che costituiscono il centro storico di Montevideo. La Fase 5 ha visto la firma, nel dicembre 2002, del Patto per lo sviluppo del centro storico di Montevideo. Il documento (Acuerdo Estratégico) è sottoscritto da IMM, Secretaria de la Presidencia de la Repùbli-ca, i rappresentanti del Club Montevideo (una influente associazione culturale privata con sede nella Città Vecchia), l’associazione degli alber-gatori e altri gruppi di interesse pubblici e privati rappresentati nel Forum. Nel corso del 2003 tale organismo cerca di attuare le azioni previste, tra cui modifiche alla viabilità e realizzazione di percorsi pedonali a partire dall’asse che va dal Mercado del Puerto a Plaza Independencia fino al primo tratto della Avenida 18 de Julio passando da Plaza Matriz, e inoltre la riqualificazione delle architetture italiane presenti nella Città Vecchia,

compresi le testimonianze della vita di Garibaldi in Uruguay. Collegata alla Fase 5 è stata l’attività di monitoraggio svolta nel 2003. L’aggiornamen-to del Piano è stata svolto nel 2004. Nel luglio di quell’anno si è tenuta l’assemblea finale del Fo-rum dello Sviluppo in cui si registra l’approvazio-ne di nuove azioni puntuali per la riqualificazione del Mercado del Puerto e delle vie adiacenti, per valorizzare i flussi turistici internazionali originati dalle navi da crociera che attraccano nell’adia-cente porto commerciale.

I contenuti di analisi e le proposte del Piano. Il Piano propone di attuare i seguenti 10 progetti dal forte impatto urbano e dai costi minimi in termini di risorse economiche di tipo pubblico. Il lavoro svolto con la metodologia di coinvolgi-mento pubblico e privato ha identificato il traffico come il problema da risolvere in modo prioritario, pena la vanificazione di ogni altro progetto di rigenerazione urbana:

Linea strategica n. 1: Riorganizzazione e riqua-lificazione del traffico. Le strette vie della Città Vecchia erano attraversate in modo incessante da vecchi autobus diretti al capolinea urbano posto su uno spiazzo al margine estremo della Città Vecchia. Per questo, molte vie della Città Vecchia e del Centro (es. Perez Castellanos; 25 de Mayo; prima parte di Avenida 18 de Julio tra Plaza Independencia e Plaza del Entrevero) pur ricche di beni storici e culturali erano tutto tranne che una possibile meta turistica. Ma non erano neppure un ambiente salubre per attirare residenti con famiglie al seguito. Sono state individuati interventi per modificare il piano del traffico che interessa ambedue le aree che compongono il centro storico di Montevideo. Ecco di seguito i principali interventi previsti:Progetto 1.1 Riorganizzazione, riqualificazione e istituzione di itinerari pedonali nella Città Vecchia;Progetto 1.2 Pedonalizzazione della Avenida 18 de Julio e della Plaza Independencia;Progetto 1.3 Linea di tramvia nella Città vecchia e la Avenida 18 de Julio;Progetto 1.4 Miglioramento della connessione tra l’area di sbarco dei passeggeri delle navi da crociera e l’area pedonale del Mercado del Puerto, inizio del principale percorso pedonale culturale e turistico tra la Città vecchia e la zona del Centro passando attraverso Plaza Matriz e Plaza Indepen-dencia.Linea strategica n. 2: Riqualificazione urbana e istituzione di itinerari pedonali nella Città vecchia e nel Centro. Il successo della linea strategica n.1 dipendeva dalla sinergia con la quale erano portate a compimento decisioni in capo a enti pubblici diversi, ognuno dei quali geloso delle sue prerogati-ve. Il secondo obiettivo strategico mira a coordinare

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l’azione di soggetti privati con un disegno pubblico di rivitalizzazione di un’area di una scala urbana. In questa linea strategica sono pertanto confluite quelle iniziative che hanno come focus la valo-rizzazione e in alcuni casi il restauro di un ricco patrimonio artistico, culturale e edilizio, che va da abitazioni private a monumenti, edifici e spazi pubblici, fino al Teatro Solis, luogo carico di storia italiana per aver visto i grandi nomi della lirica e del teatro italiani nel Novecento e che già era stato og-getto di restauro da parte di uno specifico progetto di intervento sostenuto dalla Cooperazione italiana. Gli interventi principali erano i seguenti:Progetto 2.1 Restauro e rifunzionalizzazione degli edifici pubblici e privati e dei luoghi pubblici;Progetto 2.2 Identificazione di edifici progettati e costruiti da italiani e loro valorizzazione con inter-venti di restauro, manutenzione e tutela;Progetto 2.3 Riqualificazione e valorizzazione delle testimonianze del periodo garibaldino.

Linea strategica n. 3: Rilancio e sostegno conti-nuo delle attività economiche esistenti nella Città Vecchia e nel Centro, stimolo all’apertura di nuove attività. Per il rilancio economico dell’area si è puntato sulla riconversione di edifici abbandonati o sottoutilizzati, spesso di proprietà pubblica, per nuove iniziative imprenditoriali in campi tra loro complementari, quali la ristorazione, la produzione artistica e l’artigianato, con il coinvolgimento di giovani universitari ma non solo.

Le iniziative previste sono le seguenti:Progetto 3.1 Nuova imprenditorialità nel campo della ristorazione e catering, del commercio e dell’artigianatoProgetto 3.2 Forme di cooperazione aziendale ed economica per la istituzione di attività di impresa nel campo dell’artigianato artistico, della musica, della pittura e del teatro.

L’attuazione del Piano. La Cooperazione italiana ha sostenuto il Piano d’intesa con le istituzioni locali di Montevideo e con la Segreteria della Presiden-za della Repubblica dell’Uruguay perché erano evidenti le numerose opportunità di interazione che il Piano poteva offrire. Tali opportunità, nella fase attuativa, forse non sono state colte appieno per un insieme di fattori, non ultimo il venir meno di risorse minime iniziali per far partire la riqua-lificazione dell’area del Mercado del Puerto, vero progetto pilota insieme al nuovo piano del traffico, per dare nuova vita al centro di Montevideo. Tale opportunità è stata colta dalle cooperazioni di altri paesi europei, che non a caso si sono concentrate sull’area che il Piano aveva ben individuato come la più strategica per fare partire la rivitalizzazione della Ciudad Vieja e del Centro di Montevideo.

LUANG PRABANG 2002-2010THE CITY OF SHORT PATHSTHE CITY WITHOUT THE POWERFelipe Delmont—Once upon a time there was a Prince… Fa Ngum, who upon being exiled from the Khmer empire settled to the north of Laos, in the middle of rugged highlands, the wild and mountainous terrain of Zomia 1., a land with no ruler. There, he founded Lan Xang Hom Khao, the kingdom of “The Million Elephants under the White Umbrel-la”. The million elephants, an animal difficult to subdue, symbolizes the indomitable and seclu-ded people living in those inaccessible lands of freedom. While the white umbrella is, let’s say, a symbol of cover, a small and desolate place in the middle of two great rivers, Luang Prabang. It was there where the prince, who refused to be governed, reigned through the close ties he made with many of the local chiefs. The prince could not govern any other way, lacking the flat lands for rice paddies with which to accumulate wealth and feed an army. Luckily, his free and tolerant spirit gained the respect of his neighbors in Zomia who adopted him as a worthy represen-tative of their independence and freedom.

His Palace in Luang Prabang belonged to everyone, and no one. A place, where two rivers converged and people who exchanged products and ideas, who shared their customs, mixed like water. Under the name of the White Umbrella, the place where villages crowd con-verted into neighborhoods: the city of everybody, the city of the Short Paths. A fragile umbrella that would never become a symbol of conquest, exploitation, domination, or even development.

As time went by, engrossed with po-wer, the prince decided to move to more docile and productive lands, the plains of Vientiane, today capital of Laos. The rice paddies of the Lao Lum people gave him the power to temporarily sustain an army that would soon dominate the vulnerable villages, located downstream of the Mekong at the foot of the plateau. The Million Elephants ceased to be crowned by the White Umbrella, a sweet symbol of refuge and comfort. An ambitious and armed despot perched atop the elephants under the umbrella, now symbo-lized his growing thirst for power. This new symbol no longer represented an organic city, sustaining a myriad of homelands and its people, but a pretentious capital that, while obedient and submissive, was built to exploit the resources of a country that was no longer attached to the landscape.

▶ Rinaldo Turati, Mappa verticale, foglia d’oro e smalto su tavola, 40x750 cm, Palazzo Martinengo delle Palle, Brescia, 2015 opera realizzata in occa-sione della mostra Esportare il Centro Storico, foto di Elena Pivato.

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▶ Rinaldo Turati, Mappa verticale, foglia d’oro e smalto su tavola, 40x750 cm, Palazzo Martinengo delle Palle, Brescia, 2015 opera realizzata in occa-sione della mostra Esportare il Centro Storico, foto di Elena Pivato.

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