Recuperare l'acqua piovana per la casa e il giardino

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per la casa e il giardino Recuperare l’acqua piovana Karl Heinz Böse

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Manuale pratico, ricco di foto a colori, per recuperare l'acqua piovana per la casa e il giardino imparando a risparmiare acqua e denaro.

Transcript of Recuperare l'acqua piovana per la casa e il giardino

per la casa e il giardino

Recuperarel’acqua piovana

Karl Heinz Böse

Recuperarel’acqua piovana

per la casa e il giardino

Karl Heinz Böse

Terra Nuova Edizioni

Direzione editoriale: Mimmo Tringale e Cristina Michieli

Curatore editoriale: Enrica Capussotti

Titolo originario: Regenwasser für Garten und Haus

Editore: ökobuch Verlag GmbH, Staufen bei Freiburg/Breisgau

Traduzione: Ricke Merighi

Editing: Giulia Poggiali

Impaginazione: Giulia Raineri

Copertina: Andrea Calvetti

©2012, Editrice Aam Terra Nuova, via Ponte di Mezzo, 1

50127 Firenze tel 055 3215729 - fax 055 3215793

[email protected] - www.terranuovaedizioni.it

I edizione ottobre 2012

Collana: Bioedilizia

ISBN: 978-88-6681-001-8

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta

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IndiceIntroduzione 4

Prefazione all'edizione italiana 5

Sette ragioni per installare un impianto di recupero dell’acqua piovana 7

Tutti possiamo usare l’acqua piovana 13

Il principio 15

Quanta acqua potabile abbiamo a disposizione? 20

Di quanta acqua abbiamo bisogno? 23

L’acqua potabile è di buona qualità? 26

Ci sono rischi per la salute? 29

Impresa o autocostruzione: chi monta l’impianto? 32

Tecnica degli impianti 35

Dimensionamento dell’impianto 37

Calcolo delle dimensioni dell’impianto 40

Protezione della casa dall’umidità 64

Immagazzinare l’acqua piovana 65

A;usso dell’acqua piovana nel serbatoio 79

Pompe 80

Condotto di aspirazione 91

Regolazione della pressione 92

Ricorso all’acqua potabile 93

Due reti di tubature in casa 98

Misurazione del livello di riempimento 100

Pompaggio da serbatoio lontano 102

Tubature per l’acqua piovana 102

Manutenzione dell’impianto 108

Il traboccamento del serbatoio 108

Protezione dal ri<usso 109

Costi di installazione uno sguardo d’insieme 115

La raccolta con il bidone 119

Utilizzo e gestione dell’acqua piovana 127

RECUPERARE L’ACQUA PIOVANA

4

IntroduzioneMentre dieci anni fa chi usava gli impianti di raccolta dell’acqua piovana

veniva deriso come ecologista estremista, oggi molti costruttori e pro-

prietari di case prendono quantomeno in considerazione l’installazione

di un impianto di questo tipo e si stima che ogni anno ne vengano co-

struiti circa 50.000, a conferma che questa pratica è ormai consolidata,

almeno in Germania.

Due sono le ragioni principali di questo sviluppo: da un lato la consape-

volezza che l’acqua potabile sia una risorsa sempre più scarsa cresce nel-

la popolazione in maniera lenta ma continua; dall’altro i privati possono

godere sia dei vantaggi economici legati all’abbattimento dei costi per

le tari%e del consumo di acqua potabile sia di quelli legati agli speci&ci

programmi di incentivi sostenuti dalle amministrazioni locali. In Italia le

agevolazioni &scali per la realizzazione degli impianti di raccolta, recupe-

ro e riutilizzo acqua piovana permettono una detrazione &scale, ad oggi,

del 50%, come stabilito dal decreto legge n. 83 del 2012, il cosiddetto

“Decreto Crescita”, nell’ambito degli interventi riguardanti le ristruttura-

zioni edilizie.

Se un tempo molti costruttori rimanevano perplessi di fronte alla richie-

sta di montare un impianto per il riciclo dell’acqua piovana, e spesso si

ri&utavano di farlo, oggi sono essi stessi a proporlo ai proprietari. In più

i materiali necessari a costruirlo fanno ormai parte della fornitura stan-

dard dei grandi magazzini per l’edilizia e il fai da te, così che chiunque

può scegliere se servirsi di un’impresa o costruire da sé il proprio impian-

to di recupero.

La crescente richiesta ha avuto e%etti anche sui fornitori di installazioni

complete e di singole parti per il montaggio. Oggi ci sono tipologie ben

studiate di impianti e elementi premontati, e il numero dei fornitori in

Germania è aumentato &no a 250: cioè ci sono condizioni ottimali per

chiunque voglia servirsi di un impianto per l’acqua piovana. In Italia non

si arriva a numeri così elevati ma anche nel nostro paese la sensibilità

verso queste tematiche sta creando una domanda crescente.

Questo libro vuole quindi illustrare la grande varietà di soluzioni e ren-

dere comprensibile la tecnica. In tal modo la scelta dell’impianto giusto

per le proprie necessità e la sua costruzione dovrebbero risultare più

semplici, così che sempre più persone possano dare il loro contributo al

risparmio di acqua potabile.

K. H. Böse

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PREFAZIONE

Prefazione all'edizione italiana

Consumiamo troppa acqua, e questo è un dato di fatto. Ne preleviamo

troppa rispetto a quella lasciata alla circolazione naturale, che così peg-

giora di qualità. Il 60% del consumo idrico nazionale riguarda gli impie-

ghi agricoli, il 20% quello civile. L’ineXcienza delle reti di distribuzione

non è la sola causa di prelievi così elevati: i consumi domestici medi nelle

città italiane sono tra i maggiori d’Europa, con valori che spesso supera-

no i 200 litri/abitante/giorno mentre in alcune città europee tendono a

decrescere &no a 100-150 litri. Per fortuna i dati ISTAT registrano, a partire

dal 2008, una riduzione dei volumi erogati all’utenza, segno dell'utilità

delle campagne di sensibilizzazione sui consumi e dell'impiego dei di-

spositivi di risparmio idrico. Per abitudine si continua però ad adoperare

molta acqua potabile per usi che richiedono semplicemente una buona

qualità, come per il risciacquo dei WC (circa 50 litri al giorno per persona),

per irrigare prati e giardini, per lavare strade e pavimenti. E la lavatrice

funzionerebbe molto meglio se si utilizzassero le acque piovane, prive

di calcare.

Nelle nostre città è sempre più evidente il problema della gestione del-

le piogge. Le alluvioni sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno

complesso, dovuto in gran parte, oltre che ai cambiamenti climatici, alla

crescente urbanizzazione e al conseguente cambiamento della risposta

idrologica del territorio. Le gocce d’acqua che cadono si riversano, a cau-

sa delle super&ci impermeabilizzate e della &tta rete di tubature, sui fon-

dovalle, aumentando la pericolosità delle piene dei &umi e diminuendo

l'in&ltrazione nel terreno e la conseguente ricarica delle falde.

Per a%rontare queste problematiche bisognerebbe intervenire sulle mo-

dalità di gestione delle acque di drenaggio, non solo rinnovando le reti

e realizzando grossi invasi, ma anche di%ondendo approcci e tecniche

innovative per la raccolta della pioggia e il recupero delle acque grigie.

Sarebbe necessaria una “rivoluzione culturale” che vedrebbe come pro-

tagonisti non solo gli operatori del Servizio idrico integrato, ma anche

gli amministratori pubblici (che giocano un ruolo chiave sulle scelte e

sulle regole urbanistiche), i progettisti e gli operatori dell’edilizia (per svi-

luppare edi&ci e quartieri “sostenibili” anche nella gestione dell’acqua e

delle piogge) e in fondo tutti noi, consumatori d’acqua. Sono numerose

le soluzioni urbanistiche ed edilizie per ridurre l’impatto ambientale del-

RECUPERARE L’ACQUA PIOVANA

6

le piogge: i “tetti verdi”, le trincee drenanti al posto delle scoline a bordo

strada, i cosiddetti SUDS (sistemi naturali per il drenaggio delle acque

meteoriche mirati al miglioramento della qualità delle acque, all’au-

mento dei volumi in&ltrati nel terreno e dei volumi di laminazione, per-

fettamente inseribili nei parchi e nel tessuto urbanistico ed ecologico).

Il riutilizzo delle acque di pioggia rappresenta uno degli elementi cardi-

ne di un approccio sostenibile alla gestione delle acque. Anche in Italia

si sta registrando un aumento dei prodotti per il recupero delle acque

dei tetti in grado di gestire piccole reti duali interne agli edi&ci e servire

con l’acqua accumulata le cassette di risciacquo, le lavatrici o la rete di

irrigazione. Ma nel nostro paese i costi d'investimento sono ancora alti,

per cui la loro di%usione è lenta e limitata a quelle zone in cui la fornitura

è assente o insuXciente. Tra le cause di questo ritardo vi sono, in Italia,

una tari%a dell’acqua tra le più basse in Europa e l'assenza di deterrenti

al consumo indiscriminato della risorsa, come ad esempio l’introduzione

di un costo maggiore al superamento di una certa soglia di consumo.

La costruzione di edi&ci più eXcienti in termini di ecosostenibilità am-

bientale non dovrebbe esser limitata alla loro eXcienza energetica, ma

anche a come l’acqua viene gestita all’interno di essi. Alcuni regolamenti

edilizi prevedono degli incentivi quando vengono adottate misure atte a

diminuire i consumi energetici e, in minor misura, anche quelli idrici, tra-

mite l’introduzione di sistemi di recupero delle acque meteoriche o tra-

mite il riuso delle acque grigie. In alcune zone recentemente a;itte da

alluvioni ed esondazioni, come ad esempio il Veneto e l'Emilia Romagna,

l'ente regionale ha introdotto il concetto di invarianza idraulica, secon-

do cui la nuova trasformazione urbanistica non deve alterare la risposta

idrologica rispetto alla situazione preesistente.

A più livelli bisognerebbe intervenire per educare e sensibilizzare pro-

gettisti e piani&catori aXnché l’elemento acqua sia collocato al centro

dello sviluppo urbanistico e della ristrutturazione dell’esistente.

In tal senso, anche questo manuale può rappresentare un valido stru-

mento sia per la di%usione di queste nuove modalità gestionali, sia per

fornire elementi teorici e pratici per la progettazione e la realizzazione su

piccola scala di interventi di recupero delle acque meteoriche, un primo

importante tassello per lo sviluppo di nuovi approcci nella gestione so-

stenibile delle acque.

Riccardo Bresciani, Iridra Srl

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Capitolo 2

Tutti possiamo usare l’acqua piovana

Il principio

Come funziona un impianto per l’acqua piovanaUn impianto per l’utilizzo dell’acqua piovana si compone di tre

parti:

tubo di a; usso dell’acqua piovana;

serbatoio di stoccaggio dell’acqua piovana;

pompa, impianto per il ricorso all’acqua potabile e allaccia-

menti domestici.

Per ciascuno dei tre gruppi esistono numerose applicazioni tecni-

che così che è sempre possibile scegliere di impiegare una ditta

che svolga completamente il lavoro oppure di costruire l’impianto

da soli.

La funzione, le tecniche e la costruzione di un impianto di raccolta

dell’acqua piovana verrano descritte dettagliatamente nelle pros-

sime pagine.

Tubo di a! usso dell’acqua piovanaL’acqua viene raccolta dal tetto e & ltrata per eliminare le impurità.

Dal tubo pluviale viene convogliata in un serbatoio il cui sifone del

“troppo pieno” sbocca nella fogna pluviale.

Serbatoio di stoccaggio dell’acqua piovanaPer accumulare l’acqua piovana necessaria al consumo giornalie-

ro serve una cisterna per lo stoccaggio, le cui dimensioni saranno

esattamente de& nite in base alla super& cie del tetto e al consumo

di acqua, dati che permettono una stima precisa. In generale per

una casa unifamiliare saranno necessari da 1 a 3 metri cubi di volume.

RECUPERARE L’ACQUA PIOVANA

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Oggi si trovano in commercio sia serbatoi per esterni da interra-

re sia serbatoi interni – preferibilmente da installare in cantina. In

ogni caso l’acqua dovrebbe essere mantenuta fresca e protetta

dalla luce per evitare la formazione di alghe e la contaminazione

tramite germi. Se possibile è meglio utilizzare un serbatoio interra-

to, ma in edi&ci già esistenti spesso si preferisce installare il serba-

toio in cantina, per evitare grossi lavori di scavo.

Pompa, impianto per il ricorso all’acqua potabile e allacciamenti domesticiPer utilizzare l’acqua piovana raccolta è necessario che una pom-

pa trasporti tramite tubature l’acqua dal serbatoio agli impian-

ti domestici: gabinetto, lavatrice e strumenti di irrigazione del

giardino. Si può scegliere tra diversi tipi di soluzioni. Le più dif-

fuse sono le pompe aspiranti autoadescanti, installate in cantina

(figura 6 pag. 17) o in un pozzetto esterno (figura 5 pag. 17), oltre

alle pompe a immersione che vengono installate dentro al ser-

batoio (figura 4 pag. 17). Alla pompa si affianca un interruttore

che a seconda del bisogno si attiva e disattiva per mantenere

regolare la pressione nei tubi.

Negli allestimenti di alta qualità si trova anche un impianto che

permette il ricorso alla rete idrica in caso di mancanza di acqua

piovana.

(3)Serbatoio da cantina con batteria di taniche in plasti-ca. Attraverso il collegamen-to parallelo di più taniche è possibile aumentare il volu-me di stoccaggio, in propor-zione allo spazio a disposi-zione, quasi illimitatamente.Nell’immagine sono rappre-sentati oltre al tubo di a;us-so dell’acqua piovana, anche il sifone del troppo pieno, il tubo di aspirazione e il gal-leggiante.

Fonte: Werit

Tubo di a;usso dell’acqua piovana

troppo pieno

tubo di aspirazione

galleggiante

TUTTI POSSIAMO USARE L’ACQUA PIOVANA

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Pompa a immersione

Allacciamento elettrico

(4)A sinistra: la soluzione più semplice è l’irrigazione del giardino con una pompa a immersione che pesca diret-tamente dal serbatoio.

(5)A destra: l’acqua può anche essere fornita con una pompa da giardino autoadescante.

Pompa da giardino

Tubo da aspirazione

(6)Schema di una fornitura di acqua piovana per il giardino e la casa: qui è stata installata in cantina una pompa stazio-naria con regolatore auto-matico della pressione che rifornisce di acqua piovana la lavatrice, il WC e il rubinetto esterno.

Fonte: Paradigma

RECUPERARE L’ACQUA PIOVANA

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Stoccare l’acqua sotto terra o in cantina?Tra i criteri necessari per decidere se interrare il serbatoio o installarlo

in cantina ci sono la disponibilità di spazio e le di%erenze di costo.

Vantaggi e svantaggi delle due soluzioni sono illustrati nella tabella 2.

Interrare il serbatoio signi&ca eliminare i rischi di allagamento della

casa e non sprecare spazi interni che si possono utilizzare per altri

scopi. Un serbatoio interrato è consigliabile nel caso di edi&ci di nuo-

va costruzione, quando lo scavo può essere e%ettuato insieme alle

fondamenta riducendone i costi; in questo modo il serbatoio può

essere collocato sotto l’ingresso carraio o sotto un viottolo carrabile

in modo tale che solo la copertura resti visibile. Nonostante i costi

maggiori e la maggiore quantità di lavoro dovuto allo scavo, questa

soluzione è da preferire per un ulteriore motivo: l’acqua stoccata sot-

to terra è protetta dal calore e dalla luce, così che il rischio di prolife-

razione di germi e alghe è minimo.

I serbatoi interni d’altro canto sono leggeri, economicamente van-

taggiosi e rendono semplice e veloce l’installazione di un impianto

Vantaggi e svantaggi dei diversi metodi di stoccaggio

Serbatoio esterno interrato

Serbatoio interno

MaterialeCementoPolietilene rinforzatoVetroresina (VTR)

Polietilene (PE)

Costi dicostruzione

Maggiori che per i serbatoi interni

Vantaggiosi

Spazio necessario Nel terreno Necessaria una cantina

DimensioniCapienza sostanzial-mente illimitata

Limitate dallo spazio della cantina

Rischio diallagamento in casa

LimitatoPossibili nel caso di errori di installazione o intasamenti

Autocostruzione DiXcile o impossibile Facilmente eseguibile

TABELLA 2

TUTTI POSSIAMO USARE L’ACQUA PIOVANA

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per l’acqua piovana, non richiedendo onerosi lavori di scavo. Si adat-

tano bene all’installazione in edi&ci esistenti o in edi&ci ancora in co-

struzione, ma che o%rano suXcienti spazi interni. La capienza totale

può essere suddivisa in varie taniche in materiale plastico collegate

tra loro: in tal modo lo stoccaggio può essere distribuito in più spazi

e i serbatoi possono essere installati in cantina anche in presenza di

passaggi molto stretti. La temperatura della cantina, però, non do-

vrebbe mai superare i 18° per mantenere basso il rischio di conta-

minazione. Stoccare l’acqua in cantina rende più semplice il lavoro

sugli allacciamenti elettrici e sul sistema di tubature, ma porta con sé

il rischio di allagamenti nel caso di malfunzionamenti nell’a;usso e

nel de<usso dell’acqua o di danni al serbatoio.

Serbatoi in materiale plasticoI serbatoi in materiale plastico sono forniti da diversi produttori, pre-

valentemente con una capienza tra i 600 e i 10.000 litri, ultimamente

&no a 50.000 litri, e sono facilmente collegabili tra loro in caso di ne-

cessità.

Tali serbatoi sono spesso prodotti in polietilene (PE). Le taniche leg-

gere per l’installazione interna possono essere rinforzate con fasce

d’acciaio per evitare deformazioni, se non sono &ssate; inoltre ven-

gono di regola rese di colore scuro per evitare che l’acqua piovana in

esse contenuta sia danneggiata dalla luce: una continua esposizione

alla luce favorisce infatti la formazione di alghe e la nascita di germi.

I serbatoi in materiale plastico destinati ad essere interrati vengono

prodotti sia in polietilene sia in vetroresina (taniche in VTR). Forme,

resistenza dei materiali e prezzi dipendono dalla capienza e dal cari-

co dominante (ad esempio la spinta esercitata dal terreno, il passag-

gio di veicoli ecc.).

Serbatoi in cementoI serbatoi in cemento possono essere assemblati con anelli prefabbri-

cati oppure prodotti con un’unica gettata. Grazie al modo in cui sono

costruiti resistono a forti pressioni e per questo sono consigliabili nel

caso li si voglia interrare sotto viali percorsi da auto. Comparando i

costi dei vari tipi di contenitori di stoccaggio, il serbatoio in cemento

è spesso conveniente per capienze ridotte, mentre per grossi volumi i

serbatoi in materiale plastico sono nel rapporto più economici grazie

alla maggiore facilità di trasporto e di interramento.

€ 14,00

ISBN 88-6681-001-8

Karl Heinz Böse, ingegnere, è docente presso una scuola profes-sionale di Brema. Da anni è impegnato alla costruzione e alla dif-fusione di impianti domestici per il recupero e il riutilizzodell’acqua piovana. Questo volume, che ha ottenuto un grandesuccesso in Germania, ha contribuito attivamente allo sviluppodi pratiche eco-friendly in edilizia.

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per la casa e il giardino

Recuperarel’acqua piovana

Karl Heinz Böse

Alla luce del progressivo esaurirsi delle risorse idriche mondiali e di periodi disiccità sempre più frequenti, quali comportamenti adottiamo? È sufficientechiudere il rubinetto mentre ci laviamo i denti? Possiamo continuare a impie-gare preziosissima acqua potabile per alimentare gli sciacquoni dei nostri bagni?E quali soluzioni alternative possiamo ricercare?Il manuale illustra, impiegando un gran numero di fotografie e grafici, come in-stallare impianti di raccolta dell’acqua piovana per riutilizzarla in casa e ingiardino. In modo chiaro e dettagliato l’autore descrive le tipologie tecniche de-gli impianti, le caratteristiche ambientali (grandezza del tetto, piovosità dellazona) che ne condizionano le dimensioni e la fattura, i materiali più adatti, i me-todi di filtraggio e depurazione, il montaggio e tutti gli altri passi necessari peril recupero dell’acqua piovana. Terminata la lettura possiamo decidere, con co-gnizione di causa, se rivolgerci a un’impresa per l’installazione oppure sce-gliere la soluzione dell’ecobricolage.Il libro aiuta anche a sconfiggere stereotipi e paure. Scopriamo infatti che le no-stre lavatrici funzionano meglio con l’acqua piovana, meno ricca di calcare, e chegli standard di purezza dell’acqua opportunamente recuperata non sono maiinferiori a quelli delle acque balneabili, ma migliori!Insomma, soldi ben spesi per un manuale che insegna a risparmiare acqua, de-naro e a fare qualcosa di positivo per l’ambiente in cui viviamo.

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